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Esatto, ricordi bene. Prima era una prova standard che QR faceva per ciascun modello che testava, come pure provavano quante valigie riusciva a contenere il vano; oggi mi sa che non le fanno più, o perlomeno capita molto più di rado. Forse perchè oggi la capacità del baule non riveste più quell'importanza che aveva 20/30 anni fa; oggi la tendenza è quella di racimolare il maggior numero di cm possibile da dedicare all'abitabilità a scapito del bagagliaio. Esempio pratico: la 127 e la nuova Panda di famiglia. Per entrambe una lunghezza fuori tutto di 365 cm; mentre però la Panda col divano posteriore in posizione d'uso si ferma a 225 litri, il cofano posteriore della 127 cela un cratere da ben 365 litri! Pensa che, quand'ero piccolo e si andava in vacanza tutti e 4 con la 27, dietro c'era posto per due valigie grandi, due borsoni, buste varie e c'era ancora posto per una miriade di oggetti qua e là. Oggi col cavolo che metti tutta quella roba nel bagagliaio della Panda senza fare ricorso alla bara sul tetto.
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Nelle giornate agostane, infuocate e un po' desolate, gli avvistamenti latitano. E allora accontentiamoci di quel che passa il convento... Ford Fiesta del '90, un po' malconcia. Già postata in passato, mi pare, ma la riposto per la gioia di Roy. Innocenti Small 990 del '93; malandata, tecnicamente non sarebbe neanche ancora da considerarsi storica ma qui ormai è l'unica superstite dell'ex casa di Lambrate. Sosta sotto casa da alcuni giorni; il proprietario, che abita nei paraggi, dev'essere andato in vacanza e l'ha mollata qui sotto. Lancia Dedra 1.8 i.e. del '92, discrete condizioni.
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Io andavo alle superiori quando uscì la Calibra, ricordo che l'aveva un professore di disegno del mio istituto, era blu metallizzato e tutti noi eravamo lì a sbavare quando la vedevamo parcheggiata nel cortile. All'epoca divenne uno status, fu veramente la sportiva del momento. Io personalmente la ammiravo tanto al frontale, quanto di fianco, che al posteriore. Mi piaceva veramente un sacco. Poi però la parabola Calibra iniziò presto la fase discendente, tanto è vero che qui non ne esistono davvero più manco fosse un'auto degli anni '50.
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Secondo me Passat e Vectra '88 perseguivano uno stesso scopo ma con due filosofie opposte. Entrambe infatti rompevano più o meno nettamente col passato; ma mentre Passat lo faceva in un modo un po' massiccio e pesante, a voler chiaramente ostentare il cambio di status, Vectra lo faceva in maniera decisamente più garbata ed elegante. Io preferivo la strada scelta da Opel, visibile secondo me anche con la prima Astra rispetto all'ultima Kadett, piuttosto che quella scelta da VW. Nello specifico poi, a mio gusto almeno, tra Passat e Vectra '88 a livello di linea non c'era storia a favore dell'Opel.
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Anche qui la Passat '88 fu percepita come un salto netto in avanti rispetto al passato, ed infatti il successo non tardò ad arrivare. La Variant spopolò letteralmente, ma pure la berlina non posso dire che fosse stata snobbata nonostante una linea abbastanza tozza e secondo me neanche tanto equilibrata tra i volumi. Riuscita invece la Variant. Oggi ne vedo ancora qualcuna in giro per Casoria, stranamente con le berline in vantaggio sulle Variant contrariamente a quanto succedeva ai loro tempi.
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ULTIME NOTIZIE DAL VICENTINO: Il maldestro giovanotto alla guida dell'utilitarietta color passato di verdure, che zigzagando e piroettando aveva fatto perdere le sue tracce, pare sia stato trovato in un campo, infilato ed occultato in una balla di fieno. A lanciare l'allarme un contadino che, recatosi nel suo podere per dar da mangiare agli animali, ignaro di tutto ha infilzato il suo forcone nel deretano del Nicforspid.
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Lascia perdere, che non è epoca tua....va a finire che le combini qualche disastro a tua nonna.
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Non saprei dirti con precisione, però il fregio alato mi fa pensare ad un Austin Healey...
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Scusate, probabile allora che sia io a non avere le idee chiare....chiarita la differenza tra acceleratore a mano e starter, non conoscendo io da vicino la Uno DS, mi chiedo e vi chiedo: la Uno DS era dotata realmente di acceleratore a mano?
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Allora...mi sa che stiamo generando un po' di confusione tra acceleratore a mano e starter. L'acceleratore a mano, lo ha molto ben spiegato ed illustrato Stev66, era un meccanismo che si inseriva tramite una levetta simile a quella dello starter ed aveva la funzione di tenere l'acceleratore premuto ad una certa andatura (una sorta di rudimentale, e probabilmente pericoloso, cruise control). Lo starter, quello che si intravede nella foto della mia Uno CS, è il dispositivo che regola la miscela tra aria e benzina, togliendo e poi reimmettendo aria nella miscela, a seconda delle necessità. Va da sè che i due dispositivi non c'entrano niente l'uno con l'altro, hanno due funzioni distinte e separate, ed in ogni caso chiarisco che l'acceleratore a mano non è presente sulla mia Uno CS. Come giustamente ricordava Stev66, era un dispositivo che conobbe la sua diffusione tra i '60 ed i '70; quindi negli anni '80 (la mia Uno è dell''88) era già largamente in disuso.
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Si chiama starter e regola la miscela aria/benzina. In questo caso lo starter è manuale come era sulla stragrande maggioranza delle auto a benzina di un tempo.
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Io sono sudico (non sudicio:D) ma sempre alle 19:30 mangio, perchè poi i miei alle 20:30 corrono davanti alla TV a vedere Un Posto al Sole.
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Chiedo scusa a cospicuo se mi intrometto nel suo topic, fuorviando un attimo dalla discussione principale, ma mi interessa molto chiarire bene questo punto sollevato da ricky1750. Ebbene, avendo in famiglia una 127 di 33 anni conservata in box ma non utilizzata, non iscritta a nessun albo ma soggetta al pagamento della tassa di circolazione storica automaticamente in quanto ultratrentenne, cosa succederebbe se per un numero consecutivo d'anni non pagassimo la tassa, sarebbe radiata d'ufficio? Grazie a ricky ed a chiunque saprà chiarirmi le idee.
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Stavolta un paio di avvistamenti alternativi, Roy. Lo Zeta, almeno qui, è un autocarro leggero ancora parecchio diffuso. Chi lo allestisse non saprei, ma la base è certamente quella dell'IVECO 370.
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Su quella del mio babbo invece il tasto non c'è. Avviene in automatico: giri la chiave nel blocchetto, tutto il check control si illumina a festa e nel giro di qualche secondo si spegne tutto. Se ciò non avvenisse lo strumento sarebbe in avaria.
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Ma infatti, pure io pensavo che 'sta cosa è un po' cervellotica.
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Da premettere che c'è una spia rossa che segnala il livello del liquido freni nella vaschetta mediante un galleggiante posto sotto il tappo; se la spia rossa si accende segnala l'insufficiente livello, quindi o va rabboccato o va individuata un'eventuale perdita. Il tastino posto sotto la spia serve semplicemente ad effettuare il test di funzionamento dello strumento. Premendolo, la spia rossa deve accendersi; in caso contrario lo strumento sarebbe in avaria e non segnalerebbe eventuali anomalie.
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Fermo lì, la mia CS il tasto "prova circuito freni" ce l'ha, altrochè.
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Sgomberando il campo da qualsiasi dubbio, ecco una foto della strumentazione di una Nuova 500. Non so quanto bene si riesca a vedere, ma dovrebbe essere visibile che le cifre del contakm sono 5.
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Il concetto è molto chiaro. Non avevo mai pensato a questa chiave di lettura, che mi pare molto corretta.
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Sulla 127 di mio padre il contakm a cinque cifre s'è azzerato ben 3 volte...
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Avvistamentino:pen:...stai scherzando vero? Come se se ne vedessero tutti i giorni...avvistamentone! Effettivamente non pare curatissima, se non sbaglio il paraurti anteriore è pure ammaccato sul lato guida oltre che rugginoso, e mi pare pure che manchino le coppe ruota. D'altra parte, consoliamoci col fatto che una veterana del genere sia ancora tra noi, ancora abbastanza discretamente se vogliamo.
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Mah...così, semplicemente giudicando ad occhiometro, direi che Trevi non abbia aggiunto e tolto alcunchè a quelle che erano state precedentemente le performances di vendita della Beta. Qui perlomeno se ne videro pochine, certamente non più di Beta; oggi, al pari di Beta, da queste parti è da considerarsi ormai estinta dalla notte dei tempi. L'ultima Trevi che vidi, di colore beige e con portapacchi cromato sul coperchio del baule, risale a 2/3 anni fa e ricordo benissimo che io e mio padre ci stupimmo per quanto tempo era che non ne vedevamo una. L'ultima Beta circolante a Casoria, invece, era un'ultima serie color argento metallizzato, era parcheggiata in strada ma se la passava ancora decorosamente. Purtroppo da qualche anno è sparita pure lei. Opinione mia personale è che, se Beta lasciò un po' tiepida la clientela fidelizzata per via dell'inconsueta soluzione a due volumi, Trevi stilisticamente non è che si potesse definire seducente. Discorso Gamma: credo valgano un po' le stesse considerazioni di Beta. Un pubblico tradizionalista come quello Lancia, abituato alle eleganti berline nella classica formula 3 volumi, forse si aspettava ancor meno una 2 volumi nel segmento delle ammiraglie. E qui faccio ancora un paio di considerazioni a carattere personale: come nel caso di Beta/Trevi, non credo che una Gamma/Trevi avrebbe inciso più di tanto. Anzi, vi dirò di più: se Beta, a 40 anni ormai dalla nascita, continua a non infiammarmi più di tanto, Gamma, invece, più gli anni passano e più mi cattura gli sguardi. Sento che inizia a piacermi e la osservo sotto un'altra ottica: come una vettura sì originale, forse inconsueta per i canoni Lancia del tempo, ma allo stesso tempo indiscutibilmente Lancia. Osservando la foto del frontale della Gamma Evoluzione qualche post più indietro, mi soffermavo sulla classica eleganza sobria e misurata tipicamente Lancia, e direi che tutto sommato anche il resto della linea, nonostante sia parecchio tormentata verso il posteriore, oggi riesco a metabolizzarla meglio ed a percepirla più come originale che non brutta.
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Confermo. La plancetta dei comandi della climatizzazione, le bocchette superiori e l'accendino sulla sinistra, sono quelli di una qualsiasi Uno. Tanto per dire, la mia Uno CS ce l'ha identici. Però direi che, se si eccettua un po' il minimalismo dello sterzo, gli interni conservano una certa eleganza, con tutta quella profusione di Alcantara e moquette... Assolutamente condivisibile. La bellezza proprio non si può dire che sia il forte della S4; sotto questo aspetto le "integrale" le sono infinitamente superiori.