Dal punto di vista strettamente estetico ho sempre preferito la Uno, con quella sua linea di rottura per i canoni dell'epoca, moderna, riuscita, piacevole. L'Ibiza, che in ogni caso non mi è mai dispiaciuta, la trovavo stilisticamente un po' più pesante, soprattutto al posteriore. E' comunque soltanto un mio parere personale obiettivo, indipendentemente dall'essere un "Unista".
Conseguenzialmente al cofano a coperchio è ovviamente differente anche il taglio dei parafanghi. Diversi anche l'assetto (più alto), le gomme (di misura più grande), la sospensione posteriore (a balestra trasversale). Gli interni, fatta eccezione per alcuni particolari come lo specchietto retrovisore, la plafoniera, il rivestimento del padiglione e pochissimo altro, sono i medesimi della Uno italiana. Il prezzo, molto inferiore ad una Uno 60 S, era paragonabile a quello di una 45 base, rispetto alla quale offriva un allestimento più curato: niente lamiere a vista sui pannelli interni, braccioli posteriori con posacenere per ciascun lato, poggiatesta sellati, specchi con regolazione dall'interno, tergilunotto, vano portaoggetti chiuso, orologio al quarzo, copricerchi integrali e più in generale la sensazione di una costruzione più robusta. Per contro la CS monta un motore concettualmente più datato, consuma di più, l'assetto alto e la balestra posteriore non garantiscono gli stessi standard di confort e tenuta, talvolta certi ricambi "FIAT made in Brazil" non si trovano con la stessa facilità di quelli italiani. Insomma, ottima per il duro lavoro quotidiano ma tecnicamente più datata e meno raffinata di quello che fu la Uno italiana.