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Mazinga76

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  1. Vabbè che quando si parla di 127 io non faccio testo, perchè vivo l'argomento sempre col cuore in mano...però quanto sono belli questi vecchi reportage, Paolo... Rischierò di cadere nel ripetitivo, ma sento davvero di doverti ringraziare per ognuno dei minuti trascorsi a leggerli. L'atmosfera poi che mi crea il rivedere oggi quelle immagini che vedevo allora è impagabile. Quanti pomeriggi passati a sfogliare il QR, con la raccomandazione di papà di non rovinarlo e non sgualcirlo; quante domande che gli facevo su questa macchina piuttosto che su quell'altra, e lui lì paziente a trovare le risposte a ciascuna domanda. Quelle risposte che un papà può dare ad un bimbo curioso in tenera età. Piccoli flash di momenti lontani ma rimasti ancora indelebili nella mente, attimi lieti di vita quotidiana di oltre 30 anni fa.
  2. Certo che sì. La 124 era venduta in America in tutte le sue varianti di carrozzeria. Ecco la berlina in versione Special con gli orrendi paraurti a norme USA. Questa è la familiare del '66. I paraurti sono normali perchè le norme USA non erano ancora in vigore. FIAT 124 Sport coupè III serie. FIAT 124 Sport spider. Ho fatto giusto in tempo a beccare queste due stamattina ed oggi pomeriggio, così che possa cogliere l'occasione di salutarvi prima della partenza di domattina. Ecco una FIAT 127 Super 900 del giugno '82, ma reimmatricolata nell''89, agghindata in un modo un po' allegorico. Ed ecco una Mazda MX-5, avvistamento più che mai estivo ed azzeccato vista la calura di questi giorni. Buone vacanze a tutti, arrivederci fra una dozzina di giorni.
  3. La Rustica...anche lei esordì nel '79, come la Top; anche lei nell'anno in cui in famiglia arrivò la 127, ed anche lei inevitabilmente fu oggetto all'epoca di discussione tra i miei circa la scelta del modello che bisognava acquistare. Se però mio padre e soprattutto mia madre erano rapiti dalla Top, la Rustica la accolsero con un certo schifio:D. Va bene la robustezza, diceva mio padre, ma andare in giro con quei paraurti a tubi e le reti davanti ai fari mi pare veramente troppo. Mia madre invece più che dell'estetica era contrariata dagli interni molto più spartani (troppo) rispetto a qualunque altra 127. Aggiungiamoci il solito ostacolo psicologico del motore 1050, la cocciutagine di mio padre nel non volere il portellone ed ecco che si optò per la 900/C 2 porte rosso ossido di cui tutti più o meno sapete. Tra l'altro quel QR ce l'ho, come tutti quelli dalla metà dei '70 in avanti, perchè all'epoca mio padre era assiduo lettore. A rivederla ed a rifletterla oggi, 34 anni dopo, non mi sento di biasimare i miei nel non averla scelta. L'estetica era tutto fuorchè bella, anche se forse non era l'aspetto fondamentale in una versione del genere, ma anche eccessivamente vistosa per i motivi di cui sopra. Era un'auto apprezzabile più nello spirito che per altro, forse adatta a chi davvero aveva necessità di un veicolo del genere. A me personalmente piaceva poco anche per il frontale che aveva, quello della prima 147. Lo trovavo decisamente più brutto rispetto alla contemporanea 127 italiana, la II serie; cioè una sorta di ibrido, a mio giudizio non molto gradevole, tra gli stilemi del frontale della I serie e quello della II. Tutto sommato non mi dispiaceva invece il posteriore. Con quei fari più grandi e rettangolari e con quelle linee orizzontali in rilievo, li vedevo più caratteristici e meglio allineati al family feeling dell'epoca fatto di proiettori posteriori piuttosto generosi: vedi le pari epoca 128, 131 e 132. Chissà, se avessero aspettato ancora un anno e l'avessero lanciata col frontale della 147 II serie, quella che nell''80 arrivò da noi in versione diesel, forse sarebbe stata più gradevole. A patto però di una caratterizzazione estetica meno esasperata. Ecco, a me questo frontale piaceva. Se una Rustica un po' più sobria e meglio equipaggiata fosse nata da questa qui, credo non sarebbe stata malvagia. Un'operazione non molto diversa da quella che sarà in seguito la Uno CS rispetto alla Uno italiana.
  4. Proprio stamattina mi è arrivato il numero di agosto de La Manovella e, guarda caso, sfogliandolo ho letto un trafiletto che parla dell'ultima versione della Defender, la LXV (65 in cifre romane), approntata per celebrare i 65 anni di ininterrotta carriera di questa off road dura e pura, prodotta in circa due milioni di esemplari ed in un numero praticamente sterminato di versioni, allestimenti, combinazioni. Se non è leggenda questa...
  5. Qui le W123 sono diventate ormai rare, se non rarissime. Non posso esprimermi su scala nazionale, ma per quanto riguarda la mia zona posso dirti che un tempo erano molto diffuse, in larga parte con motorizzazioni diesel (soprattutto 240 D); oggi se ne vede qualcuna molto ma molto raramente. Un po' più visibili le W124, ma anche qui il discorso è lo stesso: Molto diffuse ai tempi (soprattutto 200 E, 250 D e 250 D Turbo), oggi sono rare. Per quanto riguarda oggi la loro appetibilità da usate, c'è da dire che si tratta molto spesso di esemplari con chilometraggi nell'ordine almeno della mezza milionata e oltre, per cui scarsamente collocabili sul mercato italiano. Spesso vengono acquistate in Italia da immigrati Nordafricani oppure vengono spedite direttamente in loco.
  6. Negli USA Mercedes puntava molto sul turbodiesel perchè ricordo di aver letto che ai tempi, al di là dell'oceano, ci fossero delle politiche fiscali di incentivazione verso il motore diesel, probabile quindi che i suoi numeri li abbia fatti. Proprio in virtù di ciò fu approntata nel '77 l'ammiraglia W116 con questo motore, si trattava della 300 SD Turbo Diesel, la cui quasi totalità della produzione doveva andare sul mercato americano. Nonostante ciò mi risulta che la 300 SD fosse regolarmente a listino anche in Europa, benchè il consenso riscosso da questa motorizzazione fosse quasi nullo, viste pure le prestazioni modeste in rapporto alla cilindrata ed alle altre motorizzazioni della W116 ed il prezzo comunque elevatissimo. Erano anche tempi in cui era ancora troppo forte la percezione di utilizzo commerciale legato al motore diesel, per cui tale motore su un'ammiraglia di lusso come la W116 era visto come una vera e propria lesa maestà. Ad ogni modo, essendo la 300 SD regolarmente quotata sul listino di Ruoteclassiche, forse non è da escludere che qualcuna possa aver varcato anche i confini di casa nostra. Probabilmente da contarsi sulle dita di una mano.
  7. Uhllalà, che robetta deliziosa:o. Roba bella tosta da trovare in giro, anche se a me la W123 T non acchiappa troppo mentre sulla Manta tanto di cappello. Giustissima precisazione, però credo che la W124 adottasse ancora la T per denominare le s.w.. Se non vado errato la lettera T fu abbandonata con la classe C; da allora in avanti mi pare che le familiari con la stella siano diventate semplicemente station wagon.
  8. Neanche particolarmente parchi quanto a consumi (i motori Golf), a quanto ne so.
  9. Mi sembra che l'argomento fu trattato già qui su AP in qualche altra discussione. Comunque era un problema non limitato alla sola Ritmo ma verificabile su diversi modelli a gasolio, anche più giovani e di marche diverse.
  10. Ed ecco il mio consueto contributo degli ultimi 3/4 giorni, forse l'ultimo prima delle vacanze. Si tratta di un mix che va dall'ordinario/comune fino al raro/molto raro. Iniziamo a far contento Ciccio, così che possa lustrarsi un po' gli occhi. Dopo il bastone diamogli anche un po' di carota. Due discrete FIAT Uno 45 Sting rispettivamente del dicembre '86 e del marzo '89. FIAT Tempra SX del giugno '90. FIAT Uno 45 dell'ottobre '91. Ford Orion 1.4 Ghia. Gli ultimi tre avvistamenti, un po' più particolari, sono di stamattina, di cui i primi due nel piazzale di un venditore di auto usate... Jaguar MK II Di questa invece non so dirvi granchè, se non che il marchio sul radiatore fa il verso a quello della MG ma in realtà c'è scritto MP. Forse si tratta di una replica di una vecchia MG, ad ogni modo l'immatricolazione è del luglio '80. ...questa invece la tenevo d'occhio da qualche mese ma non riuscivo mai a cogliere la situazione giusta per catturarla. Si tratta di una Volkswagen 1500 del gennaio '70. Conservata in condizioni accettabili, è usata quotidianamente da un anziano signore.
  11. Avvistamenti notevoli, Closer. Renault 5 ed Alfasud sono da encomio, stringerei volentieri la mano ai proprietari. Peccato davvero per la Kadett coupè, nelle condizioni in cui si trova mi dà un po' l'idea dell'auto del tenente Colombo.
  12. Mia zia ne cambiò a iosa, qualcosa come un sei o sette in 10 anni, pensa te che durata che avevano. La tendenza era di spezzarsi verso il centro più o meno, restando con una parte di marmitta a terra e l'altra penzoloni sotto al pianale. Il rumoraccio era aperto all'inverosimile, solo una volta mutò in maniera meno sguaiata facendo praticamente lo stesso rombo della 124. IDENTICO. Esatto, tutto confermato. L'interno dello sportellino aveva due incavi tondi per i bicchieri ed il gancetto per la penna. Il supporto dello sportello faceva sì che il fondo corsa in apertura fosse perfettamente orizzontale tanto da poterci appoggiare due bicchieri. Poi rottosi il supporto lo sportello scendeva oltre il piano orizzontale, per cui l'incavo dei bicchieri non era più utilizzabile. Ecco, qui invece non ci furono problemi di consunzione o strappo della selleria (azzurrina con motivo a quadretti, se ben ricordo), nè di manopole alzavetri da sostituire e la plancia restò integra nonostante qui il sole estivo non scherzi. Tutto confermato il resto, comprese le vitine delle plastiche dei fari (lo avevo dimenticato) che si frantumavano quando dovevi togliere le plastiche per cambiare una lampadina. Ed aggiungo altre due noie apparse praticamente subito (ma queste sono specifiche dell'automatica): l'illuminazione notturna delle posizioni del selettore del cambio automatico (P-R-N-D-1-2) smise di funzionare dopo poco, così come l'interruttore delle luci di retromarcia. In pratica il selettore quando lo si portava in R doveva automaticamente accendere le luci, ma nei fatti durò ben poco. Le luci funzionavano, ma per far sì che si accendessero bisognava scuotere un po' il selettore dopo averlo portato in R. Concludo con una curiosità: questa era la Ritmo che dopo essere stata rubata mia zia sostituì con la Uno CS, che quattro anni dopo diede a me quando lei prese la Y. Spesso lei stessa mi ricorda che, se non fosse stata rubata, oggi probabilmente non avrei avuto la CS ma una 70 CL automatica. Forse dal punto di vista del valore storico/collezionistico sarebbe stata pressochè nulla, però cazzarola avrei avuto una rarità per le mani mica da poco...
  13. Letto con grandissimo interesse tutto il resoconto dell'epoca sull'allora nuovissima media di casa FIAT, un plauso come sempre a Paolo per la mole di lavoro svolto. La Ritmo era un modello importante, concettualmente di rottura dal punto di vista estetico anche se abbastanza conservatrice da quello meccanico. La mia esperienza più diretta che ho avuto con la Ritmo è stata con la 70 CL automatica dell''85 dei miei zii, era una II serie azzurro carta da zucchero a 5 porte, quella per intenderci col frontale a quattro fari. Tra l''85 ed il '95, anno in cui purtroppo fu rubata, ebbi modo di viaggiarci moltissimo da passeggero e nell'ultimo anno anche da guidatore. Macchina affidabilissima dal punto di vista meccanico, d'altra parte non era molto sfruttata, aveva solo 73.000 km quando la rubarono, non diede mai fastidi dal comparto meccanico se non la tendenza delle marmitte ad essere divorate dalla ruggine. L'abitacolo era comodo, spazioso per i canoni delle medie dell'epoca, con un bagagliaio ampio e sfruttabile. Per contro la macchina fu consegnata con l'ago del tachimetro che non saliva dallo 0 ed il bordo del finestrino posteriore sinistro leggermente scheggiato. Gli interni furono un vero calvario: i pannelli delle portiere iniziarono a manifestare in breve tempo la tendenza a distaccarsi, le sicure delle portiere anteriori erano sempre più dure e difficoltose da azionare, l'accendisigari cessò ben presto di funzionare, il sostegno dello sportello del vano portaoggetti si spezzò, la corona del volante si deteriorò in men che non si dica, la maniglia interna della portiera anteriore sinistra non apriva più, la cappelliera dapprima si deformò per poi spezzarsi nel punto centrale. Gli esterni dopo pochi anni non è che si presentassero meglio: paraurti scoloriti a chiazze fino a diventare da grigio scuro a grigio chiarissimo, vernice che mostrò prestissimo la tendenza all'opacizzazione fino a diventarlo del tutto in pochi anni e purtroppo neanche una grossa tenuta alla ruggine, visto che già qualche anno prima che la rubassero i fondi mostravano ruggine affiorante nonostante qui di sale sulle strade non ce ne sia neanche un acino. Insomma, un'auto che non ha mai tradito e di cui io conservo nonostante tutto dei ricordi piacevoli, però dal livello qualitativo basso, come purtroppo si verificava spesso sulle FIAT degli anni '80.
  14. Elaborazione, è bene precisare, che riguardava più che altro l'aspetto estetico ed anche in maniera piuttosto discreta. All'esterno, come ho detto, ricordo le barre sul tetto, le scritte Giannini sui parafanghi, probabilmente le tinte metallizzate erano specifiche, forse cerchi o copricerchi erano anche loro specifici e cose di questo genere. All'interno mi pare che il volante avesse un disegno dedicato ed i rivestimenti fossero particolari, ma niente di più. Perlomeno nessuna modifica che riguardasse la meccanica, come avveniva invece ad esempio su 500 e 126.
  15. Qui qualche arancio si vedeva, ma parliamo proprio della notte dei tempi. Mentre rosse proprio non mi sovvengono, anche se effettivamente come colore non deve esserci stato affatto male.
  16. Credo possa essere originale. Tempo fa il marito di una mia collega aveva una Panda Giannini, era rosso metallizzato, aveva le barre sul tetto e forse la parte inferiore dei paraurti verniciata. Ma vado a memoria, son passati alcuni anni e potrei sbagliarmi.
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