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Ma sono filosofie produttive diverse, che ciascun produttore persegue come più gli aggrada. C'è chi imposta il suo progetto partendo da ciò che già ha in casa e chi preferisce il classico foglio bianco. Che a te la prima filosofia non piaccia ci sta, è una questione di vedute tua personale. Ma nulla toglie e nulla mette al fatto che una Marea e una Vectra, tanto per dire, andassero a combattere su quel terreno, a prescindere dal fatto di chi era meglio e chi era peggio e di chi abbia vinto e di chi abbia perso. A meno che, con la logica della massima condivisione possibile dei componenti, non si voglia sostenere che Dedra, 155 e ovviamente Tempra fossero tutte delle segmento C perchè tutte derivanti dallo stesso ceppo che era la Tipo. Conosco virtualmente il tuo amico, tra l'altro persona simpaticissima, e conosco la storia della sua "Bravea". Ma, ripeto, al di là dell'aneddoto simpatico non trovo elementi così probanti a sostegno della tua tesi.
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Nulla questio. Ma ciò che ho rilevato io non ha a che vedere con articoli, nè copertine, nè pubblicità. Io ho fatto riferimento alle pagine in cui si dava conto ai lettori mese per mese delle vendite delle automobili suddivise per segmenti. Se proprio devo dirtela fuori dalle righe, in tutta onestà, che le case bussassero alle porte delle redazioni per dire "questa me la metti qua, quell'altra me la metti là" la ritengo una emerita fesseria. Se poi si vuole sostenere "ad nauseam" che la Marea fosse una seg. C, non insisto. Però, perdonerai la mia miscredenza, o il mio inguaribile romanticismo, se una cosa me la dice Pinco Pallo e un'altra me la dice Quattroruote, tendenzialmente do credito al secondo.
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Ah ecco. Quindi, se tanto mi dà tanto, immagino non soltanto la Marea ma ciascun modello di qualunque produttore potesse essere classificato non necessariamente secondo un criterio oggettivo ma anche in ordine al compiacimento delle case costruttrici che eventualmente mostrassero una precisa volontà di classificazione. Ne deduco che noi lettori abbiamo letto un mucchio di fesserie per decenni. Ne prendo atto. Ti chiedo però se hai fonti certe e autorevoli che suffraghino la tua asserzione.
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Premessa: Non sono mai stato un grande estimatore di Marea che, francamente, mi ha sempre lasciato piuttosto tiepido. Giusto un filo più interessante trovavo la Weekend, ma niente di che. Quando, negli anni '90, sfogliavo Quattroruote e talvolta qualche rivista concorrente, nella suddivisione delle immatricolazioni mensili per segmento trovavo la Marea nel segmento D, così come precedentemente vi era inserita la Tempra, e ancor prima, negli anni '80, la Regata. E' notorio che tutte erano derivati più o meno evidenti del segmento inferiore, cosa che a mio modestissimo parere può voler dire e non voler dire niente. Ma sono solo i miei opinabilissimi 2 cents. Quello che mi e Vi domando è questo: Passi pure che in FIAT avessero una strategia di marketing quanto meno opinabile (la Marea sostituta di Croma è oggettivamente una barzelletta), In redazione a Quattroruote e ad altre riviste specializzate bevevano/fumavano qualcosa o aveva un fondamento logico inserire i suddetti modelli nel segmento D? Perchè non vedo quale fosse l'impedimento di giornalisti specializzati del settore di inserire la Marea nello stesso segmento della Mègane Classic, Orion e di tutte le altre C a tre volumi. No, perchè l'impressione, francamente, è che si discuta veramente di aria.
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Sicuramente poco percettibili o del tutto impercettibili ad occhi poco attenti o poco allenati, ma in realtà di differenze tra il frontale di Bravo/a e Marea ce n'erano altre: Oltre al paraurti e alla mascherina erano diversi anche i proiettori e parafanghi. Questi ultimi, sia pur in maniera pressochè irrilevabile, avevano una sagomatura differente dalle sorelle minori. Mi pare che l'unica versione delle sorelle del segmento inferiore che montava gli stessi parafanghi della Marea fosse la Bravo HGT 2.0 20v.
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Confondevo con questa... Pardon.
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Anche questa ebbe il suo alter ego Opel, ossia la prima serie dell' Agila. Lo stesso sdoppiamento di marchi si verificò con il modello successivo, che assunse il nome di Splash per la Suzuki e ancora Agila per l'Opel.
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Comunque, al di là degli imbellettamenti, mamma mia quanto si vede che è un parente strettissimo del Daily. Io che il Daily l'ho guidato in AM me li ricordo benissimo il posto guida e la plancia; soprattutto nella prima foto ci somiglia tantissimo. Il montaggio, la finitura e gli accoppiamenti sono quelli tipici di una piccola azienda a carattere semi-artigianale. Effettivamente circa 6000 esemplari per una realtà di piccole dimensioni non sono un dato tanto trascurabile.
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Io di esemplari ex Polizia reimmatricolati civili ne ho visti; qualcuno persino ancora col colore azzurro originale. Poi, come dicevo, molti hanno semplicemente aggiornato i propri esemplari civili con pezzi prelevati da ex Polizia in demolizione.
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Le specifiche "ruspanti" erano realizzate su un preciso capitolato d'appalto del Ministero dell'Interno per le esigenze d'impiego della Polizia; escluderei la possibilità che fossero acquistabili da privati. Molti degli esemplari dismessi dalla Polizia sono stati poi rivenduti a privati e immatricolati come civili, evidentemente parecchi sono finiti anche all'estero. Non escluderei invece la probabilità che molti proprietari di Magnum civili abbiano attinto dai Magnum demoliti della Polizia per prelevare i pezzi specifici per avere un look più avventuroso, oppure per essere utilizzati per usi gravosi e senza troppi riguardi.
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A giudicare dalle foto, gli interni sembrerebbero molto più curati e qualitativi rispetto alle versioni italiane. La percezione visiva dà l'impressione anche di assemblaggi e accoppiamenti decisamente meno "ruspanti" che non sui Magnum nostrani.
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Così, a occhio, direi che oggi sia piuttosto raro. Io ce l'ho perchè acquistato all'epoca in edicola; poi rivisto di tanto in tanto in vendita on line. Ma in linea generale direi che non ne girano molti.
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L'ho visto anche io on-line, è un bordeaux metallizzato; c'è anche in blu metallizzato, ma credo che nessuno dei due sia stato disponibile nella cartella colori reale. Il rosso, in particolare, come pubblicato da @AndreaB, era in uno squillante pastello. Poi, come giustamente sottolineato da @Renault, si tratta di elaborazioni artigianali sulla base della versione Polizia da edicola. Lo si capisce dai cerchi di origine Daily, dagli specchietti verticali di origine Veicoli Commerciali FIAT, dai paraurti con elementi tubolari in rilievo sullo stampo. Tra l'altro, essendo il modello riprodotto una II serie, avrebbe dovuto avere paraurti, maschera e cornici intorno ai gruppi ottici anteriori in tinta con la carrozzeria. In definitiva direi che sembra anche un bel lavoro, pulito e ben fatto. Purtroppo però non coerente col Magnum civile.
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Andando a memoria, di sicuro me la ricordo bianca; beige; grigio chiaro metallizzato; grigio scuro metallizzato. Ce n'erano sicuramente altri ma non ti saprei dire. No no, c'era c'era. Il bianco perla lo ricordo benissimo anche io, però credo fosse disponibile solo a partire dal restyling dell''88.
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Potrebbe darsi allora che, quella che noi crediamo una frase coniata nei primi anni '80 ad hoc per il famoso concorso con le chiavi, sia stata in realtà ispirata da qualcosa, appunto un articolo, un servizio giornalistico o comunque un evento a tema, avvenuto parecchi anni prima.
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La Delta LX di mio padre. Dal settembre del 1990 sempre con noi in famiglia; ormai usata pochissimo, all'incirca un paio di giorni ogni due/tre mesi, con tutti i riguardi del caso.
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No, non lo ricordo. Fino a qualche anno fa, forse due o tre, ce n'era uno abbandonato in strada ad Afragola. Era nero, si trovava in una traversa adiacente ad un appezzamento di terreno; era lì da anni, ogni volta che lo vedevo aveva qualche pezzo in meno. Poi è sparito, quasi certamente demolito.
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Dalle mie parti ai tempi ebbe il suo breve momento di (relativa) gloria, nel senso che qualcuno in giro lo si vedeva di tanto in tanto. Diciamo che piaciucchiava; forse le dimensioni esagerate e la linea, tutto sommato, gradevole contribuivano a renderlo un qualcosa di esclusivo da esibire. Poi, nel giro di pochi anni, sono progressivamente spariti cadendo letteralmente nel dimenticatoio. Quanto ai Magnum delle FF.O. , qui di esemplari in forze alla Polizia ce n'erano quanti ne volevi. Una ventina d'anni fa fui anche fermato a un posto di blocco: Io con la Uno, loro col Magnum. Mentre non ho mai visto esemplari della Guardia di Finanza e del Corpo Forestale dello Stato, che pure ci furono. Beh, direi meno male, dai... Alla fine avranno optato per la linea della best seller del momento, moderna, fresca di titolo di Auto dell'Anno, destinata ad un successone commerciale pressochè scontato. Forse il parallelo stilistico, anche se alla larga e in un segmento di mercato diametralmente opposto, non voleva essere del tutto fortuito.
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Tutti e tre i diesel erano sovralimentati. In ogni caso, con tutte le motorizzazioni disponibili in Italia, le prestazioni erano pesantemente influenzate dalla massa, che superava di gran lunga le due tonnellate con tutte le motorizzazioni (si oscillava tra i 22 e i 23 quintali). Di conseguenza anche i consumi non erano granchè, a parte i benzina che erano proibitivi.
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A partire dal 1976 anche in versione 4 porte. Dalla targa con provincia arancione si deduce che questa 127 dovrebbe risalire al biennio 1976/'77 Pezzo notevole, degno di nota. Che tuttavia va annoverato come una berlina 2 porte più che una coupè, tra l'altro configurazione di carrozzeria abbastanza usuale negli anni '60 e '70 anche su berline di grosse dimensioni, soprattutto nei mercati nord-europei. Molto meno alle nostre latitudini. Il ruolo di coupè sportiva vera e propria nella gamma Volvo dei tempi era delegato alle P1800 in versione coupè e shooting brake.
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Come già riassunto nello specchietto postato precedentemente, i motori italiani sono stati il 4L FIAT bialbero 2 litri volumetrico da 138 cv e 155 km/h, e il V6 Alfa Romeo da 2,5 litri da 160 cv e 168 Km/h. I motori diesel, tutti sovralimentati, erano il 4L SOFIM 2,4 litri da 92 cv e 145 Km/h; il 4L VM 2,4 litri da 110 cv e 150 Km/h, e il 4L VM 2,5 litri da 120 cv e 156 Km/h.
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Precisamente i motori americani furono: V8 Ford da 5 litri in versione aspirata e sovralimentata, e il V8 aspirato da 5,8 litri. V8 GM da 6 litri in versione aspirata e sovralimentata. Le potenze spaziavano dai "soli" 187 cv del 5 litri Ford aspirato ai 455 cv del 6 litri GM supercharged. Le velocità erano limitate a 180 Km/h per tutte le motorizzazioni.
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Sì, certo. Infatti sono a sei dadi. La strettissima parentela è ancor più evidente nell'allestimento per la PS, dove pure i cerchi sono pari pari quelli del Daily I serie.
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Con quelle forme da simil Uno anabolizzata bella credo non lo fosse mai stata. Restava lontana anni luce dalla regalità di una coeva Range Rover, anche se l'obiettivo più o meno malcelato e fin troppo velleitario era quello di proporsi come una sorta di alternativa all'italiana. Però da ragazzino mi piaceva, e tanto. La mia preferita era la prima serie in assoluto; con scritte Magnum 4x4 sulle fiancate poi era il top. Tutte le successive varianti di frontale mi hanno via via spento l'entusiasmo su quest'auto. La versione americana per me è orrenda.