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Transizione ecologica ed il futuro della mobilità


Messaggio aggiunto da J-Gian,

 

Messaggi Raccomandati:

4 ore fa, A.Masera scrive:

comunque come mi ha fatto notare @Maxwell61la differenza sostanziale con una termica è che l’incendio può sempre partire dal nulla

Fatta eccezione per le Diesel Bmw (soprattutto) e le Range Rover, che possono prendere fuoco ferme e parcheggiate come le BEV 😁

 

Cos' era la MB EQE EV che ha bruciato 140 auto in parcheggio? Dilettanti, una Range Rover diesel in parcheggio ne ha fatte 1500 😅

 

https://www.autoblog.com/2023/10/12/heres-the-car-that-sparked-a-massive-1500-vehicle-fire-at-london-airport-car-park/

 

E BMW diesel, che dal 2011 vanno a fuoco, leggere tutto articolo, sorry per il simpatico amico tedesco del forum 😁

 

https://www.theguardian.com/money/2019/nov/16/how-can-my-bmw-burst-into-flames-despite-regular-servicing

3 ore fa, gpat scrive:

Se non me ne fregasse nulla di brand e premiumness comprerei una Prius domani, invece di questo passo aspetterò il MY2034 :D

 

Ma dai, non fa cosi schifo, ti faccio vedere la mia che ha anche i sedili in pelle 😁

Modificato da Maxwell61
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8 ore fa, Maxwell61 scrive:

Raga, qualcuno sta citando incendi delle hybrid, ma a me non me ne risulta nessuno. E non è strano, le full hybrid Toy hanno avuto per una vita le NiMh usate normalmente al 20% e transitoriamente al 40% se becchi una forte pendenza montana, mentre Hyundai e Kia hanno sempre usate le LiFePo e solo di recente , come Toy, le Litio, ma sempre con buffer abnormi. Ma di che parlate? 

 

Diverso è il caso Phev, con le Phev di Ford e Bmw nei guai incendio, non risolti dal 2020, per le Samsung Sdi. Questo perché le Phev hanno batterie con le stesse celle delle BEV. 

 

Con una differenza: le batterie Phev hanno un buffer elevatissimo (tipo 25%) che non si può usare perché devono fare migliaia di cicli, al contrario delle BEV che hanno margini bassissimi del 5%, (pochi cicli perché di grande capacità) cosa che influenza i possibili problemi.

 

E confermo quello che dice @gpat, le phev non sono per niente figlie dello stesso concetto e efficienza. 

 

E le logiche di uso ottimizzato della carica elettrica combinato alla benzina (Atkison-Miller) che sto vedendo sulla Prius, sono uno spettacolo di smart software.

 

Il che finisce anche per restituire favolosi consumi a batteria vuota, già solo per poter sfruttare una grossa capacità di batteria vuota, 10 volte piu grande di una Hybrid. Decisamente c'è phev e phev. 

Le statistiche riportate non fanno distinzione tra auto ibrida plugin o meno, la distinzione l'ha fatta qualche altro partecipante alla discussione.

 

E sicuramente andranno a fuoco anche le ibride non plugin come tutte le altre alimentazioni, ma non mi pare che in rete si trovino dati facilmente.

Toyota comprese, per le quali mi pare ci fosse pure stato un mega richiamo proprio per questo motivo qualche anno fa. Per es. sarebbe curioso sapere di quale modello Toyota si tratta quello andato a fuoco nella notte a Bologna a marzo scorso, oppure sapere se la RAV4 bruciata in parcheggio a luglio a latina fosse plug-in o no. Questo solo per dire che tutte le auto possono prendere fuoco, poi lungi da me fare considerazioni su quelle che sono più a rischio o meno a rischio solo in base agli articoli di giornale che si trovano in rete.

 

P.S. per quanto riguarda incendi di BMW diesel, in effetti l'unico caso a me noto nel giro dei miei amici e conoscenti riguarda una BMW serie 3 compact (mi pare) 2.0 diesel, ma risale ad una ventina di anni fa. Prese fuoco in marcia da qualche componente elettrico, forse un fanale anteriore (non ricordo di preciso) auto da buttare 

8 ore fa, Maxwell61 scrive:

 

 

8 ore fa, Maxwell61 scrive:

 

 

Modificato da LiF
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8 ore fa, Maxwell61 scrive:

Ma dai, non fa cosi schifo, ti faccio vedere la mia che ha anche i sedili in pelle 😁

 

Dico davvero, la Prius è una macchina a cui basterebbero due modifiche in croce, ma proprio due, per derivare una Lexus che sarebbe l'auto definitiva per utenza tipo NCC nei secoli dei secoli, e l'incubo più grande della triade tedesca su quella fascia di mercato.

 

Forse a Toyota non piace vincere facile :D

Comunque mezzo tecnicamente spettacolare, mi piace perché dimostra cosa si può fare con la pura competenza meccanica senza supercazzole da politica e prese di posizione sulla transizione energetica, abbastanza da far venire la sindrome di Stendhal a ogni appassionato abbastanza curioso del settore, in un certo senso si potrebbe dire che la Prius è la morte di questo thread perché risolve il problema talmente bene da far sembrare superflua ogni altra soluzione.

 

Ora però vado, mi aspetta il mio 3.0 JTD che non arriva a 10 km/l di media 🤦🏻 però attaccato a una macchina che adoro assolutamente.

Modificato da gpat
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In my courtyard: 2019 Maserati Ghibli 250cv GranSport, 2017 Alfa Giulia 150cv

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Chi ci capisce qualcosa è bravo… si naviga a vista l’impressione è questa. 

IMG_3017.jpeg

"quello che della valle spende in 1 anno di ricerca io lo spendo per disegnare il paraurti della punto." Cit.

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Breton è stato ancora più diretto

 

Cita

"Sono molto preoccupato per gli annunci di chiusure di impianti", sarebbe necessario "mantenere e preservare la nostra esperienza, la nostra forza innovativa e la nostra competitività", ma l'industria europea si trova oggi in una situazione di svantaggio rispetto ai cinesi e tale situazione è da attribuire all'incapacità delle Case di convincere i clienti a passare alla mobilità elettrica, mettendone in luce i vantaggi e risolvendo quell'ansia da autonomia che a detta del commissario starebbe ancora affliggendo i potenziali acquirenti. 

https://www.quattroruote.it/news/industria-finanza/2024/09/09/automotive_breton_sono_preoccupato_situazione_non_rosea_in_europa_.html

 

 

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18 minuti fa, xtom scrive:

Breton è stato ancora più diretto

Che fessi noi europei che facciamo ancora scegliere ai cittadini.

Meglio il modello cinese, i capi decidono e i cittadini eseguono spontaneamente oppure eseguono per forza.

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Curioso che nessuna si soffermi sull'ultima frase dell'articolo riportato (e lo stesso articolo, si limita a liquidare la questione in una manciata di righe in chiusura). (*)

 

 

Già scritto più volte: la transizione verso l'elettrico va avanti. A sburti, magari pure a passi indietro ogni tot avanti, ma va avanti. 

 

Quello che più rileva, è come (e quando) arrivare alla meta. 

 

Che non ci arriveremo al 2035, è ormai abbastanza evidente. Ma non per questo adesso si blocca tutto. Sennò non ci arriveremo mai...

 

(*) Parlo del primo, non di quello linkato di quattrorotelle.

Modificato da led zeppelin
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55 minuti fa, jameson scrive:

Che fessi noi europei che facciamo ancora scegliere ai cittadini.

Meglio il modello cinese, i capi decidono e i cittadini eseguono spontaneamente oppure eseguono per forza.

 

Boh, a me sembra che pur essendo in democrazia sia stato vietato di fumare negli uffici e nei luoghi pubblici già diversi anni fa, che sia stata vietata l'installazione di caldaie a gas che non siano a condensazione, che sia vietata la vendita di alcolici ai minorenni, che sia vietato lo spaccio di droghe, etc ...

 

Che poi stiamo parlando di possibile divieto di vendita di ICE dal 2035 ovvero tra 10 anni, non di circolazione, quindi non è manco assimilabile ai divieti suddetti.

 

49 minuti fa, Auditore scrive:

Quindi hanno inboccato la via del baratro e continuano ad essere contenti così; le aziende molto meno ma il progresso è il progresso...

 

Fammi l'esempio di un progresso tecnologico che nella storia sia tornato indietro, a me non viene in mente.

 

Se le case europee non sono in grado di arrivare ai livelli dei cinesi lasceranno al loro tutto il futuro mercato ed il problema è che le case cinesi possono venderci le loro avveniristiche elettriche, mentre le case europee non riescono più nemmeno a vendere le ICE ai cinesi.

 

Il problema di molte case europee è stato pensare che bastasse mettere un motore elettrico al posto del termico per avere un'auto elettrica, mentre il livello tecnologico delle elettriche cinesi è nettamente superiore, come ammettono gli stessi CEO europei.

 

Aggiungiamoci gli automobilisti europei refrattari al cambiamento e la frittata è fatta.

 

 

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