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Dazi UE sulle auto cinesi


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Spanish Prime Minister Sanchez says EU should rethink China EV tariff plan

Spanish Prime Minister Pedro Sanchez said his government will try to find a compromise between China and the European Commission over punitive tariffs being applied to Chinese electric car imports.

Spanish Prime Minister Pedro Sanchez said the European Union should reconsider its plan to impose additional tariffs of up to 36 percent on Chinese-made electric vehicles, saying the bloc does not need a trade war with Beijing.

"I have to be blunt and frank with you that we need to reconsider — all of us, not only member states but also the Commission — our position towards this movement," Sanchez told reporters on Sept. 11 in Kunshan, China, following a four-day trip in which he met with President Xi Jinping.

"We don't need another war, in this case a trade war," Sanchez said. "I think we need to build bridges between the European Union and China, and from Spain what we will do is to be constructive and to try to find a solution, a compromise, between China and the European Commission."

Spain has already won a major investment from China's Chery Auto, which will start building cars from its Omoda volume brand in a former Nissan factory in Barcelona this year.

China and the EU have been locked in a trade dispute after Brussels decided to increase tariffs on Chinese-made electric vehicles, claiming that Chinese companies unfairly benefit from state subsidies and are flooding Europe with excess production.

In response, Beijing launched anti-dumping investigations into EU exports of brandy, dairy and pork products. Spain, as Europe's largest pork exporter, is particularly affected.

In their meeting on Sept. 9, Xi told Sanchez he would like to see ties strengthen, particularly in high-tech and new energy developments, while also signaling his frustration with the EU pushback on Chinese firms.

"We hope Spain will continue to provide a fair, just, safe and non-discriminatory business environment for Chinese companies investing and operating in Spain," Xi said, according to a readout from the official Xinhua News Agency.
 

(ANE)

 

 

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  • 3 settimane fa...

 https://www.dagospia.com/rubrica-4/business/dragone-vuole-farci-pagare-carissimi-suoi-investimenti-italia-409475.htm

 

Cita

IL DRAGONE VUOLE FARCI PAGARE CARISSIMI I SUOI INVESTIMENTI IN ITALIA – NELLE TRATTATIVE CON IL MINISTRO URSO PER LO SBARCO NEL NOSTRO PAESE  DEL COSTRUTTORE DI AUTO DONGFENG, PECHINO HA MESSO SUL TAVOLO LE SUE PESANTI RICHIESTE IN SETTORI STRATEGICI: UN RUOLO DI HUAWEI NELLE INFRASTRUTTURE DI TELECOMUNICAZIONI ITALIANE (OGGI I SERVIZI DI RETE DEL GRUPPO CINESE SONO PROIBITI DA VARI PAESI PER I LEGAMI L’INTELLIGENCE CINESE) E ACCORDI SULL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE. ALTRA RICHIESTA: L'OPPOSIZIONE DEL GOVERNO MELONI AI DAZI EUROPEI SULLE AUTO ELETTRICHE…

 

 

Estratto dell’articolo di Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

 

Continuano i contatti sull’ipotesi di un progetto di investimento produttivo del costruttore di auto cinese Dongfeng in Italia. Ancora una volta, in questi giorni, degli emissari del ministero delle Imprese e del Made in Italy si preparano a un nuovo tour di visite di siti produttivi e a colloqui a Pechino.

 

Ma più passano i mesi, più si profilano gli effetti collaterali di un eventuale accordo con un piccolo produttore di auto elettriche del tutto controllato dallo Stato e dal partito: la Cina di rado accetta un’intesa senza porre le proprie condizioni. E queste ultime sono sempre di carattere strategico. Non solo finanziario o industriale.

 

[…]

 

 

In parallelo alle discussioni sugli impianti e la logistica, le controparti di Pechino hanno per esempio iniziato a sollecitare il governo su un ruolo di Huawei nelle infrastrutture di telecomunicazioni in Italia. Il gruppo di Shenzhen è già presente con un’ampia offerta di smartphone e altri dispositivi digitali.

 

Ma i suoi servizi di rete sono ormai proibiti da vari Paesi, a partire da Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna e Nuova Zelanda, per i sospetti legami con il partito comunista e l’intelligence di Pechino. Poco più di un anno fa anche la Commissione di Bruxelles annunciò «misure per evitare che le comunicazioni delle imprese europee siano esposte a reti mobili che usano Huawei quale fornitore». Ora dalla Cina si punta a un ritorno del gruppo di Shenzhen in Europa attraverso l’Italia, forse facendo leva sulle soluzioni di connettività delle auto.

 

 

Da parte di Pechino si prova anche ad aprire un confronto con l’Italia sull’intelligenza artificiale. Quando Giorgia Meloni visitò Xi Jinping a fine luglio, nel comunicato ufficiale si leggeva che i leader di Roma e di Pechino si erano «concentrati su alcune delle grandi questioni di interesse comune, inclusa l’intelligenza artificiale». Ora i negoziatori cinesi hanno chiesto all’Italia di attivare una mappatura della nuova tecnologia nel Paese, ufficialmente per capire dove e come si potrebbe approfondire la cooperazione bilaterale in proposito.

 

Certo tutto questo, visto da Pechino, è legato all’ipotesi dell’investimento di Dongfeng in Italia. Così del resto si spiega anche la pressione alla quale il ministro del Commercio, Wang Wentao, in visita a Roma dieci giorni fa, ha sottoposto il governo perché si opponga ai dazi sulle auto elettriche cinesi già varati in via provvisoria dalla Commissione europea.

 

 

La conferma dei governi a Bruxelles sarebbe dovuta arrivare questo mercoledì ed è stata rinviata a inizio ottobre. Ma l’Italia ha tirato una linea rossa: ha fatto sapere a Wang che aderisce all’attuale posizione europea e semmai se ne sarebbe discusso all’Organizzazione mondiale del commercio.

 

[...]

 

Insomma il progetto di Dongfeng in Italia sembra sempre più in salita, anche per i dubbi dello stesso costruttore cinese. Potrebbe non essere un gran danno: il gruppo ha in mente dei centri di assemblaggio di pezzi «made in China», volto ad aggirare i dazi europei, con una quota di componenti italiane ridotta e a basso valore aggiunto. Nel gergo dell’industria lo si definisce «Ckd»: « completely knocked-down », del tutto smontato e da rimontare nel Paese-obiettivo. Proprio come faceva la Fiat nei Paesi del terzo mondo alcuni decenni fa.

 

 

Modificato da pennellotref
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. “There are varying degrees of hugs. I can hug you nicely, I can hug you tightly, I can hug you like a bear, I can really hug you. Everything starts with physical contact. Then it can degrade, but it starts with physical contact." SM su Autonews :rotfl:

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13 minuti fa, hot500abarth scrive:

Scommettiamo che con i dazi, e le varie fabbriche di costruttori in chiusura, diverrà una guerra tra stati europei per attrarre produttori cinesi?

 

E' più probabile che il Green Deal muoia di morte violenta.....secondo me 

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  • Ahah! 1

. “There are varying degrees of hugs. I can hug you nicely, I can hug you tightly, I can hug you like a bear, I can really hug you. Everything starts with physical contact. Then it can degrade, but it starts with physical contact." SM su Autonews :rotfl:

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Dongfeng, ecco le (pesanti) richieste cinesi in cambio dell’investimento in Italia

 

In soldoni:

  • Ruolo di Huawei più presente nelle infrastrutture di telecomunicazioni in Italia (i loro servizi di rete sono proibiti da vari Paesi, per sospetti legami con il partito comunista e l’intelligence di Pechino)

  • Mappatura della nuova tecnologia in tutta Italia per capire dove e come si potrebbe approfondire la “cooperazione bilaterale”

  • L’Italia si deve opporre ai dazi sulle auto elettriche cinesi varati in via provvisoria dalla Commissione europea.

 

A parte l'opposizione ai dazi sulle auto elettriche cinesi, la richiesta avanzata per Huawei nelle telecomunicazioni è parecchio inquietante.

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Nell'automotive nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si ricarrozza.

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I cinesi in questo modo hanno colonizzato industrialmente mezza Africa e mezza America Latina, approfittando delle debolezze altrui. L'Europa dovrebbe cominciare a muoversi in modo unito, come alcuni governi hanno già capito e altri drammaticamente no (tra cui purtroppo il nostro, ma siamo al limite di ciò che è permesso dire sul foro quindi non vado oltre).

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Dongfeng, ecco le (pesanti) richieste cinesi in cambio dell’investimento in Italia
 
In soldoni:
  • Ruolo di Huawei più presente nelle infrastrutture di telecomunicazioni in Italia (i loro servizi di rete sono proibiti da vari Paesi, per sospetti legami con il partito comunista e l’intelligence di Pechino)
  • Mappatura della nuova tecnologia in tutta Italia per capire dove e come si potrebbe approfondire la “cooperazione bilaterale”
  • L’Italia si deve opporre ai dazi sulle auto elettriche cinesi varati in via provvisoria dalla Commissione europea.
 
A parte l'opposizione ai dazi sulle auto elettriche cinesi, la richiesta avanzata per Huawei nelle telecomunicazioni è parecchio inquietante.

Io a questi non darei nemmeno il numero di cellulare, robe da matti, comandare a bacchetta un'altro stato sovrano...
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La Cina è un lupo vestito da agnello.

Meglio rafforzare i legami in Europa e creare dei gruppi competitivi in ogni settore. Se penso ad esempio a quello che erano Philips,Nokia, Ericsson...

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Mah per ora tutti sti cinesi che annunciano fabbriche in Europa (o meglio Est Europa) non parlano altro di realizzare il solito capannone alla DR/Cirelli per montare due loghi e paraurti… 

Oltretutto. Vedendo cosa sta realmente succedendo in Cina io non mi fiderei comunque, prima di tutto, qualora il mercato non dovesse assorbire abbastanza ci metterebbero un attimo a chiudere e ad andarsene senza troppi problemi, secondo, con tutto il problema relativo alle forniture di materiali che, essendo costruite in Europa, dovrebbero avere le certificazioni necessarie e da quello che si vede molti costruttori hanno ancora grossi problemi di affidabilità, ovviamente tutto adeguatamente nascosto in madre patria. Di tutto farei forché affidarmi ad una nazione che in questo momento sta passando un periodo parecchio negativo con rischi e dubbi per il futuro.
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