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Stai visualizzando i contenuti con il più alto punteggio, pubblicati in data 02/11/2024 e localizzati Tutte le aree/sezioni
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Diminuiti i prezzi, - 600 euro al configuratore Jeep per la Avenger 4xe!!! Ora si parte per la: UPLAND da 31.350 euro THE NORTH FACE da 37.350 euro5 punti
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Ormai siamo in fabbrica, l'Alfetta è una realtà ed è pronta ad essere replicata in migliaia e migliaia di esemplari. Ragion per cui la smetto di tediarvi col bla-bla e vi lascio a questa carrellata di romantiche immagini, in bianco e nero e pure di qualità così-così, tipiche della stampa dei tempi. (le foto sono tante, per cui riaggiornate la pagina ogni tanto: le sto caricando tre/quattro alla volta) In ricordo di tutti coloro che hanno passato la loro vita lavorativa là, in quel posto ove oggi andiamo a comprare vestiti firmati, libri, gioielli e a riempirci la pancia al Signorvino o in Dispensa Emilia.3 punti
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Prove aerodinamiche (questa parte è molto tecnica, oltre ad essere corredata da diagrammi in tedesco.... la riporto interamente per il desiderio di appiopparvi tutto il malloppo , ma ad alcuni potrà risultare un po' noiosa) Appena definita una prima forma della carrozzeria, fu riprodotta in scala 1:4 per le prove in galleria del vento effettuate quasi tutte presso il Politecnico di Torino. Dalla prima serie di prove risultarono troppo elevati sia il coefficiente di resistenza che quelli di portanza (l'anteriore in particolare). Per ovviare agli inconvenienti aerodinamici del primitivo studio di forma, si decise di affinare la pianta del muso, di rendere più sfuggente il parabrezza ed elevare il profilo del baule. Lo studio in galleria dell'entità da dare a queste modifiche condusse, attraverso aggiornamenti successivi, alla forma attuale; risultandone un comportamento aerodinamico soddisfacente sia riguardo la resistenza che la distribuzione della portanza e la sensibilità al vento laterale. Un rilevamento più preciso delle caratteristiche aerodinamiche della forma esterna definitiva fu poi fatto su un esemplare di pre-serie dell'Alfetta, nella galleria in scala naturale del Politecnico di Stoccarda. A quest'ultima serie di foto di prove si riferiscono sia i diagrammi (conformi all'originale tedesco) che le fotografie di visualizzazione del flusso con angoli d'imbardata varianti da -35 a +35 gradi. (torno subito ) Nello specifico, qui sotto vediamo: (mi fido eh... io il tedesco non lo so e i grafici non li so interpretare, vi lascio il tutto... se voi ci capite, beati siete ) variazioni della portanza (totale A, parziale sull'asse anteriore Ar e posteriore Ah) con l'incremento di pressione dinamica e velocità del flusso simmetrico; variazioni delle sei componenti aerodinamiche fondamentali – vettori di portanza (CA), spinta laterale (CS) e tangenziale (CT); momenti di rollio (CL), beccheggio, (SM) e imbardata (con) nonché della distanza del centro di pressione (e1:1) dal punto O a metà passo, al variare dell'angolo d'imbardata. variazione del coefficiente di resistenza (CW) con l'incremento di pressione dinamica, velocità del flusso simmetrico e numero di Reynolds; distribuzione delle pressioni sulla superficie esterna della carrozzeria nel piano di simmetria longitudinale. I principali risultati ottenuti si possono così riassumere: il coefficiente di resistenza si è ridotto dal valore di 0,490 del primo modello ad un valore di 0,405 sul modello nella versione finale (senza circolazione d'aria interna), e di 0,428 sulla vettura reale; il coefficiente di portanza anteriore (0,251) è ancora superiore al corrispettivo posteriore (0,114) ma in misura tale da non influire sul centraggio della vettura. Per quanto riguarda la sensibilità al vento laterale, sempre dall'esame comparativo dei grafici si deduce come la forma della coda, pur aumentando la spinta laterale, abbia diminuito il momento di imbardata. Infatti il centro di pressione risulta spostato verso il baricentro della vettura, e tanto più vicino al baricentro quanto maggiore è l'inclinazione del vento rispetto all'asse di moto. Quindi il braccio della forza laterale rimane contenuto per un notevole campo dei valori dell'angolo d'imbardata, così come il relativo momento. È interessante osservare che una coda ancor più alta avrebbe ulteriormente migliorato il coefficiente di resistenza, ma si preferì non forzare ulteriormente il compromesso raggiunto fra esigenze estetiche ed aerodinamiche. L'aerodinamica interna venne studiata sulla vettura reale; furono così definite posizioni e sezioni esatte delle bocchette di immissione e scarico aria dell'abitacolo. Le prove di regimazione termica del motore condussero infine al disegno ottimale della presa d'aria e degli scarichi relativi. Dopo tutto questo lavoro, arrivò il giorno in cui quest'Alfetta bisognava costruirla in uno stabilimento, per cui nei prossimi post ci trasferiremo sulla linea di montaggio. (pausa )3 punti
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Ripasso A del 01/11/2024 Titolo del topic ⬇️ Scelte strategiche gruppo Stellantis NV Ripasso B del 01/11/2024 1 - Prima regola del www: "CIÒ CHE INSERISCI NEL WEB RESTA PER SEMPRE" Non scrivere cose di cui potrai pentirti: anche dovessimo cancellare un tuo messaggio in Autopareri, esso rimarrà nei siti di web caching Art. 1 - Argomenti 1.2 Recanti offese a utente ed a terzi, anche se personaggi pubblici; 1.4 A carattere diffamatorio, di odio, minatorio, o terroristico; 1.6 A carattere politico e/o religioso; Art. 2 - Comportamento 2.1 Sono vietati insulti verso altri utenti, o verso terzi, anche se personaggi pubblici. 2.2 Sono vietati estremizzazioni di idee politiche, religiose o razziali. 2.3 Sono vietati atteggiamenti di aggressività, superiorità o tali da minare l'equilibrio e la serenità nelle discussioni. Nota al ripasso B, a scopo informativo, la Polizia Postale ha bussato a casa di un utente di Autopareri chiedendo lumi relativamente ad un contenuto postato. Ricordatevi la prima regola. Uomo avvisato, mezzo salvato3 punti
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Stando alla rivista tedesca Auto Moto Und Sport la Red Bull ha accusato la McLaren di iniettare acqua negli pneumatici per evitare il surriscaldamento dei pneumatici, la FIA sta indagando https://www.auto-motor-und-sport.de/formel-1/mclaren-wasser-reifen-trick-verdacht-red-bull/2 punti
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Bravo. Oggi i vari paesi dell’UE pensano ai propri interessi in prima istanza e poi eventualmente alla causa comune se gli fa comodo.2 punti
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Che poi che minkia protestano se loro sono decenni che li applicano... la faccia come il cvlo. Ma per piacere. I francesi possono essere anche simpatici come la sabbia nelle mutande, ma attualmente siamo tutti sulla stessa barca, che rischia di affondare. Sono proprio su questi deliri che I cinesi fanno affidamento affinché non prendiamo le necessarie misure per contrastarli.2 punti
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Farei volentieri a cambio, noi ci teniamo la Renegade e loro la Ds3. :)2 punti
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I agree but it's been announced that the next-gen 500 will be made in Mirafiori. It is also though entirely possible that this plan has changed2 punti
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Sto leggendo vagonate di emme su Pecco. Ma dovendo arrivare a tutti i costi davanti a Martin ha dovuto forzare ed è arrivata la caduta.2 punti
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Praticamente questi veri geni stanno sparando gli ultimi fuochi finali. Sempre se le venderanno in Europa. Poi noi ci ritroveremo con le BEV e loro continueranno a venderle nel resto del mondo.2 punti
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Torniamo ora alle pagine dei primi anni '70 e vediamo un pochino il modo in cui lo Stile Alfa passava... dalla teoria alla pratica. Divisione impannellatura Durante l'esecuzione del modello scala 1:1 definitivo da parte del Centro Stile si incominciano a fare delle ipotesi di scomposizione della carrozzeria in “parti mobili” (porte e coperchi cofani) e “impannellatura” o pannelleria fissa. Porte: è indispensabile che sul manichino di abitabilità interna – via via costruito, modificato e completato parallelamente al modello di forma esterna – vengano controllate sia qualitativamente che quantitativamente le modalità di ingresso e uscita dall'abitacolo. Tale ricerca è completata dalla definizione degli assi cerniera che determinano facilità e grado di apertura delle porte. Coperchio cofano motore: si stabiliscono a disegno, in base agli ingombri del gruppo motopropulsore e degli altri organi meccanici, le pareti longitudinali di contenimento e supporto (fianchetti del pianale/telaio) e si verifica l'accessibilità dalla parte superiore ai diversi vani di servizio, su un prototipo camuffato che serve per le prove sperimentali. Stabilito un taglio ipotetico minimo, si controlla la forma dei parafanghi anteriori: quindi – in accordo con le esigenze di stampaggio e assemblaggio e nel rispetto di quelle stilistiche – si traccia la divisione (con relativa aria) tra pannelleria fissa e mobile. Coperchio cofano portabagagli: si ricorre ancora una volta al manichino di abitabilità; completato anche nella parte posteriore, esso serve al controllo d'accessibilità e capienza del bagagliaio. In esso viene sistemata una serie di valigie formato standard: ovviamente a parità di classe con l'intera gamma di vetture concorrenti, il vano portabagagli “deve” risultare più capiente. Il suo dimensionamento si risolve perciò in un compromesso tra le esigenze di massima capacità di trasporto ed i vincoli d'ingombro sia interno (trasmissione, sospensioni, ruote, serbatoio e così via) che esterno. Anche la scomposizione in pannelli fissi e mobili – quindi taglio del coperchio baule – viene definita come nel caso precedente, tenendo in dovuta considerazione sia la funzionalità nelle operazioni di carico e scarico che l'integrità strutturale della scocca (ogni rinforzo d'irrigidimento si risolve in un aggravio di peso e di costi), sia le esigenze produttive che quelle estetiche. Impostazione metodi produttivi Una volta scomposto fondamentalmente il rivestimento esterno della carrozzeria in pannelli fissi e mobili, questi vengono esaminati uno per uno in funzione dei seguenti tre parametri principali: Esecuzione del singolo particolare per quanto riguarda la sua stampabilità; il pezzo deve cioè rispondere a precisi requisiti costruttivi in base alla tecnologia di lavorazione a freddo delle lamiere e l'impiego di vari tipi di stampi, siano essi per tranciare, piegare o imbutire. Unione del particolare in un sottogruppo che per le parti mobili rappresenta l'assieme finito, mentre per i pannelli esterni (fissi) costituisce l'unione, segnata dalle linee di assemblaggio, con pezzi di completamento. Nel primo caso occorre stabilire dove il particolare si può fissare alla relativa ossatura sottostante, e come ciò si possa eseguire con le attrezzature prestabilite; nel secondo caso va eliminata ogni possibile interferenza nelle operazioni di graffaggio o saldatura (che non deve risultare in vista) con le attrezzature previste per la produzione in serie. Montaggio dei sottogruppi sull'ossatura scocca; esso deve completarsi in linea d'assemblaggio schivando tutti gli ingombri delle varie attrezzature di posizionamento e saldatura. Bisogna evitare che per incapacità o difficoltà di esecuzione si debba ricorrere a qualsiasi altra operazione di saldatura che non sia quella per punti a pressione. Conclusa questa lunga e complessa fase di elaborazione del progetto con la definizione dei metodi di produzione, il lancio delle relative attrezzature inizia dalla costruzione del “master model” per la realizzazione degli stampi, come mostrano le fotografie qui sotto. (pubblicità )2 punti
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Abbiamo poi queste immagini da aggiungere alla lista... ... e non possiamo certo tralasciare queste, che riguardano la proposta di Bertone (come ho detto in principio, in questa fase stiamo più che altro "ripassando" ) (torno subito ) Ci sarebbero poi altri figurini, visti e stravisti, nonchè alcune immagini dei modelli in scala delle fasi iniziali di ricerca, alcuni dei quali conservati ancora oggi al Museo, ma per chiudere la parte dedicata al design in senso stretto mi soffermo su questi due: un "Nardiello" del 1967 che possiamo definire uno dei primi "esperimenti" e poi questo stupendo "Giugiaro" che ci riporta all'intervista fatta anni fa da Auto D'Epoca a Mario Favilla, nella quale venne fuori che alla fine il Giugi aveva lasciato qualcosa anche sulla berlina. Dopo questi, farò una breve (vera) pausa per lasciarvi metabolizzare il tutto (ho già visto dei like mentre ancora caricavo a spizzichi e bocconi per cui fermo un attimo, così vi stabilizzate) Pausa. (vera )2 punti
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Vado a tirar su un topic vecchio di 15 anni, pensate un po'... che mi fa provare un po' di nostalgia perchè leggo le parole di diversi amici che per un motivo o per l'altro non frequentano più. Non avendo però voglia di creare un nuovo titolo per un'auto che sicuramente aveva già dei topic dedicati, mi sono messo a cercare e oplà, eccolo qua. Si va quindi a leggere un dossier sulla genesi stilistica dell'Alfetta, il quale però non è semplicemente il racconto di come è stata creata la vettura (quali proposte, scartate e non, e via dicendo) ma è anche l'occasione per osservare più da vicino il metodo di lavoro secondo il quale il Centro Stile Alfa Romeo trasformava il disegno di una nuova vettura in qualcosa di tangibile. Facciamo allora un salto verso la fine degli anni Sessanta, cogliendo ispirazione dai testi di Style Auto del periodo in questione. Il tempo che andrete a leggere quindi sarà IL PRESENTE. A volte le immagini a corredo avranno un preciso legame con un certo punto del discorso, e di conseguenza lì le troverete. In altri casi, saranno random perché di varia natura e slegate dal testo. Quando il signor server mi dirà che non posso caricare altre foto, inserirò la pausa, caricherò il possibile e preparerò il post successivo... come sempre, se il tempo di attesa sarà breve, il forum mi unirà le risposte, per cui potrebbe capitarvi leggere “fine parte xxx” e poi vedere che continua In altri passaggi ci vorrà un po' di tempo. Abbiate quindi pazienza se vi capiterà di entrare e vedere che... la storia non è completa: io starò lavorando alla parte successiva. Ora però la smetto di blaterare, e lascio la parola... all'Alfa. ALFETTA 1972 La carrozzeria della nuova Alfetta è la prima realizzazione esplicitamente firmata dal Centro Stile Alfa Romeo (il relativo marchio appare sulla fascia interna copri-soglia porte anteriori). Il racconto di come fu disegnata e collaudata e di come viene attualmente prodotta, inizia in modo inconsueto: il progetto 116 nacque infatti “dal di dentro”, in funzione primaria cioè di un abitacolo spazioso, confortevole e di facile accesso per 4/5 persone, nonché un baule di forma e dimensioni adeguate alla quantità dei loro bagagli nei lunghi viaggi. Il tutto contenuto entro ingombri esterni ridotti il più possibile. Rispetto alla Giulia Super, il modello che un primo tempo era destinato a sostituire e di cui conserva la misura del passo (2,51 m), l'Alfetta è più larga di 6 cm e più lunga di 12 cm; l'abitabilità, soprattutto quella posteriore, ne risulta migliorata più nettamente di quanto non dica l'incremento delle misure esterne e ciò sia in senso trasversale con l'introduzione (per la prima volta in una berlina Alfa Romeo) dei cristalli laterali curvi, sia in senso longitudinale grazie anche alla nuova disposizione degli organi meccanici. Rispetto alla 2000 (la 1750 che aveva la stessa carrozzeria con passo di 2 metri e 57 centimetri non è più in produzione, sostituita appunto dal nuovo modello), l'Alfetta è più corta di 11 cm e più larga sempre di 6 cm. La carrozzeria della 1750/2000, infatti, deriva strettamente da quella delle Giulia con un restyling della pannelleria esterna anteriore e posteriore ed incrementi dimensionali soltanto longitudinali (passo + 6 cm e lunghezza + 23 cm); il parabrezza, l'ossatura porte anteriori e quindi la scarsa abitabilità trasversale sono tuttora sostanzialmente condivisi fra le due berline all'estremità inferiore e superiore della gamma Alfa Romeo. Anche se stilisticamente il design della carrozzeria di quella intermedia non può considerarsi altrettanto avanzato delle sue caratteristiche meccaniche, il progresso rispetto all'attuale produzione della Casa milanese è stato notevole sotto ogni punto di vista, ma soprattutto in funzionalità. I figurini che seguono, rapportati pari pari con le fotografie dei modelli in grandezza naturale, mostrano l'evoluzione della forma esterna. (qui ovviamente andiamo a rivedere anche immagini conosciute, grazie al topic delle mai nate... e troverete sicuramente le prime "pause" perchè le foto non sono poche) Iniziamo dalla proposta che possiamo considerare come la più vicina alla vettura definitiva. To be continued... (torno subito ) Tali figurini, tradotti in 3D con lo sviluppo hanno portato alla costruzione di una maquette che conosciamo bene. (torno subito ) Ora invece rivediamo insieme l'altrettanto conosciuta "cassata", tramite un esempio di figurino e la relativa maquette (asimmetrica) (torno subito )2 punti
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Buongiorno a tutti e un imponente grazie ad Angelo, perchè quando si tratta di analizzare dettagli e differenze tra i vari modelli nati durante lo sviluppo di un progetto, pochi sanno andare in profondità come lui!! Col passare del tempo, man mano che le immagini delle varie "formaggine" si aggiungevano all'archivio digitale (avendo costruito la biblioteca negli anni, tramite i mercatini, una delle costanti è stata quella di tornare più volte ad aggiungere materiale, dopo aver recuperato "cartaccia" del tal periodo) mi feci l'idea che in Fiat dovevano averne costruite diverse, forse anche di più di quelle che abbiamo visto tra esposizioni e collaudi. Notai che la "formaggina" aveva subìto delle modifiche, e pensai ciò fosse dovuto al fatto che era passato parecchio tempo dalla prima presentazione ai giorni in cui diverse riviste l'avevano "pizzicata" sulla strada. Ammetto però che a quel punto, preso da altri misteri, non le dedicai molto tempo. Oggi riparto proprio da questa parola: tempo. Sì, perchè così come ai tempi non mi misi a studiare le varie differenze - ragion per cui ringrazio ancora Angelo di averlo fatto ora - nemmeno feci caso a QUANTO tempo era passato. Davvero tanto... Per fare un esempio, noi sappiamo che la vetturetta viene presentata per la prima volta al Salone di Torino del 1972. Bene: tanto per dirne una, la foto-spia con "dida" che ho caricato l'altro giorno in chiusura del post fu pubblicata il 13 gennaio del 1976, ed in base a ciò che vado a scrivere posso dire che non era nemmeno una delle ultime. Riassumendo ciò che ho ritrovato ieri, torniamo al 1972: la "formaggina" viene presentata e - altra cosa che non avevo notato ai tempi - in quel momento non ha nemmeno un nome. Non si chiama "X1/23", anzi... non si chiama e basta. Nata da uno studio del CS Fiat focalizzato su design e sicurezza (gli stessi uomini si erano cimentati da poco sul grande progetto ESV, di cui a breve parleremo in maniera così prolungata che... riuscirò a farvi addormentare davanti allo schermo ) rappresentava la possibile riduzione in scala "minima" del concetto di vettura ANCHE sicura, come la si immaginava ai tempi. Le grosse fasce protettive ed il massiccio... come chiamarlo, sopracciglio? sul frontale si rifacevano infatti ad alcuni dettagli tipici delle tre ESV gialle, così come varie soluzioni adottate all'interno, che non sto a citare ancora perchè già descritte nel post precedente, erano tutte studiate per proteggere i passeggeri. Ma torniamo al nome: in quel momento ancora non ne aveva uno. La vetturetta parve interessante a molti, ma una volta spente le luci della ribaltà tornò da dove era venuta e fu in quel momento che venne, non dico "archiviata" ma almeno inserita fra i progetti di cui Fiat si stava occupando o che comunque "aveva lì". Fu in quel momento che le venne affibbiato il suo bel "23". Risalgono a quei giorni anche le prime info certe su quella che era la sua propulsione: al di là di quanto era stato lasciato intendere attraverso studi come quello della plancia dotata di strumentazione per una vettura elettrica, nulla di preciso era stato dichiarato. A quel punto invece trapela la notizia che dopo il Salone la piccolina viene impostata come una elettrica con motore anteriore da 13,5 cavalli. Poi... anni di silenzio, o quasi.... perchè là dentro ogni tanto a questa "formaggina" buttano un occhio. Abbiamo infatti visto che all'inizio del 1976 gironzola sulle strade torinesi. Nel 1978 il neonato Centro Ricerche Fiat la prende in carico, continuando a chiamarla "23" e trasformandola in maniera percettibile per chi - come noi - ha buon occhio. In mano al CRF il progetto progredisce in maniera più rapida: gli studi più recenti sulle batterie e sulle nuove tecnologie forniscono al giocattolino nuovi accumulatori al nichel-zinco con una capacità 1,75 volte superiore di quelli al piombo-acido adottati in precedenza. Arrivano addirittura alcuni dati sulle performances: velocità massima di 75 km/h, autonomia di 70 km alla velocità costante di 50 km/h. Inoltre - e qui arriviamo forse al "nocciolo" dell'interessante questione proposta da Angelo - il CRF la modifica in varie parti della carrozzeria. Il motivo? Eh... in quel momento si sta veramente pensando di metterla in produzione ad un costo ragionevole, e tutte le modifiche relative alla carrozzeria sono studiate - secondo quanto dichiarato - per poter produrre le varie parti tramite il classico stampaggio utilizzato per i modelli di normale produzione. In definitiva, l'esistenza di due diverse X1/23 (o magari anche più di due...) dovrebbe essere dovuta questo. Da una parte il classico concept, dall'altra il risultato di un'evoluzione messa in atto da qualcuno che per un momento ci aveva creduto davvero. La fine della storia la conosciamo... fu la stessa Fiat a dichiarare che al di là di tanti buoni propositi e tanti "oooh, interessante!!" espressi dagli spettatori, analisi di mercato compiute dalla Casa stessa sentenziarono che al momento di tirar fuori i soldini e adattarsi ad una nuova mobilità, fatta soprattutto di cambiamenti di abitudine che sempre suonano come fastidi, la macchinetta elettrica non l'avrebbe comprata nessuno. (mi ricorda qualcosa, tutto ciò...) In chiusura, due immagini serie ed un "pasticcino" che si ricollega alle mie interruzioni pubblicitarie disneyane e pure alla definizione "becco da papera" data da Angelo al frontale della versione modificata. Iniziamo dalla tecnica: ho recuperato queste due immagini, la prima penso molto comune perchè ricordo di averla pescata sul web tanto tempo fa. Lo spaccato della "papera". Qui invece, nelle due viste, insieme ad alcune quote vediamo espressi - in maniera più semplice - i "fondamentali", e credo che si tratti della prima versione. Ma ora passiamo dal serio al faceto... devo ammettere di non ricordare su quale social ho già condiviso in passato questo divertente aneddoto, se qui oppure su FB. Nel caso la mia fosse una replica, mi scuso (sto invecchiando, la memoria a volte...) ma visto che in questi giorni ci siamo concentrati sulla "formaggina", mi pare giusto riproporre il contenuto in questa sede. Insieme ad una Montreal guidata "a tutta birra" da un incredibile contadino-pilota che concede un passaggio a Paperino e nipoti e ad una Fiat 850 oggetto di un vero e proprio "spot" con protagonisti i Paperi tutti, la X1-23 è una delle poche italiane ad essere comparsa su Topolino. E' Paperina ad andarla a recuperare, per conto di Zio Paperone che sta completando la sua collezione di automobili di ogni epoca (nascosta sotto il Deposito) nella storia "Zio Paperone e i 100 Anni dell'Automobile". (Topolino n.1614-1615, Novembre 1986 - Disegni di Guido Scala) (nemmeno Zio Paperone voleva l'elettrico )2 punti
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Dall'altra parte hai Dongfeng che, a freddo, per rilevare una fabbrica italiana e investire due spicci per produrre un paio di anonime carriole, ha posto come condizione di far entrare Huawei per le infrastrutture delle reti italiane. Con ripercussioni anche potenzialmente militari, visto che una volta che controlli lo scambio di dati, controlli tutto. E non hanno neanche cercato di nascondersi mentre lo dicevano, io ancora non ci credo, sto metabolizzando questo fatto.2 punti
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concorrenza talmente sleale che le case "locali" urlano a gran voce la loro contrarietà ai dazi. ammetterai che c'è qualcosa che non va. che poi sai che problema comprare cinese, il 99,9% dell'elettronica che abbiamo in casa è cinese, e buona parte di ciò che è fatto in plastica. il problema non è economico (non solo) ma politico e strategico: quelli che chiamate "nostri marchi" sono gestiti da gente che ha anteposto totalmente il profitto personale a politiche industriali di sviluppo. l'anno scorso stellantis ha accumulato miliardi e presumibilmente li ha spostati in qualche paradiso fiscale, quest'anno chiude stabilimenti e chiede sussidi. il costo del lavoro, dell'energia, della burocrazia, etc. c'erano anche due anni fa. quasi quasi meglio i cinesi...2 punti
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Vorrei tanto che qualcuno della Ferrari mi spiegasse il mancato pit stop della 51 durante l’ultima SC. L’avevo capito io, l’ultimo idiota dal divano di casa, che era una stronzata. Alla fine, due gare vinte, altre due regalate per errori strategici clamorosi, una ci è stata rubata, e tutte le altre gare corse senza avere nemmeno la possibilità di combattere. Non ho il coraggio di fare i calcoli di come sarebbero state le due classifiche con qualche errore in meno e un po’ di fortuna in più. Ci sono tante cose da migliorare per il 2025.1 punto
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Ci dovrebbe essere una specie di launch control disinserendo i controlli, tenendo premuti insieme acceleratore e freno e rilasciando il freno.1 punto
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Io ero convinto fosse domani, ho acceso giusto in tempo per vedere il sorpasso di Giovi1 punto
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Gio. ritorna in testa. Appena superato Stevens con la Porsche Jota. Ferrari seconda in GT3 dietro alla Corvette. Gio. entrato ai box. Pit stop ineccepibile stavolta.1 punto
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La 51 con Giovinazzi era comodamente in testa con 6 secondi di vantaggio sulla seconda, la Porsche Jota n.12. Al primo pit stop in AF si incasinano con le gomme, perdono un sacco di secondi, e Giovinazzi rientra secondo staccato di 7 secondi. Tutti i contendenti per il mondiale piloti sono attardati. La Toyota 7 è terza, la 50 è 12esima, la Porsche 6 è 15esima.1 punto
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Se effettivamente Pomigliano sarà lo stabilimento per la piattaforma small, credo che la nuova 500 su base small a Mirafiori non abbia senso.1 punto
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Se anche qui non dico castronerie, prima avrebbe montato due microturbine alimentabili con gas, diesel ed altri carburanti, che ricaricavano delle batterie connesse a quattro motori elettrici, uno per ruota. Poi si passò al 1.6 con volumetrico e turbocompressore che tu citi. Questa è invece una delle 4 (anche se si dice siano sette o sei) che furono date alla produzione del film di 007, realizzate dalla Williams, esteticamente simili ma sotto totalmente differenti, avevano appunto il 5.0 Supercharger montate su un telaio space-frame con specifiche WRC e il cambio DCT 7marce (questo ciò che disse il capo di JLR SVO). EDIT: ho indagato e questa secondo Callum sarebbe la seconda sulle quattro vetture del film, la prima è un esemplare arancione fatta verso Marzo/Aprile di quest'anno1 punto
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Bella ma non fa gridare WOW mi ricorda un mio progetto di ormai 10 anni fa quando feci un remake di X1/9 su base 4c che prendeva spunto dalle varie realizzazioni Bertone.1 punto
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Dal mio punto di vista il modello in questione non può essere applicato. E' diverso rispetto a quanto accaduto con il cellulare e poi con lo smartphone, poiché con le BEV, ci si è accorti che nel concreto, non mantengono ciò che promettono, per cui per superare la diffidenza che si è creata devono costare meno e di parecchio (e non grazie agli incentivi) e promettere le autonomie e i costi di ricarica che vengono sventolati ai 4 venti dai venditori, sempre puntualmente disattesi. Se poi mettiamo in conto che la metà delle colonnine che nelle varie app sono segnalate o vengono lette libere e invece sono impegnate o non funzionano, beh....chi si compra una BEV oggi ha la mia ammirazione, perché ci vuole davvero molto coraggio a martellarsi con le proprie mani gli zebedei in questo modo, creandosi più problemi ed impedimenti che reali benefici.1 punto
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Beh dai, Rueda per un team di fondo classifica va benone. Certo, noto che Binotto continua ad avere una certa diffidenza verso gli estranei e preferisce ricorrere ai fedelissimi.1 punto
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Come sarebbe? Io vedo il cruise adattivo di serie sulla upland. Comunque il pacchetto tecnico è un unicum a quel prezzo, di integrali abbordabili ci sono solo queste e la Dacia, mi pare (quella sì che non ha adas completi neanche a richiesta).1 punto
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Abbiamo vissuto abbastanza da vedere VW diventare un brand discount più di francesi e giapponesi, what a time to be alive :D1 punto
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L'ultimo che ricordi è stato Hamilton in Mc Laren. Sicuramente un azzardo, evidentemente puntano molto su di lui, oppure pensavano di tenere Hamilton per un altro anno e si sono trovati "con il cerino in mano" per il 2025. Speriamo che non gli mettano troppa pressione, poi vediamo per il 2026.1 punto
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a parte l'elenco già fatto che appoggio in pieno aggiungo: - fettucce gancio traino anteriori e posteriori - filetti e filettini colorati inseriti in intercapedini il 99% delle volte mai dritti e pieni di onde - i fari posteriori neri a bomboletta con effetti opaco (ma ancora?) - lampadine super xeno ultrawihite etc montate anche sulle 1261 punto
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Tipica sportiva semiartigianale italo-qualcosa, rara ed esclusiva, di quelle con mille vicende intricate e curiosissime, la Qvale Mangusta non l'avevamo ancora citata in questa discussione, ma anche lei ha il suo bravo bagaglio di carry-over! Sappiamo che dietro questo nome molto esotico, c'era inizialmente un'idea portata avanti da Alejandro de Tomaso. Il quale, come spesso era accaduto in precedenza, si era rivolto a Ford per ottenere una meccanica adatta ai suoi scopi: un grosso V8, potente ma affidabile. Oltre a questo però, ottenne anche le forniture per altre componenti, meccaniche e non... Tralasciando allora la meccanica, che non è argomento del thread, la componentistica prestata da altre vetture non è comunque sfacciatamente palese come in altri esempi di questa categoria. Evidentemente, Gandini riuscì a tenere uno stile distintivo in tutto. Guardando invece dentro l'abitacolo... ...si trova una notevole familiarità con la stessa "donatrice" del V8 che muove questa Mangusta, vale a dire la Ford Mustang Cobra del periodo: La forma della plancia già fa intuire l'origine, e a questa si aggiungono componenti come l'intera colonna dello sterzo, inclusi levette e volante (sebbene camuffato...); e poi strumentazione, manopole clima e bocchette. Cambia il comando luci, che Mangusta prende da un'altra Ford... la Focus: Sul pannello porta, altri componenti Ford Mustang, quali le maniglie apriporta e il comando degli specchi elettrici. Mentre i pulsanti degli alzacristalli e della sicura-porta (qui il particolare) ...hanno curiosamente tutt'altra provenienza, della concorrenza direi : Opel Omega, Vectra, Astra, Corsa... E fuori? Poca roba, si diceva. Il ripetitore laterale ovale è di Ford Fiesta Mk4, quella del 1995 che fece "finire l'era delle utilitarie" . Poi, esclusi gli esemplari iniziali, per la maggior parte della produzione la maniglia sulla portiera è questa: A parte il foro chiave tappato ... e rimesso più in basso, perché evidentemente non combaciava con i meccanismi interni, qualcuno la riconosce? Be', sempre Ford. Ed è quella della Ford Puma, l'originale intendo, la piccola coupé anni Novanta.1 punto
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Si, anche se applicazioni di e axle con ponte torcente sono già esistite https://www.autozine.org/technical_school/traction/4WD_4.html https://en.m.wikipedia.org/wiki/Nissan_E-4WD1 punto
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Io non me ne vanterei. Non è illegale perchè lo ha deciso la "lobby dei meccanici ladri". E' illegale perchè riparare la macchina per conto proprio è un pericolo per la sicurezza tua e di chi incroci per strada. Detto questo, suggerisco a tutti di non dare ulteriori suggerimenti che possano contribuire a questo tuo comportamento poco responsabile e per niente sicuro. Vedi REGOLAMENTO art 1.10.1 punto
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