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I vertici del Lingotto in Brasile


Guest DESMO16

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Per festeggiare i due milioni e mezzo di auto esportate, assieme alla ultime performances della Fiat brasiliana, i vertici del Lingotto, Sergio Marchionne, John Elkann e Herbert Demel hanno iniziato una maratona di tre giorni che li sta portando a visitare ben sei fabbiche in tutti gli angoli del gigante sudamericano.

E' la prima volta che la cabina di regia della Fiat, insieme ai responsabili di Case New Hollland, Iveco, Magneti Marelli, Teksid e Comau, si riunisce fuori dell'Italia.

Nonostante i preoccupanti dati sulle immatricolazioni che mostrano una Fiat ancora a disagio in Europa, l'azienda automobilistica di Torinio continua ad andare bene in Brasile. "La buona performance che celebriamo oggi in Brasile - ha detto l'ad della Fiat, Sergio Marchionne, di fronte al ministro brasiliano del commercio estero, Luiz Fernando Furlan - è diventato possibile anche grazie al momento positivo che attraversa l'economia brasiliana, in particolare per le esportazioni. Ma è anche la dimostrazione che qui in Brasile abbiamo fatto bene, e non da pochi anni". Nel Paese latinoamericano, dove la Fiat è ormai presente da 30 anni, si vive un nuova ondata di vendite che, se non fosse per l'euro così alto, supererebbe quasi l'epoca d'oro dei secondi anni Novanta: in Brasile il Lingotto vende oltre il 7% delle vendite complessive%.

"Una performance che colloca il Brasile come nostro più importante mercato dopo l'Italia - ha insistito Marchionne - Basta dire che nei primi nove mesi di quest'anno le imprese del gruppo in Brasile hanno aumentato il fatturato del 43% rispetto allo stesso periodo del 2003. Tutto questo ha permesso al gruppo di raggiungere, con le operazioni brasiliane, sempre da gennaio a settembre, un risultato operativo positivo del 7%". I numeri brasiliani parlano chiaro anche a livello occupazionale: sono 1.500 nuovi posti di lavoro che portano a 24.500 il numero degli impiegati in Brasile, con oltre 100 mila posti di indotto.

"Nei primi nove mesi di questo anno le nostre esportazioni dal Brasile sono cresciute del 57% raggiungendo quasi quota 600 milioni di dollari - ha proseguito Marchionne - La Fiat Automovieis sta esportando il 20% della produzione e la New Holland raggiunge persino il 35% con i trattori".

L'auto da esportazione numero 2,5 milioni appena sfornata dalle catene di montaggio di Betim è una pick-up Strada Malibù in partenza per l'Italia. La Fiat brasiliana ha attualmente clienti in 50 paesi per un ventaglio di 12 modelli. Negli ultimi due anni la preferenza nelle esportazioni è andata all'Argentina (42,7%), al Cile (15,6), all'Italia (6,9) e al Messico (6,7).

Dall'alto della leadership del mercato brasiliano riguadagnata ad agosto a spese della Gm, il responsabile di Fiat Auto in Brasile, Cledorvino Belini, ritiene che si sia ormai definitivamente usciti dalla tempesta economica sudamericana degli anni scorsi. "La previsione per il 2004 è di arrivare a 80 mila veicoli esportati, raddoppiando il dato del 2003 - ha affermato - Nostro obiettivo è riassestarci a partire dal 2005 sul livello storico delle 100 mila unità esportate".

"Questa prima visita del vertice operativo della Fiat fuori dall'Italia - tira le somme Roberto Vedovato, presidente del Gruppo in Brasile - testimonia l'importanza che la Fiat attribuisce alle sue operazioni brasiliane. Ed anche gli investimenti di 1,1 miliardi di dollari confermati oggi da Marchionne in nuovi prodotti e tecnologia in Brasile, per un totale di 4,5 miliardi di dollari in dieci anni, vanno in questa ottimistica direzione".

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