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... la quale, a meno di non farsi influenzare dal minor appeal del marchio, modesta non lo era neanche un po'; nè al cospetto della Gtv nè al cospetto di tante altre coupè del periodo della miglior concorrenza.
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Povera quella Scorpio... non fa una bella fine. ?
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Menzione particolare alla Scorpio ultima serie; al di là del design più che controverso, è qualcosa di ormai estremamente raro, direi quasi esotico.
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Ricordi bene. Era il 1372 cc
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Brutta non lo era. Scontava ancora la debolezza del marchio SEAT dopo decenni di rimarchiamenti FIAT (fino a quel momento a listino c'era ancora la Fura), ma era un'utilitaria dignitosissima, moderna, perfettamente inserita nel suo tempo e al passo con le concorrenti coeve. Fu il primo tassello verso il cambio radicale d'immagine che ha poi avuto SEAT negli anni a seguire. Anche a me non dispiaceva per niente.
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Confermo l'ipotesi di v13: molto probabile che fosse già ritargata in quanto la berlina era fuori listino già dal '72, soppiantata dalla Beta. Solo la coupè proseguì la sua carriera ancora per quattro anni, fino al '76.
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Mitica l'Appia II serie; mio padre ne prese una usata nel '64 da neopatentato. Era proprio del '58, di color grigio topo, poi purtroppo distrutta in un incidente per fortuna senza conseguenze gravi per lui e per gli occupanti. Ogni volta che ne rivede una per lui è un colpo al cuore.? Chapeau alla 128 Special 1300, veramente degna di nota!
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Dico anch'io la mia, facendo un po' la voce fuori dal coro: personalmente non vedo nessun errore in quello che posti nè che tu debba stare attento ad alcunchè, anzi, che siano pezzi "pregiati" o mezzi più umili, trovo ammirevole e rimarchevole il tuo impegno e la tua abnegazione nel contribuire in questa discussione. Da parte mia ti esorto ad andare avanti nei tuoi piacevoli e interessanti interventi.
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130 coupè e Beta spider...? Tanta roba sul serio! Ti prego, non mi dire che quella 130 coupè è in stato di inutilizzo/semiabbandono...
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Oddio, quella SL fa piangere il cuore...? Da salvare finchè si è in tempo
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Davanti a questioni sentimentali/affettive e quant'altro non c'è ragionamento razionale che tenga: se la passione per quel veicolo è forte, la tieni, la restauri, la curi. E' una tua questione personale. Stop. Fermo restando che una 1.9 JTD, tanto più se restyling, credo ci sia poco da sperare in rivalutazioni significative future.
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Delta HPE non è assimilabile agli altri esempi fatti: Se Bravo/a, 145/6, Punto II 3/5 porte, Stilo 3/5 porte erano vetture completamente differenti soprattutto nella risoluzione estetica dei posteriori, Delta HPE manteneva il medesimo posteriore di Delta II 5 porte. La differenza grossa stava nell'andamento della fiancata, viste le due sole portiere più grandi e il finestrino posteriore con un profilo completamente diverso. Complici anche i parafanghi bombati, la macchina cambiava completamente fisionomia e personalità, ma restava sostanzialmente la stessa auto.
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Con la III serie si era riusciti a portare all'apice della bellezza e del prestigio qualcosa che era già bello di per sè. Osservando di prospetto i frontali di Thema III e k, messi fianco a fianco, il secondo appare perfino più triste e anonimo. Purtroppo era tardi, e benchè migliorata non raggiunse mai la personalità spiccata di 164.
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Comunque sì, le cornici delle portiere della Uno sono molto deboli. Ne sono testimone diretto per aver subito anch'io sulla mia Uno, parecchi anni fa, lo stesso "trattamento" da qualche balordo per trafugare qualche spicciolo. Perfetto, ci siamo capiti. Fate caso alla portiera della Punto come sia piena di ondulazioni in prossimità della maniglia e poco più in là. Mentre la portiera della Uno, mi riferisco alla lamiera dalla linea di cintura in giù, già soltanto dall'aspetto visivo trasmette un senso di una certa solidità in più. Confermo, Punto II aveva lamiere più ferme, rese più consistenti probabilmente anche dalle diverse nervature e spigoli che erano stati aggiunti sul cofano e sulle fiancate. Ma anche a me non faceva molto sangue dal punto di vista estetico; l'ho sempre vista un po' come un'involuzione stilistica rispetto alle linee pulite della I serie.
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Ma non dubito che la Punto I fosse un prodotto complessivamente migliore di gran lunga, per carità di Dio, ci ballano dieci anni tra l'una e l'altra, ci mancherebbe pure che non fosse così. Ma credo che stiamo fuorviando o che non mi sia spiegato bene: il discorso non è la rigidità della scocca, la bontà della plancia o la debolezza delle cornici delle portiere dell'una piuttosto che dell'altra. Se ti capita l'occasione, prova a "bussare" con le nocche sulla lamiera delle portiere (dalla linea di cintura in giù), dei parafanghi anteriori, sulle fiancate dell'una e poi dell'altra e dimmi che impressione ne ricavi. O meglio ancora: appoggia il palmo della mano sulla lamiera dell'una e dell'altra e fammi sapere quale delle due flette in maniera esagerata. Ti assicuro: se spingi troppo sulla Punto, l'ammacchi.
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Io la Uno la possiedo tutt'oggi: come consistenza di lamiere è già al di sotto della 127 (la possiede mio padre), ma nulla al confronto con le fiancate e le portiere della Punto I serie, che ho avuto modo in prima persona di saggiare "palpandole" ? Fidati
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Ahime, i problemi di affidabilità dei FIRE sono cosa nota e, stando a quanto leggo in giro, anche molto diffusi: mia zia, sulla sua Lancia Y 1.2 ha rifatto la guarnizione della testata due volte in 95.000 km. Anche i problemi di perdita di liquido dai tappi di fusione sono abbastanza diffusi: anche questi sono stati sostituiti un paio di volte. Posso confermare anche il discorso delle lamiere della Punto I serie: erano di una debolezza imbarazzante; flettevano che era un piacere se ci si appoggiava e si piegavano all'indentro con la semplice pressione di una mano.
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Mi accodo anch'io al coro: mai visto Punto cabrio con paraurti non verniciati
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Ora che mi ci fai pensare mi si accende un flash nella mente: ricordo che in quel periodo gli allestimenti avevano denominazioni come "Attiva", "Eletta", "Futura"... Ma non so, nello specifico, se quello in foto sia un allestimento ufficiale o corrispondente ad uno di quelli sopra citati.
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Sempre più rare le mie incursioni in questo thread; ma, appena posso, non disdegno di immortalare qualcosa. Alfa Romeo 33 Imola, dell'aprile '93 Autobianchi Y10 Junior, del settembre '95 BMW 318 i, del febbraio '95 FIAT Nuova 500, del marzo '68 Lancia Dedra 2.0 Turbo ds, del giugno '92
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La BX rossa della prima foto (senza i lavafari) l'aveva un medico mio conoscente: era una 19 D dell' '83. Comunque di BX rosse ai tempi ne vedevo abbastanza; altri colori, come il giallo o il verde pastello, erano alquanto improponibili.
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La denominazione corretta è Ford Courier. No, è corretto quanto scritto da L'informatore d'auto: si tratta di un' Audi V8.
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In famiglia c'è la LX del '90 di mio padre; due zii, fratelli di mio padre, hanno invece avuto rispettivamente una 1300 dei primi '80 e una LX 1300 dell''85. Sono stato e, per quel che riguarda quella di mio padre sono ancora, passeggero e guidatore su tutte e tre, pertanto ho conosciuto e conosco da vicino entrambe le plance in oggetto. Per quel che è il mio personalissimo punto di vista, la plancia originaria era certamente molto originale, finanche moderna per quello che era il suo tempo. Ma non mi ha mai scaldato particolarmente dal punto di vista del design: troppo spigolosa; troppa discontinuità di linee tra il cruscotto, l'elemento centrale e la console in basso. Anche la strumentazione, incassata in nicchie rettangolari separate tra loro, mi ha sempre lasciato tiepido. Tra l'altro non ricordo particolari vantaggi di questa soluzione in termini di leggibilità. La plancia post '86 perdeva notevolmente in originalità, a dirla tutta era diventata più anonima, anche in considerazione delle succitate sinergie con la Prisma. Però, a mio avviso, aveva guadagnato uno stile dalle linee più morbide e classiche, più sobrie e raccordate tra loro, meno tormentate. Forse era il giusto compromesso per un prodotto ormai maturo, che faceva dell'immagine sobria ed elegante il suo punto cardine. Non convengo sulla presunta scarsa visibilità della strumentazione: al contrario, il grosso elemento unico garantiva una visibilità ampia, panoramica e a piena luce di tutti gli strumenti e di tutte le spie, persino dal sedile del passeggero (cosa questa non possibile con l'altra plancia). Discorso manopole: io trovo che siano belle grosse da impugnare, per niente difficili da raggiungere visto che le sedute anteriori sono anch'esse basse, e di impiego assolutamente facile e intuitivo. Concordo infine sulla scomodità del posto guida, e in generale sull'assetto dei sedili anteriori: molto bassi, poco contenitivi, con seduta corta per le gambe e con consistenza dell'imbottitura alla francese, molto cedevole. Questo almeno per quanto riguarda i sedili in velluto della LX, non so se fossero così anche su altre versioni.
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Una domanda banale: per circolare in uno stato estero con una vecchia immatricolazione di tipo pre-europeo, non è obbligatorio apporre l'ovale adesivo con la lettera dello stato di provenienza?
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A onor del vero, anche questo mi sembra abbastanza opinabile. Se per quinta porta intendiamo il portellone posteriore, incernierato alla base del tetto e che si solleva in solido col lunotto, auto come la 2CV, la Ami, la GS, la DS, la CX ne erano sprovviste ed erano a tutti gli effetti delle berline a 4 porte. 2CV a parte, la quinta porta era ovviamente presente sulle versioni break di ciascun modello.