-
Numero contenuti pubblicati
11113 -
Iscritto il
-
Ultima visita
-
Giorni Massima Popolarità
13
Tipo di contenuto
Forum
Galleria
Calendario
Download
Articoli del sito
Store
Blog
Tutti i contenuti di Mazinga76
-
Infatti ora non le vedo più.
-
Io le vedo una magnificenza.
-
Infatti, più che la questione estetica, era abbastanza inaccettabile che ce ne fosse uno solo. Poi, per carità, anche sull'estetica ci sarebbe da dire, tipo il perchè di quella posizione a metà sul montante e non più sobriamente sulla portiera. Però è anche vero che quel dettaglio finì per diventare un'icona nell'icona, troppo caratteristico e troppo originale per potervi rinunciare. Al punto che in gergo fu coniato apposta il termine "Testarossa monospecchio" per distinguerla dalle successive. Auto straordinaria, secondo me.
-
Presumo di sì, anche perchè sembrerebbe difficile che qualche azienda possa utilizzare per servizio pubblico un autobus come minimo quarantennale, tenuto poi in quello stato. Certo che presentarsi col pullman a un raduno d'auto è una cosa originale assai.
-
Anche in casa FIAT non mancavano di farlo sapere.
-
Sono assolutamente d'accordo con te. Magari sarà pure vero che, in linea generale, faceva meno caldo trenta/quaranta anni fa rispetto a oggi, ma le sudate che si facevano nella 127 in piena estate erano terribili. Ricordo come fosse ieri, mio padre, in che condizioni si ritirava dal lavoro dopo aver lasciato 9 ore la 127 al sole nel parcheggio aziendale. Sembrava che gli avessero tirato secchiate d'acqua addosso. Lo skai era micidiale, era praticamente impossibile non coprirlo con delle foderine per non entrarvi direttamente a contatto. Mettici pure che la 127, come buona parte delle utilitarie del tempo, avevano una parte dei lamierati interni (fianchetti laterali, montanti ecc.) a vista, non rivestiti da pannelli, che quindi tendevano ad arroventarsi amplificando l'effetto "forno crematorio". Mettici infine che la portata d'aria degli impianti di ventilazione di un tempo era quella che era e il quadro è completo.
-
Qualcuna in giro me la ricordo anche io. Molto rare, ma c'erano. L'estetica, come praticamente tutte le europee adattate alle norme USA, ne usciva mortificata.
-
Ho sentito e visto tramite GR e TG. Inizialmente, quando ancora non avevo visto le immagini, avevo pensato a una tromba d'aria, come purtroppo se ne vedono e sentono sempre più spesso in Italia, visti gli ormai evidenti mutamenti climatici che caratterizzano negli ultimi tempi il clima del nostro Paese. Ma non immaginavo minimamente la furia devastatrice e distruttiva che si è verificata questa volta. Qui siamo davanti ad una fenomenologia di una violenza tale da essere sempre più accomunabile ai tornado americani. Guardavo, giusto poco fa, alcune immagini su fb da fare accapponare la pelle, visto lo stato in cui versano certe abitazioni. In una foto, in particolare, si nota un FIAT 40 NC volato come un fuscello davanti a un'abitazione, capovolto e schiacciato come una lattina di alluminio. Terrificante.
-
Approfitto anche io per mostrarvi le ultime robe incontrate in questi giorni. In più inserisco un bonus image di cui vi parlerò avanti. Iniziamo con questa Chrysler Voyager LE Turbodiesel, del luglio '94, in cattive condizioni generali, ruote semisgonfie. Ha tutta l'aria di essere abbandonata. FIAT 500 L, del giugno '70; l'immancabile piccoletta Torinese, qui in un esemplare non proprio in gran forma dal punto di vista estetico. FIAT 131 Supermirafiori 1300/TC, del gennaio '81. Ho il vago ricordo di avervela già proposta in passato. Comunque è un ottimo esemplare, appartenente ad un anziano che la prende di tanto in tanto. Questa è di stamattina, mi accodo al semaforo e toh...guarda chi si vede: una FIAT Ritmo 60 CL del febbraio '81. Ben tenuta, ma con cerchi e gomme non suoi, come pure il filetto adesivo nero che corre lungo tutto il perimetro della carrozzeria. Innocenti Mille 1.0 i.e., del febbraio '95, in condizioni piuttosto vissute. Chiudo il reportage fotografico con questa Mercedes Benz 200 E, del settembre '90. Di uso quotidiano, e si vede, visti i numerosi graffi e piccole ammaccature presenti. E veniamo al bonus di cui vi dicevo. Quella che vi propongo è un'immagine tratta dall'album dei ricordi; fu scattata a Casoria, nel 1973, a un incrocio centralissimo della città. E' emblematico come allora la produzione nazionale facesse ancora la parte del leone sulle nostre strade. Manco a farlo apposta, in questa foto sono ben rappresentati tutti e tre i marchi nazionali più diffusi: Al centro dell'incrocio è ben visibile un'Alfa Gt; dietro di essa, semicoperta, si scorge una Lancia Flavia. Davanti alla bottega del gommista, che si trova tuttora lì, una FIAT 850 in riparazione; più a sinistra, sul marciapiede, un FIAT 850 furgone. Una pillola d'altri tempi.
-
La Fulvia è quella postata qualche pagina più dietro.
-
Il problema non sono tanto i 3000 Euro, o almeno sono relativi. Il fatto è che la macchina è come minimo da riverniciare, poi bisogna vedere sotto come sta messa a ruggine. E già di carrozza sono altre migliaia di Euro che vanno via. Poi chissà di motore come sta messa e il comparto meccanico in generale. Tieni presente che i veri motori Lancia hanno bisogno di manodopera esperta e qualificata, non proprio alla portata di chiunque. Mettici la difficoltà nel reperire eventuali pezzi nuovi originali e i costi. Ecco che i 3000 Euro diventano puramente teorici, per poi trovarti ad affrontare un vero e proprio bagno di sangue. Chiaramente se si vuole affrontare un restauro serio e non una cosetta all'acqua di rose, solo per tamponare la situazione nell'immediato e spostare tutte le magagne, peggiorandole, soltanto un po' più avanti nel tempo.
-
Non è il primo caso che vedo ai raduni, e negli ultimi tempi ne sto beccando anche regolarmente in circolazione. Esistono delle aziende che riproducono fedelmente le targhe per veicoli storici, di qualsiasi epoca. Teoricamente tali targhe sarebbero da utilizzarsi esclusivamente per scopo espositivo: raduni, manifestazioni ecc.. Quindi, chi non ha più le targhe originali dell'epoca, ma ha un'immatricolazione recente sulla sua storica, ha la possibilità durante un raduno di coprire l'immatricolazione reale con quella che aveva in origine. Ultimamente, però, vedo in giro molte vetture storiche che hanno immatricolazioni successive all'epoca di appartenenza, ad esempio targhe successive all''85 che dovrebbero essere a fondo bianco, le quali sono state riprodotte a fondo nero, in formato quadro oppure rettangolari con provincia arancione, pur di avere le targhe della stessa tipologia che si aveva in origine. Credo che anche questa pratica, teoricamente, sarebbe non regolamentare ai fini della circolazione, oltre che stupida a mio modo di vedere, perchè si tratta comunque di un fake e non di un qualcosa di strettamente originale dell'epoca.
-
Ma non mi pare che nessuno ti avesse rimproverato alcunchè. Il riferimento era a chi un po' superficialmente aveva scritto pubblicamente la targa, tutto qua.
-
Amico mio, non perdiamo di vista un concetto basilare: qui nessuno ci ha messo una pistola in fronte obbligandoci ad avere la storica. Nè a te, nè a me, nè a nessuno. La storica è una scelta che si fa in base a un proprio piacere, una passione, un fatto emotivo. Non è un diritto assoluto possederla, nè un dovere. Anzi, qui si misura il vero grado di passionalità verso il mezzo storico che si possiede: se ce l'hai per passione, amen. Ti sobbarcherai tutte le difficoltà di questo mondo e te la condurrai fino alla sua età naturale di storicità. Se era solo uno sfizio a buon mercato, che oggi è diventato improvvisamente oneroso e poco conveniente, la dai via. Lo dico con cognizione di causa perchè sono nelle tue stesse condizioni, so di cosa stiamo parlando. Anche a me sono girati gli zebedei non poco quando all'improvviso mi sono trovato a dover pagare il bollo da 31,24 a 159,12 (l'assicurazione storica è ancora salva benchè alle tariffe più alte d'Italia, sia chiaro). Nessuno mi obbligava a tenermela, potevo scegliere di rottamarla, come mi consigliavano di fare praticamente tutti, qualcuno prendendomi anche in giro, trattandosi "solo" di una modesta Uno CS dallo scarsissimo valore collezionistico. Però ho fatto le mie valutazioni, me la son tenuta in barba a qualsiasi valutazione oggettiva. Il significato e il valore affettivo è quello che do io al mio mezzo, è un fatto puramente emotivo e soggettivo. Per cui diventerà trentennale in mano mia, questo è poco ma sicuro. Questo, ovviamente, senza voler assolutamente difendere una legge emanata, come al solito, in fretta e furia, senza avere nessuna cognizione della materia e in maniera iniqua e demagogica.
-
Mi sa che ti hanno detto giusto. Evidentemente dev'essere una regola che le regioni applicano omogeneamente su tutto il territorio nazionale, perchè, nel 2010, quando fece mio padre le pratiche per la certificazione ASI sulla Delta, con scadenza del bollo in autunno, successe anche a lui la stessa cosa: la regione Campania si accontentava della richiesta pervenuta in tempo utile. Pure io c'ho l'Allianz sulla Uno, solo che con 43 kw di macchina pago 210€! Papà invece, sulla Delta 55 kw, con Unipol SAI paga 344€!! Fa' 'na cosa, Paolo, trovami qualcosa da fare e un alloggio dove stare che mi trasferisco da te.
-
Esiste. Non più efficace ai fini fiscali ma continua ad esserlo per quelli assicurativi. Non so, ad oggi, quante siano le compagnie assicuratrici che confermano il trattamento economico agevolato, e se siano diminuite o meno con l'entrata in vigore della nuova giurisprudenza fiscale. Quel che è certo è che ci sono, tanto è vero che le due ultraventennali di famiglia, con polizze della Allianz e della Unipol SAI (con aumento), in scadenza nel mese di maggio, ci sono state rinnovate senza nessun problema.
-
Guarda, non prenderlo per oro colato, potrei dirti anch'io una fregnaccia. Ma credo che, se riuscissi ad ottenere la certificazione prima della scadenza del bollo, potresti starci dentro. Varrebbe la pena che ti informassi bene, perchè sarebbe un peccato pagare un bollo pieno, immagino abbastanza salato, potendo aver diritto a rientrare nella storicità già da quest'anno.
-
Un po' di materiale accumulato nell'ultima quindicina di giorni, in prevalenza di uso e visibilità quotidiana. Alfa Romeo 33 1.3 VL, del febbraio '91. Autobianchi A112 Abarth, dell'aprile '84. Credo che non sia originale, anche perchè dal calcolo del bollo risulta essere una 965 cc. Autobianchi Y10, del giugno '94. FIAT 500 L, del maggio '72, abbandonata. FIAT Uno 55 S, del gennaio '85 ma l'immatricolazione dice novembre '86. Ford Escort Van, del maggio '90, in condizioni che non t'aspetti per un veicolo commerciale. Dubito che i copricerchi e gli specchi in tinta possano essere originali. Ford Orion 1.4 Ghia, del gennaio '91, in condizioni trascurate. Mercedes Benz 190 D, del maggio '91, fa specie vederla usata come umile mezzo da lavoro. Volkswagen Transporter pick-up, del giugno '90. Per chiudere, Volvo 760 GLE Turbodiesel S.W., del novembre '88.
-
Veramente tutta un'altra storia, la Lybra, se l'avessero fatta come andava fatta. Così come è illustrata nelle foto, avrebbe avuto tutta un'altra fisionomia, più audace, più coraggiosa, più innovativa. Il frontale Y le avrebbe donato, a mio parere, infinitamente di più rispetto alla fanaleria tonda con cornici cromate: un'inutile richiamo a stilemi del passato, che oltre tutto avevano una scarsa coerenza con il family feeling di quel momento. Magari ci sarebbe stata la necessità di lavorarci un po' su, per renderlo un tantino più importante rispetto alla scelta minimalista di trasferire tout court il frontale Y sulla Lybra, però la strada maestra credo sarebbe stata quella. Per quel che mi riguarda, avrei trovato molto più interessante anche il posteriore (berlina) con la fanaleria inserita in quella sorta di incavo. Sarebbe potuto piacere o no, ma generava, secondo me, una certa movimentazione a tutto l'insieme, un tocco di ricercatezza in più, sicuramente più originalità rispetto alla coda un po' gonfia e anticheggiante, un po' incompiuta, se vogliamo, che ha poi caratterizzato il modello che andò in produzione. Insomma, nel complesso direi che fu un peccato, le idee c'erano, erano valide, e si finì per perdere un'occasione per bissare il successo che era stata Dedra.
-
A partire dal 3 dicembre 1955 (NA-100000, assegnata a una FIAT 1100/103), le targhe Napoletane raggiunsero la sesta cifra. L'alfabeto invece, ancora a targa quadra, senza provincia arancione, partì il 22 agosto 1975. La prima alfanumerica fu assegnata a un autobus, un FIAT 418, targato appunto NA-A00000. (Fonte: Targhe Italiane)
-
La serie fu prodotta in cinque stagioni. Quella che ho linkato, sinceramente, non saprei dire a quale stagione appartiene. Ma di sicuro ce ne sono state altre, questo lo ricordo con certezza, sempre con la stessa colonna sonora ma con immagini diverse. E aggiungerei: una due porte ultima serie! Che, almeno qui da me, era inesistente pure da nuova (al pari di 131 2 porte II serie).
-
Ecco, il punto credo che sia proprio questo: Dedra, come spiegava giustamente anche Paolo, si lasciava percepire come un salto stilistico notevole rispetto a Prisma. Appariva chiarissimo il cambio di rotta anni '80 ---> anni '90, ne risultava che Dedra fosse perfettamente al passo con la sua epoca. Tutto questo con Lybra non si percepì, sotto l'aspetto stilistico, con particolare riferimento alla berlina. Per carità, automobile inappuntabile nella sostanza e nei contenuti, però troppo timida nello stile, conservatrice fino all'eccesso che poi diventa difetto. Non dimentichiamo che la gestazione di Lybra, tra annunci, rinvii, ripensamenti, fu travagliatissimo. Questo finì per accrescere molto le aspettative, l'attesa a un certo punto divenne quasi spasmodica. Una lunga attesa non ripagata fino in fondo, ripeto, non per una questione di qualità e di sostanza generale del mezzo, che tuttavia manteneva fede alla sua immagine e al suo status di berlina elegante, ma perchè obiettivamente ci si aspettava di più sotto il profilo dello stile. In buona sostanza non si verificò tra Dedra e Lybra ciò che si era verificato un paio d'anni prima tra 155 e 156.
-
Se non ricordo male lessi già una volta da parte tua questo "Vespa Cosa"...Si chiama COSA e basta!