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Mazinga76

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  1. Brasileira...sicuro? Non argentina?
  2. Noto che spesso si dice Graziella in modo generico, più per indicare un genere che non la Graziella vera e propria. La mia è la Graziella vera, quella della Carnielli, è bianca ed è una 16. Purtroppo è in cantina da tanti anni completamente smontata, andrebbe ripulita, rimontata e riparata lì dove ce ne fosse bisogno. Ricordo che tutti i pezzi erano messi in una scatola di cartone, ma ho il sinistro presentimento che qualcosa possa essere andato perduto. Ad ogni modo non ho nessuna intenzione di disfarmene, vedrò prima o poi di ricomporre il puzzle. [TABLE=class: cke_editor, width: 1265] [TR=bgcolor: transparent] [TD=class: cke_bottom, bgcolor: transparent][/TD] [/TR] [/TABLE]
  3. Per contro, non vorrei sbagliare, mi pare di ricordare che la Corsa SW montasse i vetri elettrici posteriori di serie!! Stranezze.
  4. Anche a me la Corsa B piaceva molto, ma solo a tre porte. Quella linea "tuttatonda" la trovavo veramente riuscita ed accattivante, in totale distacco con il rigore tipicamente Opel della Corsa A che comunque non disprezzavo. Ma anche quest'ultima la gradivo soltanto in versione tre porte per via di quella certa grinta data dai passaruota bombati.
  5. E' vero, io non l'avevo proprio notata. Dev'essere una SL degli anni '70. Ma la 928 se ricordo bene solo coupè era. Se ti riferisci a quella della foto si tratta di una 968 cabriolet.
  6. Aaaah ecco, adesso ho capito. Io mi chiedevo se a cena non ti fossi 'mbriacato.
  7. Scusa Roy, nella foto che hai quotato mi indicheresti quali sono le due Mini e quale l'850 coupè?
  8. A proposito di Arna, non ho foto a portata di mano ma andando così a memoria mi sa che pure lei non se la giocasse male quanto a lunotto "acquario".
  9. No, è che ieri girovagavo un po' tra le varie sezioni di AP e sono capitato in questo tuo topic della bici che mi ha incuriosito. Sai, anch'io in cantinola ho tre bici: una Graziella pieghevole, una bici da cross e la BMX di mio fratello. Tutte sono in condizioni da restauro/recupero, addirittura la Graziella è completamente smontata; chissà che un giorno, avendo tempo e denaro, non mi prenda la voglia di rimetterle in sesto. Allora ho iniziato a leggere finchè non mi sono imbattuto nel post incriminato:D, ed ho esclamato: Ah, fetentone!!! Ovviamente si scherza.
  10. OT: Non t'azzardare con questi paragoni avventati; non è mica vero che la CS è una versione più economica della FIRE. Di listino costava meno della equivalente italiana perchè si faceva in Brasile, manodopera più a buon mercato ecc. ecc.. Ma la costruzione è più robusta, gli interni non hanno lamiere a vista e la dotazione equivale ad una S italiana. Ed in ogni caso, la prossima volta vengo fino a Varese in CS e ti meno.
  11. Oggi faccio un omaggio al GTC postando una sua conterranea, chissà che magari non la conosca... Peugeot 106 XT catalyzed del '92.
  12. 155 era in vantaggio sulle altre con i suoi 525 dm3, forse anche in virtù della decina di cm di lunghezza in più rispetto alle altre; seguivano Tempra a 500 dm3 e Dedra a 480 dm3. Da sottolineare che con la successiva 156 i dm3 crollarono a 378 e con la 159, vale a dire ben 23 cm in più di macchina rispetto a 156, si salì a malapena a 405 dm3. Sia chiaro, parliamo sempre di valori dichiarati. Ma in ogni caso non credo che ci si discosti più di tanto dalla realtà.
  13. Direi di sì, la forma arrotondata ed il soffietto in gomma mi fanno pensare proprio agli specchietti di Ritmo II. Però, effettivamente, dal punto di vista estetico anche io concordo sul fatto che forse non donano molto. Probabilmente degli specchi montati sulla portiera avrebbero giovato di più allo stile.
  14. Considerazioni giustissime, ci mancherebbe, che vanno contemplate da modello a modello in funzione delle caratteristiche strutturali che possono variare. La 127, infatti, ha i passaruota belli ampi all'interno del vano, ha gli snodi ad U (la nostra non ha il portellone) con in più la molla sul lato sinistro che tiene il coperchio in posizione aperta; inoltre l'imbocco per accedervi è stretto e scomodo. Ma nel caso specifico 127/Panda di cui parlavo prima, tutti i contro del vano 127 non sono minimamente sufficienti affinchè il più piccolo ma comodo e regolare vano Panda possa avvicinarsi quanto a capacità a quello di 127. Già soltanto l'impatto visivo dei due vani aperti vuoti mette chiaramente in risalto una profondità credo quasi doppia di 127 rispetto a Panda, pur considerando le rientranze dei passaruota di 127. Ma il dato di fatto è che io ricordo il vano di 127, quando mio padre lo caricava, pieno fino all'inverosimile, roba impossibile da poter fare oggi sulla Panda, pur a parità di lunghezza.
  15. Esatto, ricordi bene. Prima era una prova standard che QR faceva per ciascun modello che testava, come pure provavano quante valigie riusciva a contenere il vano; oggi mi sa che non le fanno più, o perlomeno capita molto più di rado. Forse perchè oggi la capacità del baule non riveste più quell'importanza che aveva 20/30 anni fa; oggi la tendenza è quella di racimolare il maggior numero di cm possibile da dedicare all'abitabilità a scapito del bagagliaio. Esempio pratico: la 127 e la nuova Panda di famiglia. Per entrambe una lunghezza fuori tutto di 365 cm; mentre però la Panda col divano posteriore in posizione d'uso si ferma a 225 litri, il cofano posteriore della 127 cela un cratere da ben 365 litri! Pensa che, quand'ero piccolo e si andava in vacanza tutti e 4 con la 27, dietro c'era posto per due valigie grandi, due borsoni, buste varie e c'era ancora posto per una miriade di oggetti qua e là. Oggi col cavolo che metti tutta quella roba nel bagagliaio della Panda senza fare ricorso alla bara sul tetto.
  16. Nelle giornate agostane, infuocate e un po' desolate, gli avvistamenti latitano. E allora accontentiamoci di quel che passa il convento... Ford Fiesta del '90, un po' malconcia. Già postata in passato, mi pare, ma la riposto per la gioia di Roy. Innocenti Small 990 del '93; malandata, tecnicamente non sarebbe neanche ancora da considerarsi storica ma qui ormai è l'unica superstite dell'ex casa di Lambrate. Sosta sotto casa da alcuni giorni; il proprietario, che abita nei paraggi, dev'essere andato in vacanza e l'ha mollata qui sotto. Lancia Dedra 1.8 i.e. del '92, discrete condizioni.
  17. Io andavo alle superiori quando uscì la Calibra, ricordo che l'aveva un professore di disegno del mio istituto, era blu metallizzato e tutti noi eravamo lì a sbavare quando la vedevamo parcheggiata nel cortile. All'epoca divenne uno status, fu veramente la sportiva del momento. Io personalmente la ammiravo tanto al frontale, quanto di fianco, che al posteriore. Mi piaceva veramente un sacco. Poi però la parabola Calibra iniziò presto la fase discendente, tanto è vero che qui non ne esistono davvero più manco fosse un'auto degli anni '50.
  18. Secondo me Passat e Vectra '88 perseguivano uno stesso scopo ma con due filosofie opposte. Entrambe infatti rompevano più o meno nettamente col passato; ma mentre Passat lo faceva in un modo un po' massiccio e pesante, a voler chiaramente ostentare il cambio di status, Vectra lo faceva in maniera decisamente più garbata ed elegante. Io preferivo la strada scelta da Opel, visibile secondo me anche con la prima Astra rispetto all'ultima Kadett, piuttosto che quella scelta da VW. Nello specifico poi, a mio gusto almeno, tra Passat e Vectra '88 a livello di linea non c'era storia a favore dell'Opel.
  19. Anche qui la Passat '88 fu percepita come un salto netto in avanti rispetto al passato, ed infatti il successo non tardò ad arrivare. La Variant spopolò letteralmente, ma pure la berlina non posso dire che fosse stata snobbata nonostante una linea abbastanza tozza e secondo me neanche tanto equilibrata tra i volumi. Riuscita invece la Variant. Oggi ne vedo ancora qualcuna in giro per Casoria, stranamente con le berline in vantaggio sulle Variant contrariamente a quanto succedeva ai loro tempi.
  20. ULTIME NOTIZIE DAL VICENTINO: Il maldestro giovanotto alla guida dell'utilitarietta color passato di verdure, che zigzagando e piroettando aveva fatto perdere le sue tracce, pare sia stato trovato in un campo, infilato ed occultato in una balla di fieno. A lanciare l'allarme un contadino che, recatosi nel suo podere per dar da mangiare agli animali, ignaro di tutto ha infilzato il suo forcone nel deretano del Nicforspid.
  21. Lascia perdere, che non è epoca tua....va a finire che le combini qualche disastro a tua nonna.
  22. Non saprei dirti con precisione, però il fregio alato mi fa pensare ad un Austin Healey...
  23. Scusate, probabile allora che sia io a non avere le idee chiare....chiarita la differenza tra acceleratore a mano e starter, non conoscendo io da vicino la Uno DS, mi chiedo e vi chiedo: la Uno DS era dotata realmente di acceleratore a mano?
  24. Allora...mi sa che stiamo generando un po' di confusione tra acceleratore a mano e starter. L'acceleratore a mano, lo ha molto ben spiegato ed illustrato Stev66, era un meccanismo che si inseriva tramite una levetta simile a quella dello starter ed aveva la funzione di tenere l'acceleratore premuto ad una certa andatura (una sorta di rudimentale, e probabilmente pericoloso, cruise control). Lo starter, quello che si intravede nella foto della mia Uno CS, è il dispositivo che regola la miscela tra aria e benzina, togliendo e poi reimmettendo aria nella miscela, a seconda delle necessità. Va da sè che i due dispositivi non c'entrano niente l'uno con l'altro, hanno due funzioni distinte e separate, ed in ogni caso chiarisco che l'acceleratore a mano non è presente sulla mia Uno CS. Come giustamente ricordava Stev66, era un dispositivo che conobbe la sua diffusione tra i '60 ed i '70; quindi negli anni '80 (la mia Uno è dell''88) era già largamente in disuso.
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