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Io, fino alla fine degli anni '90, sempre guidato auto di famiglia che non ne erano equipaggiate. Poi dal '98, quando da militare guidavo i veicoli dell'A.M., non ne seppi più fare a meno. Dotare la mia Uno dello specchietto destro fu la prima cosa che feci dopo essermi congedato. Sulla Delta LX di mio padre, acquistata nuova a settembre del '90, ancora non c'era. E nonostante l'allestimento LX fosse accessoriato di tutto punto. Sembrava già allora una spilorceria micragnosa fuori da ogni logica, sia per il marchio, sia per l'allestimento, sia per i tempi. Ma tant'è, la manica era quella da contafagioli di stampo fiattaro del tempo, bisognava pagarlo extra una cinquantina di migliaia di Lire, se ben mi ricordo.
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Nel 1998, un ingegnere mio conoscente, residente a Napoli, acquistò una Volkswagen Passat TDI, nuova, targata BB 939 AD, ovviamente senza bande azzurre. Quindi credo che nel Napoletano di lotti BB senza bande azzurre ce ne siano stati più di un paio. Ecco, appunto. Curioso che si sia saltato il lotto EE, praticamente quasi ininfluente, e si sia lasciato il lotto CC, simile alle targhe dei Carabinieri ma anche del Corpo Consolare. Credo si passerà a GJ, poi GK e poi GL.
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Anche nel mio condominio c'era un condomino che aveva una 126, del gennaio '73, con paraurti e fascioni laterali della Personal e la plancia e la strumentazione della FSM. La cosa buffa era che aveva i cerchioni e il volante della prima serie.
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Infatti. Di quante ne vedo ancora in giro, la maggioranza sta messa quasi sempre una mezza schifezza.
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Nel bagagliaio della 127 di mio padre, non più in uso da dieci anni, c'è ancora. Qualcuna, molto rara per la verità, qui da me si è vista. Ricordo che una la ebbe il parroco della Chiesa vicino casa mia. Era di un doratino metallizzato.
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Oddio... d'accordo che parliamo pur sempre di una cabrio derivata da un'utilitaria comunissima e a larghissima diffusione, però, povera Punto, l'hai proprio disintegrata.
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C'è stato un tempo in cui di questi upgrade, se li vogliamo chiamare così, ce n'erano a iosa in giro. Qui da me ricordo veramente un boom di Uno I aggiornate a II, era praticamente un classico. Ma in tempi ancor più remoti non erano affatto rare le 127 I con paraurti e modanature della II e così via un po' per tutti i modelli, anche stranieri, che avevano molte parti estetiche intercambiabili con le serie precedenti.
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Questo è un 682 N4, l'ultima serie, lanciata nel 1967, del leggendario pesante FIAT con la cabina "baffo". Questa versione, riconoscibile per la maschera con la griglia molto più fitta e a trama rettangolare, la scritta FIAT per esteso e le frecce arancioni, restò in produzione, con pochissimi aggiornamenti di dettaglio, fino al 1988. Il 650 N, molto simile nello stile, essendo dotato anch'esso della cosiddetta cabina "baffo", era in realtà un camion medio, molto più stretto, più basso, dalla cabina più corta, con ruote più piccole e dalle portate molto inferiori. Eccolo ... Per quanto riguarda il chilometraggio, non so quante cifre avessero i contakm di questi mezzi, ma 100 mila km non sono da prendere in considerazione manco di striscio.
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Tutt'altro che bella, la Z3 coupè, a differenza della roadster. Linea scorbutica, direi quasi sconcertante, ma tremendamente affascinante. Adrenalinica solo a guardarla.
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Alla faccia della baby e delle basse cilindrate! A parte l'entry level 1.8 e le baricentriche 2.0; 2.0 E e 2.0 D, le altre erano tutte sopra i 2 litri: 2.3; 2.3-16; 2.5-16; 2.6; 2.5 D e 2.5 D Turbo. E tralascio le AMG 3.2 e Brabus 3.6 che era roba di un altro pianeta.
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Effettivamente è strano comprendere la logica di marketing di tali scelte. Anche sulla W116 c'era un caso del genere, riguardava il top di gamma col V8 da 6834 cc denominata 450 SEL 6.9 anzichè, tanto per dire, 680 SEL. Ma lì forse si spiega col non voler sforare oltre certe cifre, che mai avevano fatto parte della nomenclatura della casa. L'unica sulla quale era ovvia l'indicazione della cilindrata era la W201, in quanto il nome commerciale per tutte le versioni era 190.
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Forse diverse denominazioni erano riservate per taluni mercati. Comunque la gamma diesel era composta da: 200 D; 220 D; 240 D; 300 D e 300 D Turbo. Non credo disponibili su tutti i mercati e non in tutte le varianti di carrozzeria. Ad esempio, ma potrei ricordare male, in Italia non ricordo la W123 220 D, mentre la 300 sovralimentata era disponibile solo come 300 TD, cioè con carrozzeria station wagon.
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Dubito anche io. Lo specchietto non è il suo di sicuro, ma anche la maschera grigio chiaro e i fanalini/frecce rettangolari non mi sembrano coerenti col '76.
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2 porte, rosso ossido 163; identica a quella di mio padre. Ben tenuta complessivamente, ma, come tutte le (rare) 127 ancora in uso quotidiano, non coerente al 100% in tutti i particolari: i paraurti con fascia superiore argentata sono della CL; i profili neri dei gocciolatoi sono della Sport/Super. Anche questa, da 32 anni, è con noi in famiglia, per cui la conosco più che bene nei particolari. Esemplare sicuramente ben tenuto, ma con qualche cosa da rivedere se si volesse l'originalità al 100%: terminale marmitta non originale; maniglia posteriore sx rotta; spazzole tergicristallo di ultima generazione (potrà sembrare un fatto secondario, ma su una storica le trovo un pugno nell'occhio). E' una Speedster 356 Replica, costruita interamente a mano negli Stati Uniti (California), disponibile sia con carrozzeria normale (Carrera) che con quella allargata (Wide). La scocca è in materiali compositi, mentre il telaio è quello del sempiterno maggiolino. Due le motorizzazioni disponibili: 1600 cc e 1900 cc, come quella in foto. Sono possibili innumerevoli personalizzazioni che vanno dal colore, agli interni, alla capote, ai cerchi e tanto altro. Avvistata tre anni fa nel parcheggio del santuario della Madonna dell'Arco a Sant'Anastasia (NA), e poi rivista qualche tempo dopo nel parcheggio di un bar a Frattamaggiore (NA), laddove il giovane proprietario disse che è del '73, ce l'aveva da poco tempo e l'aveva acquistata direttamente a Torino. Condizioni perfette di carrozzeria e interni, ma aveva un inguardabile mobiletto in legno, presumibilmente fatto artigianalmente in maniera un po' grezza, per l'alloggiamento dell'autoradio. Era l'unica stonatura di un esemplare molto bello.
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Più che ciglia mi sa che quelli vogliano essere dei raggi solari, giocando sulla parola Hèlios che è infatti una divinità greca che fa riferimento al sole. Concordo in pieno. La targhetta 900/CL laterale doveva essere sicuramente posticcia, in quanto da noi tale cilindrata in abbinamento a tale allestimento esisteva solo a quattro porte. Per essere una CL sarebbe dovuta essere una 1050, la quale però aveva cerchi dal disegno specifico che qui non vedo (quello anteriore è degli allestimenti L e C); avrebbe dovuto avere la maniglia cromata (qui è nera come sulla L); i paraurti avrebbero dovuto avere la fascia color alluminio nella parte superiore, che qui non si intravede; avrebbe dovuto avere i vetri posteriori a compasso e, credo, anche i poggiatesta, che qui non ci sono. In definitiva, molto probabilmente si tratta di una C con molti particolari di altre serie.
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Lessi qualche tempo fa, forse proprio qui su AP ma non ricordo di preciso, che a Torino, nel periodo di assegnazione delle targhe TO-R0xxxx, pare che i Torinesi di fede Torinista facessero a gara per farsi assegnare una di quelle diecimila immatricolazioni. Addirittura si dice ci fosse chi denunciasse il danneggiamento o lo smarrimento delle proprie targhe per cercare di riuscire ad ottenere una "TO-R0". Non so se fosse realtà o leggenda metropolitana; magari qualche utente Sabaudo ce ne può dire di più. Molto meno lusinghiere invece le "TO-P0"; immagino quanto ci abbiano potuto marciare i tifosi dell'altra sponda cittadina...
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Una cosa è certa: in Francia ci hanno creduto molto prima che altrove.
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Questa è la strumentazione della Delta LX di mio padre a quadro spento. Il tachimetro è sempre a 10 km/h; il contagiri si ferma a 500 giri. Nulla di insopportabile, per carità, però a me è sempre stato un po' antipatico.
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Di lì a poco, con la soppressione definitiva del marchio SIMCA, la denominazione della rete assistenziale e di vendita cambierà ancora in Peugeot-Talbot. Poi, dopo una manciata di anni dall'essere risorto, il marchio Talbot morirà di nuovo. Stavolta definitivamente. Mai vista una storia così tribolata e confusionaria di marchi, proprietà, nazionalità e compagnia bella.
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Boh, la butto lì: che sia un ex Polizei, tipo un ufficio mobile o qualcosa del genere, dismesso e riadattato come camper? Anche se il verde Polizei forse non era così scuro...
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Me li ricordo anche sulla BX. Ce l'aveva un medico mio conoscente, era una 19 D del 1983/4, di colore rosso. I paraurti, pur essendo anch'essi rossi, avevano in pratica la superficie goffrata come i normali paraurti non verniciati.
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Propendo anche io per la cabina sostituita. Nel 1971 non credo che il 110 fosse già in produzione, credo sia arrivato più verso la metà dei '70. Per quanto riguarda il colore è quasi certo che non sia il suo, anche perchè in origine il paraurti è di colore nero. Probabile che sia stato riverniciato integralmente di bianco.
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Credo stia diventando una vera e propria mania. Qui da me si sono diffusi parecchio nel settore del noleggio per cerimonie. Ma anche per eventi, campagne pubblicitarie, inaugurazioni, feste... cose del genere. Qualche anno fa, nel pieno della campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale della mia città, uno dei candidati sindaci scelse un Bulli T1 per girare in lungo e in largo la città per farsi propaganda. Quanto alle trasformazioni: non è il primo che vedo e neanche tanto elaborato. Qualche tempo fa ne vidi uno in vendita allestito come fast food itinerante. Era un T2 col parabrezza trasformato in T1, con tanto di montante centrale e due vetri separati.
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Credo che ti abbiano detto giusto. I cambi FIAT di quel periodo non credo fossero un portento quanto a manovrabilità. Anche la mia Uno talvolta patisce impuntamenti nell'inserimento della prima e della retro, e più raramente nel passaggio quinta/quarta. Quando serve, anche io rilascio e poi ripremo la frizione e la marcia entra regolarmente.
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Qui da me, al mercato ortofrutticolo di Casoria, un 616 rosso ancora operativo si vede ogni tanto. Però è un seconda serie, quello cioè con la cabina squadrata.