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Certo, a prescindere da tutto, è molto facile che si tratti di un disguido perchè sinceramente mettersi a pagare più di mille Euro l'anno di tassa di possesso su un barcone simile è un po' improbabile.
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Le tasse di possesso, da quando sono diventate di pertinenza regionale, ciascuna regione ha facoltà di regolare la materia un po' come le pare. Anch'io sono a conoscenza del caso Lombardia; ho uno zio che abita a Brescia, ha una Passat Variant del '92 che da quest'anno infatti paga il bollo ridotto in automatico: Così era stato in precedenza anche con la sua Giulietta del '78, se ben ricordo. In Campania invece è lo stesso che in Liguria: 30 anni per passare automaticamente alla riduzione. Per la Cadillac azzardo comunque l'ipotesi che non ci siano errori: è un'auto d'oltreoceano importata ed immatricolata in Italia per la prima volta nel '06, sconosciuta alla nostra motorizzazione ed al fisco prima di quella data, per cui il conteggio dell'Agenzia delle Entrate parte da quella data come se fosse una prima immatricolazione. Che poi la paghi veramente oppure no questo è un altro paio di maniche, non saprei esprimermi su questo.
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Quanto è bella e caratteristica quella foto... la giardiniera sembra fare parte del contesto con naturalezza. Hai senz'altro sbagliato qualche carattere. E' una 6300 cc, ha 239 kw, pesa 2680 kg, risiede in Liguria e paga il bollo pieno: la bellezza di 1018,05 Euro, quindi non è ASI. Solo mi sa che forse è meglio coprirla quella targa. Questa l'ho beccata ieri, è proprio una delle ultime FIAT 500; immatricolata il 16 luglio del '75, giusto una quindicina di giorni prima della cessata produzione. Non eccezionale come condizioni, ma accettabile, ha comunque molti dettagli incoerenti come la calandra della L ed i rostri gommati.
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Mah, non saprei che dirti... anche se non mi sembrano talmente diversi come dimensioni rispetto agli anteriori, per cui forse si poteva anche ricavarli al posteriore. Probabilmente devono averlo ritenuto sconveniente per qualche motivo, chissà.
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Infatti. Lì non saprei spiegare perchè non abbiano adottato la stessa soluzione della luce d'ingombro integrata, lasciando quella luce bella grossa sul parafango.
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Nel secondo caso, la freccia che gira sul parafango aveva la duplice funzione di indicatore di direzione e luce d'ingombro. In questo modo venivano eliminate la grossa gemma posta sul parafango e le frecce incastonante nel paraurti.
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L'albero sta al posto suo, tu non potevi fotografarla oltre l'albero?
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Quel che è certo è che la gobba le A112 normali non l'avevano, era una prerogativa dell'Abarth; poi c'è pure la scrittina 70HP sul bordo del cofano lato guida (non si vede in foto) che non c'entra. Dev'essere stato probabilmente anche questo un lavoro di carrozzeria col primo cofano capitato a portata di mano. Forse era disponibile tra gli optional.
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Il DAF 400, 'azzarola se è raro!! Io l'avrò visto sì e no una o due volte in tutto, credo sia stato una vera e propria mosca bianca anche quando era regolarmente commercializzato, figuriamoci oggi. Effettivamente pare pure ben tenuto, il che non è una cosa semplice per un mezzo da lavoro ed ancor più se scarsissimamente diffuso come questo. Credo sia stato tolto dal listino, del resto con gli esigui numeri che faceva... Mi pare di aver letto che effettivamente esisteva un accordo in UK per i commerciali tra Leyland e DAF, questo fece sì che da quelle parti fosse notevolmente più diffuso che in altre parti d'Europa; per cui non escludo affatto che i due potessero avere una base comune, del resto le somiglianze estetiche abbastanza evidenti paiono confermarlo. Ad ogni modo lo Sherpa, pur trattandosi di una presenza sempre molto marginale, qui si vedeva certamente più del suo parente a marchio DAF... Intanto posto anch'io qualcosina incontrata tra ieri ed oggi... Audi 80 del '90, tenuta molto bene, con l'unico dubbio delle frecce anteriori bianche. Autobianchi A112 V serie (mod. '79), abbastanza trascurata, con l'incongruenza del cofano motore con gobba (Abarth) e scritta 70HP e dei cerchi FIAT Uno. In realtà, se ho letto bene la targhetta identificativa sul parafango, dovrebbe trattarsi di una Junior.
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Infatti, magari non è il disegno in sè che stona ma il fatto che quei cerchi appaiano troppo inequivocabilmente lontani nel tempo da quella macchina; insomma, che tra la macchina ed i cerchi ci passano tre decenni salta all'occhio anche ad un totale profano di automobili. Per assurdo, sarebbero più tollerabili anche i peggiori cerchi, i più volgari e pacchiani, ma di quell'epoca, piuttosto dei cerchi magari pure gradevoli ma che non c'azzeccano una beata mazza.
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Però, vivaddio, quale che sia lo scopo per cui abbiano fatto quest'iniziativa, almeno l'hanno fatto e personalmente io plaudo sempre quelle case che valorizzano la propria storia. Diversamente a quanto succede da noi che pure avremmo marchi e storia da raccontare (con tutto il rispetto per Renault anche di caratura e spessore ben superiori), dove la politica è esattamente opposta: demolire ed affossare il passato e farlo a maggior ragione se è scomodo ed ingombrante. Mi fermo qui altrimenti ci inerpichiamo nei soliti noiosissimi discorsi triti e ritriti. Comunque, dal mio punto di vista, un plauso a Renault.
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Sì, da noi fu un po' come le mosche bianche, qui perlomeno se ne videro proprio pochissime. Nel nord Europa, come giustamente dici, c'era tutt'altro mercato per questo tipo di berline, ma credo che anche in nord America la 131 2 porte ebbe il suo mercato.
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E' una seconda serie, secondo me la più riuscita delle tre serie sotto l'aspetto estetico.
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Oddio, quei cerchi sotto quella povera 124 Sport...!!!
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E' una riflessione che ci ritroviamo spesso a fare io e mio padre; non immagini quante volte ci siamo ritrovati a vedere automobilisti che fanno manovra tra due marciapiedi e grattano con la parte bassa del paraurti sul cordolo. Mia zia ha spaccato il bordo inferiore del paraurti della Delta II proprio per essersi avvicinata un po' allegramente ad un marciapiedi, per non parlare della rampa del garage dove fino a ad un mese fa avevamo la Panda: a terra ci sono le righe delle strisciate lasciate in entrata ed in uscita. Tanto per fare un esempio, con la 127 questo problema era inesistente, oggi con la Panda bisogna tenere ben a mente questo problema se non si vuole correre il rischio di sfasciare il paraurti. Il guaio è che si tratta di una cosa di cui soffrono quasi tutte le macchine moderne, anche le citycar che dovrebbero essere più avvezze agli ostacoli della giungla urbana. Non ti dico la CS, con quella ci vai anche per mulattiere.
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Il solo osservare quelle Mercedes sportive degli anni '60 mette una certa soggezione. Sono così imponenti, massicce, lussuose senza compromessi... Senza nulla togliere alla Stella di oggi, direi che l'immagine abbia perso un bel po' di smalto rispetto al passato; non so...probabilmente la diversificazione e l'ampliamento esasperato della gamma, a volte fin troppo fuorvianti dai canoni classici Mercedes, unitamente alla perduta proverbiale affidabilità, a lungo andare credo abbiano avuto un peso. Naturalmente la mia vuole essere una considerazione basata essenzialmente su una mia personale sensazione, non suffragata da elementi oggettivi.
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Non conoscevo la storia della Achilli Motors, devo dire che lascia l'amaro in bocca ed un filo di tristezza. Peccato. Era un mondo patinato ed irraggiungibile ai più, però faceva sognare. E' triste apprendere di una fine così ingloriosa.