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Seee....vabbè, buonanotte... Diciamo che le Dangel erano delle 504 o 505 pro forma, ma sotto erano trasformate in veri e propri fuoristrada duri e puri. E anche in questo caso nutro tutti i miei dubbi che possano essere più efficaci di una Land Rover in certe situazioni ai limiti dell'impossibile. Ora, mi spiace dirtelo, ma se mi porti a corredo delle tue convinzioni argomenti del genere, le cose sono due: o non ne sai e le spari a casaccio, o la tua è più che altro sete un po' presuntuosa di ragione a tutti i costi; e la seconda ipotesi mi sembrerebbe avvalorata dal fatto che ancora vai a rivangare su un argomento dibattuto due settimane fa. Per quel che possono valere i miei due cents: hai intrapreso un excursus storico/cronologico sulle autovetture che nel corso degli anni si sono avvicendate nel titolo di Auto dell'Anno; un'iniziativa lodevole che seguo di volta in volta con piacere e interesse. Non sminuirla con posizioni precostituite e puntigliose che rischiano di scadere nell'ilarità
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Dico la mia, a titolo prettamente personale: trovo orrendi i cerchi di diametro monstre con spalla talmente esigua che il bordo tocca quasi terra. Tra l'altro di utilità più che dubbia quando l'uso è prevalentemente cittadino, visto e considerato quanti ne vedo in giro coi bordi letteralmente martoriati e spesso con le bozze sui bordi dello pneumatico. Da un punto di vista prettamente estetico, a me un bel cerchio sportivo di diametro regolare, con uno pneumatico dalla spalla alta, mi ha sempre fatto molto più sangue.
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Che colpo la 125 Automatic! 😮 Sarei curioso di sapere quante ne possano essere rimaste oggi circolanti
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Esatto, avevo completamente rimosso il titolo del programma: era proprio Estate 5. L'unico anno in cui andò in onda fu il 1991; anch'io lo vedevo in vacanza, giusto in tempo quando tornavo dal mare per il pranzo. Spesso correvo ad accendere la TV proprio per seguire il gioco della pressa, che era verso la fine del programma. A tal proposito ho trovato qualcosa sul web (fonte: davidemaggio.it la TV dietro le quinte) Iva Zanicchi esordisce con Estate 5, una “quasi diretta” dallo studio 14 di Cologno Monzese: si tratta di un esperimento poichè il programma va in onda con una differita di soli 15 minuti. Estate 5 andò in onda per tutta l’estate alle 12,30 su Canale 5 per terminare il 7 settembre 1991. Come per il più classico dei contenitori, la formula è sempre la stessa: interviste, musica e giochi. Tra questi ultimi ricordiamo quello della “pressa”: ogni giorno un concorrente mette in palio la sua auto e se supera una delle 5 prove proposte vince il doppio del valore dell’auto; in caso contrario torna a casa in bicicletta perchè la macchina viene schiacciata da una pressa. Accanto a Iva Zanicchi, Enrico Beruschi. Sull'eventuale vincita ricordavo bene io: il concorrente intascava il doppio della valutazione della sua auto. In particolare mi ricordo di un concorrente che portò la sua SEAT Ibiza in condizioni ancora più che decorose, la quale gli venne valutata 3 milioni e mezzo. Lui si cimentò nella prova in cui, con un certo numero di tiri a disposizione con una pallina o qualcosa del genere e da una certa distanza, doveva far cadere un castello di barattoli, nel senso che nessun barattolo doveva rimanere in piedi. Il concorrente ci riuscì e se ne andò a casa con la sua Ibiza e ben 7 milioni in tasca.
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Altrochè se me lo ricordo quel gioco; andava in onda su una delle reti Mediaset e mi pare di ricordare, ma potrei sbagliarmi, che lo presentasse Iva Zanicchi. Non ricordo il nome del quiz ma, in pratica, il concorrente portava la sua macchina in trasmissione, un esperto la valutava e ne indicava il valore. Se il concorrente superava le prove a cui veniva sottoposto vinceva il doppio del valore della sua auto ( e l'auto era salva ovviamente...). Se perdeva... a volte non volevo guardare 😥. L'auto veniva ragnata e poi pressata; e se ne tornava a casa col cubo.
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A quei tempi i rally africani di Peugeot erano soprattutto una strategia di marketing per mettere in evidenza le doti di robustezza proverbiale che queste vetture avevano, che si rivelò fondamentale per favorirne la diffusione in quei paesi dalle condizioni ambientali e climatiche difficili e, di riflesso, si rivelò un'ottima propaganda di solidità anche per quell'utenza che viveva in posti più ospitali. Ma parliamo di rally, eventi creati ad hoc, con macchine certamente preparate ed equipaggiate per affrontare quel tipo di stress. Ma stai pur certo che per andare nella savana, per attraversare i guadi con l'acqua fino alla linea di cintura o con le ruote sprofondate in mezzo metro di fango, per cavalcare le dune, per camminare sulle pietraie, non ci andavano nè con la 404 nè con la 504, ci andavano con Sua Maestà la Land Rover... Credo non ci sia da aggiungere altro. No, non lo era affatto. Le Peugeot, soprattutto quelle nate tra gli anni '60 e '70 erano muli da soma. Direi che ci sia anche più di un fondo di verità sul mito di robustezza delle Peugeot dell'epoca. Quello che contesto è soprattutto questo passaggio: "Le Peugeot 504 erano in grado di raggiungere luoghi che nessuna Land Rover avrebbe potuto raggiungere o sarebbe potuta semplicemente cadere a pezzi .." Questa è una scemenza incommentabile ...
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Su questo passaggio, in tutta onestà, mi permetto di sollevare dubbi grossi quanto una casa...🤔 Che la Peugeot 504 fosse un mulo indistruttibile, e che si fosse ben presto guadagnata la sua fama di "Nave del deserto", non ci piove. Tutto il resto mi sembra un po' gonfiato all'inverosimile. La 504 raggiungeva luoghi che nessuna Land Rover avrebbe mai raggiunto... Ma vi prego, siamo seri...🤐
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Anche a me la berlina mi ha sempre lasciato un po' tiepido; però non si può disconoscere che, per essere stata lanciata alla fine degli anni '60, aveva una linea di una certa originalità e modernità.
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Se l'occasione fosse di quelle irripetibili, la prenderei. Fermo restando che lasciare una storica, segnatamente un'A112, che rientra tra quelle vetture tendenzialmente aggredibili con facilità dalla corrosione, non sarebbe una buona idea.
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E' una Super, ma i cerchi sono della CL della serie precedente. Anche lo specchio destro credo sia robaccia after market.
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Giusto una decina di giorni fa ce n'era uno parcheggiato sotto casa, di colore bianco. Era sicuramente di una ditta di lavori in ferro o in legno, oppure vetri, queste cose qui. Sicuramente era lì per qualche lavoro in qualche appartamento nel condominio affianco. Le condizioni, però, apparivano curiosamente discrete.
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Credo che fosse la potenza espressa in Kw.
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... e anche alle 126, ovviamente.
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Ci ho fatto la scuola guida ( su 750 Young sia a 4 marce che a 5 marce) e poi l'esame di pratica. Era spartana, ma la praticità era imbattibile. Dal febbraio 2012 è entrata in famiglia la 1.2 lounge di mio padre, equipaggiata di tutto punto: cerchi in lega, vernice metallizzata, 5° posto, ruotino di scorta, sensori di parcheggio, antifurto meccanico ed elettronico ecc.. Uso prevalentemente urbano, con frequenti spostamenti extra-urbani a breve raggio e rari spostamenti autostradali di prossimità. Oggi ha 73 mila km, ne siamo ampiamente soddisfatti.
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Le file erano due, con tre posti per fila.
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Pensare a quella linea e a quelle soluzioni stilistiche nel 1967 fa scalpore ancora oggi. Basti pensare che la FIAT lanciava contemporaneamente la 125, ottima berlina ma iper-conservatrice nello stile, per farsi un'idea. Era avanti di una decina d'anni buoni.
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Che peccato! Sembrerebbe in stato di inutilizzo prolungato se non proprio di abbandono. A parte l'opacità, le plastiche scolorite e la sporcizia, sembrerebbe intera e forse discretamente sana. Questo è un colpaccio di quelli potenti! Non so quanto sia facile al giorno d'oggi beccare una Supermirafiori 2000/TC...
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Praticamente tutte le volte che mi capita di beccare un poliziottesco all'italiana
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Vero è che con la Bora hanno accentuato di più il discorso diversificazione per quanto riguarda le berline. Ma dire tout court che le varie serie della Jetta/Vento fossero soltanto delle Golf con la coda trovo che sia un po' una semplificazione che mi convince solo in parte. In primo luogo perchè ogni Jetta/Vento ha sempre avuto un frontale che in qualche modo si differenziava abbastanza nettamente dalla Golf corrispondente, non so se anche in termini di lamierati ma di sicuro alle voci fanaleria/maschera; in secondo luogo perchè senza coda e con la coda le due auto assumevano ciascuna una propria filosofia e una personalità totalmente differenti l'una dall'altra. Un po' come ai tempi era con Delta/Prisma, giusto per citare un esempio: due diverse facce della stessa medaglia, ma con stili, personalità e credo anche clientela d'elezione ben diversi.
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Beh... non direi. Non penso che all'epoca le vendessero coi mozzi scoperti.
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Non conosco molto gli aneddoti di politica internazionale relativi a quest'auto, ma non lo escludo. Di certo fu il primo esempio di FIAT "globale" costruita in diversi paesi d'Oltrecortina, tra cui anche la Russia dove era soprannominata "Zhigulì". Fu costruita anche in Spagna, per molti anni, dall'allora consociata SEAT, l'ultima versione della quale arrivò anche da noi in Italia sul finire degli anni '70, conosciuta come "124D" e distribuita dalla stessa rete FIAT.
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Assolutamente sì, è una Silver. Riconoscibile dal tipico grigio pastello e soprattutto dai fanali a spigolo con luce di retromarcia integrata, che erano specifici delle serie speciali della 126. Alla quale però mancano probabilmente i profili adesivi sulle fiancate e, forse, ma non riesco a vederlo chiaramente dalla foto, i poggiatesta. Non male, sembra se la passi tutto sommato benino. Peccato le manchino le borchie cromate. Parabrezza panoramico, cofano bagagli largo, avantreno a ruote indipendenti... E' un Maggiolone.
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Non credo che fosse quello il posizionamento di mercato. Le 1300/1500 erano berline di classe medio/alta che furono rimpiazzate l'anno successivo dalla 125, a sua volta una berlina di classe più elevata rispetto alla 124. La 124 era la nuova berlina di dimensioni medie della casa che, almeno inizialmente, era più inquadrabile come naturale sostituta delle ormai vecchie 1100/1200 che avevano rappresentato la classe media negli anni '50 e fino alla prima metà degli anni '60. Da non considerare la 1100 R, anch'essa lanciata nel '66, ma posizionata leggermente più in basso e in seguito sostituita dalla 128, altro modello decorato col premio "Auto dell"Anno, nel 1969. Questo passaggio mi trova abbastanza d'accordo in diversi punti. Era un'auto non brutta ma neanche bella; aveva linee tranquille ma forse un po' troppo anonime; robusta ma anche troppo semplice; competitiva ma anche un po' povera. Era un'auto votata a piacere a un pubblico il più trasversale ed eterogeneo possibile, puntando a un gradimento generale soddisfacente pur non eccellendo in nessuna voce in particolare. Era di quelle auto "un po' tutto e un po' niente" allo stesso tempo. Poi i numeri le hanno dato comunque ragione e questo fu un bene per FIAT e un piacere per noi appassionati "nazionalisti". Discorso di tutt'altro tenore invece per le versioni sportive derivate, di ben altro fascino e richiamo, con una menzione particolare al bellissimo stile della versione spider. E anche alle berline nelle versioni Special, perlomeno relativamente alla voce motori e prestazioni.
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Tra l'altro in casa VW non erano mica nuovi a questo tipo di operazioni. Io rammento anche la Polo Variant e la Cordoba Vario.
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Oppure potrebbe essere un siciliano trapiantato in Lombardia.