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Le Poste Italiane si uniscono a Microsoft


Guest DESMO16

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Guest DESMO16
Economia, accordo su grandi linee. Il vertice avrebbe raggiunto un accordo circa le linee generali della manovra economica, che verranno illustrate dal presidente del Consiglio mercoledì in Parlamento. A quanto si apprende, la manovra prevede strumenti per lo sviluppo economico, la riforma fiscale senza ridurre gli interventi a favore del Mezzogiorno.

Finanziaria da 30 miliardi. Il vertice della Casa delle Libertà ha dato il via libera ad una finanziaria da 30 miliardi di euro, che prevede la riduzione dell'Irpef e dell'Irap a partire con gradualità dal 2005.

Rai, Udc mantiene mozione. L'Udc non è disponibile al ritiro della mozione sulla Rai presentata in commissione di Vigilanza. Marco Follini lo ha ribadito al vertice, che proprio sul problema dell'emittenza pubblica ha vissuto uno dei passaggi più difficili.

Calderoli pessimista. Se al termine del primo round il vicepresidente del Senato aveva detto "dopo la grandine adesso pioviggina", "questa sera - ha dichiarato al termine del vertice di maggioranza - nevischia". Calderoli ha ribadito l'impegno della Lega a sostenere il governo ed ha criticato quegli alleati (senza citare mai esplicitamente Follini o l'Udc) che mostrano "incoerenza". Il senatore ha fatto riferimento all'assenza dell'Udc dal tavolo delle riforme di ieri, ha annunciato che oggi alle 10 il tavolo si riunirà di nuovo per andare avanti nel lavoro "e si vedrà se ci saranno ancora assenze", auspicando che non accada come ieri, "dove il giorno si vive uno spirito di coalizione che poi, la sera, sembra un pochino venir meno rispetto agli impegni presi".

Conflitto interessi, l'iter prosegue. La legge sul conflitto di interessi proseguirà il suo iter regolare in Parlamento. E' quanto sarebbe stato deciso nel corso del vertice di maggioranza a palazzo Chigi.

Non ci sarà una terza riunione. Terminato il vertice di questa sera, sembra che non sia prevista una terza riunione di maggioranza. Il prossimo passaggio della verifica dovrebbe essere mercoledì 14 in Parlamento con l'intervento di Berlusconi sulla politica economica.

MILANO - La rete postale italiana si affida al postino elettronico per diventare più competitiva in Europa. E lo fa grazie a un accordo con Microsoft per costruire la nuova piattaforma digitale delle Poste italiane «dove verranno integrati tutti i servizi a valore aggiunto e la formazione a distanza dei nostri oltre 150 mila dipendenti, ma dove troverà il suo ambiente naturale in piena sicurezza anche l’e-commerce», mai decollato veramente. Un progetto già entrato nella fase operativa che richiederà un nuovo quartier generale super-tecnologico per le Poste che si dividerà tra Roma e Milano. Dopo aver dato una spallata alle banche con i servizi di Bancoposta, l’amministratore delegato Massimo Sarmi, 55 anni, lancia così la sfida a chi pensava che il mondo dell’email avrebbe decretato il declino della posta tradizionale. E non nasconde di puntare al decollo del commercio elettronico in Italia, grazie alla «naturale vocazione delle Poste» in questa direzione. Il progetto? «Tutto nasce da un incontro a Roma seguito da un lungo scambio di email con Bill Gates», il fondatore della società di software più grande del mondo. Ma anche dalla passata esperienza di Sarmi nel mondo delle telecomunicazioni.

Cosa cambia per i clienti di Poste italiane?

«La nuova infrastruttura costruita insieme alla Microsoft permetterà di offrire una completa integrazione dei nostri servizi. Questo vuol dire che tutto, dalla semplice operazione di invio della raccomandata al servizio più complesso richiesto dalle aziende, sarà attivabile non solo dall’ufficio postale, ma da Internet o dalla nuova piattaforma del digitale terrestre. La nuova rete farà inoltre da crocevia tra aziende, consumatori, distribuzione e Internet»

In altre parole dovrebbe permettere il rilancio dell’e-commerce, una sfida che molti hanno perso.

«Chi se non le Poste potrebbe riuscire in questo intento? La nostra è una vocazione naturale, puntiamo a rivitalizzare in chiave moderna gli stessi valori di sempre con strumenti continuamente aggiornati: un esempio è la nostra carta per i pagamenti Postapay molto usata su Internet che evolverà presto in una carta con un microprocessore. Il nostro progetto, inoltre, punta a rendere accessibili a tutti i servizi grazie proprio alla "facilità" del sistema che ho scelto per la larga diffusione: sarà più immediato spedire una raccomandata rimanendo nello stesso ambiente in cui si è scritto il testo. E i passaggi avverranno in uno spazio nuovo che offrirà la massima sicurezza per dati e pagamenti».

Perché ora la rete, secondo lei, non è sicura?

«Internet non è sempre riuscito ad offrire degli standard elevati di sicurezza. Le faccio un esempio. La rete per il suo funzionamento deve essere sempre aperta e accessibile a tutti i clienti. Due anni fa un virus riuscì ad entrare nel nostro sistema bloccando tutto per qualche ora e creandoci non pochi problemi. Fu dopo quell’attacco che iniziammo a pensare a un’architettura speciale che permettesse di isolare eventuali attacchi senza bloccare la rete e i servizi. Inoltre il nuovo progetto permetterà di integrare tutti i passaggi con le esigenze di gestione e di contabilità dell’azienda».

E questo permetterà di risparmiare in termini di costi?

«Certo, anche perché il modello è vendibile ad altre aziende. Cosa che stiamo già facendo. La rete permette infatti di monitorare in tempo reale tutti i passaggi. Di individuare eventuali punti di debolezza nella distribuzione. E di spedire automaticamente la registrazione di ogni passaggio agli uffici competenti. L’incrocio tra logistica e pagamenti permetterà un risparmio secco».

Possiamo arrivare ad immaginare un impatto sullo stesso bilancio delle Poste?

«Sicuramente, anche perché non bisogna dimenticare che la rete potrà essere utilizzata oltre che per l’offerta di nuovi servizi anche per l’organizzazione interna. Un esempio immediato sarà l’e-learning, la formazione a distanza. Gli uffici postali sono circa 14 mila in tutto il territorio. Ma almeno 4 mila di questi sono piccolissimi e si trovano in zone dove la banda larga non è disponibile. Il progetto, tramite specifiche compressioni, permetterà di portare tutti i documenti e il materiale digitale anche dove la rete si restringe. E ci permetterà di alleggerire il carico di lavoro dove le postazioni hanno meno personale».

Questo anche grazie al nuovo polo tecnologico.

«Sì, perché per questioni di controllo ma anche di sicurezza vogliamo concentrare tutte le infrastrutture informatiche in pochi punti nevralgici. La logica è che all’interno dell’ufficio postale ci saranno solo i collegamenti e i terminali mentre tutti i dati verranno custoditi e controllati in queste grandi memorie centrali dove si svolgerà il governo dell’infrastruttura».

Tempi e investimenti?

«Per arrivare al pieno regime ci vorranno almeno due anni, ma per i clienti i passaggi saranno rapidamente visibili, con un miglioramento continuo dell’efficienza anche dei servizi già offerti. Per gli investimenti il nostro piano prevede 800 milioni l’anno. Circa la metà di questa cifra verrà destinata allo sviluppo della nuova architettura informatica e dei servizi ad essa correlati».

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....bastard mode on....

Posta italiana + Microsoft = buchi ne le lettere... se arriva...

....bastard mode off.

"The trouble with the world is that the stupid are cocksure and the intelligent are full of doubt." -Bertrand Russell

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mah.. sono un po' perplesso.... da quando vidi su uno sportello Postamat una schermata blu di Windows 98... e sul retro degli stessi sportelli c'è l'adesivo con la licenza di Win98... che tristezza

Microsoft d'altronde sta facendo cose molto interessanti con la piattaforma .NET, che avrà la sua esplosione con il futuro Longhorn, vedremo.

Peccato che non si siano messi insieme con qualche software house italiana... magari la lodigiana Zucchetti...

Agent Smith

Chieftec 360W | DFI Infinity NFII | XP-m @ 2472 1.75 | TT Volcano 12 | Corsair PC3200 512 MB | Raptor 74 GB | R9800PRO 426/360 | LG GSA-4120B | SuperPI 1M 41s | 3dM 2k3 6360

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