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Fiat: ridurre il costo industriale


Guest DESMO16

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Uno 'scambio' per il futuro di Fiat Auto: gli stabilimenti italiani non chiuderanno e manterranno il numero attuale di occupati, ma a condizione che si riduca il costo industriale attraverso un aumento dell'utilizzo degli impianti. E' la proposta che l'amministratore delegato, Herbert Demel, ha messo sul tavolo nell'incontro con sindacati dei metalmeccanici all'Unione Industriale di Torino.

I costi - ha spiegato Demel in un intervento durato quasi due ore - sono nettamente superiori a quelli delle fabbriche estere: un'ora di lavoro a Termini Imerese ha un costo industriale di 90 euro, triplo rispetto a quella degli stabilimenti di Polonia, Turchia e Sud America (30 euro).

A Mirafiori il costo è di 80 euro, a Pomigliano e Cassino di 75, alla Sevel di 60, a Melfi di 55. Per ridurlo, devono aumentare i giorni (e le ore giornaliere) di utilizzo degli impianti, lasciando chiaramente invariato l'orario individuale settimanale.

Demel, di cui i sindacati hanno elogiato la chiarezza e il piglio deciso, ha confermato gli obiettivi economici di Fiat Auto: una modesta perdita operativa nel 2005, break even operativo nel 2006, risultato positivo nel 2007. Risultati - ha ricordato Paolo Rebaudengo, responsabile delle Relazioni Industriali della Fiat - che saranno raggiunti attraverso il rinnovamento dei prodotti, con il lancio di 27 vetture e veicoli commerciali nel periodo 2005-2007, l'innalzamento dei margini e una forte attenzione alla rete commerciale.

Intanto, però, Powertrain, la joint venture Fiat-Gm per motori e cambi, non ritira la procedura di mobilità avviata per 707 persone e conferma che cesserà la produzione del motore a Mirafiori e Arese. E arrivano soprattutto dagli stabilimenti torinese e milanese le maggiori preoccupazioni. "Il Lingotto chiude definitivamente lo storico stabilimento dell'Alfa Romeo di Arese", osserva il segretario generale della Fiom milanese Maurizio Zipponi. E proprio i Cobas di Arese hanno manifestato davanti all'Unione Industriale, per tutta la durata dell' incontro.

"L'assenza di un motore, la perdita di auto di gamma medio-alta, Lybra, Thesis e 166, tutte prodotte a Mirafiori - sostiene Giorgio Airaudo, segretario della Fiom torinese - rendono ancor più indispensabile riproporre la nostra piattaforma: serve un nuovo motore, un nuovo cambio e un nuovo modello". E' insoddisfatta anche la Uilm del potentino, per la quale "l'elemento più negativo è rappresentato dalla mancanza di un piano strategico preciso e definito di rilancio del Gruppo soprattutto per quanto attiene alla collocazione di tutti i marchi nei prossimi anni". A Termini Imerese la Fiat Auto ha confermato la produzione della Lancia Ypslon a partire dal giugno del 2005.

Lunedì i segretari generali di Fiom, Fim, Uilm e Fismic si riuniranno per decidere eventuali iniziative di lotta, ma hanno già chiesto un incontro con Sergio Marchionne sui problemi finanziari. "Su alcune questioni - ha osservato il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini - il ragionamento di Demel è apparso del tutto insufficiente. Senza un chiarimento sulle questioni del put e del convertendo, una trattativa è inutile".

"L'obiettivo di Demel di risanare Fiat Auto attraverso la riduzione dei costi - sottolinea il responsabile Fiat della Uilm, Giovanni Contento - è apprezzabile, ma non è il nostro obiettivo. Noi puntiamo a un consolidamento dell' industria dell'Auto".

"Aspettiamo ancora dalla Fiat - aggiunge il numero uno della Uilm, Antonino Regazzi - concrete garanzie sui livelli occupazionali, certezze per gli stabilimenti che non hanno ancora una missione specifica come Mirafiori, sicurezza sugli investimenti per lo sviluppo di nuovi modelli". Giorgio Caprioli, segretario generale della Fim, spiega che "se le prospettive industriali dopo il 2006 saranno convincenti, si potrà affrontare una discussione sull'organizzazione del lavoro", mentre Roberto Di Maulo, segretario generale della Fismic, ha espresso un giudizio interlocutorio, elogiando la volontà di Demel di "svecchiare e sburocratizzare l'azienda".

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RIPETO secondo me tra qualche hanno riducono baracche e baracchini e tengono solo 3 stabilimenti in Italia , ormai FIAT ha un produziome ( in italia ) di neanche 1.7 mln di auto .... e poi con le varie joint venture ....

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