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Inviato
54 minuti fa, makluf95 scrive:

A me questa vicenda fa scassare, due aziende che si contendono l'importazione di sti pulmini

 

Mi ricorda la storia della principessa persiana che tutti si contendevano.

 

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AHAHAHAHAHAH MORTO 

Inviato
On 27/05/2024 at 14:17, j scrive:

DONGFENG

La Dr non è autorizzata a vendere veicoli Forthing in Italia

Si apre un nuovo fronte caldo nella diatriba tra l'azienda molisana e la Cirelli sull'utilizzo di veicoli di marchi cinesi in Italia

 

 "Dongfeng Liuzhou Motor Company (Dflz), congiuntamente a Cmc–Cirelli Motor Company, desidera fare chiarezza sulla situazione riguardante la distribuzione dei modelli T5 EVO fuel/HEV e M4 fuel/HEV, recentemente presentati da Dr Automobiles sotto il marchio Tiger", si legge in una nota dove si sottolinea che "la cooperazione tra Dflz e Dr Automobiles è vincolata esclusivamente al territorio inglese e spagnolo". Dunque, è escluso il mercato italiano.

 

L'autorizzazione. Nella nota si spiega, infatti, che Dongfeng Liuzhou Motor Company ha "autorizzato la vendita dei modelli T5 EVO fuel/HEV e M4 fuel/HEV da parte di Dr Automobiles solo in Regno Unito e Spagna, senza alcuna autorizzazione per la distribuzione in Italia, dove invece Cmc-Cirelli Motor Company è distributore autorizzato da Faw Automotive GmbH, che detiene i diritti di distribuzione in Italia". "Se DR Automobiles non rispetterà i termini della cooperazione, Dongfeng prenderà provvedimenti per fermare questo comportamento, e così proteggere i diritti di distribuzione, dei clienti e della rete di concessionarie", conclude la nota. 

 

https://www.quattroruote.it/news/industria-finanza/2024/05/27/dongfeng_la_dr_non_e_autorizzata_a_vendere_veicoli_forthing_in_italia.html

Si tratta solo di una competizione per vedere chi riesce a pagare di più i cinesi per ottenere i diritti per rimarchiare le cinesate e fungere da testa di ponte per entrare nel mercato europeo.

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  • 3 settimane fa...
Inviato

Garante concorrenza, sanzione di 6 milioni alla DR che risponde: “Tutto falso”

L'accusa è di informazioni pubblicitarie fuorvianti e lentezza nella fornitura di ricambi

Secondo l’Autorità “la società avrebbe fornito informazioni ingannevoli riguardo al luogo di produzione degli autoveicoli a marchio DR ed EVO durante la promozione e la vendita delle autovetture, in violazione delle norme del Codice del Consumo”. L’accusa, secondo l’AGCM era che “in alcuni casi la DR ometterebbe informazioni rilevanti sulla loro origine, lasciando intendere che siano prodotti interamente in Italia, mentre si tratterebbe di veicoli di produzione cinese”.

 

Oggi è arrivata una sanzione per 6 milioni di euro a DR Automobiles per pratiche commerciali scorrette. Sanzione irrogata dall’Antitrust. Secondo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, “nelle comunicazioni commerciali Dr Automobiles ha indicato in modo ingannevole l’Italia anziché la Cina come luogo di produzione delle vetture commercializzate con i marchi Dr ed Evo”. Inoltre, “insieme alla controllata Dr Service & Parts – viene riferito -, non ha garantito un adeguato rifornimento dei pezzi di ricambio né opportuna assistenza post-vendita”.

 

“L’Autorità – viene spiegato – ha accertato che Dr Automobiles, nell’ambito dei messaggi e/o delle comunicazioni commerciali diffusi almeno a partire dal dicembre 2021 attraverso vari canali, ha indicato l’Italia come origine e luogo di effettiva produzione delle autovetture commercializzate con i marchi Dr ed Evo. Si tratta però di autoveicoli prodotti in Cina, salvo marginali interventi di rifinitura e di completamento. La pratica ingannevole – conclude l’Agenzia – è coincisa con un periodo di forte aumento delle vendite delle autovetture a marchio Dr ed Evo sul mercato italiano”.

 

"Questa pratica – viene evidenziato – può ostacolare l’esercizio dei diritti dei consumatori, compreso il diritto di ottenere la riparazione dell’automobile e un’adeguata assistenza post-vendita, anche nell’ambito della garanzia legale di conformità del prodotto acquistato”. L’Autorità ha deliberato che le due società, entro sessanta giorni dalla notifica del provvedimento, comunichino le iniziative intraprese per far cessare queste condotte illecite.

La risposta della DR

In realtà non sono passati neanche 60 minuti che la DR ha contestato fermamente la sanzione. Ecco la sua risposta, la pubblichiamo integralmente: “DR Automobiles Groupe impugna il provvedimento dell’AGCM. DR Automobiles Groupe prende atto della decisione dell’AGCM, pur non condividendola nel merito, ragione per cui si accinge ad impugnarla.

Nel corso del procedimento DR ha offerto la massima disponibilità, proponendo impegni tangibili volti a rimediare alle preoccupazioni espresse dall’Autorità, che però non sono stati accettati da quest’ultima.

Nel merito, DR osserva che la delocalizzazione in Estremo Oriente di parte della produzione delle autovetture (pratica comune nel settore automotive) commercializzate da DR Automobiles Groupe non è mai stata celata al pubblico, come testimoniato da numerosi articoli di stampa e servizi televisivi, nonché dalle informazioni divulgate attraverso i canali ufficiali web e social del gruppo.

Al tempo stesso, le campagne advertising non hanno mai inteso pubblicizzare una pretesa integrale fabbricazione delle autovetture in Italia, quanto sottolineare il forte legame del gruppo automobilistico con il nostro Paese e la regione Molise sotto il profilo proprietario e storico. Oltre ad evidenziare le importanti fasi che si svolgono nell’HQ di Macchia d’Isernia (IS) in termini di ricerca e sviluppo, design, progettazione, aggiunta di funzionalità, rifinitura e completamento delle autovetture commercializzate.
Tutti aspetti che non sono stati adeguatamente valorizzati dal provvedimento dell’AGCM.

DR Automobiles Groupe intende, ad ogni modo, accrescere le fasi di lavorazioni in Italia, ampliando a tal proposito il proprio polo industriale di Macchia d’Isernia con un nuovo stabilimento produttivo, nella prospettiva dello sviluppo di nuovi modelli, anche ad alimentazione integralmente elettrica.

Per quanto riguarda le condotte sanzionate sotto il profilo dell’assistenza post-vendita, l’AGCM ha contestato al Gruppo DR i tempi di attesa sofferti da alcuni consumatori per la riparazione delle proprie autovetture, omettendo di considerare che ciò è derivato dalla indisponibilità oggettiva di alcuni pezzi di ricambio a causa della nota disruption della catena di approvvigionamento del settore automotive avvenuta nel periodo post-pandemico.

Situazione comune a tutto il settore e comunque ormai in fase di assorbimento, come provano i dati registrati dal Gruppo già dal 2023 e ulteriormente migliorati nel primo trimestre del 2024, che mostrano tempi medi di consegna dei pezzi di ricambio di poco superiori ai 2 giorni“.

Il commento di Massimo Di Risio

Massimo Di Risio, fondatore e presidente del Gruppo DR Automobiles, commenta così la sanzione da 6 milioni di euro comminata dall’Antitrust: “Incredibile!!! Contestiamo in toto il provvedimento dell’AGCM che ci accingiamo ad impugnare, fiduciosi di un totale ribaltamento. L’azienda – prosegue Di Risio – è solida ed in grado di sostenere anche una eventuale, quanto improbabile, conferma della sanzione. Continuiamo a correre, così come siamo abituati a fare“.

https://www.formulapassion.it/auto/auto-news/garante-concorrenza-sanzione-di-6-milioni-alla-dr-che-risponde-tutto-falso

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Inviato
40 minuti fa, j scrive:

Garante concorrenza, sanzione di 6 milioni alla DR che risponde: “Tutto falso”

L'accusa è di informazioni pubblicitarie fuorvianti e lentezza nella fornitura di ricambi

Secondo l’Autorità “la società avrebbe fornito informazioni ingannevoli riguardo al luogo di produzione degli autoveicoli a marchio DR ed EVO durante la promozione e la vendita delle autovetture, in violazione delle norme del Codice del Consumo”. L’accusa, secondo l’AGCM era che “in alcuni casi la DR ometterebbe informazioni rilevanti sulla loro origine, lasciando intendere che siano prodotti interamente in Italia, mentre si tratterebbe di veicoli di produzione cinese”.

 

Oggi è arrivata una sanzione per 6 milioni di euro a DR Automobiles per pratiche commerciali scorrette. Sanzione irrogata dall’Antitrust. Secondo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, “nelle comunicazioni commerciali Dr Automobiles ha indicato in modo ingannevole l’Italia anziché la Cina come luogo di produzione delle vetture commercializzate con i marchi Dr ed Evo”. Inoltre, “insieme alla controllata Dr Service & Parts – viene riferito -, non ha garantito un adeguato rifornimento dei pezzi di ricambio né opportuna assistenza post-vendita”.

 

“L’Autorità – viene spiegato – ha accertato che Dr Automobiles, nell’ambito dei messaggi e/o delle comunicazioni commerciali diffusi almeno a partire dal dicembre 2021 attraverso vari canali, ha indicato l’Italia come origine e luogo di effettiva produzione delle autovetture commercializzate con i marchi Dr ed Evo. Si tratta però di autoveicoli prodotti in Cina, salvo marginali interventi di rifinitura e di completamento. La pratica ingannevole – conclude l’Agenzia – è coincisa con un periodo di forte aumento delle vendite delle autovetture a marchio Dr ed Evo sul mercato italiano”.

 

"Questa pratica – viene evidenziato – può ostacolare l’esercizio dei diritti dei consumatori, compreso il diritto di ottenere la riparazione dell’automobile e un’adeguata assistenza post-vendita, anche nell’ambito della garanzia legale di conformità del prodotto acquistato”. L’Autorità ha deliberato che le due società, entro sessanta giorni dalla notifica del provvedimento, comunichino le iniziative intraprese per far cessare queste condotte illecite.

La risposta della DR

In realtà non sono passati neanche 60 minuti che la DR ha contestato fermamente la sanzione. Ecco la sua risposta, la pubblichiamo integralmente: “DR Automobiles Groupe impugna il provvedimento dell’AGCM. DR Automobiles Groupe prende atto della decisione dell’AGCM, pur non condividendola nel merito, ragione per cui si accinge ad impugnarla.

Nel corso del procedimento DR ha offerto la massima disponibilità, proponendo impegni tangibili volti a rimediare alle preoccupazioni espresse dall’Autorità, che però non sono stati accettati da quest’ultima.

Nel merito, DR osserva che la delocalizzazione in Estremo Oriente di parte della produzione delle autovetture (pratica comune nel settore automotive) commercializzate da DR Automobiles Groupe non è mai stata celata al pubblico, come testimoniato da numerosi articoli di stampa e servizi televisivi, nonché dalle informazioni divulgate attraverso i canali ufficiali web e social del gruppo.

Al tempo stesso, le campagne advertising non hanno mai inteso pubblicizzare una pretesa integrale fabbricazione delle autovetture in Italia, quanto sottolineare il forte legame del gruppo automobilistico con il nostro Paese e la regione Molise sotto il profilo proprietario e storico. Oltre ad evidenziare le importanti fasi che si svolgono nell’HQ di Macchia d’Isernia (IS) in termini di ricerca e sviluppo, design, progettazione, aggiunta di funzionalità, rifinitura e completamento delle autovetture commercializzate.
Tutti aspetti che non sono stati adeguatamente valorizzati dal provvedimento dell’AGCM.

DR Automobiles Groupe intende, ad ogni modo, accrescere le fasi di lavorazioni in Italia, ampliando a tal proposito il proprio polo industriale di Macchia d’Isernia con un nuovo stabilimento produttivo, nella prospettiva dello sviluppo di nuovi modelli, anche ad alimentazione integralmente elettrica.

Per quanto riguarda le condotte sanzionate sotto il profilo dell’assistenza post-vendita, l’AGCM ha contestato al Gruppo DR i tempi di attesa sofferti da alcuni consumatori per la riparazione delle proprie autovetture, omettendo di considerare che ciò è derivato dalla indisponibilità oggettiva di alcuni pezzi di ricambio a causa della nota disruption della catena di approvvigionamento del settore automotive avvenuta nel periodo post-pandemico.

Situazione comune a tutto il settore e comunque ormai in fase di assorbimento, come provano i dati registrati dal Gruppo già dal 2023 e ulteriormente migliorati nel primo trimestre del 2024, che mostrano tempi medi di consegna dei pezzi di ricambio di poco superiori ai 2 giorni“.

Il commento di Massimo Di Risio

Massimo Di Risio, fondatore e presidente del Gruppo DR Automobiles, commenta così la sanzione da 6 milioni di euro comminata dall’Antitrust: “Incredibile!!! Contestiamo in toto il provvedimento dell’AGCM che ci accingiamo ad impugnare, fiduciosi di un totale ribaltamento. L’azienda – prosegue Di Risio – è solida ed in grado di sostenere anche una eventuale, quanto improbabile, conferma della sanzione. Continuiamo a correre, così come siamo abituati a fare“.

https://www.formulapassion.it/auto/auto-news/garante-concorrenza-sanzione-di-6-milioni-alla-dr-che-risponde-tutto-falso

Fine di un'era per DR?

Inviato
2 minuti fa, machefredfa scrive:

Fine di un'era per DR?

Non saprei alla fine in qualche modo riescono sempre a cavarsela. Anzi IMHO potrebbero perfino essere tra i capitani coraggiosi che salvano l'auto made in Italy.

Inviato
8 minuti fa, nucarote scrive:

Non saprei alla fine in qualche modo riescono sempre a cavarsela. Anzi secondo me potrebbero perfino essere tra i capitani coraggiosi che salvano l'auto made in Italy.

Hanno sette vite come i gatti ahahahahah

Inviato
28 minuti fa, KimKardashian scrive:

Ogni volta che entro in questa discussione mi aspetto 

o l’ennesima multa/denuncia

o l’ennesimo marchio 

😂

Tuttavia, come anche molti autopareristi hanno avuto modo di constatare, l’inganno c’è stato eccome, non solo sui social ma anche presso espositori/rivenditori o varie fiere

 

Due anni fa, un pensionando s'è comprato una DR7. Diceva in giro "ho voluto dare una chance ad un'auto italiana". Non ho avuto il coraggio di riferirgli che aveva investito la sua liquidazione in un'auto cinese.

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  • Ahah! 2

Statisticamente, il 98% dei ragazzi nel mondo ha provato a fumare qualsiasi cosa. Se sei fra il 2%, copia e incolla questa frase nella tua firma

Inviato
42 minuti fa, Sandro scrive:

 

Due anni fa, un pensionando s'è comprato una DR7. Diceva in giro "ho voluto dare una chance ad un'auto italiana". Non ho avuto il coraggio di riferirgli che aveva investito la sua liquidazione in un'auto cinese.

Ma poverino 🥲

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