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Al mio segnale scatenate ... il CEO Autoparerista  

82 voti

  1. 1. Oggi il CEO Autoparerista chiude il seguente o i seguenti brand:



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Inviato

Già per il fatto che il rumour esiste, vuol dire che sono degli emeriti incapaci, tutto il resto è una conseguenza.

  • Mi Piace 3

In my courtyard: 2019 Maserati Ghibli 250cv GranSport, 2017 Alfa Giulia 150cv

Inviato
7 minuti fa, gpat scrive:

Già per il fatto che il rumour esiste, vuol dire che sono degli emeriti incapaci, tutto il resto è una conseguenza.


Quale rumour?

Inviato

Ecco spiegato questo temporeggiare per Maserati che potremmo riassumere in "Road to new fusion"

 

Cita

Maserati non è in vendita: Exor, Peugeot e la Francia puntano al controllo assoluto di Stellantis

Il Tridente di Modena non è affatto al centro degli interessi del gruppo: il vero interesse dei maggiori soci sembra quello di ottenere autonomia totale dall’assemblea degli azionisti per intraprendere qualsiasi operazione di fusione e acquisizione

Gianluigi Giannetti
4 agosto 2024 (modifica il 5 agosto 2024 | 07:56) - MILANO
 

Prendere Tridenti per lanterne. Discutere per settimane sull’affascinante ipotesi di vendita della Maserati a Ferrari, e poi ritrovarsi a spiegare il meccanismo della manovra vera che sta mettendo in atto Stellantis, che vede protagoniste le azioni e i diritti di voto, non automobili e stabilimenti. Raccontiamo ciò che sta succedendo, lontano da gossip e riflettori. Per ricordare ciò che rappresenta nella storia il marchio Maserati ricordiamo tre piccoli aneddoti; il primo sono le parole di un giovane Enzo Ferrari che quando nei primi anni di corse della Scuderia Ferrari pensava "sarebbe bellissimo se un giorno le mie auto diventassero veloci e famose come le Maserati", l'altro è un pensiero dell'indimenticato campione Alberto Ascari che sognava di andare in paradiso a bordo di una bella Maserati, l'ultimo aneddoto riguarda il più attuale ingegner Dallara licenziatosi da Ferrari per andare a lavorare in Maserati. 

 

Conti in giallo

Come noto, il 25 luglio scorso Stellantis ha annunciato i risultati finanziari relativi al primo semestre 2024, giudicati a prima vista deludenti, con ricavi netti pari a 85 miliardi di euro e in calo del 14% rispetto al periodo gennaio-giugno 2023, ma soprattutto con l’utile netto di 5,6 miliardi in negativo del 48%. Quest’ultima è sembrata una indicazione allarmante. Scopriamo oggi che lo è solo in parte. L’amministratore delegato Carlos Tavares, proprio durante la conferenza di presentazione dei conti del 25 luglio non ha esitato a chiarire che ciascuno dei 13 marchi automobilistici del gruppo è chiamato a produrre utili, condizione necessaria per sopravvivere: “Se non fanno soldi, dovremo eliminarli”. Le speculazioni di stampa non potevano non puntare su Maserati, ormai stabilmente in crisi di ricavi e con una perdita operativa rettificata di 82 milioni di euro nel primo semestre 2024, con le vendite che sono scese da 15.300 unità nel 2023 a 6.500 unità. Secondo le analisi della testata specializzata Automotive News, a fine 2024 il totale non supererà le 12 mila.

 

Sirena in rosso

Come molti ricorderanno, Ferrari ha già controllato il marchio Maserati dal 1997 al 2005. L’azienda di Maranello oggi è totalmente estranea alla galassia Stellantis, è quotata alla borsa di New York dal 2015 e nel 2023 ha messo a segno risultati clamorosi, con ricavi netti pari a 5,9 miliardi di euro, in crescita del 17,2% rispetto all’anno precedente. Anche il primo semestre 2024 è da record. Il 31 luglio scorso, Stellantis in una nota ha smentito qualsiasi voce di vendita di Maserati, implicitamente anche a Ferrari, riaffermando il suo impegno nel rilanciare il marchio nonostante gli evidenti ritardi nello sviluppo della nuova berlina Quattroporte, modello di riferimento per il Tridente sui mercati asiatici. Secondo gli analisti più accreditati, dunque, la suggestione di una Maserati che ritrova casa a Maranello potrebbe più concretamente risolversi, a breve termine, in formule di collaborazione industriale. Senza escludere successivamente la vendita, ma seguendo un calendario con ben altre priorità.

 

Missione in grigio

Abiti in doppio petto, non certo carrozzerie da sportive sgargianti. Questo l’orizzonte più ravvicinato di Stellantis secondo l’analisi realizzata dall’agenzia Adnkronos, che va oltre il gossip su Maserati e spiega invece una verità fatta di ampi movimenti finanziari. Dal 2022 ad oggi Stellantis ha riacquistato quasi 5,4 miliardi di euro di azioni proprie per poi “cancellarle”, ovvero estinguerle come accade in sostanza per una cambiale, abbassando il numero totale di titoli e dunque aumentando il peso percentuale delle quote in possesso ai principali azionisti del gruppo. Il primo agosto Stellantis ha annunciato l’ennesimo riacquisto di azioni proprie per 1 miliardo, di cui solo una porzione non verrà cancellata, rimanendo nella disponibilità dell’azienda. Da giugno 2022 a giugno 2024 il totale dei titoli Stellantis è sceso del 6,4%, da 3.143.904.381 a 2.941.629.705, ovvero di oltre 200 milioni di azioni finite cancellate, considerando anche il riacquisto con successiva cancellazione di metà della quota in possesso dei cinesi di Dongfeng, pari a 50 milioni di azioni ordinarie.

 

maggioranza in arancione

Restando all’analisi di Adnkronos, viene da chiedersi di un diverso utilizzo del 5,4 miliardi di euro di utili,  dunque indirizzabili senza vincoli a potenziare gli stabilimenti o avviare nuovi filoni di ricerca e sviluppo. L’obiettivo di questa maxi operazione di cancellazione, giocata tutta dalla sede legale ad Amsterdam in Olanda, appare però nettamente più finanziario che industriale. Eliminare azioni significa infatti rafforzare il potere dei maggiori soci del gruppo. Alla nascita di Stellantis, Exor controllava il 14,4% del totale di titoli, seguita da Peugeot con il 7,2% e Bpifrance in rappresentanza dello stato francese, con il 6,2%.  I tre oggi posseggono lo stesso numero reale di azioni, ma vedrebbero salire il loro peso percentuale sul totale rispettivamente al 15,28%, 7,62% e 6,55%. I tre soci controllavano allora il 27,8% del gruppo, ma ora sono al 29,45%. E non è tutto. Una clausola nello statuto di Stellantis prevede che un socio che abbia detenuto azioni della casa automobilistica per un periodo ininterrotto di almeno tre anni può ricevere un’azione a voto speciale in aggiunta a ciascuna azione ordinaria che possiede. Il vero risultato finale a cui puntano Exor, Peugeot e lo stato francese attraverso Bpifrance è dunque raggiungere una percentuale di controllo della società che superi in tempi brevi il 45% dei voti, ovvero una autonomia totale dall’assemblea degli azionisti per intraprendere qualsiasi futura operazione straordinaria. Sarà eventualmente quello il momento di riparlare della vendita di Maserati, ma anche del vero punto interrogativo di Stellantis, guardando al termine del mandato di Carlos Tavares nella primavera del 2026 con altre mosse potenziali di fusione e acquisizione.


https://www.gazzetta.it/motori/la-mia-auto/04-08-2024/maserati-non-e-in-vendita-exor-peugeot-e-la-francia-puntano-al-controllo-assoluto-di-ste.shtml?refresh_ce

 

Inviato

Fusioni ? Diciamo acquisizioni.

Mi pare che l'articolo parli chiaro sui rapporti di forza Exor Peugeot stato francese, coi secondi due più  piccoli anche insieme.

 

Archepensevoli spanciasentire Socing.

Inviato

Soprattutto con 14 marchi, tutto quello che distrae dallo sviluppo prodotti per me è molto pericoloso.

I nodi prima o poi arrivano al pettine.

  • Mi Piace 4

Fiat Punto I 55 sx '97

Fiat Punto II restyling 1.2 60cv '04

Toyota Prius V2 '06

Inviato

Qui lo dico e qui lo nego, ma entro 3 anni si pappano Renault che pian piano sta diventando orfana di Nissan. 💀

  • Mi Piace 2

Nell'automotive nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si ricarrozza.

Inviato (modificato)
3 minuti fa, Graziano68dt scrive:

Qui lo dico e qui lo nego, ma entro 3 anni si pappano Renault che pian piano sta diventando orfana di Nissan. 💀

Anche io penso ad una maxi fusione con Renault, non adesso ma nel lungo termine

Modificato da machefredfa

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