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Stai visualizzando i contenuti con il più alto punteggio, pubblicati in data 02/05/25 e localizzati Tutte le aree/sezioni
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Stando alle immagini di quel video, che sono andato prontamente a recuperare il passo di Compass è più lungo (nella transizione da Peugeot a Jeep, si nota che l'asse posteriore si sposta all'indietro; provo a indovinare di quanto: circa 3 cm) PS complimenti @Osv per la scoperta!6 punti
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All'autolavaggio dopo che è stato lucidato.5 punti
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Sì, hanno visto le mie sovrapposizioni, ma soprattutto i miei commenti su Autopareri su come si ricicla un pianale con una nuova carrozzeria, e mi hanno assunto per fare powerpoint per il grande capo 😂🤣4 punti
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Auto, Nissan rompe le trattative con Honda: salta la fusione tra i giganti giapponesi dell’auto di Andrea Boeris 05 febbraio 2025, 08:49 La fusione tra Nissan e Honda non si farà. Secondo il quotidiano Nikkei, la prima ha deciso di interrompere i negoziati, rinunciando a un’operazione che avrebbe creato il terzo maggiore costruttore automobilistico al mondo. La decisione è arrivata dopo che Honda avrebbe valutato la possibilità di acquisire Nissan e trasformarla in una sua filiale Fonte: Auto, Nissan rompe le trattative con Honda: salta la fusione tra i giganti giapponesi dell’auto | MilanoFinanza News4 punti
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Secondo me ultimamente vanno un po' troppo spesso sul sicuro. Ad eccezione del passaruota dal profilo squadrato non c'è una Jeep con un minimo di carattere e personalità che possa distinguerla da qualunque altro marchio (anche più generalista). Tutte caruccie, proporzionate ma estremamente noiose come da tradizione Ralph4 punti
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I concessionari vivono nel mondo reale, non in quello delle favole e del marketing di STLA. Pertanto sanno benissimo che chi ha la vecchia Y al 90% punterà a una sostituta nella stessa fascia di prezzo, pertanto propongono già una vettura comparabile, quantomeno per portare il cliente in concessionaria. Scrivendo sul volantino "sostituisci la tua Y con la nuova a partire da 25k" dubito si presentino in tanti. A loro di vendere una Y o una Toyota non sposta nulla, ma paga le bollette a fine mese. STLA con la gamma attuale non è in nessuna posizione per pretendere nulla dalla rete commerciale. Ad oggi al 99% un concessionario se messo di fronte al bivio STLA o Toyota non avrebbe dubbi su chi tenere specie se torneranno alla carica col "modello di agenzia".4 punti
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Mi state dicendo che il nostro buon @xtom è andato a lavorare in Stellantis? Complimenti!3 punti
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Premetto che ho sempre fatto confusione anche io con le versioni del Suzukino, questo però dovrebbe essere un cabriolet due posti e non un pick-up, quest'ultimo aveva un vero e proprio cassone dietro: Versione importata anche da noi ma assolutamente inesistente sulle strade.3 punti
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Hmh, new 3008 has a very limited rear knee room, less than current Compass or Tonale. That's not good especially for US market. But it seems that STLA Medium has picked up the torch from EMP2. I.e. bad packaging.3 punti
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Non so se per caso ci hai fatto caso, ma siamo nel 2025, 7 anni dopo, con in mezzo varie guerre, il covid, inflazione e pure gli alieni che da qualche parte si sono fatti vedere. Ahimé dobbiamo fare pace con il fatto che i prezzi delle auto sono diventati ASSURDI. Capisco il ragionamento, ma il confronto non regge (contando che all'epoca 19k per una citycar erano un botto)3 punti
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Buonasera a tutti, da molto che non posto qualcosa. E qualcosa di queste credo risalga alla scorsa estate, come queste 2 Alfa. La 164 in quel di Santa Marinella, litorale romano nord, lungo l' Aurelia. Questa proprio davanti un carrozziere, non lontano da casa mia. Un Suzukino in una versione pick-up, devo essere sincero me ne ricordo veramente pochissimi così, o è una rarità o ( più probabile ) sono sempre il solito sbadato. E da qui in poi, tutti avvistamenti del mio Amico-sonda 😆 , che ha più tempo di me per girare a riprendere ferrivecchi. Un tempo le MBW ( come le Mercedes e molte altre ) si riconoscevano da un chilometro di distanza, come ha fatto lui, che da lontano ha captato delle forme fuori dal comune e si è avvicinato per immortalarla, un vero peccato quella botta sullo sportello. Cerchi in lega forse non troppo azzeccati. Sempre in notturna, nei dintorni dello Stadio. Celeste abbastanza richiesto ai tempi, omaggiato anche dalla 4R Collection. Idem ( dintorni dell' Olimpico ) per questa pasticciata Uno. Ed anche questo Cinquino che se ne andava di gran carriera, dopo un' inversione a U. Una Polo "Giardiniera" 😆 , tipica presenza sulle nostre strade di una trentina di anni fa. Mia sorella ne ebbe una identica fra il 1998 e il 2002, se non ricordo male. Io comunque le ho sempre preferito il "Coupè". Non ha 4 ruote, ma anche lui fu una presenza strabordante sulle nostre strade, così, in "Bianco panna" o "Blu oceano" era un Must, e diede bel filo da torcere ai vari Piaggio, "SI" in primis.3 punti
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Presa, ho fatto 100 km in autostrada, ho cominciato a prendere confidenza con lo sterzo, il cambio e tutta l'assistenza alla guida (di fatto molto ben tarata, ma devo ancora approfondire - stasera ho portato a casa le 500 pagine del libretto di istruzioni 😅). In Sport schiacciando l'acceleratore hai subito coppia in abbondanza per scivolare via in un battibaleno, quindi per ora super soddisfatto. Sempre in sport il volante ha il giusto peso e direzionalità, non a livelli di Giuly ma questo è normale. Seduta di guida comoda semidistesa, volante praticamente verticale e bella visione grazie agli specchietti incernierati alle portiere. Questo weekend vado a Genova, quindi affronterò un po' di curve hehe e lì sì che saggerò il telaio della Civic. Ho visto che la mia monta Michelin Sport Pilot- credevo avesse qualche modello e-saving, menomale - non vedo l'ora di metterle alla prova. In generale mi piace, son proprio contento e ho veramente la scimmia di guidarla tutti i giorni (come accadeva con la Giulia). Adesso sta dormendo in garage 🥰 agevolo qualche foto random scattata al volo. PS: colore pazzesco! Tutti mi fanno i complimenti - oltre alla macchina vabbè hehe2 punti
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Per molti possessori di 308 GTi, i freni Alcon sono una costante seccatura con i pistoni arrugginiti.2 punti
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Il punto è che visti i dati di vendita di Pandina, credo che laggente avrebbe preferito un manuale a 17k con l’infotaiment, i vetri elettrici ed il sedile sdoppiato invece dell’AT con niente di base a 19k. Ripeto, per quanto mi riguarda lo scandalo è la versione base, le altre versioni mi sembrano più o meno in bolla con la concorrenza.2 punti
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preso dalla curiosità ho iniziato a configurare la veloce elettrica. Mi sono fermato quando ho visto che i freni non sono Brembo, ma Alcon. Da una breve ricerca vedo che è francese (ma va?). Prima volta che una top di gamma Alfa non adotta componentistica Brembo2 punti
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Stai comunque paragonando la Ignis, ovvero un suvvetino di segmento quasi A (diciamo A+ dai) che un anno fa stavano smaltendo perchè sarebbe a breve uscito di produzione (difatti ora non è più in vendita), con motore aspirato e cambio CVT, ad un SUV di segmento B appena lanciato con motore turbo, mild hybrid e un DCT 7marce. Beh, ecco perchè una Ignis full optional l'hai pagata leggermente di più di una GPanda base, quest'ultima col listino del debutto.. Poi se vogliamo fare paragoni nella stessa categoria, T-Cross base base viene 6mila euro in più (col 1.0 95cv e il manuale 5marce) di GPanda ICON, con solo le posizioni a LED, un infotaiment ridicolo e i tamburi al posteriore però dai ha i cerchi in lega. E per la cronaca non ha nemmeno lei il tanto agognato start&stop+keyless.2 punti
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Un pò di notizie su questa batteria dei record: - Progettata e prodotta da ZEEKR - Record di utilizzazione dello spazio 83.7% record e molto più alto della migliore disponibile - Velocità max di carica 500 kW, simile alla LI MEGA - 240 sec. a 700° senza incendiarsi - 14,8% in meno di costo rispetto a una ternaria - Pellicole isolante color oro (Golden Battery) in grado di sopportare 4000 Volt di tensione. https://cnevpost.com/2023/12/14/zeekr-unveils-lfp-golden-battery/ https://cleantechnica.com/2023/12/18/zeekrs-new-golden-batteries-are-golden/ https://www.energiaitalia.news/news/elettrificazione/la-golden-battery-da-800-volt-che-ricarica-500-km-in-15-minuti/23367/2 punti
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Colorando l'originale, anziché photoshoppare il vecchio modello, si può avere un'idea migliore di come cambiano le proporzioni (tetto meno a goccia, più orizzontale, e lunotto meno inclinato rispetto all'attuale). La forma dei codolini neri, con quel pezzo aggiuntivo a forma di gianduiotto all'apice, è un'interpretazione di un dettaglio non visibile (perché coperto) nella foto ad alta risoluzione che ho trovato; potrei sbagliare, ma vado ad intuito2 punti
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La 7X ora in vendita in Germania, Francia, Svezia, Olanda, Norvegia, con configuratore e prezzi: https://www.zeekr.eu/models/7x Standard Range 480 km; Long Range 615 km. Ma la cosa straodinaria è la controprova di OUT OF SPEC di carica 10-80% sulla LFP da 75 kWh "GOLDEN BATTERY" sulla Standard range: picchi di 480 kW, per la maggior parte a 400 kW, 9 min 45 sec. RECORD MONDIALE, ed è una sicura ed economica LFP. Sui più limitati caricatori italiani da 350 kW Ionity e FREE to X: 10-80% in 13 minuti. Questa la prova di Out of Spec: Forza, per risollevare l'industria EU dell'auto basta elaborare una batteria uguale, è sufficiente copiarla, e mettere su una produzione di tanti Gigawatt, che vanno bene anche per le centrali di accumulo per le rinnovabili. Semplice no? Con le tante capacità tecnologiche europee che ci vuole? Si, è sarcasmo.2 punti
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Da quello che ho capito io mi è sembrato che si siano tirati indietro all'ultimo2 punti
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Per le foto hanno usato i photoshoppatori di Fiat India? Sembrano quei video parodia del lockdown col finto sfondo, quelli in cui al tizio all'improvviso crashava il programma, spariva lo sfondo "professionale" e si scopriva che era in bagno 😅2 punti
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Comunque io fra 10/15 anni me li vedo tutti a swapparci il 1.2 o il 1.0T Firefly al posto del 69cv come fanno ora con le cinquecento/seicento in cui swappano il 1.2 FIRE😂😂2 punti
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Tuttavia, allo stato attuale delle cose, G90/99 supererà in modo significativo il miglior risultato della F90 del 2018 e questo e questo è ciò che conta alla fine, non il sentimento di persone che non comprano comunque un'auto di questo tipo.2 punti
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Siamo venuti a conoscenza da chi era presente durante il Q&A del lancio di Grande Panda con notizie che questa volta riguardano la variante EV: Ci sarà una versione con batteria più piccola, già annunciata per la ëC3, che dovrebbe garantire un'autonomia di 200 km e un prezzo sotto i 20.000€. La vera novità è che ci sarà anche una versione con batteria più grande! Dovrebbe avere prestazioni simili alle CMP elettriche con un autonomia di circa 400km e 136cv.2 punti
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Eh ma, se quattrorotelle avesse provato questo allestimento, sicuramente ci sarebbe stata una sottolineatura sul “perfetto allineamento della copertura, con fughe regolari e sensazione di solidità al tatto”…2 punti
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DS3 II 2014 - prj. D31 https://www.largus.fr/actualite-automobile/ds3-2-les-images-exclusives-de-la-remplacante-de-la-citadine-qui-n-est-jamais-sortie-30038580.html Prevista sia a 3 che a 5 posti è stata uccisa da Tavares che ha preferito mandare avanti solo il progetto SUV ritenendolo più appetibile per il mercato cinese. Una scommessa che si è rivelata persa.2 punti
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I fari LED sono un altro bel pezzo di "ridondanza tecnologica" che hanno avuto l'effetto di far costare il ricambio di un faro un rene più un fegato. In questo tipo di auto degli Xeno sarebbero andati benissimo ... ci stiamo facendo troppo infinocchiare da certe diavolerie.2 punti
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Invece di un carry over dalla vecchia 500 alla nuova 500 del motore 1,0 Firefly sarebbe stato molto meglio un carry over della 1.4 tjet a 180CV 😁1 punto
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Cioè scarsa autostima da elevare mostrando qualcosa di tedesco?1 punto
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Ai tempi c'era un maggior desiderio di informare realmente, riguardo aspetti della vita con l'auto come questo. Anche perchè era molto più frequente fare da soli i piccoli lavoretti sulla propria vettura... e a dirla tutta, nel periodo in cui è possibile confrontarli, perchè entrambi in vetta nella classifica dei nostri periodici ed entrambi più completi di quanto siano poi stati verso la fine del millennio ed oltre (diciamo quindi il ventennio 70-80) era Gente Motori quello a prodigarsi di più in tal senso. In moltissime prove c'erano le due pagine con parecchie foto scattate al vano motore aperto, per mostrare dov'era questo, dov'era quello, se era comodo lavorarci oppure no. Quattroruote nelle prove degli anni '80 era già più sbrigativo al riguardo, facendo cenno (a volte, mica sempre) alla facilità con cui si potevano compiere certe operazioni nel paragrafo con stelline dedicato al motore. Negli anni precedenti capitava di trovare pagine che parlavano anche di questo aspetto, ma solo quando la vettura era di grande importanza per il nostro mercato. Per fare un esempio, la prova della 128 non finiva più Comunque tantissime di queste cose sono scomparse da anni... me ne viene in mente un'altra: le pagine che ogni mese 4R dedicava al rapporto affidabilità, con inserita la cartolina da spedire per segnalare la vettura posseduta e i difetti riscontrati, che poi andavano a creare il database pubblicato ed aggiornato mensilmente. Ve lo ricordate? Il lungo elenco di modelli con a fianco le note per le varie sezioni (motore, freni, sospensioni, impianto elettrico) e con le barre rosse o verdi a seconda che il modello fosse problematico oppure no... tutte cose oggi improponibili1 punto
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Grazie a @PaoloGTC per condividere queste perle Certo che non installare un condizionatore su vetture che devono compiere un raid quasi estivo attraverso Luoisiana, Texas, New Mexico, Arizona, Utah e California è una scelta scriteriata che avrebbe potuto avere esiti fatali. Con tutto quello che avranno speso in organizzazione, due climatizzatori non avrebbero certo inciso più di tanto nel budget...🤦♂️1 punto
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Terza ed ultima parte “Il guerriero Oglala rimaneva accosciato, immobile, sul carro delle provviste, con l'odore secco della farina nelle narici. Era così irritante quella nuvola tenue, bianca, polverosa, sospesa entro le pareti di tela, da dargli la certezza che avrebbe finito con lo starnutire. Afferrò il tomahawk a tre lame d'ascia e concentrò i propri pensieri sulla sensazione dell'impugnatura decorata a perline contro il palmo. Oh, padre mio, quest'arma è potere e morte e la fine dell'uomo bianco, disse con ira a se stesso, mentre la polvere gli solleticava il naso come uno spirito maligno. Fa che io pensi soltanto a questo tomahawk.” Così inizia uno dei più grandi classici del West, “Stagecoach”, portato sullo schermo da John Ford con il titolo di “Ombre rosse”. Parlare di questo film è facile e difficile nello stesso tempo. Tutti lo hanno visto, chi al cinema e chi (anche recentemente) alla televisione. Come si può dimenticare l'improvvisa e ormai storica carica della cavalleria che interrompe all'ultimo istante il massacro dei passeggeri della diligenza? Chi può dimenticare il tenentino Blanchard (impersonato dall'attore Tim Holt) che all'inizio del film guarda tra l'ammirato e il timoroso la diligenza su cui la moglie del capitano Mallory si avvia verso un destino incerto? Chi può dimenticare Dallas, la prostituta, espulsa dal villaggio insieme al dottore ubriacone? Chi il bianco cappello del gentiluomo del Sud, il giocatore Hatfeld, che confesserà in punto di morte di essere il figlio del giudice Ashburn? Chi Ringo Kid, il personaggio di questo film che lancerà il giovanissimo John Wayne verso una trionfale carriera? E' proprio qui, da Kayenta, alle soglie della Monument Valley, che hanno preso le mosse i protagonisti del romanzo di Robert W. Krepps e del film di John Ford, che per anni e decenni hanno fatto la fortuna dei cosiddetti “pulp magazine”, riviste da pochi soldi e di altissima tiratura, dalle copertine di dubbio gusto, ma ricchi di storie drammatiche e d'azione in cui il grande protagonista era il West. Con le nostre due Lancia Delta impegnate nel “Pony Express Raid”, stiamo per affrontare la parte più affascinante del viaggio. Praticamente tutto ha inizio da Window Rock, la capitale della nazione Navajo, che deve il suo nome all'alta roccia forata che le sta alle spalle, quella che qui chiamano la “roccia con la finestra”. Visto da lontano sembra un occhio mostruoso: non è altro se non il frutto di una millenaria erosione. Su una montagnola di terra rossa sta il palazzo del Consiglio, in pietra e legno; infatti la nazione Navajo ha un suo governo e un suo presidente, il cui mandato è di quattro anni. La sala ottagonale del Consiglio è bella, affascinante. È stata dipinta da Gerard Nailor, un noto pittore navajo, e racconta la storia della tribù. Tutto intorno vi sono i banchi dei delegati. Fuori, davanti all'ingresso, una vecchia campana, regalata dal presidente della “Santa Fe Railroad” alla comunità navajo quale omaggio alla devozione dimostrata da questa tribù ai tempi della costruzione della ferrovia. Attualmente la campana viene usata soltanto per annunciare l'inizio delle sessioni del Consiglio. Il Navajo Tribal Council stabilisce la linea politica generale della tribù ed è riconosciuto strumento di governo. Ha giurisdizione su tutta Navajoland, una zona grande come gli Stati del Massachussets, del Connecticut e del Rhode Island messi insieme. All'epoca della creazione della riserva i navajos erano circa ventimila; ora sono circa centocinquantamila. Il territorio è ricco di carbone, uranio, petrolio. Hanno il loro giornale, il “Navajos Times”, che ha cadenza settimanale e porta come sottotitolo la frase “The Official Newspaper of the Navajo Tribe”. Window Rock, la “roccia con la finestra”, rappresenta l'ingresso alla Monument Valley, che affrontiamo al mattino presto. E' uno dei più grandi spettacoli che la natura possa offrire. Si estende a nord-est della riserva dei Navajo, al confine fra lo Utah e l'Arizona. Occupa la parte centrale dell'altopiano del Colorado e ha un'altitudine variabile dai 1600 ai 2300 metri. Si tratta di una regione desertica, caratterizzata da “mesas” isolate o riunite in brevi catene, da rocce scoscese plasmate nell'arenaria rossa, che si innalzano fino a 600 metri sopra le dune di sabbia. I geologi dicono che la Monument Valley è nata circa settanta milioni di anni fa da un braccio di mare del Golfo del Messico, che si estendeva allora su tutta la zona. I monoliti di arenaria assumono forme diverse: di guglia, come il “Totem Pole”; di dente, come il “Three Sisters”; di fortezza, come l' “Elephant Butte”; di tavola come il “Mitchell Mesa”, quest'ultimo uno dei più alti. Queste forme, il loro colore che muta con il variare dell'incidenza del sole secondo l'ora del giorno (al tramonto le rocce si tingono di un rosso fiammeggiante), creano un paesaggio unico al mondo, che ha fatto da sfondo a moltissimi film western. Mentre Vanni Belli si dedica alla parte fotografica, con Carlo decido di saggiare su questo terreno particolarmente infido, ricoperto di una sabbia finissima che riduce a zero l'aderenza, la tenuta di strada delle due Lancia Delta. Trazione anteriore, sospensioni a ruote indipendenti a elevata flessibilità: sono queste le caratteristiche salienti dell'impostazione della vettura. Dandoci sotto e facendo i soliti “numeri” (che poi ci costeranno severe e giustissime rampogne da parte dei tutori di questo parco nazionale) notiamo subito che la Delta, in situazioni normali di marcia, è perfettamente neutra ed esegue docilmente gli ordini che il guidatore le trasmette con sterzo e acceleratore. La sua esemplare correttezza si manifesta anche a velocità elevata, finché i raggi di traiettoria si mantengono ampi. Sui sentieri tormentati di questa Monument Valley le Delta hanno invece mostrato una lieve tendenza sottosterzante, che si è accentuata con l'aumentare delle velocità di percorrenza. In questi casi, tuttavia, una maggiore angolazione dello sterzo o un alleggerimento della pressione al pedale dell'acceleratore sono sufficienti a togliere chiunque da ogni impaccio. Malgrado l'elevata flessibilità delle sospensioni, il cui ondeggiamento agisce da freno psicologico, le Delta hanno risposto bene alle manovre di emergenza e hanno dimostrato di sopportare qualsiasi eccesso di confidenza, grazie anche alle doti di spunto del motore e all'innegabile precisione dello sterzo. Dopo le rampogne di un sorvegliante, ci fermiamo brevemente nella casupola posta all'ingresso della Monument Valley. Un luogo per turisti con la solita boutique che vende cose locali. Il West è una miniera inesauribile per chi voglia fare dello shopping; ma prima di fare acquisti è bene riflettere sulla pratica utilità di ciò che si compra, soprattutto nel campo dell'abbigliamento: ben difficilmente una volta arrivati a Roma, a Milano o a Torino si sarà disposti a indossare quello che nel West sembrava meraviglioso, come il cappello da cowboy Stetson, gli stivali con la punta ad ago, o quel gioiello indiano tutto colori e luci. Salutiamo la Monument Valley e procediamo verso un'altra meraviglia della natura: il Grand Canyon. Vi si arriva attraverso una strada di montagna. Il “deserto di pietra”, come qualcuno l'ha chiamato, rappresenta lo spettacolo più desolato e magico del mondo. Esso è la testimonianza diretta dei milioni di anni di vita del fiume Colorado. Lungo 445 chilometri , largo 29 chilometri e profondo 1600 metri, è il risultato dell'attività corrosiva del fiume unita alla lenta ma inesorabile forza della neve, della pioggia, del vento. È cosparso di precipizi, anfiteatri, pinnacoli, guglie di color rosso, rosa, verde, arancione, violetto. E tutte queste forme, questi colori, sembrano mossi dalla luce del sole, come in un gigantesco caleidoscopio che ruota con le ore del giorno. Il ranger che mi accoglie all'ingresso del Grand Canyon mi avverte e mi tranquillizza: la reazione più comune alla vista di questa meraviglia della natura è quella di perdere di colpo ogni facoltà di espressione. Uno scrittore disse: “Le ancestrali idee europee che un uomo ha del paesaggio subiscono un tale colpo che egli resta incapace di profferire parola o comunque di dirne molte.” Entrati nel Parco Nazionale del Grand Canyon, gli alberi continuano a chiuderci la vista dell'orizzonte. Poi ecco un luogo battezzato “Mather Point”. La strada sfiora il ciglio dell'abisso e si ha l'impressione di essere giunti ai confini del mondo. La vita sembra assente laggiù in fondo, di balza in balza, verso il letto dove scorre il fiume Colorado. La luce del Canyon, nell'aria tersa e trasparente, fa risaltare i venti strati di questo immenso crepaccio di roccia, ognuno di un colore diverso; scisti argillosi ocra, calcari gialli e grigi, arenarie bianche e marroni, graniti rosati e neri, colori che divengono tenui, evanescenti verso il mezzogiorno, mentre si incupiscono la sera. L'erosione ha poi cesellato le rocce creando angoli, protuberanze, spaccature, che rifrangono la luce proiettando ombre multiformi. Dalla profondità del baratro non giunge alcun suono. E' come se un millenario silenzio e la calma assoluta di un tempo irreale avessero colmato il Grand Canyon, su su fino all'orlo. Vanni Belli è all'opera. Un lavoro difficile, perché è costretto ad arrampicarsi sugli alberi per cercare di inquadrare insieme le due Lancia Delta e almeno una parte del Grand Canyon. Alberi bellissimi, come la quercia “Gambel” e i pini “ponderosa”, la cui corteccia ha la fragranza della vaniglia e il cui legno è di un giallo pallido, tenero ma robusto; i primi “pinoes”, contorti, più piccoli dei “ponderosa”, che gli indiani utilizzavano per costruire le “hogan”, le tipiche abitazioni dei navajos ricoperte di terra (la resina dei “pinoes” serve per medicare ferite e come rivestimento impermeabile per cesti di vimini); e infine i ginepri, la cui corteccia veniva intrecciata dai pellerossa per formare morbide stuoie. Ma San Francisco, la nostra meta finale, ci chiama. (una piccola pausa... troppe foto. State lì, torniamo subito )1 punto
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Eppure Paolo, nonostante la tua ironia sul "bellissima" e "strepitosa", intesa come sfottò agli Alfisti duri e puri che 'sta macchina non l'hanno mai potuta soffrire, io invece ne ribadisco tutta la mia ammirazione. Ok, era un derivato di Tempra, però....cavolo...vuoi mettere? E poi non le mancavano certo le versioni interessanti come appunto Q4, V6....1 punto
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