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[I leggendari della F1] I motori turbo


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Inviato
I motori turbo

Nel 1977 la Renault prese parte al Campionato F.1 dotata di un motore V-6 di 1500 cc dotato di turbocompressore. La formula vigente ammetteva infatti motori aspirati fino a 3000 cc e compressi fino a 1500 cc, ma nessuno, fino ad allora, aveva pensato che il motore turbocompresso potesse insidiare gli aspirati.

Le prime prove del motore francese furono catastrofiche. Il turbocompressore (unico per le due bancate) aveva un ritardo di risposta (detto turbo lag) enorme, dell’ordine dei 5 secondi, costringendo il pilota ad anticipare l’accelerata all’inizio della curva, ed aspettare che la potenza prima o poi arrivasse alle ruote L’affidabilità era pure carente, soprattutto legata all’insufficiente tenuta delle guarnizioni di testa, che cedendo mandavano il motore arrosto fra spettacolari nubi di vapore. Gli inglesi, con disprezzo, soprannominarono la Renault the tea pot, ossia la teiera. La potenza espressa dall’unità francese era dell’ordine dei 500 HP (nel 1977) notevole in assoluto e altissima se rapportata alla cilindrata (334 HP/litro contro i circa 170 del motore Ferrari), ma i problemi appena citati non lo rendevano affatto competitivo. Nel 1978 il V-6 francese fu dotato di due turbocompressori, uno per bancata, riducendo notevolmente il ritardo di risposta. La potenza passò a circa 590 HP (394 HP/litro), un centinaio in più dei migliori Cosworth ed una settantina in più del Ferrari.

Nel 1979, ulteriori miglioramenti nella gestione dei turbo, una potenza superiore ai 600 HP ed una scocca ad effetto suolo, portarono alla prima, storica vittoria del motore turbo (G.P. di Francia a Dijon, con Jabouille). Quella corsa, che passò alla storia per il delirante duello ruota a ruota fra Arnoux (Renault) e Villeneuve (Ferrari) per il secondo posto, fu un campanello d’allarme per tutti. Se il turbo, su di una monoposto non eccelsa come la Renault, ed alla guida di un buon collaudatore (Jabouille) poteva imporsi su telai e piloti indiscutibilmente migliori, quella era la via del futuro. L’era turbo si svilupperà poi pienamente negli anni ’80, arrivando a rendimenti dei motori impensabili (si sfiorarono in qualifica i 1500 HP, cioé 1000 HP/ litro!).

Le scuderie inglesi continueranno ad usare il Cosworth, ormai al limite delle sue possibilità di sviluppo, più che altro per mancanza di valide alternative sul mercato. Ferrari insisterà ancora nella stagione 1980 col suo valido boxer, senza alcun risultato del resto, preparando per la stagione 1981 un suo V-6 turbocompresso. Gli anni settanta si concludono quindi, dal punto di vista motoristico, con la predominanza numerica di motori concepiti almeno dieci anni prima (il Cosworth nel 1965, il Boxer V-12 Ferrari nel 1968) ma con una nuova strada tecnica chiaramente, e coraggiosamente, aperta dai francesi.

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Inviato

grandi motori, poca elettronica e circuiti degni di quel nome, piloti che amavano sfidarsi. insomma che spettacolo ( come direbbe il VALE!)

Inviato

Hai riportato tutto ciò che c'era da sapere sul Turbo. :wink:

Volevo solo aggiungere che anche la Cosworth, paradossalmente poco tempo prima della messa al bando della sovralimentazione, decise di proporre un suo motore Turbo V6, inizialmente sulla Lola (portata in gara da un paffuto Alan Jones...), forte anche dell'esperienza in tal senso accumulata coi motori Turbo realizzati all'epoca per le F. Indy.

Inoltre, mi risulta che come base di partenza per il primo motore turbo, la Ferrari utilizzò il V6 1500 montato sulle Ferrari 156 che parteciparono ai G.P. nel 1963/64...

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Inviato
Hai riportato tutto ciò che c'era da sapere sul Turbo

Non è tutta farina del mio sacco: ogni tanto cerco in rete argomenti che mi stanno a cuore, poi copio, incollo, cancello, taglio, cucio, correggo.... Nello specifico non ricordo qual'è la fonte......

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