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[I leggendari della F1] Lotus


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Un mito per pochi

Ha ragione Bernie Ecclestone quando dice "la Ferrari è la Formula 1", ma certamente la storia della Formula 1 non sarebbe stata così affascinante se non ci fosse stata la Lotus. Cinque piloti, Jim Clark, Graham Hill, Jochen Rindt, Emerson Fittipaldi e Mario Andretti sono diventati campioni del mondo guidando la Lotus, marca che si è aggiudicata 7 mondiali costruttori disputando - tra il 1958 e il 1994 - 491 Gran premi, vincendone 79 ed ottenendo 107 pole position e realizzando anche, in 71 Gran premi, il giro più veloce in gara. A dispetto di questo incredibile ed invidiabile palmares, la Lotus, travolta da una pesante crisi finanziaria a seguito della morte del suo titolare, il geniale progettista Anthony Colin Bruce Chapman, è stata lasciata scomparire.

Il primo successo della casa di Tottenham Lane lo ottiene il 29 maggio 1960 Stirling Moss a Montecarlo, l'ultimo Ayrton Senna da Silva il 21 giugno 1987 a Detroit. Curioso notare come nella prima e nell'ultima stagione le Lotus abbiano vinto gli stessi Gran premi, Montecarlo e Stati Uniti, e siano stati gli stessi piloti, Moss e Senna, a cogliere le vittorie. Così come la storia della Ferrari è legata al suo fondatore, Enzo Ferrari, così quella Lotus è legata a Colin Champan. C'è una profonda differenza però tra i due: Ferrari era agitatore d'uomini, Chapman, agitatore di idee, un progettista instancabile. Diceva: "Un'automobile da corsa nasce un minuto dopo che è stato varato il regolamento".

Nessun altro progettista riusciva a trovare, in così poco tempo, l'idea che faceva dell'auto, l'auto vincente. Per il pubblico, Ferrari è un Mito, la sua fabbrica sopravvive all'uomo; Champan è un Mito che pochi addetti hanno celebrato. Se andiamo a ripercorrere attentamente la storia della Lotus che è poi la storia di Colin Chapman, ci accorgiamo che nessuno è stato geniale come questo inglese figlio di un gestore di pub nato a Richmond nel Surrey nel '28, proprio mentre Enzo Ferrari stava pensando di dare vita alla sua Scuderia. Non soltanto ha pensato e prodotto rivoluzionarie macchine da corsa, ma è anche stato l'unico progettista-costruttore ad affrontare gli americani a Indianapolis ed a cogliere, al primo assalto, il successo. Obiettivo che la Ferrari ha inseguito e mai centrato.

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