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Mazinga76

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  1. Beh, comunque...ovunque oggi viva credo non lo faccia da indigente, anzi, sarà certamente un uomo agiato. Se avesse voluto, avrebbe potuto lui comprare i luoghi della memoria storica, valorizzarli, farne dei musei da poter visitare, e così preservarli a beneficio delle future generazioni. Una sorta di missione in nome di una passione che pure avrà avuto nel passato.
  2. Tanto di cappello, Giacomo...non fosse altro che per l'alto coefficiente di difficoltà nell'immortalare questi relitti. Sullo stato purtroppo c'è poco da dire, sono appunto dei relitti irrecuperabili. Quella 600 poi pare veramente destinata ad essere seppellita definitivamente. Qui però mi viene una riflessione: se questa è la cura che si ha per i letti dei torrenti e fiumi italiani, c'è poco da meravigliarsi per esondazioni alluvioni e disastri idrogeologici.
  3. Insomma Roy, ora hai creato un caso. Questo VW con le tette ce lo devi spiegare meglio.
  4. Complimenti, è veramente un gran bel lavoro. Una curiosità: i finti deflettori delle portiere posteriori come mai sono opachi? Forse si tratta di elementi provvisori in attesa dei vetri veri e propri?
  5. Ah, ecco svelato l'intoppo. Sennò si sarebbe trattato di una 33 monstre!!!
  6. L'Appia è una II serie, identica a quella che aveva mio padre da giovanotto, anche come anno di immatricolazione. La sua era però grigio chiaro, purtroppo finita male a causa di un incidente e poi demolita. L'Appia coupè (bellissima) tra il '67 ed il '68? Siamo sicuri che non si tratti pure qui di seconda immatricolazione?
  7. Bravissimo Paolo, come sempre riesci a fluidificare i nostri comuni pensieri con una proprietà dialettica chiara. Il mio pensiero è lo stesso. Chiarisco meglio: quando io attacco le attuali Thema, Flavia o Voyager non è mia intenzione farlo per partito preso. Prendiamo Thema, senza guardare ai loghi sui cofani, e riflettiamola per quella che è, cioè nè più e nè meno un'auto americana. Bene, riflettendola nella sua natura di auto americana la si ammira, la si apprezza, magari piace perchè da un'americana è quello lo stile che cerchi e va bene così. Senza mettere in dubbio che i contenuti magari saranno pure d'eccellenza. Se però mi ci appiccichi due loghi Lancia e la scritta Thema allora mi inka..., perchè come hai magnificamente spiegato quello non è il DNA Lancia, Lancia non vuol dire un barcone che supera di slancio i 5 metri con una linea massiccia e prepotente, questo lasciamolo ad altri. C'era uno slogan del passato che recitava: "La classe in abito Lancia". Ecco, io, mio padre, la buonanima di nonno, se fosse ancora tra noi, e come noi tanti appassionati dello Scudetto Blu, ci sentiamo orfani di quel modo di intendere la Lancia.
  8. Veramente molto ma molto interessante! Da qui si può dedurre anche l'anno di molte autovetture che avvistiamo ma che dalla targa non risulta calcolabile il bollo.
  9. Grazie per l'omaggio deltesco, Paolo, veramente molto gradito perchè qui ormai le Delta della primissima ora non esistono più. Se consideriamo invece tutta la produzione della I serie, si sono salvate la LX di papà (unica nel circondario in condizioni perfette8-)) e poche altre dello stesso periodo ma tutte abbastanza/molto trasandate. L'adesivo mi pare proprio che si sia conservato bene nei suoi 32 anni di vita, forse giusto un filino meno bianco che in origine ma direi più che buono. In genere erano destinati ad ingiallirsi, fino a diventare progressivamente marroni via via sempre più scuri tanto da essere illegibili. Tra l'altro noto le modanature cromate dei vetri di un lucido pazzesco, che se non sono state sostituite vorrei sapere il proprietario quali alchimie si è inventato per mantenerle in quello stato. Anche quelle col tempo diventavano gialle tendenti al marrone. Sul resto della carrellata che dire...si respira un'aria indescrivibile, magica, dorata, una Lancia d'altri tempi che dapprima è stata sbiadita e poi definitivamente cancellata con le ultime "creazioni" Lanchrysler". Voglio risparmiarvi la solita cantilena, ma non posso non soffermarmi un attimo sulla sontuosità, la classe e l'eleganza della Thema, nonostante si tratti dell'ultima serie, da tutti riconosciuta come appesantita rispetto agli step precedenti, eppure, a mio personalissimo avviso, a vent'anni ormai di distanza dà una sostanziosa paga in termini d'immagine alla Lanchrysler Thema/300.
  10. Mi piacciono le veterane sportive, particolari e rare, ma cosa volete, il fascino delle vecchiette quotidiane mi piace proprio assai. Quindi, l'infornata di oggi da parte del Gitticcì, me gusta proprio. Circa la Duna di cui sopra, le cui condizioni generali mi sembrano in ogni caso ancora decorose, mi sembra di notare anche il paraurti posteriore più vivo rispetto all'anteriore, che pare più scolorito dagli anni. Probabile che sia stato sostituito in tempi più recenti. ...'azzarola, se se li è fatti con le sue ruote saranno più di 1300 km, ad occhio e croce. E' una FSM, considerando che dall''87 c'era già la Bis, dovrebbe essere approssimativamente intorno all''85 o giù di lì. Pare ben tenuta, comunque, a parte lo specchio che sulla FSM mi pare fosse già quello grande montato sulla Bis. Deve essere quasi sicuramente reimmatricolata del '98, anche mio zio ha una Brava targata AW che è appunto del '98. Oh, ma ti ringrazio, mi interessa per davvero. Dopo la Delta ottantesca anche un gruppetto di Brasileire, mi fai contento. Ora però mi aspetto pure qualche immortalamento centoventisettesco.
  11. Eh, ma tu sei uno spirito libero, un carattere avventuroso, non ti fermerà un po' di natura selvaggia...
  12. E' vero, giustissima osservazione, l'Estafette era ad apertura scorrevole. Allora direi che forse Roy c'ha visto giusto al primo colpo (bravo, perchè in quelle condizioni non era facile), dovrebbe trattarsi di un Taunus Transit.
  13. Molto interessante. Per le foto, se vuoi, me ne occupo io, non c'è problema.
  14. Ora che mi ci fai pensare, io non scarterei a priori nemmeno le tue ipotesi, soprattutto per quanto riguarda Renault. Chissà che non possa trattarsi di un Estafette.
  15. In effetti potrebbe essere, si tratterebbe di un vecchissimo Taunus Transit, in pratica l'antenato del Transit giunto fino a noi in svariate generazioni e restyling.
  16. E' una parola. Davvero troppo poco per azzardare una risposta. L'unico indizio potrebbe essere quel vetro posteriore di dimensioni davvero piccole, ma non mi viene in mente veramente niente.
  17. A proposito, Ghidella....mi pare di aver letto che possiedi una Beta, di che Beta si tratta? E se magari ti fosse possibile, facci vedere qualche foto.
  18. Ce l'aveva una mia collega. Era appunto color caffè metallizzato, doppio tetto in tela apribile ed interni in velluto beige. Molto elegante. Per quanto riguarda le versioni speciali di marchi esterni c'erano anche le Giannini e le Moretti Rock.
  19. A questo punto non mi meraviglierebbe che, se nessuno precedentemente si sia peritato di portarli via di lì e di custodirli da qualche altra parte, fosse stato tutto gettato via, a giudicare dal grande interesse finora mostrato per la conservazione della memoria storica.
  20. La Sergio Tacchini me la ricordo, così pure la Italia 90, la Dance (c'era pure la New Dance) e la Diesel. Non rammento invece la Color ed ho un po' i ricordi offuscati sulla Shopping. Tra le altre, ricordo pure la vecchia Sole, la Cafè, le diffusissime Young e Young 2 e la Hobby. Poi c'erano le varie serie della mitica 4x4: Trekking, Sisley, Country Club...
  21. Questo è un chiaro indizio di quelle che erano le reali intenzioni di FIAT verso l'Alfa Romeo. Automobile di concezione rivoluzionaria per l'epoca, non soltanto nel suo segmento di mercato. La trazione integrale però arrivò con la 33. Guarda, se fosse stato nel dimenticatoio probabilmente potrebbe essere anche ottimistico, perchè dal dimenticatoio qualcuno potrebbe anche ricordarsi un giorno di tirare fuori qualcosa. Io invece temo che un certo tipo di Alfismo, come del resto il vero Lancismo, sia una tradizione che sia stata definitivamente buttata nella pattumiera. Irreversibilmente.
  22. Teoricamente non farebbe una piega. Purtroppo però, e sottolineo purtroppo, i fatti non hanno tardato a mostrare una realtà ben diversa, nella quale non sto qui a dilungarmi perchè scivoleremmo nei soliti discorsi triti e ritriti, sui quali abbiamo conversato infinite volte, e che ci porterebbero inevitabilmente a fuorviare dall'argomento.
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