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Scoperto da poco che per la Gamma, oltre al V6 Dino e al V6 De Virgilio, presero in considerazione anche la sovralimentazione tramite turbo del 2.5 boxer (motore che portato a 300cv finì anche sui prototipi della Beta Montecarlo Turbo da corsa, scartato a favore del 1.4 turbo). Estratto da un'intervista all'ing. Bruno Cena del Club Lancia Gamma https://www.clublanciagamma.it/uomini-gamma/bruno-cena/7 punti
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E pensare che qualche anno fa hanno cassato il progetto della 500X Abarth perché non avrebbe venduto... Me lo ricorda ogni giorno la bella 500X Sport che becco sotto casa.5 punti
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La concorrenza come fa? Che poi ai concesaionari/officine autorizzate dovrai pur dar qualcosa su cui lavorare no? Se guardi i prezzi dei ricambi originali... Per me ci guadagnano abbastanza altro che! E vendere mezzi ti assicura gettito più o meno continuo. Senza contare che quando sarà il momento di sostituire l'auto, magari ricompra Fiat no? Se al cliente non dai nulla da comprare, lui va dalla concorrenza (che magari ti tratta pure meglio) poi come lo fai tornare? Con la pandina da 19.000€? La stessa Citroen C3 ha il manuale e costa meno della panda... Quindi? Per lei la regola non vale? La verità è che i costruttori, e noi tutti, saremmo dovuti scendere in piazza quando hanno approvato queste leggi. Comunque per il discorso sopra che "panda diventa cara"... Panda diventa anche più grande però. Anche in passato Grande punto era più grande (fuori) e costosa di punto classic (in maniera meno netta di questa panda però)3 punti
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A Villa Frescot c'è ancora l'Ulysse carro funebre usato per Gianni? Perchè se ciò che dite è vero, io organizzerei già il funerale alla C3.3 punti
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Primo post del nuovo anno in questo topic, ovviamente con avvistamenti non freschissimi (sto ancora finendo di pubblicare quelli del 2023, siamo più o meno a Novembre). Iniziamo con questa Fiat Uno 45 S 5p II Serie '94 in una splendida tinta che dovrebbe essere apparsa in gamma negli ultimi anni di produzione della Uno italiana, buone le condizioni di questo esemplare, andrebbe un po' sistemato il paraurti posteriore. Fine serie anche questo Suzuki Samurai 1.3 Berlina '97, da lì a poco la produzione a marchio Suzuki terminò e rimase solo quello prodotto in Spagna da Santana. Ovviamente personalizzato come quasi tutti i suzukini che circolano da noi. Se non fosse per il trasparente spellato sul cofano motore quest'Autobianchi Y10 1.1 Junior III Serie '93 sarebbe in ottime condizioni, molto elegante anche la tinta blu scuro metallizzata. Tutt'altro che buono invece lo stato di mantenimento di questa Volkswagen Polo 1050 II Serie MY90 '94 che però conserva ancora il portatarga e la vetrofonia del concessionario dove fu acquistata nuova (notevole il logo Audi anni '80 su quest'ultima), segno che potrebbe essere ancora in mano al primo proprietario. Restando nell'ambito Volkswagen ma con una vettura totalmente diversa vediamo questa Skoda Felicia 1.3 Pick-Up '96 con targhe polacche, ovviamente le targhe sono messe per QUEL motivo ma direi che sono coerenti con la vettura. Dovrebbe anche essere uno dei primi pick-up su base Felicia, non sono però riuscito a risalire all'anno d'esordio esatto di questo modello. Ancora bella e sfruttabile quotidianamente quest'Alfa Romeo 145 1.9 JTD II Serie '99 con un allestimento estetico alquanto "figo" e sportivo, peccato solo per il colore che percepisco come anonimo su quasi tutte le auto. Concorrente molto più moderna (fa impressione pensare che sia stata lanciata quasi 27 anni fa!) questa Ford Focus 2.0 Zetec-E 16V 3p I Serie '99, particolarissima versione a tre porte dotata del motore più prestante tra quelli disponibili sulle configurazioni non sportive, rarissimo da noi beccarne una! Questa versa in eccellenti condizioni, credo inoltre che sia una delle prime tre porte (non ho mai capitò se uscì insieme alla SW o dopo, non ne ricordo nessuna a targhe bianche). Ahimè in pessime condizioni quest'ormai quasi del tutto estinta dalle nostre strade Renault 19 1.4 GTS Chamade Ph.1 '90, berlina a tre volumi che riscosse grande successo da noi, in alcuni frangenti anche più della corrispettiva versione a due volumi. Questo esemplare abita in una zona altamente turistica e ho notato che viene spesso fotografato da spotter in trasferta, purtroppo quando l'ho vista io era sorvegliata in lontananza dal proprietario e ho dovuto scattare due foto al volo. Altre foto fatte al volo per la presenza degli operai nei dintorni, ma venute meglio, quelle di questo incredibile OM Grinta 2.5D Pick-Up '78, del primo anno di produzione di questo furgone! La mascherina non dovrebbe essere originale, i primi Grinta avevano infatti la cornice dei fari cromata e non vi era il logo Iveco, resistono invece le maniglie cromate originali. Concludo con questa quasi quarantaquattrenne Ford Fiesta 1.1 L 5p III Serie '81 in una tinta scura che la ringiovanisce non poco, son convinto che la striscia grigia sulla fiancata sia originale (ho dei vaghi ricordi di altri esemplari che la montavano), le da un tocco sportivo che non guasta in ogni caso. Condizioni ottime che potrebbero essere ulteriormente migliorate con una raddrizzata ai pezzi che compongono il frontale.3 punti
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(chiedo scusa per OT) Bellissima questa Magia! Sarebbe stata una degna avversaria della mitica Calibra, anche se le sembra vagamente ispirata… Non ne conoscevo l’esistenza, e alla ricerca di una foto del posteriore, ho trovato un esemplare con una differenza: una modanatura paracolpi sulla fiancata a mezza altezza (anche questa che la rende più vicina alla coupé Opel). Che ne abbiano realizzato più di un esemplare? Noto anche un dettaglio anomalo: il porta targa posteriore in formato USA. Ah! Ho scoperto anche che ne è stato fatto un modellino in scala!!!3 punti
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Follia! Chiedere 9,000€ per una citycar con 7 anni di vita, nemmeno messa bene. Tieniti la Fiesta, 85.000km su quel motore sono nulla. Con una manutenzione costante e regolare, i 200.000km sono fattibilissimi senza intoppi.2 punti
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Dimostrazione che gli incentivi servivan solo a far arricchire le case2 punti
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Certo che ormai pure questa è diventata carissima, 160.000 euro a cui aggiungere gli optional "obbligati" e si arriva sotto ai 200.000 in pochissimo tempo. Non è più così "abbordabile".2 punti
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La prima foto pare una Opel, però questo posteriore che sembra avere la barretta centrale che si intravede anche nel teaser di Gamma non è male. Rimango dell'idea che il "concetto" base dietro al nuovo stile Lancia sia molto azzeccato e bello. Spero solo riescano ad applicarlo ed evolverlo per bene.2 punti
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La Leap in Francia è già stata già abbassata a 14.900€, probabile che sarà messa a questo prezzo anche da noi a breve2 punti
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stessa fine che probabilmente farà Imola purtroppo. Poi però....preferiscono autodromi del ghezz come Las Vegas, Miami ecc. Alla fine.....comanderanno sempre i soldi, altro che sport........2 punti
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Obbligheranno ogni concessionario a prenderne tot... me le vedo già come auto sostitutive al posto delle Panda base... 😅2 punti
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Atteso per il Q3, anche se il 16 uscirà l'"early access" Lo vorrei prendere, peccato che il pc su cui gira ora Assetto Corsa non lo reggerebbe. Quindi doppia spesa nel caso. Dovrebbe avere anche svariati km di free roam intorno al Nurburgring, non si capisce bene se sarà aperto al modding (che è la vera fortuna di Assetto Corsa), parlano solo di mod approvate e licenziate che è esattamente l'opposto di quello che fa la community creando le mod... Scriverò a Babbo Natale2 punti
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Bel restyle del frontale e bellissimi gli interni. Adesso manca la Elroq Coupè per completare la gamma, provo a fare un ps.2 punti
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L’Argus non dice peró se sarà per l’Europa ma solo che avrá il 1.2 Manuale, infatti non è chiaro se le 1.2 non ibride saranno omologate Euro 72 punti
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Ma per carità, lo so bene che non sono lego, c'è una catena di fornitura da imbastire su e tutto, ma GPanda orginariamente doveva essere solo elettrica ma il mhev messo "in corsa" riescono a farlo debuttare assieme alla BEV (coi soliti 7 mesi di attesa Stellantis 🙄), 2 anni per mettere il termico manuale sono davvero praticamente quelli per convertire la 500 elettrica all'ibrido, lavoro che penso essere molto più oneroso e complicato.2 punti
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Guarderei più che altro alla distanza del concessionario/officina autorizzata da casa tua. In alcune parti di Italia (es, Veneto orientale), bisogna mettere in conto di macinare un po' di km. Per me sarebbe un problema relativo, ma per altri può essere anche una scocciatura. Toyota invece da quel che vedo ha una diffusione molto più capillare. Su modello vecchio/modello nuovo... Boh, direi che è un discorso abbastanza relativo. Semmai, è da sperare che restino in produzione nei prossimi anni. Purtroppo è una tipologia di vetture con vendite in picchiata e tanti costruttori stanno lasciando il segmento. La buona notizia è che sia Corolla che Civic sono prodotti globali e per questo complessivamente ben venduti. Se verranno dismessi,saranno tra gli ultimi a farlo.2 punti
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Ma di questo ne siamo davvero sicuri? Perché, se così fosse, vedremmo delle politiche di incentivi serie nel settore. Quello dei conducenti di mezzi pubblici e il settore in cui c'è più carenza di personale in tutta Europa. 6000 circa in Italia. Il doppio in Germania. Cifre che triplicheranno nei prossimi 5 anni, non c'è ricambio per i futuri pensionati, e l'età media sale di anno in anno. La richiesta aumenterebbe pure, ma ad oggi non si riesce a soddisfarla. Dov'è, ripeto, questa reale volontà politica?2 punti
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L’operazione Dedra/Delta 2 ricalcava fedelmente ciò che fu fatto 10 anni prima con Prisma/Delta 1. nello specifico, frontale ridisegnato in cui Prisma aveva gruppi ottivi più avvolgenti che terminavano con la freccia sul fender mentre delta aveva gruppi ottici più contenuti con il risultato di un frontale otticamente più stretto! Cellula abitacolo e porte identiche, infine Prisma aveva il volume di coda! per Delta 2 fu fatta la medesima operazione! Frontale ridisegnato con gruppi ottici più contenuti ecc.. erano i nuovi volumi di Dedra (che rispetto a prisma aveva il culo alto) che mal si sposavano con la trasposizione a 2 volumi! inoltre Delta2 aveva uno sbalzo posteriore veramente ridotto il che aumentava l’idea di “tagliato”. Avesse avuto il lunotto meno inclinato ed uno sbalzo posteriore maggiore forse il risultato sarebbe stato meglio ed anche la percezione di differenza da Dedra!2 punti
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Le elettriche che hanno programmi di guida pre.impostati che ti fanno sentire come Montoya perché simulano la "tipologia" di guida del pilota pre-scelto2 punti
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Per me è chiaro che se non c’è un obbligo a ridurre le emissioni, il costruttore non ha un grande interesse a rendere più complicato il business. Poi l’appassionato del V8 duro e puro è interessato ancora di meno2 punti
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Io spero solo che la gente non sia spaventata dal posizionamento un pò in alto di una vettura chiamata Panda...La scelta di proporre una Ypsilon a 25000€ in luogo della versione precedente che ti portavi a casa a 17000€, non ha ancora pagato....2 punti
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..quando capite - che un auto sportiva in un mondo delle mega-cities, di code infinite, di regolamenti sempre piu stretti e forti, di una guida autonoma e con big data che sara in grado di memorizzare tutto che fa la macchina, tutto che succede nella e fuori della macchina - non ha un futuro sul mercato globale. E un peccato - si, ma solo per qualche petrol heads di un vecchio continente che perde sempre piu di importanza. Guidare una macchina come nel secolo scorso e una cosa del passato, i futuro e qualcosa diverso.2 punti
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Oggi mia moglie ha parlato con un conoscente, un ingegnere meccanico che ha fatto tutta la carriera nelle case automobilistiche italiane, con un passato anche nei reparti corse, fino ad essere un dirigente di altissimo livello in Stellantis. È contentissimo di essere andato in pensione perché non ne poteva più, dice che i francesi stanno facendo andare a rotoli Stellantis e che è impossibile lavorare con loro.2 punti
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Come mossa pubblicitaria e' stata messa su gran turismo 7 già da qualche mese in maniera giocabile. Ovviamente e pallosissima da guidare,poi senti solo il rumore di rotolamento delle gomme e l' aria,il colpo di grazia in un gioco di guida.2 punti
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'Sto coso ti passa accanto, tu gli lanci un'occhiata e lui ti dice: "K@zzo guardi?"2 punti
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Nemmeno poi tanto tempo, stando a quanto ho appreso grazie ad un grande amico che ci segue dal Canada il quale mi ha inviato l'altro giorno tre pagine di un testo inglese (che onestamente non ho riconosciuto, non so se si tratti di un volume dedicato ad I.DE.A., alla carrozzeria italiana o ad Ercole Spada) sul quale ho lavorato un po' ieri per tirarne fuori il doppiaggio italiano Una volta finito il lavoro, mi son detto "Cioè, si sta ribaltando la situazione!!" (cit.) Vabbè, con questa citazione ho un po' esagerato: che lo stile della Dedra fosse stato il primo ad esser definito e "congelato" lo sapevamo già, così come il fatto che fosse stata la prima a mettere le ruote in strada, seguita a poca distanza dalla Tempra, mentre la Tipo ancora vagava per le strade torinesi col volto dell'Unone. Però... questo testo aggiunge alcuni aneddoti che, a distanza di 40 anni, fanno sembrare ancor di più la Dedra come la "mamma" di tutte. Da qui in poi leggete la traduzione, il più fedele possibile. Parole scritte dall'autore, quindi, non pensieri miei. Qui e là si inserisce un dialogo con Spada, e di conseguenza, il virgolettato, pensieri suoi. --- Nonostante le imponenti risorse umane, il primo tentativo da parte di I.DE.A di proporre un veicolo innovativo non è molto incoraggiante. Il VSS, una sorta di co-design con Fiat, che vuole essere una proposta di vettura compatta con carrozzeria in plastica. “La filosofia insita era probabilmente intelligente, ma non era bello da vedere. Proprio no.” Sorprendentemente, il CEO Fiat Vittorio Ghidella apprezza idee simili. Partendo da una base comune, vuole creare una serie di vetture dall'aspetto decisamente diverso, da vendere in segmenti differenti e/o anche con vari marchi. Dopo tutto, la Fiat possiede Lancia da un bel po' di tempo. Questa acquisizione ha senso solo con una maggior collaborazione. Perché non condividere una piattaforma ed altri componenti, quindi? E' una buona idea. Troppo buona, forse. Non sorprende infatti, che quasi tutti all'interno della Fiat si oppongano. Anche se il piano di Ghidella può far risparmiare una grossa parte della spesa per lo sviluppo e la produzione. O è forse proprio questa la ragione che sta dietro questo rifiuto? “Il reparto acquisti Fiat preferiva mantenere le cose come erano. Dopotutto, più fornitori avevano, maggiori erano le possibilità di avere... le mani in pasta.” Con la mancanza di supporto da parte del suo stesso staff, Ghidella non ha altra scelta che rivolgersi a I.DE.A, dove alla fine questo importante progetto arriva sulla scrivania – fresca fresca – di Ercole Spada. L'ambizioso, innovativo programma è davvero una delizia per Ercole. Soprattutto perché Ghidella vuole affidare sia la parte di design che quella di sviluppo interamente a I.DE.A. A parte un primo telaio con la struttura dei finestrini e posizionamento delle portiere, da Fiat non ricevono altro. Fondamentalmente, Ercole deve fare da solo, che è esattamente il modo di lavorare che preferisce. Al fine di sviluppare una manciata di nuovi modelli che sembrano totalmente diversi, anche se le parti sottostanti sono completamente intercambiabili, prima elabora una tipografia specifica per ciascuno di essi. Quindi progetta forme e silhouette corrispondenti, assicurandosi che si adattino alla struttura e al layout che Fiat gli ha dato. Non è facile. In effetti, è davvero difficile. Soprattutto le porte sono un notevole ostacolo da superare. Sono unità molto complesse ed Ercole trascorre settimane per bilanciare il tutto, per assicurarsi che i finestrini scendano correttamente, per capire come possano inserirsi nella struttura senza problemi, e molto altro. Ma nel momento in cui arrivano ad avere il pacchetto vincente per un modello, sono già pronti per tutti gli altri. Dopo un avvio difficile, il progetto evolve in maniera sorprendentemente veloce. “Iniziai all'I.DE.A nel settembre del 1983, e il nostro primo modello era pronto alla fine dell'anno. Sarebbe diventato la Lancia Dedra.” Nel frattempo, in Fiat hanno una serie di prototipi pronti per il nuovo modello denominato Tipo 2, il modello destinato a diventare l'erede della Ritmo. Cosa piuttosto strana, la sua piattaforma è quasi identica a quella della Dedra, ma il passo è più corto. Ercole propone quindi di usare la stessa piattaforma, le stesse strutture laterali e le stesse portiere. Non è un problema spingere un po' le ruote posteriori all'indietro, è una modifica che va tutta a vantaggio dello spazio interno, e rende anche più dinamica la vista laterale. Ad un certo punto, Ghidella decide di rottamare tutti i prototipi realizzati in Fiat e di seguire il consiglio di Ercole per la Tipo 2, interamente basata sulla struttura della Lancia Dedra, che era già stata approvata, chiedendogli di disegnare un'erede della Ritmo tutta nuova. Il risultato è una forma molto avanzata, con superfici molto pulite e proporzioni che ricordano la sorellina Uno, un approccio estremamente funzionale e un pizzico di modernità che la rende decisamente più contemporaneo della successiva Brava. Offre un sorprendente compromesso tra lunghezza generale e usabilità giornaliera, uno spazio interno enorme e un facile accesso attraverso il generoso portellone posteriore. “Accettare” e “capire” la filosofia insita in questo progetto potrà aver richiesto uno sforzo considerevole da parte di Fiat, ma all'improvviso l'apertura nei suoi confronti è totale. Anzi, a Torino vedono spazio per altri sviluppi, i quali includono la Tipo 3. Questa berlina a quattro porte, con frontale e coda specifici ma con le portiere della Tipo, diventerà la Tempra. Dopo un avvio difficile, Ercole deve ammettere che dal punto di vista tecnico la collaborazione con Fiat è diventata sorprendentemente proficua. Nonostante sia la prima ad essere pronta, per ragioni commerciali la Dedra arriva sul mercato un anno dopo la Tipo, lanciata nel 1988. Più o meno un anno dopo la Dedra, è il momento di lanciare sul mercato la Tempra e la Tempra Station Wagon, due modelli che sono stati sviluppati più o meno simultaneamente. E la famiglia non è ancora al completo. Pochi anni prima, nel 1986, la Fiat aveva comprato l'Alfa. Anzi, a dire il vero l'aveva avuta più o meno gratis. Una Casa dal grande nome, che aveva un problema ancora più grande. La sua tecnologia era obsoleta, così come la gamma di modelli. La 33 era basata sull'Alfasud di inizio anni '70, e la 75 sulla Giulietta nata sul finire della stessa decade. Avevano urgentemente bisogno di altra tecnologia e di una nuova piattaforma. Quindi, perché non dare un'occhiata fra quanto era disponibile in Fiat? Era il meglio che si potesse fare in quel momento. Non c'erano soldi da investire in qualcosa di simile ma completamente specifico. E sicuramente non c'era nemmeno il tempo. In breve tempo, Ghidella ha un'altra idea, decisamente meno brillante delle precedenti. Chiede ad Ercole di disegnare un frontale Alfa Romeo e applicarlo, insieme ai dovuti badge, sulla Tempra. Egli sostiene che dovrebbe essere un “trucco” sufficiente. La Tempra non è ancora stata lanciata, ma è pronta e sta aspettando dietro le quinte. Con estremo rispetto per le idee di Ghidella, Ercole comunque non vuole che questo accada. Conosce lo spirito Alfa troppo bene, date le sue precedenti esperienze, per pensare che la questione possa essere risolta così facilmente. “Una Alfa Romeo ha un carattere totalmente differente da una Fiat. Non puoi semplicemente sostituire il logo.” Ercole quindi disegna ancora un'auto sulla ormai conosciuta piattaforma, usando lo stesso carry over, ma con un carattere completamente diverso, più “Alfa Romeo”. Ci vuole molta creatività per gestire la vista laterale. Ercole si concentra in maniera approfondita sulle cinque fasi in cui è suddivisa la costruzione delle portiere, nel reparto stampaggio, e sviluppa una forma che permette di mantenere le prime tre fasi di stampaggio in comune con la Tempra, mentre le altre due sono quelle che rendono diverse le portiere della 155. La forma a cuneo e la scanalatura sul fianco mirano alla precedente 164. Frontale e coda sono completamente diversi, col primo che scende maggiormente verso l'asfalto rispetto alla Fiat. Nonostante le molte differente, le Fiat, Lancia e Alfa hanno una cosa in comune, decisamente legata alla filosofia di Ercole: un'ottimo Cx. Aiuterà la 155 a dominare il German Touring Car Championship in seguito. Ed ancora, l'orchestra italiana non ha ancora finito di suonare. Lancia ha bisogno di una nuova Delta e vede spazio anche per una variante station wagon della Dedra, entrambe costruite sulla stessa piattaforma e dalla forma principale assimilabile a quella della berlina originale. “Non sono orgoglioso della Delta. Per quale motivo dovevamo fare un'altra due volumi a cinque porte se avevamo già la Tipo?” Avrebbe avuto più senso, secondo Ercole, sviluppare la nuova Delta direttamente come due porte. Cosa che accadrà alcuni anni dopo, in maniera piuttosto curiosa. L'incipit infatti arriverà dal Brasile. Avendo realizzato una struttura con due portiere più lunghe per la Tempra, ebbero la possibilità di usarla anche per la Delta. Modello che ebbe scarso successo, comunque. A quanto pare, la clientela non aveva trovato molto interessante la versione a quattro porte sul mercato già da tempo. La soddisfazione più grande di Ercole è riguardo la Dedra. “Perché aveva l'aspetto di una vera Lancia. Io l'avrei chiamata Aprilia, comunque. Dedra suonava come 'topo morto' in inglese...” Ercole adora ancora oggi questo progetto in tutta la sua complessità. E' completamente l'opposto rispetto al suo lavoro alla Zagato, quando si parla di carattere delle auto, professionalità dei collaboratori, tempo speso sui vari dettagli, budget a disposizione, l'infinita ricerca del compromesso fra costi, fabbricazione, ingegnerizzazione e tutto il resto. Offre l'esatto mix tra design e tecnica, creatività e praticità, e chiaramente tra bellezza e contenimento dei costi che è la parte che lui adora di più. In poche parole, è “design” nel vero senso del termine. E inoltre, in un modo o nell'altro, vicino allo spirito Zagato: la ricerca della maggior efficienza possibile. Ercole ha apprezzato molto anche la piacevole e calorosa collaborazione con Ghidella, che ogni sera lasciava Fiat per andare a vedere come procedevano le cose in I.DE.A., quando tutti se n'erano andati. Lui, Ercole e nessun altro. Vittorio preferiva decisamente non essere accompagnato da altri membri del management o della progettazione Fiat, stanco delle solite risposte tutte uguali alle sue domande: sì, sì, sì... Ghidella ha sempre sostenuto che gli “yes men” non gli fossero di nessun aiuto nella sua missione di riportare Fiat ad alti livelli di profittabilità. “Col senno di poi, Ghidella era decisamente troppo intelligente per la Fiat.” La brillante idea di Ghidella e l'intelligente esecuzione di Spada hanno rivoluzionato la produzione di massa. Non soltanto salvando una grossa fetta dei costi di sviluppo e fabbricazione, ma permettendo anche di “aggiustare” la produzione in base alle richieste, in maniera praticamente giornaliera. Il fatto che tutti i modelli potessero essere costruiti nella stessa fabbrica risolveva uno dei più grandi crucci dell'industria. Se le vendite di un modello scendevano, la sua quota produttiva poteva velocemente essere compensata da quelle degli altri, assicurando che la fabbrica lavorasse sempre al pieno delle sue capacità. --- Finito. Onestamente, che gli Unone avessero il passo più corto non l'avevo mai saputo. Sempre pensato che sotto quella carrozzeria un po' "scarsa", derivata dall'evoluzione (by CS Fiat) della "Due" di Giugiaro ci fosse il vero e proprio pianale Tipo 2. Sono anche un po' confuso: la prima delle parti che ho sottolineato perchè secondo me salienti, è quella che cita l'arrivo da Fiat di pianale e struttura di base. Vien da pensare quindi che Spada lavori su quel passo. Però vien fuori che in Fiat si sta lavorando alla Tipo 2 su un pianale "molto simile ma col passo più corto". Questo avvalorerebbe la tesi secondo cui in Fiat NON VOLESSERO AFFATTO realizzare tante auto con la stessa base. Pianale e struttura consegnati a Spada, sui quali nasce la Lancia, saran ben nati in Fiat, no? Quindi stavano studiando due auto diverse, magari parenti, ma non così tanto come quelle andate in produzione? La spinta sembrerebbe tutta di Ghidella, con Ercole al suo fianco, il quale un giorno dice "ma scusate, perchè non fate anche la due volumi Fiat con la struttura della Lancia che ho già disegnato?" Passati 40 anni, ok, oggi queste sono sfumature che non cambiano la storia. Come detto in principio, che la Tipo ad un certo punto molla l'aspetto dell'Unone e cambiando forma acquisisce il carry over della Dedra lo sapevamo già. Però, che avesse anche un altro passo... resta un'opzione: che il Tipo 2-3 fosse un antesignano di quei pianali modulari tipo VW che possono anche variare in quanto a distanza fra le ruote, mantenendo inalterati gli altri elementi (engine bay, parafiamma, parte posteriore con vasca ruota di scorta ecc.), ma... perchè? Per quei pochi cm di differenza sul passo ruote che ci potevano essere fra una "C" in crescita, post-Ritmo, ed una "D" che comunque doveva stare sui 4,30-4,40 metri? Forse siamo ancora una volta alle prese con le incomprensibili scelte sabaude p.s. Ora sappiamo anche perchè sulla maquette della Dedra c'era scritto "Aprilia".2 punti
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...non e vero completamente...non hanno emissioni diretta si, ma la produzione del corrente che usano invece si (ecetto paesi come Norvegia con 95% idro elettrica o Francia con 90% nucleare). 20kWh/100km con corrente medio tedesco (ca. 400g CO2/kwh) sono 80g Co2/km, con corrente polacco (ca. 700g/kWh) sono 140g/km. Quindi alla fine le emissioni di una bev dipendono dal corrente che la macchina ricarica. euro6e-type-approval-dec22.pdf2 punti
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Il problema è che non esisterà mai un metodo rappresentativo universalmente per le emissioni delle plug-in perché possono essere usate in modi estremamente diversi tra di loro a seconda di quanto le si alimenta dalla rete elettrica, e dalla provenienza di quella energia. Alla fine l'unico approccio che mi viene in mente per tassare le emissioni di CO2 (limitatamente ai consumi) è quello di tassare a monte il carburante (dando per scontato che lo stesso succeda ai combustibili fossili utilizzati per la produzione di energia elettrica).2 punti
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