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Venerdì sciopero per gli stabilimenti di Fiat Auto


Guest DESMO16

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I lavoratori di Fiat Auto sciopereranno venerdì, 5 novembre, contro il piano di riorganizzazione presentato ai sindacati il 6 ottobre dall'amministratore delegato, Herbert Demel. Oggi, per preparare lo sciopero, agli Enti Centrali di Mirafiori sono cominciate le assemblee che proseguiranno domani alle Presse e giovedì alle carrozzerie.

A Torino si fermeranno anche le aziende dell'indotto auto, preoccupate per la possibilità che, nell'ambito degli interventi di riduzione dei costi, la Fiat ricorra alla componentistica extraeuropea. Alla manifestazione, che si terrà avanti alla porta 2, parteciperanno i segretari generali nazionali di Fiom, Fim, Uilm e Fismic, Gianni Rinaldini, Giorgio Caprioli, Antonino Regazzi e Roberto Di Maulo. I metalmeccanici torinesi chiedono che subito dopo venga convocata un'assemblea nazionale di tutti i delegati della Fiat Auto, "con l'obiettivo di proseguire una vertenza che consenta di ottenere investimenti, chiarezza sui prodotti e salvaguardia degli stabilimenti a partire da Mirafiori".

"Quello del 5 novembre - osserva il segretario della Fiom torinese, Giorgio Airaudo - è il primo sciopero di tutti i lavoratori della Fiat Auto da due anni. L'unità dei sindacati metalmeccanici è stata la precondizione. Ora tocca ai lavoratori. Devono ottenere trasparenza, nuovi investimenti per nuovi prodotti e un percorso di salvaguardia degli stabilimenti che riducendo la cassa integrazione dia un futuro all'auto in Italia. Fermiamo da Mirafiori e dalla Fiat la crisi dell'industria italiana". Per Attilio Capuano, segretario generale della Uilm piemontese, "l'obiettivo è salvare la Fiat. Iniziamo un percorso che speriamo porti a questo risultato contro le intenzioni annunciate da Demel".

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Termini Imerese: prevista una manifestazione davanti ai cancelli

Attivo Fim, Fiom e Uilm stamani alla Fiat di Termini Imerese in vista dello sciopero nazionale proclamato per il 5 novembre contro il nuovo piano industriale dell' azienda. Lo sciopero, che riguarda anche l' indotto, sarà di 4 ore in tutti gli stabilimenti del Lingotto. A Termini Imerese è prevista una manifestazione davanti ai cancelli che sarà preceduta domani da due assemblee dei lavoratori nei due turni.

"La ricetta Fiat - dice il coordinatore nazionale del settore auto della Fiom, Lello Raffo che ha partecipato all' attivo unitario - è sempre la stessa: sfruttare di più i lavoratori, mentre niente di nuovo viene detto su ricerca, sviluppo e nuovi modelli. Basti pensare che viene chiesto di lavorare anche il sabato. Siamo dunque in presenza di un progetto di riduzione dei costi e di aumento delle prestazioni, rispetto al quale ci batteremo". Raffo esprime timori per le sorti dell' indotto, "dopo le dichiarazioni dell' amministratore delegato di Fiat Auto sulla delocalizzazione, ritenuta dall' azienda necessaria, in altri Paesi come l' India, la Cina, il Brasile, l' Argentina di produzioni importanti realizzate oggi dall' indotto".

"Significherebbe - sottolinea Raffo - la perdita di migliaia di posti di lavoro nel breve e nel medio periodo e a lungo termine la sparizione di tutte le aziende dell' indotto". Un indotto già in forte sofferenza. "A Termini Imerese - rileva Giuseppe Caruso, segretario della Uilm di Palermo - le aziende che lavorano per la Fiat sono dimensionate a un periodo in cui si producevano 850 vetture al giorno. Oggi se ne fanno 450 perchè è attiva una sola linea. La vera questione è quindi riprendere la produzione a pieno regime".

Giovanni Battaglia Scavuzzo, segretario territoriale della Fim Cisl ricorda che "nel 2003 è stato siglato un accordo sulla produttività che ha adeguato lo stabilimento siciliano ai parametri nazionali". "Oggi - rileva - non ci sono differenze su metrica, assenteismo ed altro se non il fatto che delle due linee di produzione ne funziona solo una". Secondo il sindacalista della Fim "del problema Fiat devono adesso farsi carico anche i governi nazionale e regionale".

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