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olio di semi in aggiunta al gasolio?


Clody23

Domanda

Navigando nei vari siti internet che comprendono smanettoni e fuoristradisti ho potuto osservare diverse persone che nei loro mezzi naftaalimentati aggiungono, in percentuali variabili da un 5% fino a 20% (qualcuno arriva anche al 50%) dell'olio di semi vari, dove la maggior parte di questo deriva dall'olio di colza.

Praticamente cercano di "produrre" un biodiesel (in effetti il biodiesel deriva proprio dall'olio di colza, se non erro), che avrebbe come proprietà una maggior scorrevolezza e un maggior potere lubrificante, sopratutto rispetto ai gasoli con basse percentuali di zolfo.

Vorrei sapere da qualche tecnico se questa pratica, molto diffusa su vetture con precamera e in maniera minore con vetture a iniezione diretta, possa portare a qualche vero vantaggio oppure se la cosa non ha particolare rilevanza.

Da come dicono, le prestazioni dovrebbero, in maniera cmq poco considerevole, addiruìittura aumentare, data la maggiore propensione ad incendiarsi dell'olio di colza rispetto al gasolio normale.....anche se con temperature che ruotano intorno agli zero gradi sarebbe meglio non "additivare" il gasolio con l'olio di semi vari poichè quest'ultimo gela molto più facilmente.

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Cercando in giro mi sono imbattuto anche in un commento di GUS (un tecnico chimico):

1) SCOPO E UTILITA':

L'olio di semi VARI, composto genericamente da girasole, soia e, a volte, colza (scelto perchè costa meno, è totalmente volatile perchè composto da esteri di acidi grassi più bassobollenti rispetto ad altri oli) ha unicamente uno scopo "lubrificante": i gasoli moderni sono estremamente raffinati e hanno un ridottissimo contenuto in zolfo che è un eccellente lubrificante. Non scendo in particolari ma è usato nei lubrificanti,nelle varie forme attive e non attive, per le sue caratteristiche reattive nei confronti dei metalli ferrosi con i quali crea sostanze ponte con punti di fusione più bassi del metallo a cui è legato: queste sostanze danno, a seconda del tipo e velocità di movimento delle parti meccaniche, azioni lubrificanti di tipo ANTI-WEAR o EP). Gli esteri di acidi grassi che compongono l'olio di semi colmano in parte il vuoto creato dall'assenza di zolfo, fornendo un'azione lubrificante denominata Chemiadsorbimento (comportamento ANTI-WEAR). La tipica azione di chemiadsorbimento e la maggior viscosità, per quanto minima, determina anche una capacità "detergente" relativamente agli iniettori. La totale volatilità relativamente alle temperature di esercizio delle camere di scoppio riduce la formazione di residui carboniosi su pistoni, valvole e quant'altro. Non ci sono problemi di corrosione dovuta agli acidi grassi liberi, l'olio di semi vari è un estere e come tale ha una bassissima acidità libera, tanto bassa da poter essere ingerito dall'essere umano (provate ad ingerire degli acidi grassi!). Lo stesso relativamente alle illazioni sulle parti in plastica o gamma, che non sono intaccate dall'olio sono semi vari, nelle condizioni sotto definite.

2) LE QUANTITA':

Non oltre il 25%, per una questione di resa e utilità: io personalmente da anni non ne uso più del 10÷12%, il mio 300 tdi ha 6 anni e più di 200.000 km ed ho solo sostituito il cuscinetto dell'alternatore e la pompa dell'acqua che cominciava a perdere, cose non legate al gruppo termico, turbo incluso, che non hanno mai avuto problemi. D'inverno, a seconda delle temperature a cui è sottoposta l'auto, è bene ridurre la quantità fino al 3÷5%, percentuale in cui l'eventuale cristallizzazione avviene comunque a temperature ben inferiori ai -10÷-12°C (a queste temperature anche alcuni gasoli "normali", ovvero senza additivi deparaffinanti, tendono a cristallizzare). Se fa piuù freddo non lo si mette, punto e basta.

Questo è quanto, non centra nulla il biodiesel che è concettualmente e strutturalmente tutt'altra cosa, anche se è un derivato di oli vegetali.

3) BIODIESEL:

per il biodiesel, come ho già ampiamente spiegato precedentemente, si parte sempre da oli di semi, questa volta di colza e girasole, si elimina la glicerina e la si sostituisce tramite un processo chimico chiamato transesterificazione con alcool metilico, esterificando e formando l'estere metilico degli stessi acidi grassi di partenza, più basso bollente, più volatile ed estemamente più detergente. Questa sua capacità detergente determina fattori positivi su tutto l'impianto di alimentazione, serbatoio incluso, e sul gruppo termico ma, per contro, è necessario sostituire alcune parti in gomma o plastica del circuito di alimentazione e della pompa perchè tende a modificarle chimicamente, infragIlendole, e, a volte, a scioglierle.

TUTTO QUESTO RIGUARDA UNICAMENTE I MOTORI A CICLO DIESEL, NON QUELLI A BENZINA (onde evitare malintesi!).

Spero di avervi chiarito un pò meglio le idee.

P.S. vorrei conoscere chi riesce a farsi il biodiesel in casa, senza avere estrattori di acqua, catalizzatori, circuiti di riscaldamento e raffreddamento termostatati, filtri etc.etc. Io per ora mi limito a produrmi autonomamente la birra, Stout preferibilmente.

Un saluto

Gus

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