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Mazinga76

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  1. Probabilmente sì, dal punto di vista strategico/logistico forse non era granchè conveniente produrre un mezzo che era nient'altro che un clone di un altro in un sito differente. Ma d'altra parte non è che bisogna stupirsi più di tanto; quando di mezzo c'è lo Stato (L'Alfa Romeo dell'epoca era ancora un'azienda dell'IRI) la storia ci insegna che è possibile tutto e il contrario di tutto. Ad ogni modo vale la pena ricordare che gli stabilimenti A.Pomi. (Alfa Pomigliano) poi in seguito ribattezzati A.R.Ve.Co. (Alfa Romeo Veicoli Commerciali) erano operativi a Pomigliano d'Arco fin dalla nascita del Romeo nel '54 ed hanno sfornato i commerciali Alfa Romeo fino alla chiusura definitiva della divisione avvenuta nel 1990, con l'uscita di scena definitiva dell'AR6. Altri veicoli assemblati in quegli stabilimenti furono il Mille, l'ultimo "pesante" del Biscione, a partire dal '57; dal '67 gli A-11/12 e F-11/12, cioè l'ultima evoluzione del Romeo, fino all''83; sempre dal '67 e fino al '74 gli A-15/19/38 e F-20 assemblati su licenza SAVIEM; Dal '78 poi fu la volta appunto dell'AR8, clone del Daily, e dall''85 dell'AR6, gemello del Ducato, la cui fine produzione coincise per entrambi con la chiusura definitiva della divisione Commerciali, nel 1990, e quindi con la chiusura di quel sito produttivo. Tuttavia non escluderei che alcune quote venissero prodotte anche in altri siti, tipo Brescia, Suzzara, la SEVEL di Atessa ecc.. In ogni caso da Pomigliano per quarant'anni circa ne sono stati prodotti veramente tanti, se non la maggior parte.
  2. Sarà quel vago sapore USA, poi sempre più annacquato nelle serie successive.
  3. Sì, come per tutta la serie FIAT/IVECO Daily e OM Grinta, anche per l'AR8 i propulsori erano SOFIM. La divisione Commerciali dell'Alfa Romeo si trovava invece a Pomigliano d'Arco; lì venivano assemblati.
  4. Trattasi di Alfa Romeo AR8, in pratica il gemello dell'IVECO Daily prodotto dall'Alfa Romeo.
  5. Non lo escluderei. Al punto che ho come l'impressione che tu, come si dice dalle mie parti, "Sia entrato di secco e ti stai mettendo di chiatto", nel senso che sei entrato quasi in punta di piedi e adesso pare quasi tu stia considerando questa discussione come uno spazio di tua pertinenza, da monopolizzare a tuo piacimento, al punto da sentirti autorizzato a dettare regole e linee guida anche agli altri. Personalmente ti esorto a continuare nella tua opera di condivisione, che trovo sempre apprezzabile e interessante. Altro non ti compete. A me personalmente non darebbe nessun fastidio. Beato te che hai così tanta disponibilità di Uno dalle tue parti; qui da me, soprattutto la prima serie, può considerarsi a pieno titolo un modello in via di estinzione, quindi più che meritevole di essere immortalato.
  6. Fotografata fuori un'officina. Chiesi informazioni al titolare e mi disse che è stata acquisita da un collezionista del posto. Sarà restaurata.
  7. E' praticamente perfetta; tenuta in uno stato eccellente. D'altra parte appartiene a un meccanico di un paese vicino; uno che è del ramo, ne capisce e non ha problemi di ricambi e manutenzione. Non è di sicuro un Doblò; propendo anche io per un Mercedes. Forse un Vito passeggeri o una Viano o una classe V.... Boh, si somigliano un po' tutti con quelle forme squadrate da minivan.
  8. ... Ma come?!... i primi tempi in cui comparisti su questi lidi fui proprio io a difenderti dal "linciaggio" per le auto comuni e/o catorciate che postavi, apprezzando e rispettando l'impegno e la passione di andare in giro a caccia di foto, a prescindere dai modelli che pubblicavi.... E adesso proprio tu mi fai la morale? ......
  9. Seconda parte: Lancia Fulvia, del gennaio '72 Lancia K 2.0, del febbraio '99 Nissan Micra, del '00 Piaggio Ape; anno sconosciuto, ma approssimativamente tra la fine dei '70 e i primi '80. Toyota Land Cruiser 4WD Turbo, del luglio '90 Terza e ultima parte: Volkswagen Vento GL, del '95 Yamaha XT 600, del luglio '88
  10. Ecco un mio contributo variegato, credo il primo del 2021. Si tratta di un reportage variegato: roba comune; altra decisamente meno; qualche auto del vicinato; qualcosa anche di motociclistico. Alfa Romeo 155 1.8 T.Spark, del '95 Autobianchi Y10 fire Missoni, del maggio '88 FIAT 128 1100/CL, dell'aprile '79 FIAT Tempra 1.4 i.e. SX, dell'agosto '93 Hyundai Atos, del '99 Hyunday Atos Prime GLS, del '00
  11. Era tutt'e tre. Nel senso che nacque come sostituto dei piccoli OM della serie zoologica (Orsetto, Lupetto...); ma essendo la OM ormai una consociata di FIAT Veicoli industriali, le denominazioni che assunse furono OM 40 e FIAT 40 NC. Dal 1975 in poi, essendo confluiti tutti i marchi di veicoli industriali del gruppo FIAT (FIAT, OM, Magirus Deutz, UNIC...) nella nuova nata IVECO, i marchi di origine furono dapprima affiancati dal marchio IVECO e poi, mi pare verso il finire degli anni '80 o inizio '90, definitivamente soppiantati da IVECO e basta. Ne consegue che questo piccolo autocarro leggero ebbe i marchi OM; FIAT; OM e FIAT affiancati da IVECO e infine, negli ultimi anni di produzione, soltanto IVECO.
  12. Siam sicuri che ci sia un loghetto sui cerchi della Croma? Certo, dalla foto non se ne ha la certezza ma a me sembrerebbe che manchino proprio i tappi che coprono i mozzi.
  13. Francamente non l'ho mai percepita come un'auto che avesse lasciato un segno in qualcosa in particolare. Auto onesta e nulla più, fatta per piacere un po' a tutti o per cercare di non scontentare quasi nessuno. Design anonimo, nessun tipo di audacia estetica, la break peggio che andar di notte. Giusto un tantino più osè la tre porte, ma niente di che. Le Citroen che hanno fatto entrare il marchio nel mito direi che siano state altre. Che addirittura la ZX abbia fatto la storia degli anni ''90, un'auto che era la contraddizione di tutto ciò che era stato Citroen e quel che aveva rappresentato nel panorama automobilistico fino a quel momento... Ma per favore...
  14. Una premessa: contrariamente a quanto molti credano, gli allestimenti della 127 II serie all'esordio erano così suddivisi: "L" (base); "C" (intermedio); "CL" (lusso) L'allestimento "L" lo si riconosceva a colpo d'occhio per i paraurti di metallo nero opaco con cantonali di plastica. Meno evidenti da cogliere al primo colpo d'occhio erano le modanature in gomma più sottili sulle fiancate, le maniglie nere, l'assenza dei profili cromati sui gocciolatoi, i tergicristalli cromati e le luci posteriori con retronebbia al posto di quelle di retromarcia. Internamente il particolare che si notava di più erano i braccioli corti e le maniglie di apertura sottili sui pannelli delle portiere anteriori, che praticamente derivavano dalla 127 I serie. L'allestimento "C" differiva per i paraurti interamente di plastica con staffa di rinforzo sottostante in metallo. La mascherina aveva un profilo in color alluminio; le modanature in gomma laterali erano più spesse e con profilo cromato; i gocciolatoi avevano il profilo cromato; i tergicristalli erano neri anzichè cromati e i gruppi ottici posteriori avevano le luci di retromarcia al posto dei retronebbia. All'interno i braccioli erano lunghi e con maniglia di apertura integrata e più spessa, il padiglione era rivestito in panno. A centro plancia c'era l'accendisigari e la strumentazione includeva il termometro acqua, oltre a tante piccole cose non visibili come l'intermittenza per i tergicristalli, il ventilatore a due velocità, il lavavetro elettrico, le spalliere reclinabili ecc.. L'allestimento "CL" era il più curato e lo si riconosceva esternamente dai paraurti in plastica con fascia superiore argentata, cerchi dal disegno specifico, borchie cromate invece che nere, vetri posteriori apribili a compasso. Inizialmente disponibile solo col motore 1050 cc. Internamente si riconosceva subito il volante dal disegno specifico e dall'impugnatura più spessa; Il pomello del cambio era anatomico e con griglia dei rapporti riportata ed aveva una cuffietta in similpelle anzichè il soffietto di gomma; i sedili erano rivestiti in panno o in velluto; i pannelli delle portiere e il pavimento erano in moquette. Detto ciò, la razionalizzazione della gamma '81 previde l'allestimento Special come sostituto dei precedenti "L" e "C" di cui era una via di mezzo (i paraurti erano quelli in metallo con cantonali in plastica della "L", ma c'erano degli accessori che erano specifici della "C"): in pratica lo si poteva considerare come un "L" arricchito o un "C" impoverito a seconda di come lo si voleva considerare. Il Super sostituiva il precedente "CL" ma era di fatto equivalente a un "C" full optional con qualche semplificazione esterna, come i cerchi della "C" e qualche novità, come i paracolpi laterali della Top e la maschera con una nuova trama della griglia.
  15. Mi domando: ma quel parcheggio a fare la barba al palo... Perchè?🤔
  16. Se si preferisce, la Polo 1 era l'alter ego economica dell'Audi 50. Invertendo l'ordine dei fattori il prodotto non cambia.
  17. Io ho votato Polo 2. Tra tutte è secondo me quella che portò un concetto veramente nuovo tra le piccole, grazie allo stile da piccola wagon. Io non la ricordo affatto come auto da artigiani/commercianti, ma al contrario seppe ritagliarsi un'immagine ben diversa, direi quasi modaiola, visto il riscontro che ebbe presso il pubblico femminile e giovanile ambosessi. La aveva un mio professore all'istituto per geometri, un architetto dallo stile curato, e l'auto non gli faceva difetto vista la spiccata personalità. A me piaceva molto anche la coupè, soprattutto nella versione restyling. La aveva un mio collega, macchina solida e concreta, forse dal look interno un po' troppo austero, ma nel complesso direi un'auto di una certa immagine. Una piccola digressione sulla modesta e dimessa Polo 1: il suo alter ego era l'Audi 50, una sorta di Polo Lusso con motori più prestazionali.
  18. Facciamo un po' di chiarezza: questi non sono Ape 50, che è ben più piccolo, ha la cabina monoposto ed è immatricolato come ciclomotore, quindi con il targhino nominativo che può essere rimosso dal proprietario e montato su un altro mezzo di 50 cc. Questi due sono degli Ape 703V, dove il numero indica la portata (circa 7 quintali) e la V indica che è la versione con volante. Curiosamente la versione "volante" è riconoscibile dall'esterno per il tergicristallo con spazzola orientata in orizzontale; la versione "manubrio" ha invece il tergicristallo con spazzola dritta. Le dimensioni della cabina sono ovviamente più generose e l'omologazione è per due. La cilindrata è di 200 cc a benzina oppure 400 cc diesel; va da sè che in questo caso l'immatricolazione non può essere come ciclomotore ma come motociclo, quindi con le stesse targhe in uso alle motociclette. Ti chiedo: come deduci che non siano immatricolati? L'unica targa di cui i motocicli dispongono è posta sul lato posteriore, che dalle foto non è visibile. E poi, come per tutti gli autoveicoli, non potrebbero mai essere stati venduti e posti in circolazione senza immatricolazione. Quindi, semmai ne fossero sprovvisti, è perchè probabilmente saranno stati radiati per inutilizzo. Non credo comunque che siano stati acquistati a scopo pubblicitario: sul pianale è montata una cella coibentata per il trasporto di deperibili, probabilmente per l'approvvigionamento dei magazzini o per il trasporto a domicilio (per quei supermercati che offrono questo servizio). Me lo chiedevo anche io, ma non ne ho la più pallida idea. Nel parcheggio custodito (a pagamento) di un Auchan della mia zona sostava, coperta da un'abbondante coltre di polvere e con le ruote semi-sgonfie, una Mitsubishi Space Star, poi rimossa dopo svariati mesi. Semplicemente, se lo specchietto prendeva un urto di una certa entità, oppure a causa dell'usura dell'apri/chiudi, lo snodo interno si spezzava e rimaneva appeso per i cavi della regolazione interna. Era un fattore visibile su tante auto del periodo; sulla Uno ovviamente di più perchè faceva parte dell'arredo urbano delle nostre città.
  19. Voglio salutare questo anno maledetto e augurare a tutti voi un nuovo anno di serenità, salute e felicità. Lo faccio con l'ultimo piccolo contributo. FIAT Tempra S.W. 1.9 TD del gennaio '96 FIAT Seicento Sporting del settembre '98 Jaguar Sovereign 4.2 ritargata nel nel marzo '93. Buon anno a tutti!
  20. I miei zii invece nell''85 tribolarono un bel po' per avere la loro 70 CL automatica. Ma forse, essendo una versione molto marginale, la cui domanda era col contagocce, probabilmente influiva sui tempi di consegna.
  21. Per me il più bel frontale mai visto sulla 127 era quello della Brazil, ma della serie precedente... Aveva una certa eleganza e le dava un aspetto più importante.
  22. Mazinga76

    Fiat 127/147 e 127 unificata

    Osservando le immagini di questa 127 ho pensato a una di quelle auto alle quali tocca a un certo punto un triste epilogo. Magari sarà stata la classica utilitaria dell'anziano ottuagenario o giù di lì, che la utilizzava per le brevi commissioni giornaliere tenendola con un minimo d'attenzione. Ahimè, finchè vita non ci separi. Poi subentrano figli, nipoti ecc., che non hanno nessun interesse/passione, e l'auto del congiunto finisce ferma, magari abbandonata a marcire alle intemperie o sfruttata fino al midollo a manutenzione zero, tanto è solo un ferro vecchio che non vale niente. Oppure ancora, i nipoti patentandi o neopatentati che si alternano nel progressivo processo di distruzione. Purtroppo ne ho visti tanti di casi del genere, anche nel mio vicinato, a volte di vetture tenute maniacalmente dai defunti proprietari, che nel volgere di mesi si sono ritrovate catorciate e poi spedite sotto una pressa.
  23. Sempre pensato che Punto II fosse stata una sostanziale involuzione del design della Punto I. Mai riuscito a digerirla completamente, tanto in versione "fanalina" che in versione "fanalona".
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