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Stai visualizzando i contenuti con il più alto punteggio, pubblicati in data 24/10/2023 e localizzati Tutte le aree/sezioni

  1. Io sono sconvolto! Lo STESSO logo su: muso, ruote, volante e retro
    7 punti
  2. Dicevamo che dopo il primo approccio al mondo off-road con il progetto VVA, Renault intese correggere il tiro con un nuovo programma chiamato VGR (Véhicule de Grande Randonnée, traducibile con "veicolo per grandi escursioni"), sempre sviluppato presso il BEREX. Messe da parte le idee più innovative e futuribili, l'obiettivo era adesso studiare un mezzo per fuoristrada ispirato in modo più esplicito al modello che in quegli anni rappresentava il riferimento quasi unico per il concetto di fuoristrada "civilizzato", vale a dire la Range Rover. Da riscalare comunque verso un target non di lusso, ma più generalista. La meccanica diventava a trazione integrale inseribile - anziché permanente come il VVA - e questa volta Renault arrivò a finalizzare due maquette a scala reale, entrambe visibili nella foto sotto, messe una accanto all'altra.. Una è disegnata da Piero Stroppa del centro Stile Renault di Rueil-Malmaison: Apparentemente realizzata nella sola configurazione a 5 porte su entrambi i lati, mostra un originale effetto bicolore creato da un fascione protettivo a tutto tondo e particolarmente alto, a inglobare anche fari e calandra. Lo stile è piuttosto massiccio, sebbene moderno e levigato, con particolari originali come le maniglie porte incassate e gli specchi di foggia aerodinamica (paiono simili a quelli di R14...). All'interno, una plancia piuttosto massiccia, con leva del cambio a portata di mano sulla zona sollevata della consolle centrale: Di questo modello è stato realizzato anche un prototipo marciante, con alcune variazioni e necessari adattamenti: L'altra maquette è attribuita invece al designer italiano Marcello Gandini, che anche per questo progetto fu coinvolto da Renault come consulente. L'aspetto è ancora più vicino a quello di Range Rover, ma con superfici più tese e moderne ovviamente. La maquette in questo caso pare asimmetrica, con una sola portiera lato guidatore, ma il disegno mostra analogie con l'altra proposta comunque: dalla scelta dei colori, alla presenza di un ampio fascione paraurti integrato, che in questo caso però corre solo sulla parte bassa della fiancata. Curiosamente però, fari maniglie e calandra sono anche qui incorniciati da protezioni del medesimo fascione in materiale plastico. I tocchi di originalità non mancano, con la ripetizione in più punti del tema del rettangolo con estremità a semicerchio (sui cerchioni, sulle maniglie delle portiere, e le protezioni per fari anteriori e posteriori, la calandra, il vano portatarga sul portellone...), talvolta creando delle piccole asimmetrie. Non vorrei dire una solenne castroneria, ma sullo sfondo mi pare di riconoscere proprio Gandini (sulla destra, con la cravatta) con Robert Opron (sulla sinistra, col papillon...) Questo modello porta una firma italiana anche all'interno. L'abitacolo presenta infatti quella che sembra la messa in opera della seconda proposta di Mario Bellini vista nel post precedente, basata sul tema del modulo rettangolare, con linee squadrate e superfici piatte. Rimane l'idea delle poltrone girevoli, mentre al centro, tra i sedili anteriori, pare trovare posto un modulo scorrevole (si intravede nella foto in alto), forse utilizzabile come contenitore, bracciolo, tavolino o magari addirittura come terzo sedile... La fiancata lato guida della maquette di Gandini è visibile in queste altre foto, che ritraggono il modello su strada (pare un'area privata, con un che di italiano nell'ambiente...). L'allestimento è chiaramente riadattato, con alcuni dettagli semplificati tra cui l'eliminazione dei particolari e delle protezioni in plastica scura come fascioni, calandra ecc. La targa pare dire "maggio 1981". Potrebbe essere il momento in cui Renault fece un clinic test a Zurigo, in Svizzera, mettendo a confronto i due modelli del programma VGR (quello di Stroppa e quello di Gandini/Bellini), più un terzo veicolo... ...e torniamo così all'inizio, quando abbiamo accennato alla vicenda americana di Renault e AMC. Il terzo incomodo nel test svizzero è proprio il progetto "XJ" di AMC, quello per il nuovo Cherokee, che ormai era quasi pronto e che uscì vincitore dal confronto. In sostanza Renault valutò che - in una visione di gruppo industriale ormai consolidato - non c'era spazio o non sarebbe stato conveniente portare in produzione due modelli così vicini come concetto e collocazione sul mercato. Il piccolo Cherokee, con il suo stile moderno, le caratteristiche meccaniche "da automobile" (monoscocca), i pesi e le dimensioni compatte, sarebbe stato perfettamente in grado di competere anche sul mercato europeo, per di più con un marchio e un'immagine, quella di Jeep, anche più appetibile di Renault in quello specifico segmento. Così venne chiuso il programma VGR e finalmente, nel settembre 1983, il Jeep Cherokee fu presentato sul mercato americano, mentre le vendite in Europa iniziarono nel 1985, tramite la rete Renault e prevalentemente con il motore turbodiesel fornito proprio dalla casa transalpina. L'accordo di distribuzione con Renault andò avanti fino al 1992, quindi anche dopo che questa - nel 1987 - aveva già rivenduto AMC e Jeep a Chrysler. Fonti: Renault Histoire, Lignes/auto, CarDesignArchives, Renault Concepts.
    7 punti
  3. cos'hai contro il face lifting?
    6 punti
  4. siccome poi oliverio si intristisce le ho dato una mano di tinta e già che c'ero ho provato a cambiare qualcosina dietro. Che mica dobbiamo far lavorare solo l' IA
    5 punti
  5. Presentazione fissata per il 29 novembre in Portogallo
    4 punti
  6. Nel suo minimalismo la trovo molto molto più bella di una Tesla. Ho avuto modo di vederle e toccarle dal vivo e mi sono sembrate davvero bei prodotti.
    4 punti
  7. bah, era molto difficile fare un buon lavoro su una macchina che è nata nel 2005 e ristilizzata (così brillantemente oserei dire ) 10 anni dopo. Diciamo che un'idea di disegno c'è e la intravedo, ma il risultato finale non mi fa impazzire, ma ripeto, era oggettivamente difficile. Tanto fa anche la mascherina, Opel non è male, Fiat e gli altri un po' peggio
    3 punti
  8. Il designer era sfondato allo stesso party di chi ha disegnato la parte bassa di questo: ☹️
    3 punti
  9. Forse gli stessi fari finiranno su questa 😅
    3 punti
  10. Su questi lidi ci conosciamo ormai da lustri e dovresti ricordare quante battaglie abbiamo fatto in merito alla gestione di Alfa Romeo come doveva essere come poteva essere. Ti riportavo la mia esperienza che nonostante ne abbia provate tante, ne abbia possedute e ne possegga ancora, ne abbia desiderate tante….. il Tonale proprio no. Poi sarà una macchina di suo eccellente che andrà benissimo (me lo auguro soprattutto per i possessori, visto che hanno staccato l’assegno) ma è totalmente agli antipodi di quello che dovrebbe scaldarmi il cuore per il marchio che porta. Kid, lo ammetto, ancora peggio. Potrei buttarle giù solo se ci fosse la speranza che facendo cassa si continui a fare i modelli specialistici (come fa Porsche). Ma su quello non so quanta fiducia possa mettere.
    3 punti
  11. Caradisiac Probabilmente la migliore realizzazione tra le 12 presentate oggi
    3 punti
  12. Nel 2015 Arrivabene raccontò che durante l’inverno aveva chiesto a Raikkonen se preferisse la macchina più precisa all’anteriore o al posteriore, e lui disse al posteriore. Poi lo chiese a Vettel, e Vettel disse che per lui era indifferente. Quindi fece la macchina come la preferiva Kimi. Morale della favola: Vettel era comunque davanti. Non c’entra il carisma, non c’entra il partito anti Leclerc, e non c’entra l’Anonima Sviluppi a Favore di Sainz (Binotto non se n’era andato l’anno scorso per fare posto al TP amico di Leclerc?). C’entra quanto è bravo un pilota ad adattarsi alla macchina che ha. Sainz all’inizio parte sempre sottotono, poi studia e si adatta a tutto. Leclerc ha una velocità immediata e istintiva, ma se la macchina non gli piace, fatica di più ad adeguarsi. Schumacher guidava tutto. Alonso guida tutto. Hamilton guida tutto. Leclerc è sulla buona strada. La velocità c’è sempre, deve migliorare sulla costanza di rendimento quando la macchina non risponde ai suoi desiderata, come hai detto giustamente.
    3 punti
  13. 3 punti
  14. Be', la maquette esisteva anche in allestimento "liscio": In realtà... sì, i francesi riuscirono a sviluppare il segmento in questione, solo che lo fecero attraverso un marchio di loro proprietà, ma non francese. E giusto per sgombrare il campo dai dubbi, si tratta del Jeep Cherokee XJ, quello degli anni Ottanta! La storia è piuttosto interessante e - come sempre - alquanto complicata... Come è noto, già dal 1978 Renault aveva stretto un primo accordo commerciale con AMC - proprietaria anche di Jeep - e subito dopo, nel 1979, i francesi avevano acquisito il 22% di AMC. Nel frattempo, era stato avviato il progetto per la sostituta delle vecchie Cherokee e Wagoneer, e Renault aveva già messo alcuni suoi uomini in ruoli chiave del progetto... Ma non era tutto. Forse proprio per il coinvolgimento nei mercati americani, i francesi della Régie avevano davvero realizzato il potenziale dei veicoli "ricreativi" per gli anni a venire, non solo in America. E quindi si erano mossi anche in casa propria, per sviluppare qualcosa di specificamente europeo. Ma il 1979 è anche l'anno in cui nasce il BEREX (Bureau d’Etudes et de Recherches EXploratoires), filiale Renault dedicata a progetti avanzati. E' basata a Dieppe, sede storica di Alpine in Normandia, e fonde parte dell'ufficio studi di Alpine con parte dei tecnici di Renault Sport. Ed è proprio al neonato BEREX, presieduto da un giovane Georges Douin (che poi farà carriera in Renault), che la Régie affida un nuovo programma, denominato VVA (Véhicule Vert Alpine). Si tratta di un progetto per un veicolo che voleva interpretare il concetto di "fuoristrada" secondo le tendenze che si potevano immaginare per la clientela europea degli anni Ottanta. Quindi 4x4, sì, ma con dimensioni relativamente compatte, linee quasi automobilistiche e pesi contenuti per consumi in linea con le aspettative post-2° shock petrolifero. I tecnici del BEREX lavorarono quindi su un veicolo con scocca autoportante, con sospensioni indipendenti e trazione integrale permanente ricavata da una trasmissione del Trafic. Sempre al Berex, Yves Legal si occupa degli interni, in competizione con l'architetto italiano Mario Bellini (quello della plancia "gruviera" di Lancia Beta...), cooptato dal Centro Stile Renault di Rueil-Malmaison, nell'area parigina. E' il medesimo centro dove, sotto la guida di Jean-François Venet, i designer Michel Jardin e Piero Stroppa si occupano dello stile esterno e dove, nel Novembre 1979, viene approntata la maquette a scala 1:1 vista sopra. Maquette di cui vi ripropongo altre viste qui sotto, che ci rivelano come ovviamente fosse un modello asimmetrico, già pensato per configurazioni sia a 3 che a 5 porte: Al di là di alcuni dettagli molto legati al design di quell'epoca (vedasi le fasce zigrinate attorno al lunotto in stile Fuego, o il modulo frontale "giugiaresco" con la cornice di plastica attorno a fari e calandra), mi colpisce l'estrema modernità di questo modello, sia nello stile generale che nei dettagli. L'impostazione estetica è automobilistica, decisamente "civile", sebbene rialzata e con ampie protezioni. Per un veicolo fuoristrada dell'epoca, sorprende la cura aerodinamica: oltre al cofano molto spiovente, si notino la portiere con cornici a tetto (anch'esse molto "Giugiaro") o le maniglie a filo carrozzeria, o anche paraurti e fascioni assai integrati e uniformi. E poi il tocco dello scalino sul finestrino anteriore. Insomma, a me sembra anticipare concetti e linee di almeno 10-15 dopo; penso al Nissan Terrano II o alla prima Honda HR-V, e poi in generale al concetto attuale di SUV. Mario Bellini, oltre al lavoro sugli interni, aveva proposto idee anche sul corpo vettura del VVA, dall'impostazione ancora più "crossover" se si vuole: (© Mario Bellini Archive) Di questo modello colpisce il frontale con i quattro (+2) cerchi, che ricorda alcune proposte di Marcello Gandini di un lustro precedenti (per Renault Master e NSU/Audi K50). Che ci fosse di mezzo Gandini anche qui? Altro studio di Bellini per VVA, più orientato alla ricerca di concetti innovativi, soprattutto nelle soluzioni di abitabilità e accessibilità: (© Mario Bellini Archive) Più che al fuoristrada, qui sembra di essere più vicini al concetto di multivan, che proprio in quegli anni occupava le scrivanie dei centri di sviluppo di svariate case automobilistiche nel mondo. E ricordiamo anche che Bellini è anche il padre del concept "Kar-a-sutra" del 1972... Che in questo progetto VVA l'attenzione agli interni fosse almeno pari a quella per gli esterni, è testimoniata dalla varietà e qualità delle proposte realizzate. La "fruibilità" sembra essere stato il concetto fondamentale da sviluppare. Riprendendo le forme esterne del prototipo Berex, ecco la maquette di abitabilità di Yves Legal, creata sempre al Berex: Forme, materiali, colori... tutto sembra decisamente innovativo per un fuoristrada (e non solo...). Ma ciò che sorprende di più sono le soluzioni "multi-uso" come i contenitori con coperchi colorati integrati nelle pannellature, le poltrone anteriori girevoli, o i sedili tutti indipendenti e abbattibili (a tavolino o del tutto), fino addirittura al sistema integrato per montare due brande nell'abitacolo! Insomma, idee e soluzioni molto "avanti", che non andarono persi con questo progetto, bensì riproposti (almeno parzialmente) proprio da Renault con la successiva Espace. Anche dal lato consulenti ingaggiati dal Centro Stile Renault, le idee furono più che interessanti. Una prima proposta di Mario Bellini: (© Mario Bellini Archive) Anche qui, interessanti soluzioni che ricordano più l'ambiente da multispazio che quello da fuoristrada: dai sedili puramente automobilistici (paiono quelli di modelli di produzione Renault del periodo), all'aspetto molto "arioso" e pratico, con l'ampia superficie a mensola, la palpebra sul cruscotto della strumentazione, e i grandi sportelli in plancia per i cassetti portaoggetti, tutto rivestito da ampie imbottiture e soffici materiali. E poi i dettagli dell'autoradio a scomparsa, con addirittura i comandi al volante! E infine il posacenere "appeso" sulla barra cilindrica della mensola... Curiosamente, più di uno spunto per realizzazioni successive, non solo di Renault, anzi. Seguendo poi un'impostazione più tipicamente da fuoristrada, ecco un secondo studio sempre di Mario Bellini: (© Mario Bellini Archive) Qui si nota soprattutto la modularità delle sedute, con le poltrone laterali uguali, sia davanti che dietro e il modulo centrale probabilmente presente anche nella fila anteriore, per una possibile configurazione 6 posti, come si potrebbe intuire dalla prima foto, dove sembra con lo schienale abbattutto in avanti, a formare un ripiano centrale poggiabraccia e portaoggetti (stile Multipla...). E questo era il progetto VVA (Véhicule Vert Alpine), che - giudicato troppo costoso - fu bocciato come tale per essere riformulato in un successivo progetto, forse meno ambizioso, ma più concreto, denominato VGR (Véhicule de Grande Randonnée), oggetto del prossimo post... Fonti: Renault Histoire, Lignes/auto, CarDesignArchives, Renault Concepts, Mario Bellini Archive.
    3 punti
  15. Kimi ha la faccia di uno che sta pesantemente riconsiderando una promessa fatta da sbronzo...
    3 punti
  16. Triste da dire, ma dopo 20 anni che sforni soltanto richiami al passato trascurando totalmente un'investimento su un'innovazione stilistica, qualunque essa sia, questi sono i risultati. In Fiat si è vissuto (comodi) per 2 decenni sugli allori fatto di 2 fari tondi, qualche cromatura e tanti richiami alla Dolce Vita. Adesso non si è capaci di dare 'un'identità stilistica nemmeno ad un mezzo commerciale, e la differenza coi cugini francesi e tedeschi sulla medesima base di partenza lo sta a dimostrare. A prescindere dai sacrosanti gusti personali.
    2 punti
  17. Ad onor del vero, fino all'ultimo giro aveva avuto ragione Martin. Ok, azzardo ma quasi riuscito.
    2 punti
  18. A quanto leggo dai siti Koreani, dovrebbe esser disponibile anche in EU. Non credo non la piazzeranno sul mercato Italiano.
    2 punti
  19. Alfa dovrebbe fare solo serie speciali tipo 8c e 33 per 20 anni poi dopo avere ricostruito un’immagine, se ne vale la pena, potrebbe tornare a produrre auto di serie. Ogni rilancio di Alfa sono sempre stati soldi buttati, è un marchio troppo difficile da rilanciare. ihmo servono 20 anni di serie speciali a numero limitato e poi si vedrà.
    2 punti
  20. A parte la giusta critica alla mancanza di un 2.0 diesel (che condivido e che condivide chiunque quel tipo di auto la possa valutare per davvero) non è che abbia letto da qualcuno cosa manca a Tonale. Cosa le manca quindi? Perché io sti capolavori non li vedo fra i concorrenti (e rimarco che Tonale oggi costa pure meno di 3008) Ps il seg C è da sempre terreno di Alfa, non contestiamo questo assunto (che invece è contestabile decisamente per kid). Anzi, grave errore che si sia arrivati al C suv solo nel 2022.
    2 punti
  21. Ecco nuove immagini della Carnival, qui in veste completamente definitiva, che apparirà ad inizio 2025 sulle nostre strade.
    2 punti
  22. Si parla di periodo Delta immagino
    2 punti
  23. Nel caso della segmento C Imparato per una volta non dice una cazzata. Nel senso che qualcosa di vero c'è, ma stiamo parlando di un'orizzonte lontano nel tempo e del tutto indefinito.
    2 punti
  24. Oh, la prima la prenderei di corsa!!! ""trascinare per aprire" è perché il portellone è guasto??? 😂😂😂
    2 punti
  25. A mio avviso si fa un errore di fondo. Quando si parla di Tonale, si fa riferimento alla pochezza tecnica di X3,GLA,Q3. Poi vado sui siti della triade e vedo: MB: 40 versioni di auto disponibili, dal Seg. C sino ai Van BMW: 111 modelli a listino, ok che dividono per alimentazione e serie Msport ma restano Centoundici. Audi: Discorso simile a BMW con la bellezza di 78 modelli a disposizione. Capite che chi entra nella triade entra in un ecosistema e chi sceglie il seg. C è nei meandri della gamma. Alfa oggi ha 6 varianti a listino di 3 modelli più 33 stradale che manco la comprenderei in questo discorso. Vogliamo scendere tra le generaliste, come qualche prova comparativa ha collocato Tonale? Bene, Hyundai ha in gamma 39 modelli, anche qui annacquate dalle varie versioni ma capite che siamo sempre nella situazione di Davide contro Golia. Giulia/Stelvio restano l'apice del Seg. D? Quasi sicuramente si. Ma visto che non hanno venduto e parliamo di una gamma ridotta all'osso, anziché che rimorchiare Jeep e ciarpame franzoso, non sarà il caso di mettersi nell'ottica di dedicare Alfa alle speciali e affini? Tanto dove vuoi andare contro gli altri costruttori?
    2 punti
  26. non sono fan di questo "logo" (perché tecnicamente non è nemmeno un logo, ma vabbé) ma devo dire che c'è UNA e una sola applicazione in cui funziona abbastanza bene: quella su fondo molto scuro e possibilmente minimamente lavorato o tridimensionale, meglio ancora se le lettere non sono semplicemente grigie, ma cromate o addirittura satinate. Questo sarebbe il minimo sindacale ma si sarebbe potuto elaborare anche meglio:
    2 punti
  27. Ma sul serio la versione elettrica si chiama Educato? Ma al posto di bucherellargli la mascherina non era meglio lasciarla "piena", sarebbe stato più coerente con il resto della gamma e avrebbe richiamato anche questo: (che all'epoca - 1994?- mi dava l'idea della versione furgone della Bugatti EB11O e quindi mi stava simpaticissimo)
    2 punti
  28. Fiorino disegnato a Torino (anche se la proposta scelta è molto influenzata da una proposta francese)... diciamo che come regola comandava di chi era lo stabilimento di produzione, anche perché poi era più facile il processo successivo di ingengerizzazione ecc.. Venendo al Doblò, da quel che ho sentito, questo FL è partito dopo rispetto agli altri 3 e probabilmente è anche il motivo per cui la versione passenger non ha il proiettore dedicato e perche è il meno riuscito della combriccola.
    2 punti
  29. Mi ritrovo pienamente con questa recensione (ho provato su strada sia la trofeo che la GT) Complessivamente per me hanno fatto davvero un bel SUV, come detto in precedenza unica pecca il prezzo troppo alto (e per parecchi il look un po’ sottotono).
    2 punti
  30. e comunque per 4 metri di lunghezza ne aveva di bagagliaio era davvero un'auto eccezionale : fosse nata in un'azienda che credeva di più nei suoi prodotti...
    2 punti
  31. Uno dei tanti capolavori italiani bocciato dall'ignoranza e supponenza dell'italiano medio. Fosse uscita in Francia/Germania/Giappone/Usa sarebbe stato un successo.
    2 punti
  32. a me non dispiace, soprattutto vedendo cos'hanno combinato su Fiat e Citroën
    2 punti
  33. Bisogna vedere il futuro bilancio, in quello dell’anno scorso esisteva ancora, e noto che Vauxhall, Citroen, Opel, Peugeot e Maserati di fatto erano delle (aziende) sussidiarie, mentre le case italiane son solo marchi quindi non esiston più come “azienda”… Poi non so, non ne capisco molto. Ho notato peró la stessa cosa anche in Piaggio che di fatto Aprilia e Moto Guzzi non esistono più ma son solo marchi registrati
    2 punti
  34. Rimango dell’idea che avrebbero dovuto chiamarlo DoblonE: sarebbe stato fighissimo
    2 punti
  35. La Multipla è la dimostrazione che se dimostra coraggio e lungimiranza, una casa automobilistica può sviluppare un prodotto davvero inedito, controcorrente, anticonformista, innovativo, avanti rispetto ai tempi e che sarà destinato a essere un mezzo flop 😩
    2 punti
  36. Opel di gran lunga il meglio caratterizzato a questo giro.
    2 punti
  37. Fiat ne esce peggio delle altre a mio avviso. Doblò non so capisce bene che firma luminosa abbia, scudo ne ha una ma di una banalità incredibile, Ducato no comment
    2 punti
  38. Sempre avuto un debole per la Giulietta... Tra l'altro nella mia ignoranza ho sempre pensato che il 1.3 fosse derivato direttamente dal 1.6 invece aveva misure di alesaggio e corsa molto diverse: il 1.3 era un corsa corta con alesaggio del 1.8, mentre il 1.6 un corsa lunga, lunghissima. La rotondità e brillantezza di quei bialbero era davvero eccezionale per l'epoca.
    2 punti
  39. Dopo la nostalgia della Giulia e morto Marchionne gli era venuta nostalgia dell’Arna e vualà. Ecco il Tonale. Sai che è al momento l’UNICA Alfa Romeo che da quando ho preso la patente nel 2000 che non sono ancora andato a vedere, ne provato, ne sento l’esigenza o la volontà di farlo?
    2 punti
  40. Non so fino a che punto Giorgio sia stato immediatamente escluso, dato che il piano del 2014 prevedeva tutte le auto su Giorgio, incluse le segmento C. Vero che nel frattempo pure BMW si è messa fare auto di segmento C su piattaforme TA, ma peccato appunto che non si è sfruttato questa opportunità per distinguersi. Non so, dall'esterno, per tempi, per risultato finale, la Tonale dà l'impressione di un prodotto alla gestazione molto complicata. Da lì la mia domanda. Poi, alla fine, la piattaforma è un conto, ma come dici tu, si poteva pure fare di meglio partendo da SUSW. Alla fine, Cupra è riuscita a tirare una Formentor dalla piattaforma MQB. L'ho già detto, ma Formentor doveva essere, secondo me, l'impostazione che doveva avere pure il Tonale. C'è un po' da disperarsi quando un brand senza storia e senza know-how tecnlogico, pura emanazione del marketing, sforna un perfetto SUV Alfa di segmento C. Poi, se Tonale vende comunque bene, amen. Alla fine deve portare soldi per finanziare i modelli che ci interessano davvero a noi, appassionati.
    2 punti
  41. 2 punti
  42. Nonostante sia stata vituperata il lungo e in largo io la considero una delle migliori auto fatte da Fiat.... anzi, non è un'auto, è una architettura su 4 ruote. Io ce l'ho, purtroppo una seconda serie, comprata nuova... ci ho fatto viaggi in tutta Europa, anche in 6 persone, le quali democraticamente godono tutte dello stesso spazio e comfort..... oppure ho viaggiato in 3 con 3 biciclette caricate all'interno, semplicemente togliendo i sedili posteriori.... il tutto con una lunghezza di 399 cm..... grande Multipla!
    2 punti
  43. oh... proprio "malato" di Renault.... 😅
    2 punti
  44. Con la tripletta di cui sopra, era un'impresa anche arrivare al 2 nella prima cifra della transazione. Quando ero neopatentato, una Bravo Dynamic km0 90cv con GPL e parecchi optional (vernice micalizzata, cerchi in lega) potevo portarla via a 13900€, ancora ho il preventivo. E 5 anni dopo, tutti ad eccitarsi per la stessa auto allo stesso prezzo made in Turchia anzichè a Cassino, che dopo altri 5 anni è raddoppiata di prezzo.
    1 punto
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