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5 ore fa, Maxwell61 scrive:

Onestamente, non mi aspettavo che nell'automotive, dal punto di vista tecnologico, potessero accadere sorpassi cosi rapidamente e cosi massicciamente come sta succedendo con la Cina. 

 

Come tutto ciò si evolverà dal punto di vista commerciale in EU e US, e le sue conseguenze industriali, è una via di mezzo tra un punto interrogativo e un buco nero. 

 

Quello che era un punto di forza dell'automotive nei paesi industrializzati fuori dalla Cina (competenze, know-how, heritage, rete distributiva) si è trasformato in una zavorra. 

L'industria automobilistica è giunta a una fase evolutiva (transizione dal termico all'elettrico) che premia l'industria cinese, che può partire da zero senza vincoli progettuali e di filiera legati a una tradizione pluridecennale specializzata nel termico, e ha accumulato competenze in aspetti sempre più strategici nell'automotive, come l'high-tech e le batterie. Senza contare l'appoggio di un sistema statale che ha una strategia di conquista globale del mercato automobilistico molto lucida. 

 

Per quanto riguarda l'evoluzione del mercato (al netto di anacronistiche politiche protezionistiche) temo che si ripresenterà quello che è successo con l'elettronica di consumo, in particolare con gli smartphone. 

I produttori storici extra Cina di fascia bassa e media saranno sempre più marginali non riuscendo a essere competitivi, rimarranno giusto i marchi premium percepiti come status symbol e quelli too big to fail. E anche questi saranno sempre più legati alla filiera produttiva cinese.

 

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1 minuto fa, 3volumi3 scrive:

 

Quello che era un punto di forza dell'automotive nei paesi industrializzati fuori dalla Cina (competenze, know-how, heritage, rete distributiva) si è trasformato in una zavorra. 

L'industria automobilistica è giunta a una fase evolutiva (transizione dal termico all'elettrico) che premia l'industria cinese, che può partire da zero senza vincoli progettuali e di filiera legati a una tradizione pluridecennale specializzata nel termico, e ha accumulato competenze in aspetti sempre più strategici nell'automotive, come l'high-tech e le batterie. Senza contare l'appoggio di un sistema statale che ha una strategia di conquista globale del mercato automobilistico molto lucida. 

 

Per quanto riguarda l'evoluzione del mercato (al netto di anacronistiche politiche protezionistiche) temo che si ripresenterà quello che è successo con l'elettronica di consumo, in particolare con gli smartphone. 

I produttori storici extra Cina di fascia bassa e media saranno sempre più marginali non riuscendo a essere competitivi, rimarranno giusto i marchi premium percepiti come status symbol e quelli too big to fail. E anche questi saranno sempre più legati alla filiera produttiva cinese.

 

Indubbiamente. E aggiungerei anche un'altra cosa. Non sono scemi a non riconoscere i loro limiti. Sono andati a fare shopping di car designer europei famosi a tutta forza, e gli assetti se li fanno curare da esperti europei di racing. Ovvero si sono anche comprati quello che di buono poteva restarci. 

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10 ore fa, Maxwell61 scrive:

Hanno cercato di non sollevare polveroni, e mantengono un profilo basso perchè hanno bisogno di tempo

I cinesi? Del profilo basso se ne sbattono, fidati, se vogliono si comprano il mercato altro che profilo basso.

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21 ore fa, Alain scrive:


...

 

fossi azionista chiederei il licenziamento con causa danni reputazionale, rappresenti la Ford nel mondo, queste dichiarazioni sono i chiodi della bara sulle varie Explorer e Capri elettriche. 

Ford campa vendendo camioncini in USA e furgoni in EU quasi tutti a succo di dinosauro, inoltre credo che Ford EU non abbia molto interesse a vendere roba prodotta in outsourcing. In ogni caso le sue parole le interpreto anche come una sorta di sveglia per la sua azienda.

Modificato da nucarote
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A me ricordano un po' gli show di Winterkorn che ai saloni dell'auto una decina di anni fa andava a perlustrare le Hyundai i30 appena uscite, tessendone pubblicamente le lodi. 

 

 

Allora come adesso (ma direi soprattutto adesso), il senso è "sveglia che la ricreazione è finita". 

 

Questo aldilà che Ford EU al di fuori dei mezzi commerciali (e anche lì, guardate che non sono più messi benissimo, soprattutto nel basso di gamma) la vedo in stato confusionale. 

 

Modificato da led zeppelin
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23 ore fa, 3volumi3 scrive:

 

Quello che era un punto di forza dell'automotive nei paesi industrializzati fuori dalla Cina (competenze, know-how, heritage, rete distributiva) si è trasformato in una zavorra. 

L'industria automobilistica è giunta a una fase evolutiva (transizione dal termico all'elettrico) che premia l'industria cinese, che può partire da zero senza vincoli progettuali e di filiera legati a una tradizione pluridecennale specializzata nel termico, e ha accumulato competenze in aspetti sempre più strategici nell'automotive, come l'high-tech e le batterie. Senza contare l'appoggio di un sistema statale che ha una strategia di conquista globale del mercato automobilistico molto lucida. 

 

Per quanto riguarda l'evoluzione del mercato (al netto di anacronistiche politiche protezionistiche) temo che si ripresenterà quello che è successo con l'elettronica di consumo, in particolare con gli smartphone. 

I produttori storici extra Cina di fascia bassa e media saranno sempre più marginali non riuscendo a essere competitivi, rimarranno giusto i marchi premium percepiti come status symbol e quelli too big to fail. E anche questi saranno sempre più legati alla filiera produttiva cinese.

 

 

Tutto condivisibile quello che hai scritto. Mi rammarico solo del fatto che mentre altrove l'eventuale transizione all'elettrico la farà il mercato in modo naturale, qui in Europa come sempre la sta facendo il legislatore, in modo pianificato e thumberghiano (il 2035 a zero emissioni più che un obiettivo concreto sembra un conto alla rovescia verso l'apocalisse ambientale).

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È stata presentata in Francia, la prima volta in Europa che io sappia 

 

 

"quello che della valle spende in 1 anno di ricerca io lo spendo per disegnare il paraurti della punto." Cit.

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