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Intanto io vado avanti con la terza parte degli avvistamenti vacanzieri, con BMW a farla da padrona. Stasera l'apertura la dedichiamo a una moto (la colonia motociclistica ultra-20/30/40ennale, come avrete modo di vedere, era piuttosto nutrita): BMW R 80 Custom, del luglio '86. Segue questa BMW 320 cabriolet, del giugno '87, in condizioni trascurate e visibilmente "stanca". Della stessa serie, questa BMW 318 la cui prima immatricolazione è del giugno '88. Anche qui, almeno esteticamente, le condizioni sono mediocri. BMW 520i M, del luglio '91, in ottime condizioni di conservazione. Altra BMW 520i, del febbraio '92. In un cimitero di barche, seminascosta, questa Chrysler Voyager Turbo Diesel del novembre '94. Visto il posto e l'apparente stato di abbandono, probabilmente defunta pure lei. Daihatsu Feroza 16 Valve, del gennaio '90, tenuta molto bene. E la chiusura la facciamo col botto! Durante le mie lunghissime consuete passeggiate pomeridiane, sempre con occhi e obiettivo vigili, incontro codesta Signora: Ferrari testarossa, con prima immatricolazione risalente all'ottobre '91. ...
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Ti ringrazio per l'apprezzamento. Sì, si tratta di una SIMCA MATRA Bagheera.
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Ah, ecco. Quindi si trattava di un kit che prevedeva già all'origine la possibilità di montare la targa nell'una o nell'altra posizione. Questo dunque avvalora la tesi che si tratti di una scelta del proprietario che l'abbia preferita in quel modo. Bene, proseguo ora con la seconda tranche di Alfa Romeo più le altre marche inizianti per A. Alfa Romeo 155 T.Spark 1.7, del luglio '94. Ragazzi, che dirvi, sarà pure una TempraVeloce e tutto ciò che si vuole. Ma a me 'sta macchina, messa giù come si deve, mi fa sangue. Alfa Romeo 33 Sport Wagon, del novembre '94. Alfa Romeo Spider T.Spark 16V, dell'ottobre '95. Audi 80, del maggio '94. L'ultima generazione mi piaceva veramente tanto. Era quella che coniugava l'originalità stilistica del tutto tondo con una certa ricercatezza d'immagine. Audi A4 1.9 TDI, dell'aprile '95. Esemplare in condizioni vissute. Autobianchi Bianchina panoramica, del luglio '60. Condizioni di conservazione ai confini della maniacalità; iscritta al registro storico Autobianchi. ...
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Non vorrei ricordare male ma mi sembra che a novembre '77 ci fu proprio il passaggio del testimone tra Giulia e Giulietta. Con l'introduzione del nuovo sistema di targatura avvenuto l'anno prima, che prevedeva la composizione orizzontale o verticale a seconda dei vani targa, credo fosse indifferente l'una o l'altra soluzione in quei casi in cui lo spazio a disposizione consentisse entrambe le soluzioni. Probabilmente in questi casi il cliente aveva facoltà di scegliere in base ai suoi gusti. O, semplicemente, i concessionari smaltivano quel determinato stock disponibile. Comunque non c'è dubbio che sia una rarità e faccia un po' strano su una Giulia, anche se in verità qualche altra targata in questo modo me la ricordo.
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Bentrovati a tutti. Finite le vacanze, da ieri sera (ahimè) sono di nuovo a casa. Mi consola il fatto di aver raccolto un buon bottino fotografico che, vista la notevole quantità di scatti, vi somministrerò un po' alla volta. Come di consueto, andrò in ordine alfabetico per marca. Per cui oggi è la volta di una prima tranche di Alfa Romeo. Buona visione. Si parte con un'Alfa Romeo Giulia Nuova Super 1300, del novembre '77. Alfa Romeo Spider 1600, in condizioni pessime. La reimmatricolazione è del marzo '13, dalla visura non è possibile risalire alla prima immatricolazione. Alfa Romeo Alfetta 2.0, del giugno '81. Alfa Romeo Alfetta 2.0 Turbo Diesel, dell'aprile '82, in condizioni non impeccabili. Alfa Romeo 75 1.8, del luglio '91. Chiudo, per il momento, con un'Alfa Romeo 33 feeling, del maggio '94. ...
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Oggi vi saluto con l'ultima infornata pre-ferie. Da domani, finalmente, si va in vacanza. Alfa Romeo Alfetta 2.0, con immatricolazione risalente al gennaio '82. Alfa Romeo 75 1.6, dell'ottobre '92. FIAT 127 900, del febbraio '82. Jaguar XJ 2,8 Litres, prima immatricolazione risalente al gennaio del '70. Renault 5 GTL, del marzo '86, in riparazione presso un elettrauto. SEAT Marbella Red, del giugno '90. Chiudo con una Volkswagen Golf CL, del febbraio '91. Appuntamento a fine mese, spero con un bel po' di avvistamenti.
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Se consideriamo soltanto il mero punto di vista strettamente anagrafico, ovviamente, non lo è. Questa la postai qualche tempo fa. E' sempre parcheggiata in quella traversa, più o meno in quel posto. E' una 1050, ancora normalmente utilizzata e lasciata a dormire regolarmente in strada come dimostra il Blindosterz montato sopra. D'altra parte qui le precauzioni non sono mai troppe, mai abbassare troppo la guardia o si rischia di farsi fregare pure una 127 scassata.
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Quel motocarro mi sa che sia qualcosa del luogo. Non chiedetemi la marca perchè non me la ricordo. Ma mi pare di averlo visto tempo addietro in qualche post del nostro amico utente di origini greche di cui non ricordo il nickname. Gli chiedo venia.
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Sì, credo anch'io che fosse una soluzione tipica fino agli anni '70 ed era molto diffusa in configurazione autotreno. Si tratta appunto del tre assi 6x2 con doppio avantreno direzionale e asse motrice posteriore gemellato.
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Ti ringrazio. Ma io non è che abbia chissà quale merito. Dipende da ciò che incontro per le strade. E' assolutamente così. Infatti appartengono tutti allo stesso ceppo nato nel 1970 con i medi e pesanti a marchio FIAT (684, 619, 691) e OM (160, 180, 190) dotati di cabina come quella del FIAT 180 che hai postato. Poi di restyling in restyling, di generazione in generazione, si è giunti fino agli anni '92/'93 in cui furono presentati i nuovi EuroTech ed EuroStar. Agevolo qualche immagine... Ecco un FIAT 691 così come si presentava all'esordio, nel 1970. Ed il suo omologo a marchio OM (in foto un OM 180)... Vale la pena ricordare che questa generazione dapprima affiancò e poi mano mano sostituì la serie dei medi e pesanti del leggendario "baffone", detto anche "Re d'Africa" per essere tutt'oggi utilizzato massicciamente sulle strade del Continente Nero. Molti dei nostri baffoni, infatti (ma anche quelli della generazione successiva), una volta dismessi dalle nostre strade, trovarono una seconda vita in Africa, spesso utilizzati in condizioni di gravosità assurde e, nonostante tutto, instancabili e indistruttibili nonostante milioni e milioni di km sulle spalle. Venne prodotto fino al 1988 anche direttamente in Africa, in uno stabilimento in Nigeria. La foto di seguito si riferisce appunto ad un esemplare nigeriano, forse l'ultimo prodotto.
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Sì, in effetti era la classica coppia di anzianotti con auto ultraquarantennale. Ehm...però non ho colto il nesso tra uniproprietario e corporatura...
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Ecco a voi il mio consueto contributo, stavolta piuttosto variegato per tipologia di mezzi e con una chicca interessante. Si comincia con un'Audi 80 1.8, ben tenuta, di uno squillante rosso, del marzo '89. Citroen 2CV 6 Charleston, dell'aprile '82. FIAT Nuova 500. Prima immatricolazione gennaio '68. E veniamo alla chicca: FIAT 128 Smart Francis Lombardi, purtroppo non tenuta bene e un po' pasticciata. Immatricolata nel dicembre '72, non ne avevo mai vista una prima. FIAT IVECO 110, prima immatricolazione gennaio '77. FIAT 127 900/C, del giugno '78. FIAT 127 900/L, dell'aprile '81. Ford Transit, del dicembre '80. IVECO EuroCargo, del maggio '95. Ancora di aspetto attuale e di comunissima visibilità, eppure già al di là della soglia dei 20 anni. Il tempo vola. Infine una Mitsubishi Pajero Intercooler Turbo, del maggio '91.
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Anche quando la 600 passò dagli originari 633 cc a 767 cc di cilindrata (non di potenza! ) la denominazione ufficiale continuò ad essere FIAT 600. Questo però cozzava con l'edonismo di molti proprietari che ritenevano irrinunciabile sottolineare il "salto di qualità". Ecco che molti acquistavano after market la scritta 750 e l'apponevano al posto di FIAT 600. Ma non è una denominazione ufficiale di casa FIAT. Per mamma FIAT quella era sempre una 600. Chiaro ora?
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Che poi, in realtà, a voler essere proprio precisi neanche di sostituzione vera e propria si può parlare ma più che altro di affiancamento, perchè la Small, quando arrivò la Koral nel '91, continuò a restare a listino fino al '94, anno in cui la Koral era già out. Quindi in definitiva fu la Small a sopravvivere alla Koral. La plancia della 127 I serie mi è sempre piaciuta un sacco. Quella strumentazione ad elementi circolari ricoperti da quella palpebra tondeggiante le davano un certo sapore grintoso. Anche la fascia in simil-radica che correva su tutta la larghezza della plancia le dava, se vogliamo, un tocco un po' "alfesco"; magari un po' troppo pretenziosa ma non sgradevole. Tra l'altro il materiale di rivestimento era schiumato e piacevolmente morbido al tatto, lo ricordo come fosse ieri sulla 127 di mia zia. La II serie invece fu un po' un passo indietro sia come strumentazione, più moderna per i tempi ma anche un po' più banalotta con quei quadranti di forma geometrica, sia come materiali di rivestimento, semplice plastica rigida senza troppi fronzoli.
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Non paga il bollo ma la tassa di circolazione storica, essendo una ultratrentennale, pari a € 31,24. Tale tassa ovviamente non è dovuta se la vettura non è posta in circolazione sulla pubblica via. Ribadisco che nelle foto sarebbe opportuno oscurare almeno parzialmente le targhe.
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Ma...veramente una sostituta ci fu. Questa...
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E' del maggio del '68, risulta regolarmente immatricolata ed è fiscalmente residente in Abruzzo. Pertanto sarebbe meglio coprire almeno parzialmente le targhe.
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Qui da me invece tutte sparite. L'ultima che ancora resisteva era una Small del '93 di colore rosso bordeaux, ma sarà un annetto ormai che non la vedo più. Non credo abbia fatto una buona fine.
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Sulla nostra c'è, ancora in ottime condizioni.
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Dicevo precedentemente della quasi totale sparizione dalle mie parti delle Delta I. Paradossalmente, la più giovane della prima generazione è la rarità nella rarità, o forse se la gioca con la prima del '79. Anche perchè commercializzata per un tempo minore ('91-'93) rispetto alle precedenti e con un trend commerciale ormai in evidente discesa. Comunque da salvare sicuramente. Questa qui dubito che sia la sua prima immatricolazione. O perlomeno lo sarà in Italia, ma potrebbe trattarsi di un veicolo importato. La maschera, col double chevron così grande, e il lamierato posteriore dove alloggia la targa, con quei fanalini piccoli e separati, direbbero che si tratti di una versione molto più vecchia. Anche gli interni, con portiere prive di pannello e il quadro strumenti piccolo farebbero riferimento a qualche versione molto più antecedente. Poi non so...
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Sul dubbio gusto non ci piove. C'è pure il volante verde... Però, ti dirò...più che l'abbinamento strano di colori, sai qual'è il vero pugno nell'occhio, secondo me? Le ghiere dei fanaloni verniciate in tinta. Sembrerà solo un dettaglio, ma le avesse lasciate cromate l'aspetto sarebbe stato un pelo più accettabile.
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Per la miseria, che avvistamento!! Ragazzi, io non so dalle vostre parti quale sia la concentrazione residua di Delta I in circolazione, qui da me sono ormai letteralmente sparite. TUTTE. Per cui, ogni volta che ne postate qualcuna, faccio un balzo dalla sedia. Stavolta poi il balzo è doppio perchè una ante-'85, a targhe nere, è qualcosa che qui non vedo più dalla notte dei tempi. Curiosamente, invece, di Prisma ce n'è ancora una discreta quantità in giro.
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Io vedo una targa completamente coperta. Dove sta la targa nera? Dobbiamo crederti sulla parola. E chi ci dice che non bari?
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Confermo. La denominazione Nevada non è mai stata in discussione per tutta la vita commerciale dell'automobile. Piuttosto successe il contrario: magari ora la fesseria la dico io, ma a me sembra di ricordare che la Nevada, con l'avvento della Laguna I, nel '94, non fu subito sostituita ma tirò avanti ancora un annetto, fino all'arrivo della Laguna s.w.. Ecco, in quel lasso di tempo, mi pare che Nevada divenne il nome principale del modello, e non soltanto per identificare la versione s.w., perdendo dunque il 21. Io ho la tua stessa convinzione, che la 190 non sia mai uscita ufficialmente con le frecce bianche. Però è pur vero che immagini per la rete con le frecce bianche, ma anche in giro qualcuna, a dire il vero, se ne trovano. Ne deduco che, probabilmente, esistessero come accessorio non ufficiale venduto after market.