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Mazinga76

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  1. Ecco a voi il mio consueto contributo, stavolta piuttosto variegato per tipologia di mezzi e con una chicca interessante. Si comincia con un'Audi 80 1.8, ben tenuta, di uno squillante rosso, del marzo '89. Citroen 2CV 6 Charleston, dell'aprile '82. FIAT Nuova 500. Prima immatricolazione gennaio '68. E veniamo alla chicca: FIAT 128 Smart Francis Lombardi, purtroppo non tenuta bene e un po' pasticciata. Immatricolata nel dicembre '72, non ne avevo mai vista una prima. FIAT IVECO 110, prima immatricolazione gennaio '77. FIAT 127 900/C, del giugno '78. FIAT 127 900/L, dell'aprile '81. Ford Transit, del dicembre '80. IVECO EuroCargo, del maggio '95. Ancora di aspetto attuale e di comunissima visibilità, eppure già al di là della soglia dei 20 anni. Il tempo vola. Infine una Mitsubishi Pajero Intercooler Turbo, del maggio '91.
  2. Anche quando la 600 passò dagli originari 633 cc a 767 cc di cilindrata (non di potenza! ) la denominazione ufficiale continuò ad essere FIAT 600. Questo però cozzava con l'edonismo di molti proprietari che ritenevano irrinunciabile sottolineare il "salto di qualità". Ecco che molti acquistavano after market la scritta 750 e l'apponevano al posto di FIAT 600. Ma non è una denominazione ufficiale di casa FIAT. Per mamma FIAT quella era sempre una 600. Chiaro ora?
  3. Che poi, in realtà, a voler essere proprio precisi neanche di sostituzione vera e propria si può parlare ma più che altro di affiancamento, perchè la Small, quando arrivò la Koral nel '91, continuò a restare a listino fino al '94, anno in cui la Koral era già out. Quindi in definitiva fu la Small a sopravvivere alla Koral. La plancia della 127 I serie mi è sempre piaciuta un sacco. Quella strumentazione ad elementi circolari ricoperti da quella palpebra tondeggiante le davano un certo sapore grintoso. Anche la fascia in simil-radica che correva su tutta la larghezza della plancia le dava, se vogliamo, un tocco un po' "alfesco"; magari un po' troppo pretenziosa ma non sgradevole. Tra l'altro il materiale di rivestimento era schiumato e piacevolmente morbido al tatto, lo ricordo come fosse ieri sulla 127 di mia zia. La II serie invece fu un po' un passo indietro sia come strumentazione, più moderna per i tempi ma anche un po' più banalotta con quei quadranti di forma geometrica, sia come materiali di rivestimento, semplice plastica rigida senza troppi fronzoli.
  4. Non paga il bollo ma la tassa di circolazione storica, essendo una ultratrentennale, pari a € 31,24. Tale tassa ovviamente non è dovuta se la vettura non è posta in circolazione sulla pubblica via. Ribadisco che nelle foto sarebbe opportuno oscurare almeno parzialmente le targhe.
  5. Ma...veramente una sostituta ci fu. Questa...
  6. E' del maggio del '68, risulta regolarmente immatricolata ed è fiscalmente residente in Abruzzo. Pertanto sarebbe meglio coprire almeno parzialmente le targhe.
  7. Qui da me invece tutte sparite. L'ultima che ancora resisteva era una Small del '93 di colore rosso bordeaux, ma sarà un annetto ormai che non la vedo più. Non credo abbia fatto una buona fine.
  8. Sulla nostra c'è, ancora in ottime condizioni.
  9. Dicevo precedentemente della quasi totale sparizione dalle mie parti delle Delta I. Paradossalmente, la più giovane della prima generazione è la rarità nella rarità, o forse se la gioca con la prima del '79. Anche perchè commercializzata per un tempo minore ('91-'93) rispetto alle precedenti e con un trend commerciale ormai in evidente discesa. Comunque da salvare sicuramente. Questa qui dubito che sia la sua prima immatricolazione. O perlomeno lo sarà in Italia, ma potrebbe trattarsi di un veicolo importato. La maschera, col double chevron così grande, e il lamierato posteriore dove alloggia la targa, con quei fanalini piccoli e separati, direbbero che si tratti di una versione molto più vecchia. Anche gli interni, con portiere prive di pannello e il quadro strumenti piccolo farebbero riferimento a qualche versione molto più antecedente. Poi non so...
  10. Sul dubbio gusto non ci piove. C'è pure il volante verde... Però, ti dirò...più che l'abbinamento strano di colori, sai qual'è il vero pugno nell'occhio, secondo me? Le ghiere dei fanaloni verniciate in tinta. Sembrerà solo un dettaglio, ma le avesse lasciate cromate l'aspetto sarebbe stato un pelo più accettabile.
  11. Per la miseria, che avvistamento!! Ragazzi, io non so dalle vostre parti quale sia la concentrazione residua di Delta I in circolazione, qui da me sono ormai letteralmente sparite. TUTTE. Per cui, ogni volta che ne postate qualcuna, faccio un balzo dalla sedia. Stavolta poi il balzo è doppio perchè una ante-'85, a targhe nere, è qualcosa che qui non vedo più dalla notte dei tempi. Curiosamente, invece, di Prisma ce n'è ancora una discreta quantità in giro.
  12. Io vedo una targa completamente coperta. Dove sta la targa nera? Dobbiamo crederti sulla parola. E chi ci dice che non bari?
  13. Confermo. La denominazione Nevada non è mai stata in discussione per tutta la vita commerciale dell'automobile. Piuttosto successe il contrario: magari ora la fesseria la dico io, ma a me sembra di ricordare che la Nevada, con l'avvento della Laguna I, nel '94, non fu subito sostituita ma tirò avanti ancora un annetto, fino all'arrivo della Laguna s.w.. Ecco, in quel lasso di tempo, mi pare che Nevada divenne il nome principale del modello, e non soltanto per identificare la versione s.w., perdendo dunque il 21. Io ho la tua stessa convinzione, che la 190 non sia mai uscita ufficialmente con le frecce bianche. Però è pur vero che immagini per la rete con le frecce bianche, ma anche in giro qualcuna, a dire il vero, se ne trovano. Ne deduco che, probabilmente, esistessero come accessorio non ufficiale venduto after market.
  14. Mah, insomma...a parte la botta mi sembra che ci siano diverse cose che non tornano. Lo specchietto, a quanto pare, non dovrebbe essere il problema principale. Si nota chiaramente che la macchina è coricata sul lato destro, causa la gomma anteriore dx completamente a terra. Da non escludere che possa esserlo anche la posteriore dx. Non vorrei che si trattasse di un abbandono, magari molto recente viste le condizioni ancora buone. Sarebbe un peccato se finisse vandalizzata. Assolutamente vero. Qui a Napoli e provincia i 418, carrozzati SOFER e Cameri, erano parte integrante del panorama autoveicolare circolante. Soprattutto il SOFER, che la faceva da padrone, è rimasto in circolazione almeno fino alla metà degli anni '90, se non oltre. Eccone uno, in una foto dell'epoca. Questa qui non era più Chamade, ma semplicemente 19. Dopo il restyling, infatti, la dicitura Chamade, che caratterizzava la 3 volumi, fu eliminata.
  15. Infatti, più che la questione estetica, era abbastanza inaccettabile che ce ne fosse uno solo. Poi, per carità, anche sull'estetica ci sarebbe da dire, tipo il perchè di quella posizione a metà sul montante e non più sobriamente sulla portiera. Però è anche vero che quel dettaglio finì per diventare un'icona nell'icona, troppo caratteristico e troppo originale per potervi rinunciare. Al punto che in gergo fu coniato apposta il termine "Testarossa monospecchio" per distinguerla dalle successive. Auto straordinaria, secondo me.
  16. Presumo di sì, anche perchè sembrerebbe difficile che qualche azienda possa utilizzare per servizio pubblico un autobus come minimo quarantennale, tenuto poi in quello stato. Certo che presentarsi col pullman a un raduno d'auto è una cosa originale assai.
  17. Anche in casa FIAT non mancavano di farlo sapere.
  18. Sono assolutamente d'accordo con te. Magari sarà pure vero che, in linea generale, faceva meno caldo trenta/quaranta anni fa rispetto a oggi, ma le sudate che si facevano nella 127 in piena estate erano terribili. Ricordo come fosse ieri, mio padre, in che condizioni si ritirava dal lavoro dopo aver lasciato 9 ore la 127 al sole nel parcheggio aziendale. Sembrava che gli avessero tirato secchiate d'acqua addosso. Lo skai era micidiale, era praticamente impossibile non coprirlo con delle foderine per non entrarvi direttamente a contatto. Mettici pure che la 127, come buona parte delle utilitarie del tempo, avevano una parte dei lamierati interni (fianchetti laterali, montanti ecc.) a vista, non rivestiti da pannelli, che quindi tendevano ad arroventarsi amplificando l'effetto "forno crematorio". Mettici infine che la portata d'aria degli impianti di ventilazione di un tempo era quella che era e il quadro è completo.
  19. Qualcuna in giro me la ricordo anche io. Molto rare, ma c'erano. L'estetica, come praticamente tutte le europee adattate alle norme USA, ne usciva mortificata.
  20. Ho sentito e visto tramite GR e TG. Inizialmente, quando ancora non avevo visto le immagini, avevo pensato a una tromba d'aria, come purtroppo se ne vedono e sentono sempre più spesso in Italia, visti gli ormai evidenti mutamenti climatici che caratterizzano negli ultimi tempi il clima del nostro Paese. Ma non immaginavo minimamente la furia devastatrice e distruttiva che si è verificata questa volta. Qui siamo davanti ad una fenomenologia di una violenza tale da essere sempre più accomunabile ai tornado americani. Guardavo, giusto poco fa, alcune immagini su fb da fare accapponare la pelle, visto lo stato in cui versano certe abitazioni. In una foto, in particolare, si nota un FIAT 40 NC volato come un fuscello davanti a un'abitazione, capovolto e schiacciato come una lattina di alluminio. Terrificante.
  21. Approfitto anche io per mostrarvi le ultime robe incontrate in questi giorni. In più inserisco un bonus image di cui vi parlerò avanti. Iniziamo con questa Chrysler Voyager LE Turbodiesel, del luglio '94, in cattive condizioni generali, ruote semisgonfie. Ha tutta l'aria di essere abbandonata. FIAT 500 L, del giugno '70; l'immancabile piccoletta Torinese, qui in un esemplare non proprio in gran forma dal punto di vista estetico. FIAT 131 Supermirafiori 1300/TC, del gennaio '81. Ho il vago ricordo di avervela già proposta in passato. Comunque è un ottimo esemplare, appartenente ad un anziano che la prende di tanto in tanto. Questa è di stamattina, mi accodo al semaforo e toh...guarda chi si vede: una FIAT Ritmo 60 CL del febbraio '81. Ben tenuta, ma con cerchi e gomme non suoi, come pure il filetto adesivo nero che corre lungo tutto il perimetro della carrozzeria. Innocenti Mille 1.0 i.e., del febbraio '95, in condizioni piuttosto vissute. Chiudo il reportage fotografico con questa Mercedes Benz 200 E, del settembre '90. Di uso quotidiano, e si vede, visti i numerosi graffi e piccole ammaccature presenti. E veniamo al bonus di cui vi dicevo. Quella che vi propongo è un'immagine tratta dall'album dei ricordi; fu scattata a Casoria, nel 1973, a un incrocio centralissimo della città. E' emblematico come allora la produzione nazionale facesse ancora la parte del leone sulle nostre strade. Manco a farlo apposta, in questa foto sono ben rappresentati tutti e tre i marchi nazionali più diffusi: Al centro dell'incrocio è ben visibile un'Alfa Gt; dietro di essa, semicoperta, si scorge una Lancia Flavia. Davanti alla bottega del gommista, che si trova tuttora lì, una FIAT 850 in riparazione; più a sinistra, sul marciapiede, un FIAT 850 furgone. Una pillola d'altri tempi.
  22. La Fulvia è quella postata qualche pagina più dietro.
  23. Il problema non sono tanto i 3000 Euro, o almeno sono relativi. Il fatto è che la macchina è come minimo da riverniciare, poi bisogna vedere sotto come sta messa a ruggine. E già di carrozza sono altre migliaia di Euro che vanno via. Poi chissà di motore come sta messa e il comparto meccanico in generale. Tieni presente che i veri motori Lancia hanno bisogno di manodopera esperta e qualificata, non proprio alla portata di chiunque. Mettici la difficoltà nel reperire eventuali pezzi nuovi originali e i costi. Ecco che i 3000 Euro diventano puramente teorici, per poi trovarti ad affrontare un vero e proprio bagno di sangue. Chiaramente se si vuole affrontare un restauro serio e non una cosetta all'acqua di rose, solo per tamponare la situazione nell'immediato e spostare tutte le magagne, peggiorandole, soltanto un po' più avanti nel tempo.
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