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Marchionne : "killer" dell'Alfa Romeo... infine !!


Imothep

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Per capire provate a pensare più al mercato rispetto alla produzione...

perdonatemi ,non per fare il saputello ,ma voi date per scontato che un prodotto si venda ,ma non è sempre così.

Le variabili in corso sono molte e strettamente interconsse e alla base c'è

1)una nazione con un suo mercato domestico fortemente indirizzato alle auto del segmento A e B.

2)una azienda non molto internazionalizzata a livello di commercializzazione.

3)marchi ,tipo LANCIA , a cui noi diamo un certo valore e una certa posizione ,ma che nella realtà vivrebbero bene solo se fossero

imprese artigianali.

Insomma non ci sono i numeri per quello che volete voi ,e credo che per iniziare dobbiamo cercare le opportunità di sviluppo prima di pensare al cosa dobbiamo produrre.

Questa estate ho girato molto fra Spagna e Portogallo ...e ho visto l'Italia industriale ,ben integrata e ben inserita sul territorio ..ma da questa Italia mancavano le automobili.

Per fare ciò che volete bisogna lavorare sodo ,creare le opportunità ,trovare gli sbocchii ,poi i prodotti verranno di conseguenza.

Sino a quel momento bisogna fare di necessità ,virtù ...cioè

raggiungere il target in modo efficace ed efficente .

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I più attivi nella discussione

I più attivi nella discussione

Il gruppo PSA è costituito da due marchi, Citroen e Peugeot

hai mai visto concessionarie che hanno entrambi i marchi ?

rispondendo a questa domanda capirai che alla base c'è la diversa

struttura commerciale ,che garantisce la non cannibalizzazione dei prodotti.

per il resto hai dei cloni che più cloni non si può ....solo sei pianali (contro 13) E UN FATTURATO CHE è QUASI IL DOPPIO DEL GRUPPONE.

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Guglielmo, i modelli Citroen e Peugeot nonostante si basino su un numero di piattaforme assai piccolo, non sembrano affatto cloni. Ed il successo del gruppo PSA deriva proprio da questo. Il gruppo PSA è un esempio perfetto di come debbano essere interpretate le strategie delle sinergie e delle economie di scala. Citroen e Peugeot si rivolgono allo stesso target e quindi per forza di cose devono essere in concorrenza fra loro stesse, ossia si cannibalizzano alla grande, ma nel fare questo riescono a perseguire il loro obiettivo più importante e vero, ossia competere col resto della concorrenza esterna al gruppo PSA. Citroen e Peugeot riescono a stare sulla cresta dell’onda combattendosi vicendevolmente sul mercato. Si combattono fra loro stesse prima ancora che con Renault, Fiat, Volkswagen, Ford, Toyota etc. E per farlo sono strutturate come marchi che pur facendo capo ad un solo gruppo sono completamente indipendenti ed autonomi a livello decisionale e commerciale. Così facendo riescono a fare modelli che tutto sembrano tranne che cloni di marche diverse.

Riporto qui un articolo dedicato proprio a PSA apparso su Repubblica qualche tempo fa:

Lo strano ménage Peugeot-Citroen

I due marchi alleati e concorrenti all'interno del gruppo PSA guidato da Folz. Ecco le strategie di convivenza

DANIELE P. M. PELLEGRINI

Più che un "gruppo" nella tradizionale accezione del termine, la famiglia PSA rappresenta il caso di "un proprietario e due marchi", Peugeot e Citroen, ciascuno con pari dignità e la libertà di cercarsi il proprio spazio sul mercato. Una specie di alleanza dove si coltivano tutte le possibili sinergie, ma che non pone alcun limite all'indipendenza degli alleati. Si tratta evidentemente di una situazione in contrasto con quanto si vede di solito nelle grandi aggregazioni di marchi, dove il lavoro più delicato è la spartizione delle aree di influenza: il tal marchio fa questo tipo di automobili, quest'altro insegue quella clientela e così via. Per PSA non è così, non c'è una divisione strategica dei compiti ma Peugeot e Citroen sono del tutto libere di muoversi e, se il caso, di scannarsi sul mercato come vere concorrenti; lo si percepisce dalla totale separazione delle reti commerciali, ma anche dall'incredibile concorrenza nel campionato mondiale rally, dove il gruppo PSA è presente con due squadroni avversari, apparentemente più accaniti fra loro che con la concorrenza.

Dietro questa particolarissima convivenza c'è però una ferrea organizzazione industriale, assolutamente centralizzata, che impone a entrambi i marchi i motori, i pianali e tutti i componenti di base utili a realizzare le proprie vetture secondo i propri gusti e le proprie opportunità di mercato. Il sistema tende a realizzare evidenti economie di scala concedendo però a ciascuno di sviluppare i progetti senza costrizioni; nel caso della Citroen, per esempio, la tradizione delle sospensioni idrauliche per le vetture di classe superiore continua ad essere portata avanti, pur utilizzando lo stesso pianale delle corrispondenti Peugeot.

Una simile politica di alleaticoncorrenti è possibile anche in virtù dell'immagine molto forte dei due marchi, delle loro differenti culture tecniche e della separazione delle rispettive clientele, aspetti che automaticamente generano un diverso approccio, non solo stilistico, al progetto delle nuove vetture. Malgrado i dubbi e le critiche questa strategia, decisa dal presidente Folz e che non sempre è stata condivisa dai responsabili dei due marchi, finora ha funzionato, e i risultati danno ragione a questo originale menage. Quasi a dimostrare che, per evitare discussioni in famiglia, è meglio essere concorrenti che gelosi.

martedì 29 giugno 2004

http://www.repubblica.it/auto/supplemento/2004/06/29/20auddere.html

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Dietro questa particolarissima convivenza c'è però una ferrea organizzazione industriale, assolutamente centralizzata, che impone a entrambi i marchi i motori, i pianali e tutti i componenti di base utili a realizzare le proprie vetture secondo i propri gusti e le proprie opportunità di mercato. Il sistema tende a realizzare evidenti economie di scala concedendo però a ciascuno di sviluppare i progetti senza costrizioni; nel caso della Citroen, per esempio, la tradizione delle sospensioni idrauliche per le vetture di classe superiore continua ad essere portata avanti, pur utilizzando lo stesso pianale delle corrispondenti Peugeot.

UNA FERREA ORGANIZZAZIONE INDUSTRIALE ASSOLUTAMENTE CENTRALIZZATA........... come vuole Marchionne

ripeto a valle...

DUE RETI COMMERCIALI TOTALMENTE DIVISE.....

altrimenti non vedo dove potrebbe essere la competizione.

E' evidente a tutti che noi abbiamo tre marchi FIAT ALFA LANCIA

ma abbiamo 2 reti commerciali FIATLANCIA e ALFAROMEO.

addirittura alla estero il tre marchi sono presenti nella stessa concessionaria.

insomma il problema non è come si clona ...i modelli ...il cannibalismo,il problema è pressochè distributivo.

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........

UNA FERREA ORGANIZZAZIONE INDUSTRIALE ASSOLUTAMENTE CENTRALIZZATA........... come vuole Marchionne

ripeto a valle...

DUE RETI COMMERCIALI TOTALMENTE DIVISE.....

altrimenti non vedo dove potrebbe essere la competizione.

E' evidente a tutti che noi abbiamo tre marchi FIAT ALFA LANCIA

ma abbiamo 2 reti commerciali FIATLANCIA e ALFAROMEO.

addirittura alla estero il tre marchi sono presenti nella stessa concessionaria.

insomma il problema non è come si clona ...i modelli ...il cannibalismo,il problema è pressochè distributivo.

Beh, se le case fanno parte di un gruppo è chiaro che almeno a livello industriale deve esserci una ferrea organizzazione centralizzata, altrimenti le sinergie e le economie di scala vanno a farsi benedire.

Ma una volta deciso quali pianali e quali i motori vanno condivisi ogni marchio deve essere autonomo nella progettazione, sviluppo, produzione e commercializzazione dei modelli che ritiene opportuno realizzare e portare sul mercato. Ogni marchio deve operare in maniera autonoma ed in competizione col resto del mondo, senza remore e senza dover stare attento a non calpestare i piedi agli altri marchi del proprio gruppo, perché se un modello è pensato per non disturbare i modelli dei marchi parenti finisce che quel modello non disturba neanche i modelli della concorrenza esterna al gruppo.

Lo smantellamento delle business units operato da Marchionne invece ho paura che centralizza tutto, e capita che chi prima era responsabile di un marchio si ritrova capo di un servizio come gli acquisti. Insomma, non vorrei sbagliarmi, ma sembra che si debba andare verso quell’annacquamento dei marchi che Boschetti cercò di limitare con la creazione delle BU.

Se il problema, come giustamente fai notare tu, risiede anche nell’organizzazione commerciale e distributiva, allora devono lavorare su quello e non certo facendo casino con riarrangiamenti alchimistici dei vertici che o non servono a niente oppure sono addirittura deleteri.

Ovviamente, come sempre, aspettiamo di capire meglio come si mettono le cose e che cosa succederà, ma le premesse francamente mi suonano alquanto strane. Spero ovviamente di essere io quello che non capisce un kazzo, cosa assai probabile (dato che non sono un addetto ai lavori e dato che non conosco bene neanche i fatti) e che se si confermasse non mi dispiacerebbe affatto.

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Spero ovviamente di essere io quello che non capisce un kazzo, cosa assai probabile (dato che non sono un addetto ai lavori e dato che non conosco bene neanche i fatti) e che se si confermasse non mi dispiacerebbe affatto.

:shock:

mi pare che chiamino Alfa ,Fiat, Lancia e Veicoli Commerciali........

FUNZIONI COMMERCIALI

sarà riduttivo ,ma la cosa mi tranqullizza .

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Guest Il FUSI2

Guglielmo, tu sei secondo me eccessivamente orientato verso il discorso commerciale, come molti commerciali che poi perdono di vista il fatto che in realtà fra gli utenti c'è chi compra una cosa di cui è convinto, convinzione data dalla cosa in se e non dai voleri di chi gliela vende.

Mi spiego: la tua teoria, portata verso il paradosso, fa pensare che si può vendere di tutto basta saperlo vendere.

Teoria che in germania per Alfa è stata fallimentare: non vendono una mazza, pur essendo un mercato che aveva, prima, certi numeri, e non sia orientato verso i segmenti A e B come il nostro.

Teoria che non è vincente per marchi come Lancia e Alfa.

Dici bene quando dici che la percezione attuale di Lancia sa tanto di artigianale........ ma così non era fino a non molto tempo fa, ai tempi di Dedra. Attualmente invece sono i numeri mediocri di Lancia (ed anche alcune scelte ) che farebbero presupporre una Lancia artigianale. Ma se la percezione è artigianale, allora fai le auto artigianali o non le stare a fare.

Con la divisione in BU - credo sia questo il sunto di quello che dice copco - potevi avere la organizzazione centralizzata ma anche lo scannarsi in autonomia.

Daltronde tutte le BU erano comunque sotto Fiat, e se alla Fiat per razionalizzare devioluci e clacson devo reimbastire ogni volta gli organigrammi mi pare che siamo non dico alla frutta, ma proprio ci stiamo alzando dalla tavola per andare a farci un giro........

C'è poco da dividere le organizzazioni e le reti commerciali: puoi anche farmi una rete per ogni modello ma se il modello in se non ingrana o è un gabinetto, hai voglia di venderlo........ una macchina come la K coupè potevi anche farmela perfetta in tutto, e studiare la migliore strategia e il migliore showroom..... ma era aria fritta e la macchina era brutta e veniva sentita come brutta.

Non credo che solamente con la divisione in reti tu vai oltre ai vari problemi che ci sono.

in UK e Germania molti considerano l'Alfa "una bella macchina, ma non è per me" avendo ancora in mente che è potente ma difficile, oltre ai soliti stereotipi che affliggono le auto italiane.

In questo caso, con un prodotto che oggettivamente contrasta questi luoghi comuni - non sono poi così potenti nè difficili - tu con una strategia di pubblicità e marketing puoi fare qualcosa.

Col prodotto che hai, e che ti conferma quello che tu diresti in pubblicità (e di certo non con la pubblicità delle gemelle, nè con le pubblicità fatte a Tokyo - se qualche dirigente vuol andare a tokyo ci vada coi soldi suoi - o a Los Angeles......) allora puoi essere vincente.

Sicuramente se vendi "un prodotto sportivo" e poi non ce l'hai fai la figura del coglione e puoi avere tutto il marketing che vuoi e la migliore rete, sempre coglione ti descriverebbero.

Se vendi un prodotto in effetti difficile da guidare e non godibile al 100% (leggi le GTA a trazione anteriore) non lo puoi certo descrivere come un prodotto "godibilissimo e sicuro"..........

A monte dovrebbe esserci un chiaro (e perseguibile) piano di "cosa faremo da grandi", cosa che mi pare mancare. Perchè alle idee seguono i fatti, e i costi dei fatti. Per cui se di soldi per coprire i costi dei fatti non ce ne sono o non si vogliono trovare, ed allora uno si tiene la propria mediocrità e basta. La botte piena e la moglie ubriaca io ancora non l' ho vista, in azienda........

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Guest Il FUSI2

Io non me la prendo.

Dico solamente che dopo un week end passato con un funzionario marketing Alfa Romeo, credo che tu possa credere a questi due fatti:

- germania han perso molto

- la percezione del prodotto in quella maniera è quella che mi è stata riferita.

Dal momento che non vedo perchè dovevano raccontarmi delle balle, credo che sia reale quello che mi è stato detto.........

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