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Elkann: fra Napoli e l'Alfa c'è un legame di affetto


Guest DESMO16

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... un certo modo di dare sempre e comunque contro a Fiat ed alla sua dirigenza è peggio di chi vede solo tedesco, o francese, ecc.

Di quale dirigenza parli? Di quella di ieri, di quella di questa mattina o di quella di oggi pomeriggio?

L’ultima crisi di Fiat Auto ha fatto scoppiare un bubbone che era in incubazione da decenni: l’allucinante e totale mancanza di chiarezza e di strategie nei vertci del management e nella proprietà.

Prima è saltato Testore, poi Cantarella, poi Fresco. Giustamente. Poi è saltato un burocrate della banconota di cui ora mi sfugge il nome, poi il povero Boschetti e poi Morchio; solo per citare i nomi che mi vengono in mente. Una girandola di cambiamenti al vertice allucinante, che in nessun altro gruppo industriale s’è mai vista in così breve tempo. Indice che questi qua proprio non avevano la minima idea di cosa fosse condurre un gruppo che costruisce auto. Il gruppo andava avanti per inerzia da almeno un decennio. E la bufera dei cambiamenti nelle alte sfere non accenna a placarsi. Chissà se con Marchionne e Demel hanno azzeccato gli stregoni giusti! Il primo ha già detto che se le sue pozioni magiche non funzioneranno nel giro di un anno e mezzo si toglierà dalle palle. Probabilmente ha omesso di comunicare che magari lo farà portandosi dietro la cassaforte prima che si svuoti completamente.

Perché, per come guardo la faccendo io,questi qua non possono che essere dei semplici stregoni che prendono le decisioni guardando in una sfera di cristallo e facendo qualche danza della pioggia. E’ evidente che questa è gente che è arrivata in Fiat senza conoscere la storia di Fiat e senza aver ancora capito perché Fiat è finita sul lastrico. Se non guardi la storia rischi di ripetere errori già fatti, ed è esattamente quello che sta succedendo.

Hanno già liquidato le BU perché permettevano alle singole marche del gruppo di apportare troppe modifiche ai pianali condivisi. Ma si guardano bene dal muovere il kulo sul mercato. Ossia muovono il kulo dove non dovrebbero ma non muovono il kulo dove dovrebbero. El mundo roverso! Dopo due anni, la Lancia assente era ed assente è rimasta a livello europeo. La ricetta più brillante che hanno tirato fuori dal cilindro è che occorre risparmiare sulla produzione di oggetti che non potranno vendere perché non ne hanno le strutture. Bel colpo! Io avrei fatto esattamente il contrario: avrei investito di più sulla produzione degli oggetti dopo essermi assicurato di poterli vendere, così come fanno delle case serie come BMW: costruiscono oggetti più costosi da produrre, magari a forma di banana, sapendo però di avere le carte in regola per poterli vendere. Figuratevi che in BMW si concedono addirittura il lusso di mettere dei bagagliai veri sulle loro auto sportiveggianti!

Mentre in Fiat pensano ancora che in BMW sono rinkoglioniti dato che piazzano sui loro modelli non solo la TP ma anche il bagagliaio.

E sarà interessante stare a vedere come kazzo farà lo stregone di turno Kalbfell a costruire un’Alfa Romeo sul pianale intonso di una Stilo incorporandoci dentro un motore GM! Bandiera non c’è riuscito, ed è stato giustamente punito a sangue; vedremo se ci riuscirà il krucco.

Ma andassero a kagare!

E nessuno s’arrabbi: la vedo così. Sarò felice se potrò vedere che mi sbaglio.

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Quando leggo Copco ti ribalto dalla sedia dalle risate! :lol:

Non credi che sarebbe ora di riaprire l'altoforno? :lol:

[sIGPIC][/sIGPIC]

Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Ma dai! Non ditemi che sono un mito: potrei crederci!

Mi avete costretto a rileggere quello che ho scritto per cercare di capire cosa ho detto di speciale.

Mi è solo evidente che il linguaggio colorito che uso per enfatizzare quel che penso (e per non addormentarmi e addormentarvi) funziona.

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Guest Il FUSI2

Quoto Copco e suggerisco Cuccia.

E vorrei scrivere parecchio, ma è tardi e domani di buon'ora sono in Alfa (ovvero ad ARESE)

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...Mi è solo evidente che il linguaggio colorito che uso per enfatizzare quel che penso (e per non addormentarmi e addormentarvi) funziona.

Ripeto: come sempre, hai colto nel segno. :wink:

Aggiungo che, a pensarci bene, forse l'unico grande capo che abbia combinato qualcosa di decente negli ultimi vent'anni è stato Ghidella. Già, lui, quel personaggio controverso, amato da alcuni ed odiato da altri. A denti stretti, mi tocca dare a Cesare quel che è di Cesare: sotto di lui, sono stati tirati fuori due prodotti azzeccati, simbolo degli anni ottanta: la Uno e la Tipo. Ok ok, la Tipo fu poi demolita da seri problemi di affidabilità, ma quando uscì deve aver fatto rodere il fegato a più di un a.d o dir. gen. di qualche casa europea, come accadde nell'83 con la Uno.

Ghidella forse aveva una visione pragmatica del prodotto-auto, perciò via a pianali unificati che sarebbero sfociati in quella gran tristezza dei progetti Tipo 2 (che diede origine alla Tipo e, molto più tardi alla Delta II) e Tipo 3 (Fiat Tempra/Lancia Dedra/Alfa 155) ma almeno per lui la Fiat doveva essere automobili e basta, e questo sento di dover riconoscerglielo. Posizione, la sua, che lo portò poi in rotta con Romiti con conseguente siluramento avvenuto nel 1989 o '90...

Vittorio Ghidella è stato definito come l’ultimo manager Fiat con una vera passione per l’auto.

Francamente non capisco i suoi detrattori. Come si fa a sputare su uno che ha fondato Fiat Auto portandola poi al primo posto in Europa e facendo guadagnare al gruppo la più grossa montagna di soldi di tutta la sua storia?

Io invece sputo su chi lavorò per farlo fuori mentre lui era affaccendato con successo a fare il kulo a tutta la concorrenza. Il declino di Fiat Auto incominciò proprio da quella sporca operazione. L’esecutore materiale dei voleri della proprietà, Cesare Romiti, per assecondare i voleri di una proprietà accecata dal desiderio di onnipotenza e per assecondare la sua personale sete di potere, non si fece scrupoli a sacrificare l’artefice del più imponente successo della storia Fiat, Vittorio Ghidella. Lo fecero fuori per avere mano libera all’uso degli utili Fiat per comprare editoria, chimica, telecomunicazioni, energia, grande distribuzione, banche, assicurazioni, calcio, immobiliare, turismo, vigneti, servizi, mortadella, insalata, biscotti, detersivo per la lavatrice, tre bistecche senz’osso, dentifricio, carta igienica, sale fino iodato e mi raccomando: gli stuzzicadenti! Fu li che il management Fiat cominciò a perdere la motivazione e le possibilità di poter pensare al futuro dell’auto, e così al primo colpo di vento che mise in luce l’inerzia con cui l’auto stava andando avanti si scoprì che non c’era più nessuno in grado di riprenderne il controllo, mentalmente ancor prima che fisicamente.

Che l’allontanamento di Vittorio Ghidella fu un grave errore è stato poi confermato dai fatti recenti. La rinsavita proprietà si è accorta che senza l’auto avrebbe contato sulla scena mondiale quanto un due di briscola, e nell’estremo tentativo di riappropriarsene ha rivenduto la mortadella, il sale fino e la cartaigienica per poter comprare le quali fece fuori un riottoso Vittorio Ghidella.

Certo, nel curriculum di Ghidella c’è pure qualche ombra: la fiattizzazione di Lancia continuò selvaggiamente anche sotto la sua direzione. Quanto ad Alfa Romeo non possiamo dire con certezza come sarebbe andata a finire perché non vi fu abbastanza tempo fra la sua acquisizione e l’epurazione di Ghidella dal Lingotto.

La storia di Vittorio Ghidella è davvero paradossale, e mi meraviglia che nessuno si sia ancora deciso a scrivere un libro per fissarla nella memoria collettiva come accidente (o esempio?) del costume e dell’imprenditoria casereccia.

Il paradosso: tutti i quattrini che Vittorio Ghidella fece guadagnare a Fiat Auto si ritorsero contro di lui. Quei quattrini produssero nella proprietà un sentimento di onnipotenza che gli annebbiò l’intelletto: per avere mano libera e poterli buttare ai quattro venti in un delirio di onnipotenza, la proprietà fu costretta, incitata da un noto farabutto, a far fuori colui che glieli aveva fatti guadagnare. Fulgido esempio di meritocrazia.

Spero che prima o poi la storia faccia chiarezza e giustizia: per poter far fuori Vittorio Ghidella fu assoldata una squadra di avvocati e segugi che si misero a spulciare i conti del gruppo allo scopo di raccogliere elementi che potessero giustificarne l’allontanamento.

Non s’è mai saputo, in realtà, quali fossero le colpe che si riuscì ad infliggere a Ghidella. Faccio un’ipotesi parecchio avventata: dato che Ghidella stesso non si è mai voluto mettere in gioco pubblicamente per difendersi è possibile che si sia macchiato veramente di qualche inconfessabile colpa, del tipo che abbia sottratto qualche pezzo di formaggio dalla dispensa del gruppo.

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