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Stai visualizzando i contenuti con il più alto punteggio, pubblicati in data 18/10/2022 e localizzati Tutte le aree/sezioni

  1. Gli interni rimandano chiaramente alla tradizione culinaria anglosassone, la zuppa inglese 😐
    19 punti
  2. Ho sempre apprezzato l'ultimo corso Cadillac, quello dei fari "a boomerang" per intenderci, ma lo trovavo molto distante dall'epoca d'oro del marchio: negli ultimi anni hanno fatto macchine belle ma molto serie, spigolose, austere, "grigie". Se penso a Cadillac penso agli anni 50-60, alle Eldorado, Coupe de Ville, alle Fleetwood, auto lunghissime con vernici metallizzate sgargianti, cromature a pioggia e le mitiche pinne al posteriore. Pacchiane, eccessive se volete, ma simboli della loro epoca. Questa Celestiq per me riesce a fare l'impossibile: restituisce quello spirito, quella filosofia, senza ricorrere in alcun modo al retro-design e senza nessuna citazione esplicita, anzi lo adatta perfettamente ai nostri giorni, restituendo una vettura splendida, un concetto nuovo, una ventata d'aria fresca nel settore delle full-size sedan, il tutto con una coerenza rispetto alla storia del marchio invidiabile. Insomma, potendo me ne prenderei una domani, la porterei sulla Route 66, e me la godrei con Chuck Berry nello stereo. Che bello poter dire una cosa del genere di una nuova Caddy.
    9 punti
  3. F1 | Audi pensa di vincere al terzo anno, magari con Sainz (motorsport.com) Felice che Sainz dopo l'impegno in Dakar con Audi si dedicherà alla F1
    7 punti
  4. Io sono per il libero mercato, ma deve esserlo per tutti. Se Cina e USA chiudono il mercato per ciò che proviene dall'esterno e noi non lo facciamo, semplicemente siamo fessi. Così come siamo fessi quando facciamo discussioni fra stati all'interno della UE su ogni cosa, anzichè essere uniti come lo sono le superpotenze economiche extra UE.
    7 punti
  5. ...questo protezionismo e comprensibile in vista suo, ma protezionismo non ha mai funzionato. Secondo me esattamente questo protezionismo (in epoca contro i Giapponesi) e la spiegazione, perche in lungo termine la industria automotive italiana e a questo punto dove e arrivata fino oggi. Serve solo in breve termine, ma alla fine vince il mercato.
    6 punti
  6. Il fatto che non sia una maquette e che abbiano prodotto una prototipo in lamiera con tanto di interni voleva dire che e' andata veramente vicina alla produzione. Curiosa la maniglia della porta annegata in verticale nel montante. Per fortuna poi' hanno bocciato tutto e rimesso mano al Fiorino cosi come lo conosciamo ancora oggi. La Samurai della Fiat Panda...
    5 punti
  7. Dei brutti Concept anni 90 ..salvo solo la Ecobasic di Giolito
    5 punti
  8. Metto su un po di fotine da recente visita al Heritage Hub di Mirafiori...
    5 punti
  9. Si di buon senso… bisogna impedire ai clienti di comprare suv tra i 25k e i 30k quando i concorrenti stellantis costeranno almeno 10-15k di più. Certo protezionismo concepito per far pagare molto di più il consumatore finale è proprio una meraviglia.
    5 punti
  10. Io l’ho capito perché hanno dimenticato di camuffare la targhetta con il nome nel baule. Per il resto concordo con te, davvero irriconoscibile rispetto al Suv che tutti noi abbiamo apprezzato…
    5 punti
  11. Posso chiederti da cosa hai capito che si trattava di una stelvio? a vederla con quelle camuffature potrebbe essere di tutto
    5 punti
  12. Continuiamo con un'altra Renault - che proprio Renault non sarebbe - e che non è mai venuta alla luce. Però giace ancora negli scantinati delle Régie: Qui sopra in posa per un servizio fotografico... (foto verner_oscar/Flickr, 2010) ...ma normalmente conservata sotto cellophane, al pari di molte altre curiosità! Qualcuno la conoscerà già, altri forse no. Bene, dicevo che proprio Renault non è, perché in effetti si parla della sua affiliata di Dieppe, Alpine. In particolare si tratta dell'unica maquette rimasta del progetto A480, per una moderna e compatta sportiva a motore posteriore-centrale, da lanciare nel 1980 come parte del programma NGA (sigla per Nouvelle Gamme Alpine), avviato a metà anni Settanta e orientato a rinnovare il marchio per portarlo anche negli USA e magari sfidare Porsche. Nei vari mesi di lavoro, varie proposte e modelli furono valutati e persino messi a confronto con la concorrenza dell'epoca... Come rivelato da questo disegno del 1976, con il centro stile interno collaborò anche Trevor Fiore (pur da consulente esterno, essendosi ormai messo in proprio). Nel maggio 1977 furono confrontate due proposte in forma di maquette a scala 1:1 La maquette in primo piano è ovviamente quella delle prime foto tuttora conservata nei magazzini della casa, frutto della proposta interna cui aveva lavorato Marc Deschamps, allora nello stile Renault; mentre quella in secondo piano pare ragionevole associarla alla proposta di Trevor Fiore del disegno precedente. Anche i carrozzieri vengono chiamati in causa e agli inizi del 1978 Bertone si propone per la produzione delle scocche in Italia, da consegnare poi alle officine di Dieppe per il montaggio della meccanica e l'asseblaggio finale. Assieme alla proposta industriale, però, gli italiani arrivano in Francia con una maquette 1:1 firmata Gandini... Una shooting break molto moderna e originale, ma piuttosto lontana dai concetti Alpine... Interessante comunque, perché siamo all'ennesima modulazione delle idee di Gandini/Bertone di quel periodo. Nel 1978 il progetto doveva essere ancora ben attivo, tanto che la maquette "Deschamps" girava ancora nei capannoni del centro stile a fianco di altre maquette allora in elaborazione come quella di Renault 9 (e di altri progetti coevi...) Che nel 1978 il progetto fosse ancora in pieno fervore, lo si può dedurre anche dall'attività di Trevor Fiore attorno a questo progetto, per il quale evidentemente non si dava per vinto, nell'ovvio intento di ottenere risultati più sostanziosi dalla sua consulenza. E qui entra in gioco un'altro personaggio di rilievo: Peter Stevens. Quello che ha disegnato la McLaren F1 di Murray, per intenderci, e che attorno alla metà degli anni Settanta lavora per Trevor Fiore e ha già collaborato con Alpine per alcuni progetti. Bene, quello che è interessante è che proprio nell'estate del 1978, Trevor Fiore lo coinvolge direttamente anche nel progetto A480, chiedendogli di realizzare un'ulteriore proposta. Il lavoro di Stevens arrivò fino alla realizzazione di modelli in scala 1:5, che vediamo qui sotto: Non si andò oltre, né per questa ulteriore proposta, né per l'intero progetto A480. Renault decise di cambiare totalmente strada chiudendo il programma e virando verso una più semplice evoluzione/restyling della A310. Fonti e immagini: Christophe Bonnaud (LIGNES/auto e Concept cars et prototype d'études Renault), Don Andreina (Curbside Classic), Car Design Archives, verner_oscar/Flickr.
    4 punti
  13. Più che altro, direi che rimandano a questa zuppa inglese...
    4 punti
  14. Beh del "maiale" non si butta via nulla
    4 punti
  15. C'é davvero tanto potenziale, ma che scelta cromatica aberrante.
    4 punti
  16. ho pensato la stessa cosa, può piacere o meno (a me non dispiace) ma di sicuro restituisce lo spirito delle auto di lusso soprattutto Cadillac di una volta senza scimmiottarle
    4 punti
  17. Confermo, in questo colore mi piace molto. Qui qualcuno prova a sistemare la targa.
    4 punti
  18. La discussione è diventata surreale, le maniglie a cui si faceva riferimento non sono quelle per aprire le portiere, ma quelle in alto sul tetto per aggrapparsi, la Avenger le ha davanti, ma non dietro, la MG 4 non ne ha nessuna.
    4 punti
  19. io spero che sia unisex perchè le ultime due serie son troppo "femmehoriented"
    4 punti
  20. In linea di massima concordo, il problema è che i cinesi però il protezionismo lo applicano eccome. E questo non va bene, si passa solo, giustamente, per fessi.
    4 punti
  21. Da un intervista di Autoappassionati. https://www.autoappassionati.it/intervista-ploue-capo-design-stellantis-lancia-futuro-ypsilon-delta-hf/ “In Italia, invece, il mio lavoro è differente, visto che sto replicando ciò che ho fatto in Francia con Citroen, DS e Peugeot, ovvero riuscire a dare una personalità unica ad ogni brand. Sostanzialmente, si tratta dello stesso lavoro, ma molto più in grande. L’obiettivo principale e più difficile di questa nuova avventura è quello di dare ai nostri marchi italiani uno stile che sia il più italiano possibile.“ “Io e il team che ho costruito con le persone giuste stiamo cercando di preparare al meglio il futuro del Gruppo Stellantis. Da designer francese, poi, sto mettendo tutto il mio impegno e la mia esperienza per riuscire a catturare l’italianità. Mi assicuro che Lancia sia molto Lancia, che Alfa Romeo sia Alfa e che FIAT sia FIAT. Sono tre Case molto diverse, ma tutte e tre sprigionano italianità.” Cosa significa per lei “italianità” dal punto di vista del design? “L’italianità, per me, è formata da uno stile personale, fatto da cose semplici. Il design francese è più sofisticato, più complesso tecnicamente. Possiamo paragonarlo alla cucina, o al mondo della moda. La cucina italiana è fatta da ingredienti semplici, con materie prime di altissima qualità, come l’olio d’oliva, il pomodoro, la mozzarella. Questi ingredienti sono usati con semplicità nelle ricette, per esaltarne i sapori senza snaturarli. Un designer FIAT ha usato proprio questa similitudine per farmi capire l’essenza del design FIAT.” “La cucina francese, invece, è più complessa, più tecnica, fatta di salse, di condimenti, ingredienti trasformati, un po’ come la cucina piemontese. Anche nella moda, lo stile italiano è semplice, rilassato, ma pensato. Dietro la semplicità di facciata dello stile italiano c’è una ricerca di materiali e forme e una filosofia molto profonda. Lo stile italiano, nella cucina come nella moda, è elegante, raffinato, ma semplice e rilassato. Quello francese, invece, è molto più complesso.“ “L’italianità nel design è come il cibo italiano: ingredienti semplici, materie prime di qualità e usate con semplicità e pulizia per esaltare i sapori. L’italianità è eleganza e raffinatezza, ma senza complessità o tecnicismi.” “Tutte queste cose che abbiamo detto si riscontrano anche nel design industriale. I prodotti italiani sembrano a volte anche un po’ naif, ma funzionano nella loro semplicità. Prendete ad esempio il design d’interni. Semplice, leggero, ma con qualità e un’unicità caratteristica. L’obiettivo del mio team è quello di evolvere ognuno dei nostri brand italiani in maniera differente, ma catturando quell’italianità che stiamo poco a poco scoprendo. Metterò tutte le mie capacità e la mia esperienza per essere certo che ogni Brand possa esprimere sé stesso e il suo DNA, senza sembrare una mera copia degli altri.“ Può farci qualche anticipazione sul prossimo linguaggio stilistico di Lancia? “Assolutamente no, nessuno spoiler. Vedrete tutto nei Lancia Design Days del prossimo novembre. In quelle giornate (attese per fine novembre, ndr.), non proporremo nessun modello, ma vi presenteremo la nostra filosofia. Idee, colori, proposte di design… vedrete tra poche settimane a cosa stiamo lavorando, siate pazienti. Se però siete perspicaci, già dalla locandina si possono vedere due o tre teaser delle Lancia che verranno…“ “Il nostro obiettivo sarà quello di conservare il DNA Lancia e, in generale, quello delle mitiche carrozzerie torinesi che fino a pochi decenni fa dettavano legge nel mondo dell’auto. A mio parere, il punto più alto del design automobilistico è stato raggiunto proprio dalle carrozzerie italiane come Giugiaro, Pininfarina o Bertone. A un certo punto, però, qualcosa è cambiato, si è persa questa tradizione. Si è persa l’italianità nel design, forse perché queste carrozzerie non erano più coinvolte come prima, e si è persa la “scuola italiana” nel car design.“ “Vogliamo far rinascere la scuola italiana nel design automobilistico. Stiamo collaborando con istituti di design e università di Torino, per sviluppare una nuova generazione di talenti dotati dello spirito italiano.” “Noi stiamo lavorando anche per far rinascere questa tradizione. Stiamo collaborando infatti con alcune scuole di design e università a Torino. Supportiamo queste realtà, e cerchiamo di aiutarli a sviluppare una nuova generazione di talenti che possano avere lo spirito italiano nel loro design. Stiamo infatti cercando di mettere uno stile italiano unico in ogni Brand. Lancia ha il suo stile, che prende ispirazione dall’incredibile tradizione di vetture Lancia degli ultimi 116 anni. Alfa Romeo è un’altra storia, così come FIAT, che ne ha tutta un’altra. Vedrete a novembre il nostro nuovo corso, e poi nei mesi successivi lanceremo alcune novità e teaser per farvi capire meglio il nuovo design Lancia.“ C’è tanta pressione attorno a Lancia. Sente tante aspettative e pressioni su di lei? “Si, sento la pressione e le aspettative degli appassionati. Come mi aspettavo, le pressioni principali arrivano da voi italiani, ma anche da Germania, Regno Unito, Francia… Questa è stata una vera sorpresa per me. Alfa Romeo è iconica, conosciuta in tutto il mondo, ma non mi aspettavo di vedere così tanta attesa e curiosità intorno alla rinascita di Lancia anche da tedeschi, inglesi, francesi oltre che da voi italiani. Forse è perchè Alfa Romeo ha già Stelvio e Giulia, e oggi ha il nuovo Tonale.“ “Il team attorno al Design Lancia è davvero piccolo, quasi come fosse una start-up. Siamo poche persone, che lavorano insieme con passione.” “Lancia, invece, è dormiente da 15/20 anni di assenza di novità dal punto di vista del design. Mi ha stupito vedere come questa Casa sia ancora viva per voi italiani. Come vi ho detto, scoprirete il nuovo linguaggio stilistico da novembre, ma posso dirvi solo che sarà qualcosa di caratteristico e definito. All’interno, ad esempio, sarà ispirato all’arredamento italiano (una cosa già vista, negli anni scorsi, con la storica collaborazione con Poltrona Frau, ndr.). I sedili, il quadro strumenti, e altri dettagli saranno immediatamente riconoscibili come Lancia, tipicamente italiani. Il team attorno al design Lancia oggi è piccolo, quasi come fosse una start-up. Siamo poche persone, che lavorano insieme con grande passione.” Vedremo ritornare nomi iconici per il brand Lancia come HF, Elefantino o di modelli mitici come Ypsilon, Delta o Aurelia? “Assolutamente si. Li riprenderemo sicuramente, soprattutto gli iconici simboli HF e Elefantino. Le HF saranno le sportive della Casa, ma non posso ancora svelarvi altro. Per rilanciare un marchio ci va del tempo, ma stiamo procedendo con grande velocità. Devo essere onesto: sono sorpreso di quanto siamo avanti con il ritorno di Lancia, considerando che siamo un team di poche persone e che abbiamo cominciato da poco più di un’anno. Secondo me, questo è riconducibile al fatto che avevamo già una visione del design di Lancia. Il nostro obiettivo è infatti quello di essere riconoscibili, personali, simili a nessun altro, ma senza perdere l’italianità e la leggendaria storia Lancia. Oggi è proprio la personalità ad essere più difficile da trovare.” “Le auto cinesi sembrano delle Volkswagen, e le Volkswagen sono uguali alle altre auto europee. Il mondo dell’auto è molto affollato, e spiccare è molto difficile. Noi però vogliamo riuscirci, e puntiamo su qualcosa di personale, di unico. Lancia sarà tecnologica, hi-tech, perchè i giovani si aspettano la tecnologia, ma rispetterà la sua gloriosa storia e la sua secolare tradizione. Guardiamo al futuro, rispettiamo il passato e lo riportiamo ai giorni nostri. Ed è forse questa la più grande sfida che dobbiamo affrontare. Il design Lancia si è fermato a 15, anzi 20 anni fa, e non si è più evoluto. L’ultima vettura con uno stile personale è la Delta del 2008, ma l’ultima vera Lancia è la Thesis del 2001.” “Ritorneranno i nomi storici come Ypsilon, così come le amatissime versioni HF ed Elefantino. Ci richiameremo al passato, ma il nostro non sarà un revival nostalgico.” “É una grande sfida, perché è come se dovessimo reinventare e costruire l’evoluzione del design di un brand che in realtà non c’è mai stata. Prenderemo dei riferimenti dal passato, delle citazioni, ma non faremo un revival nostalgico. Potremmo ispirarci a ciò che sta facendo Renault con la futura Renault 5: quell’auto è unica e riconoscibile, riprende lo stile e l’heritage Renault ma è moderna, unica, personale. Con queste Case cinesi che copiano e riprendono le Case più conosciute, riprendere la propria storia è un modo semplice ed emozionale per essere unici e sempre sé stessi. É un ottimo approccio, e non dico che non lo faremo.” “La Delta, per esempio, potrebbe assomigliare molto alla Delta del passato, ma sicuramente non la copieremo. Riprenderemo dettagli dal passato per essere unici, delle citazioni se vogliamo, ma le nostre auto saranno moderne e innovative. Non faremo restomod o revival nostalgici, ma certi dettagli saranno ripresi soprattutto sui modelli iconici come Delta, a partire dai nomi dei modelli. In un mondo dell’auto che usa sempre più numeri, lettere e sigle, è un’ottima idea utilizzare i nomi storici per richiamare al passato e alla passione per l’auto. Sicuramente la nostra piccola che arriverà nel 2024 si chiamerà Ypsilon. Aurelia e Delta? Ci stiamo pensando. Scoprirete tutto molto presto…”
    4 punti
  22. https://www.hdmotori.it/fca/articoli/n562206/tavares-2035-auto-elettriche-ibride-euro-7-parigi/ Comunque dice anche cose sensate.
    4 punti
  23. Non ho visto TUTTI i video, ma solo due. In entrambi, i recensori professionisti e professionali hanno messo in evidenza le modifiche all’assetto, alla gommatura, e alle parti in plastica: paraurti anteriore e archetti passaruota maggiorati per ospitare la carreggiata allargata. Hanno anche sottolineato la presenza di decalcomanie su cofano e tetto. Ce ne fosse stato uno che ha notato che il cofano motore è proprio differente, elaborato con uno sfogo d’aria asimmetrico e molto ben riuscito, dato che riprende la sagoma della decalcomania 😂😂😂 edit: ho visto il terzo video: anche il tizio di Omniauto non vede la feritoia supplementare ma solo l'adesivo. Tre su tre. Poi si lamentano che la gente non compra più riviste, non segue più i canali di "informazione specializzati"...
    4 punti
  24. Io intanto già non mi lamenterei per il non chiudere baracca. Invece già si inizia con i processi alle intenzioni! 🥱🥱🥱
    4 punti
  25. Easter egg coccinella. AutoBild
    4 punti
  26. Bellissima la Dialogos ( anche se vista da vicina ...sta cadendo a pezzi da quanto stucco e' stata messa su quella carrozzeria cosi' sinuosa e levigata)
    4 punti
  27. Metto qua anche se è un argomento più ampio che riguarda il mercato europeo. Quattroruote
    3 punti
  28. Bel lavoro, molto in linea con il marchio e più riuscita della (secondo me un po' goffa) Wraith. Apprezzo tantissimo anche gli interni, minimamente toccati dal passaggio all'elettrico. Cadillac e Rolls si presentano contemporaneamente con due interpretazioni del superlusso elettrico che non potrebbero essere più dissimili, ma entrambe eseguite estremamente bene e con un fortissimo legame ai valori del marchio. Bravi entrambi.
    3 punti
  29. Fa piacere come i dibattiti sulla M2 ci rendano tutti d'accordo qui 😂😂
    3 punti
  30. saràè il bi-colore ma....
    3 punti
  31. Non vorrei fare lo spacca cosidetti ma la zuppa inglese è italianissima XD
    3 punti
  32. Io non ho scritto nulla per vedere fin dove si sarebbe arrivati con quel qui-pro-quo 😬😬😬
    3 punti
  33. Ehm, perdonami, ma a mio parere stai usando il termine "clamoroso strafalcione" in modo del tutto inappropriato (oltre che aggressivo-passivo), sulla base di una tua semplice supposizione non avallata da nessun dato. Tra l'altro Renault è uno dei pochi che si prende la briga di dare un contesto a ogni vettura che presenta, non limitandosi a postare semplicemente le foto, con tutto il lavoro di ricerca che ne consegue (e di valore aggiunto per il thread). È quindi il minimo che ci possa eventualmente scappare qualche "strafalcione", anche perché "chi nulla fa, nulla sbaglia"
    3 punti
  34. 1. Intestatario diverso dall'utilizzatore 2. Fan delle rateizzazioni Le maniglie assenti sono quelle in late per arreggersi in marcia, non quelle per aprire la portiera.
    3 punti
  35. Ci si lamenta che le auto costano troppo e gli stipendi sono troppo bassi e poi si invoca il protezionismo, a posto!! Il protezionismo può essere, a meno di casi particolari, una strategia vincente sul brevissimo periodo, ma sul medio-lungo...😬
    3 punti
  36. E' buon senso, io lo dico da anni e l'unico che finora si era imposto in tal senso è Trump. La mia proposta è sempre stata dazi oppure (meglio ancora) se vuoi vendere in EU devi avere almeno un tot (20,30%) della manodopera sul suolo europeo.
    3 punti
  37. A me pare un discorso completamente sensato con cui concordo fino all'ultima virgola.
    3 punti
  38. Quando pesai la M3 92 con il suo V8...versione manuale trasalii...venivo dalla e46...Non riuscivo a capire come fosse cosi pesante...ma almeno parzialmente si dette la colpa a quel motorone...Oggi si sdoganano gli oltre 1730 kg, manuale, a vuoto e certamente basica e con gli optional che tendono ad alleggerirla, per una vetturetta compatta, senza lamentarsi troppo, anzi perdonando. Ognuno ha la propria idea, ma quando tutto ciò è davvero cambiato per sempre secondo voi? Quando hanno annacquato quella lettera cosi prestigiosa....aggiungendo modelli che di M hanno solo il marketing. All"epoca sentivi la nicchia.Ti sentivi speciale. Ai bei tempi, i modelli erano 2...punto.Tutto si concentrava su di loro...compresa la bava di chi anelava un loro acquisto. E quando arrivava una novità era di spessore come la 1M... Oggi???aprite il sito italiano e cliccate M...Ce ne sono 25....e 3/4 abbondanti sono cassonetti per gente che può spendere. Grande marketing certamente e fanno bene, resa totale invece per il vero brand M e per i loro intenti migliori. Credo che a Garching, che ho visitato domenica di sfuggita come ai vecchi tempi, emozionandomi ancora nel vedere delle M mimetizzate sparse qua e la, siano in molti a soffrire, anche se con uno stipendio piu robusto ed importante in saccoccia...
    3 punti
  39. Comprensibile voler proteggere il mercato ma è lo scotto da pagare per una politica energetica ridicola. Avete voluto un mercato elettrico? ora pagate la concorrenza cinese. Mettere delle restrizioni sui mercati non cambierebbe la cosa. Se non posso comprare un'auto di seg. A a 30k è un dato di fatto. Se non mi dai alternative non la compro comunque. Non mi sembra che con gli smartphone abbiano messo blocchi e sappiamo tutti come è andata a finire... Se il mercato non era pronto per le elettriche bastava non imporle...
    3 punti
  40. Taking the "family feeling" design to a whole new level
    3 punti
  41. si e no... Le politiche europee hanno spinto il mercato su una tecnologia dove americani e cinesi hanno un vantaggio competitivo estremamente elevato, inoltre la competizione con la Cina è comunque sbilanciata, come ben sai puoi vendere li solo a determinate condizioni. Poi non pensare che i marchi tedeschi non abbiano in realtà costruito il loro successo senza una sorta di protezionismo/sistema paese. le politiche delle case automobilistiche tedesche si sono rette per anni sui cartelli creati dai costruttori tedeschi. Se ora riescono a competere e avere successo mondiale è anche per queste ragioni. Anche i brand automobilistici inglesi hanno avuto una fine ingloriosa, però non mi puoi certo dire che il mercato inglese sia un mercato protezionista
    3 punti
  42. Il ragionamento di Tavares sul protezionismo è semplicemente di buon senso.
    3 punti
  43. In generale devo dire che come Jeep mi entusiasma poco per via dell’assenza di TI almeno per ora…però sono curioso di vedere la versione Fiat, se fatta in modo da ispirarsi alla 120 viene è fuori qualcosa di carino.
    2 punti
  44. Lo spunto con cui era partito Auto Italiana era quello giusto, dimostrare che in mezzo al digital c'era ancora lo spazio per del cartaceo fatto bene, che andasse là dove il "guazzabuglio moderno" veloce aveva trovato la dimensione di Al Volante a 1-2 euro perchè la massa guarda due foto e due prezzi. Infatti Auto Italiana l'ho comprato, lo letto e collezionato con estremo piacere ed è stata l'unica rivista che è entrata negli ultimi anni in questa caverna piena di carta che sta per scoppiare e che parte dagli anni '50, a parte 4R e RC che ho continuato a comprare per curiosare un po' e per motivi di collezione. E' l'unica per cui sono dispiaciuto nell'apprendere che sparirà. Per il resto... l'auto che noi abbiamo amato (l'età media del forum non credo certo sia 15 anni, per cui veniamo più o meno tutti dallo stesso posto...) è finita. Era ovvio che prima o poi la carta la seguisse. Ho sempre pensato, riguardo le dinamiche Domus, che non fosse il caso di creare uno spin-off dedicato alle youngtimer. Come ha detto Tony, certe auto sono state trattate fino alla nausea, mentre altre col passare del tempo si aggiungono perchè invecchiano (e molte si aggiungeranno proprio perchè l'auto che abbiamo conosciuto è finita); capisco che RC aveva lo scopo di continuare a raccontare anche gli anni '30 perchè altrimenti qualcuno poi si sarebbe arrabbiato se ogni tanto non spuntava una Lambda o una 6C, ma bisogna anche ammettere che col passare delle generazioni questa fetta dell'audience si fa sempre più ristretta perchè ahimè la gente se ne va... e la prova ne era (secondo voci da edicole che frequento da anni) il tangibile il calo di vendite quando in copertina e negli occhielli c'erano troppe "troppo vecchie", mentre saliva di botto se c'erano auto dagli anni '70 in avanti. Senza voler mancare di rispetto alla Storia dell'Auto, evidentemente il mondo va avanti e l'audience si modifica. Ben per quello un giorno gli sarà venuto in mente di creare una testata che parlasse di ciò che stava iniziando a tirare (parecchio) di più. Però a quel punto stavi cercando di vendere due riviste invece che una, che già vendevi a fatica. Conosco parecchi che quando è uscito Youngtimer hanno smesso di comprare RC, dato che lo compravano perchè da un po' li stava facendo contenti mettendo su roba young. Io ho letto sempre tutto, ma credo di rappresentare parecchi se dico che davanti alla scelta di andare ad un raduno di Lambda o a uno di Thema/Delta/164 ecc. vado al secondo. Hai fatto lo spin-off, hai segato parzialmente le gambe alla rivista madre. Adesso torni indietro. Mio modesto parere, si poteva fare una cosa: mettere RC "sul pezzo" evitando di creare Youngtimer perchè a mio modo di vedere è un po' forzata questa divisione fra classiche e young... sono auto d'epoca. Punto. Per le super-vecchiette, si poteva scegliere di fare ciò che faceva AUTO negli anni 80-90: anticipazioni, novità, prove verità, le supercar vabbè era cosa loro ed oggi non è più un tema, e poi alcune pagine sulle classiche. Su ogni numero di auto c'era una vecchietta. Queste vecchiette le trasportavi su 4R e indirizzavi RC su un cammino più vicino al mondo che va avanti ed ogni anno annuncia che un tot di auto è diventato d'epoca. In fin dei conti, hanno già cercato di rimembrare i tempi andati anche sull'attualissimo 4R con queste prove comparative tra il modello moderno e quello di una volta. Son comunque discorsi tanto per, perchè son convinto che ormai tira di qua tira di là ma l'ora del cartaceo è scoccata. Son contento di aver collezionato di tutto e di più negli anni in cui valeva la pena. Sono memorie che restano lì, come l'amore per un'auto che non c'è più.
    2 punti
  45. Prossima copertina: "Tonale 'un va 'na sega. L'è proprio l'auto pe'i pisani! 😂😂😂
    2 punti
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