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CHE SCHIFOOOOOOOOOOOOOO!!!


alfaomega

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..invece sarà l'esatto contrario, visto che i TG delle varie reti si sono trasformati in autentici spot per il governo....

Esatto!

E questo succede tutte le volte che è necessario ed utile al proprietario ed al controllore.

E non può essere diversamente: Berlusconi possiede tutta la TV privata italiana e controlla (finchè è al potere) tutta la TV pubblica.

Questo è un fatto incontrovertibile. Il resto sono seghe mentali di cui si può continuare a fare bla bla all'infinito.

Se lui vuole fare il presidente del Consiglio deve vendere la Fininvest

bene io ho questa idea

il problema che c'è stato un referendum

e che gli Italiani lo sanno ma gli hanno dato una maggioranza

tra l'altro cospicua .

E allora c'è lo cucchiamo così. :wink:

un pò come le centrali nucleari che non abbiamo.

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8/6

la nipote di Umberto Cupertino aveva scritto sul calendario la parola "Liberi" nel giorno di oggi: "La cosa ha del miracoloso", ha detto la madre. [Lo dico anche io]

anche William, figlio di Salvatore Stefio, è stato miracolato: ieri diceva a tutti "Domani papà torna con noi".

Chissà perchè questi miracoli colpiscono solo i bambini, anelli più deboli nella catena di un segreto da custodire.

09/06

i tre ex-ostaggi dichiarano di non essere a conoscenza della morte di Fabrizio Quattrocchi. La cosa è parecchio strana, dato che non si capisce quale altra spiegazione i tre possano aver dato all'improvvisa scomparsa di un sequestrato: l'ipotesi che gli abbiano fatto credere in una immotivata liberazione è illogica (i sequestratori spaventano gli ostaggi, mica li tranquillizzano) e immotivata, dato che - tra l'altro - Quattrocchi era il più esposto dei quattro alle violenze dei sequestratori in quanto possessore di un tesserino della Cpa (l'autorità provvisoria della coalizione). In questo quadro, è significativa la dichiarazione di Davide Quattrocchi, fratello di Fabrizio:

Mi sembra così strano che non sapessero nulla di Fabrizio. Dopo due mesi senza vederlo cosa possono aver pensato, che fosse andato a fare una vacanza?

Non credo proprio che quella gente abbia detto ai compagni di Fabrizio di averlo liberato. Al contrario penso che avrebbero potuto dire di averlo ucciso per farli stare più bravi. Certo è che mi sembra così strano che non sapessero..

curiosamente di questo ne hanno parlato solo il TG3 bolscevico, e LA7 (sicuramente altro covo di bolscevichi): leggete un pò cosa dice Emergency (Peacereporter è un loro sito):

10 giugno 2004 - "Quella casa al numero 17 di Zaitun Street era disabitata da almeno due mesi. Fino a lunedì sera tardi (7 giugno, n.d.r.) quando, intorno alle 23, si è sentito un gran trambusto. Io, che abito al 13, ho visto arrivare alcune auto e fermarsi davanti a quella casa. Sono entrate un po’ di persone. Era buio, non abbiamo visto bene. Poco dopo se ne sono andati via ed è tornata la calma".

"Il mattino seguente, intorno alle 9:30, sono arrivate cinque auto militari americane, di colore verde oliva. Si sono fermate davanti a quella casa. Ne sono scesi alcuni uomini vestiti in abiti civili e con gli occhiali scuri. Erano sicuramente uomini del mukhabarat (servizio segreto, n.d.r.) americano. Hanno aperto la porta dell’abitazione, senza forzarla, come se fosse già aperta, e sono riusciti subito con solo quattro uomini, che poi abbiamo saputo essere i tre ostaggi italiani e un ostaggio polacco. Li hanno caricati su un furgoncino bianco e se ne sono andati via. Il tutto con la massima calma. Non è stato sparato un colpo. Nella casa, a parte gli ostaggi, evidentemente non c’era più nessuno. Non è stato assolutamente un blitz militare come è stato annunciato tre ore dopo. Quelli sono tutta un’altra cosa. Lì si è trattato di una semplice presa in consegna. Gli americani sono andati lì a colpo sicuro. Sapevano che gli ostaggi erano stati portati lì, si erano messi d’accordo. Il vostro governo ha pagato un riscatto: nove milioni di dollari. Qui ormai lo sanno tutti. Adesso però basta parlare al telefono, non è sicuro".

A parlare, raggiunto al telefono da PeaceReporter, è un iracheno, il signor Fahad, che assieme ad altri due suoi vicini, il signor Mohammed e il signor Ibrahim, è stato testimone oculare della liberazione di Agliana, Cupertino e Stefio. Fahad parla dalla sua casa, al 13 di Zaitun Street, ad Abu Ghraib, il sobborgo occidentale di Baghdad divenuto tristemente famoso per lo scandalo delle torture sui prigionieri iracheni. La sua versione dei fatti è confermata da un'altra fonte irachena raggiunta da PeaceReporter, vicina al braccio politico della guerriglia. Una fonte che ha voluto rimanere anonima, e che ha fornito la sua versione di tutta la vicenda del sequestro, delle trattative e della liberazione. La fonte inizia facendo un nome, quello di Salih Mutlak. "Mutlak – dice – è un facoltoso commerciante iracheno arricchitosi con le speculazioni e il contrabbando durante il periodo dell’embargo. Da molti è definito semplicemente come un ‘mafioso’. Lui è il personaggio chiave della vicenda della liberazione dei tre ostaggi italiani, assieme al già noto Abdel Salam Kubaysi (solo un omonimo di Jabbar al-Kubaysi), ulema sunnita e docente all’università di Baghdad, salito all’onore delle cronache televisive internazionali per il suo ruolo nella trattativa per il rilascio - dietro pagamento di riscatto - degli ostaggi giapponesi".

Secondo la fonte, con Mutlak e con Kubaysi il governo italiano avrebbe trattato segretamente per settimane al fine di ottenere il rilascio di Agliana, Cupertino e Stefio, rapiti il 12 aprile assieme a Quattrocchi, ucciso il 14 aprile. Si scoprirà poi che aveva in tasca un porto d’armi rilasciato dalle forze britanniche e un pass della Coalizione. I contatti tra i nostri servizi segreti, il Sismi, e la coppia Mutlak-Kubaysi sono iniziati subito dopo quei tragici giorni, e già il 20 aprile erano cominciate a trapelare notizie sull’accordo con il governo italiano per il pagamento di un riscatto di 9 milioni di dollari. Il 22 era stato lo stesso governatore italiano di Nassiriya, Barbara Contini, a lasciarsi scappare che non c’era nulla da stupirsi del fatto che il governo pagasse un riscatto. “Si è sempre fatto così” aveva detto. Subito dopo aveva smentito questa dichiarazione, e il ministro degli Esteri, Franco Frattini, aveva detto che si trattava di "storie prive di fondamento”. Lo stesso giorno, una qualificata fonte dei servizi segreti italiani rivelava all'agenzia Ansa: "La trattativa, avviata da giorni, è già stata definita in tutti i suoi aspetti, sia para-politici, sia economici. Quello che dovevamo fare l'abbiamo fatto".

Dopo questa burrasca il Sismi ha protestato per queste fughe di notizie che rischiavano di far saltare le trattative in corso. A quel punto, il governo ha deciso di imporre il silenzio stampa assoluto sulla vicenda. "Le trattative - spiega la fonte - sono proseguite fino a quando, all’inizio di maggio, Salih Mutlak è andato in aereo a Roma. Ragione ufficiale del suo viaggio: affari. E’ rimasto nella capitale italiana per una ventina di giorni, tornando a Baghdad alla fine di maggio con una valigetta piena di soldi. Cinque milioni di dollari, prima tranche di un riscatto complessivo di nove milioni di dollari. Gli altri quattro, questi erano gli accordi da lui presi, sarebbero stati consegnati ai rapitori dopo la liberazione degli ostaggi". Dopo il ritorno di Mutlak con i soldi, nei primi giorni di giugno si è consumato un duro scontro all’interno delle fila dei guerriglieri iracheni. Da una parte il braccio ‘militare’ dei guerriglieri, quelli che detenevano materialmente gli ostaggi e che, tramite Mutlak e Kubaysi, erano in contatto con il governo italiano: per loro l’importante era solo incassare il malloppo. Dall’altra parte il braccio ‘politico’ che non voleva fare la figura di una banda di delinquenti che rapiscono per soldi e che quindi non volevano accettare il riscatto. "Noi ci siamo opposti a questo gioco sporco.

Questa storia del riscatto e della messa in scena della liberazione – sostiene la fonte – avrebbe rovinato l’immagine della nostra causa, facendoci passare per dei volgari banditi, e poi avrebbe giovato al governo italiano e quindi prolungato l’occupazione militare dell’Iraq. Noi volevamo consegnare gli ostaggi, senza alcun riscatto, nelle mani di rappresentanti del mondo pacifista italiano, sia laico che cattolico, con cui eravamo già in contatto da tempo e con i quali eravamo vicinissimi a una conclusione". Ancora domenica scorsa 6 giugno, i rappresentati della Santa Sede in Iraq si dicevano infatti certi che la liberazione dei tre italiani sarebbe stata questione di ore. Anche il governo italiano sentiva che la questione era giunta a un punto decisivo: venerdì scorso, 4 giugno, il ministro Frattini ha annullato una sua importante visita a Tokyo per “motivi familiari”. Forse quello è stato un giorno decisivo. "Alla fine – prosegue la fonte, con tono infuriato – l’hanno spuntata i ‘militari’ senza scrupoli, che nei giorni scorsi, assieme a Mutlak, hanno organizzato in gran segreto il trasferimento dei tre ostaggi italiani dal loro luogo di detenzione, cioè Ramadi, un centinaio di chilometri a ovest di Baghdad, fino alla periferia occidentale della capitale, nel sobborgo di Abu-Ghraib. I tre sono stati lasciati in una casa e poi la loro posizione è stata comunicata ai servizi italiani e a quelli americani perché li venissero a prelevare.

Il loro piano era di far sembrare tutto come un blitz militare che si concludesse con l’arresto dei sequestratori. Ma non è andata così". E in effetti, fonti vicine ai servizi italiani hanno rivelato che i due arrestati effettuati in connessione con il presunto blitz erano in realtà solo due pastori iracheni, che nulla avevano a che fare con la guerriglia e che erano stati pagati per farsi trovare lì. Di certo, il fatto che a condurre l’operazione siano stati militari americani, e non italiani, preclude alla magistratura una effettiva indagine sui "liberatori". In Iraq, al mercato nero delle armi, un kalashnikov costa tra i venti e i trenta dollari. Con nove milioni di dollari se ne possono comprare centinaia di migliaia.

Enrico Piovesana da PeaceReporter

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Mancava il titolo... "PAGATO UN RISCATTO DA 9 MILIONI DI DOLLARI, ALTRO CHE BLITZ E LIBERAZIONE!"

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allora non credere neanche a ciò che dice la destra no?

Certo che dare del banfone a Gino Strada... :roll:

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da TGCOM . . . . mediaset (almeno sono citate le 2 "campane")

Ostaggi, giallo su riscatto pagato

Emergency: dati 9 milioni.Fini: è falso

La voce era circolata durante il periodo di detenzione: il governo avrebbe versato una somma di denaro per riavere Agliana, Cupertino e Stefio. E anche ora rispunta fuori la vicenda: secondo Gino Strada di Emergency sarebbero stati versati 9 milioni di dollari ai rapitori iracheni. "Non c'è stata nessuna trattativa", ha replicato il vice-premier Gianfranco Fini. Secca smentita anche di Maurizio Scelli della Croce Rossa: "Notizie da sciacalli"

"Non è stato assolutamente un blitz militare come è stato annunciato. Si è trattato di una semplice presa in consegna. Gli americani sono andati lì a colpo sicuro. Si erano messi d'accordo. Il vostro governo ha pagato un riscatto: nove milioni di dollari. Qui ormai lo sanno tutti".

E' la ricostruzione fatta al telefono al sito PeaceReporter da parte di un iracheno che si dichiara testimone oculare della liberazione di Agliana, Cupertino e Stefio. SE LO DICE UN IRACHENO TESTIMONE OCULARE ALLORA . . . . .

Il sito di informazioni PeaceReporter è vicino all'organizzazione Emergency di Gino Strada che è stato in Iraq per cercare contatti con i rapitori dei tre italiani.

"Quella casa al numero 17 di Zaitun Street era disabitata da almeno due mesi" si legge nella ricostruzione di PeceReporter sulla liberazione. A parlare è un iracheno, il signor Fahad, che assieme ad altri due suoi vicini, il signor Mohammed e il signor Ibrahim, e sarebbe stato testimone oculare della liberazione di Agliana, Cupertino e Stefio.

"Il vostro governo - dice ancora Fahad - ha pagato un riscatto: nove milioni di dollari. Qui ormai lo sanno tutti. Adesso però basta parlare al telefono, non è sicuro".

"Noi - dice ancora la fonte - ci siamo opposti a questo gioco sporco. Noi volevamo consegnare gli ostaggi, senza alcun riscatto, nelle mani di rappresentanti del mondo pacifista italiano, sia laico che cattolico, con cui eravamo già in contatto da tempo e con i quali eravamo vicinissimi a una conclusione".

Fini: "Nessuna trattativa per la liberazione"

Il vice presidente del consiglio ha prontamente replicato alle affermazioni fatte da un testimone alla radio di Emergency: "Non c'è stata nessuna trattativa" per la liberazione dei tre italiani rapiti in Iraq. Gianfranco Fini ha poi spiegato: "Sono stati aperti canali di dialogo non con i rapitori, ma con ambienti iracheni, soprattutto religiosi, disponibili a collaborare per garantire il rilascio degli italiani: quegli stessi canali, penso, che ci hanno consegnato il corpo di Quattrocchi". Ribadendo che che "non c'è stata nessuna strumentalizzazione della vicenda degli ostaggi", Fini invita Gino Strada "a presentare, se le ha, le prove di quello che dice. E' l'unico modo - conclude - per evitare illazioni che non hanno ragione di esistere".

Scelli: "E' uno sciacallaggio"

Le ricostruzioni apparse sui alcuni quotidiani questa mattina, attribuite alla Croce rossa italiana, in merito alla liberazione degli ostaggi in Iraq sono veri e propri "sciacallaggi. Ne' il governo, ne' i servizi segreti, ne' l'ambasciata ha pagato alcun riscatto". Lo precisa, da Baghdad, Maurizio Scelli, commissario straordinario dell'organizzazione.

ciao

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Sugli ostaggi: da un lato ci sono date, nomi ed elementi circostanziati mentre il governo risponde in maniera generica... rimango perplesso, avrebbero potuto smontare il tutto punto per punto, sarebbe stato anche più facile, no?

Sul TGCOM: se ha dato la notizia solo dopo la smentita di Fini, l'impatto è completamente diverso e il titolo da "Emergency sostiene che è stato pagato un riscatto" diventa "Fini smentisce che sia stato pagato un riscatto" (con la differenza di argomenti che ho già detto!)... azz veramente obiettivi!

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ragazzi che bella informazione.....

  • Ieri: Fiat Panda 900 Young (1998) - AB Y10 II Avenue (1993) - Fiat Panda 1.2 DynamicClass (2004) - Fiat Punto Evo 1.4 GPL (2010)
  • Oggi: Ford Focus SW 1.6 Tdci 90cv (2009) e Lancia Ypsilon 1.2 (2016)
  • Ieri: Aprilia Rally II L.C. 50cc (1996) - Piaggio Vespa PX 150 (2002) - Honda Hornet 600 II (2006)
  • Oggi: Honda Hornet 600 III (2007) e Piaggio Vespa PX 150 (2000)
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Ripeto almeno sono state citate le 2 versioni (non è un dettaglio) . . . .

Siamo sicuri che l’anonimo iracheno e i vicini non hanno avuto dei “risentimenti” nei confronti degli americani e italiani, magari dei parenti coinvolti nella vergognosa storia delle torture . . . . .

o magari sono stati pagati . . . . .

Secondo me è sbagliato giungere a conclusioni frutto di una politica del sospetto :? , ci sarebbe bisogno di conoscere meglio e + dettagliatamente la vicenda e non credo che sarà possibile almeno nell'immediato

E comunque è impensabile che un governo ammetta di aver pagato un riscatto a dei banditi, c’è qualcuno che crede ad una eventuale ammissione della vicenda da parte di un governo di centro-sinistra??

ciao

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