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Ebbene Brain Condor II (detto Brian) il mio vecchio adorato Pandino Millecento che sempre vispo si gode nel vialetto un agiato prepensionamento (mi mancò il cuore di farne compresso rottame sol per cavarne vil denaro, ma qualche sfacchinata se la fa ancora da muletto che è...) motorizzato come la vettura di cui al titolo ebbe a presentare passato il secondo lustro sintomi analoghi. Non pel motore che frulla ancora come giovincello, ma sol per lo stillicidio del fluido raffreddante. Diagnosi: perdita al rubinetto del riscaldamento e micro-crepe deil' età disseminate quielà nel radiatore. Terapia: sostituzione rubinetto (100 euro con manodopera), acquisto di prodotto tappabuchi con cui additivare l acqua di raffreddamento e tappare per qualche tempo le falle, giacchè a sostituire il radiatore si spendeva per buona parte del valore della vetturetta: potrebbe esser soluzione saggia anche nel caso in questione.
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Deh la corta memoria... Il malo lustro del sabaudo scudo discende da evi remoti, quando per l' Italica Penisola ci si struggeva per meritarsi una 600, quando la vetturetta era già un lusso averla e le torinesi quelle che più offrivano al minor prezzo. In quel prospettarsi chi si fregiava d'estera vettura, qual fosse l'araldica, andava snobisticamente a porsi a distinzione di Massa costretta al compromesso economico da un benessere ritardato ripetto ad altre zone del Vecchio Continente. La qualità si mancò in pieno nei Settanta (ma così la mancaron gl'inglesi in coro, gl' amerindi e sol l'opulenza tedesca permise ai teutonici d'arrabattarsi contro la supremazia nipponica). Ma gli Ottanta in Fiat furono a gonfie vele, Uno è un capolavoro: l'auto che ogni ingegnere industriale dovrebbe sognar di progettare un giorno, la Thema, la Tipo, tutti progetti al' altezza della miglior concorrenza, ma gestiti malamente a metà vita e incapci di incontrare nella loro discendenza il gusto d'un mercato ormai disposto alla spesa per distinguersi, ornarsi d'orpelli, ammantarsi d' aura lussuosa riflessa dal blasone. Sempre o quasi maestri a far efficienti frigoriferi a quattroruote, mai o quasi a coglier la passione dell' automobilista, in Fiat non seppero valorizzare quel che rimaneva dei defunti Aurei Scudi che s'era accaparrata, l'incertezza e la mancanza di una guida decisa, la dissennata politica industriale dei primi anni Novanta, la cieca sovrapproduzione dagli invenduti piazzali, ridussero a un cumulo di macerie quella che era la più grande industria italiana. Eppure, contro ogni verosimile previsione, Fiat è adesso ancora viva, sintomo dell'italico vigore nel fronteggiar situazioni disperate... Poscritto: Mi si permetta sommessamente di spezzare una lancia a favore della qui vituperata Bravo I: vetturetta che all'uscita non aveva nulla da temere da equipollente concorrenza (la Premiumicità della A3 era ancora di là dall' arrivare) e che all' epoca (il lontano 1996) scelsi soddisfatto come mia (prima) seconda macchina. Un bel benzina e una bella guida: qualche difettuccio ma mai me ne lamenterò. La chiamai Seneca. Mi si racconta stia tuttora trotterellando vivace da qualche parte in Romania...
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In clima Sanremese azzardo mie fallaci, personalissime riflessioni estetiche riguardo le vetture testè illustrate a confronto. Ebbene: trovo la felina britannica posticcia e surdisegnata, la novella tetra-anellata poco omogenea tra fianco sobrio e muso duro, la E-Klasse di bel volume ma di malcesello: con diagonalità a me indigeste su volumi sì precisi. La "Fuenf" di Bavaria al mio gusto parmi maestra di dinamico equilibrio, pur se con muso troppo gioviale e fondoschiena coerano... I questo contesto la Lancysler non sfigura affatto ai mio occhio, ma sarà da vedersi dal vivo.
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Rianimazione, trapianto, trasfusione, dialisi. Sopravvivenza, intanto, sbatte le palpebre: fuor di coma. Si rialzerà sui suoi piedi? Correrà nuovamente issata in resta un giorno? I medici han fatto tutto quel che potevano? Tra pochi anni, come mannaia calerà la sentenza. Intanto: "eppur si muove".
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Cara fanciulla che saggia sa di non sapere, Baciamano. Permettomi di metter naso: a legger l'elenco dei desiderata l'odierna Ypsilon ecosciccosa imerese, mia favorita tra le piccole che m'hanno sinora accolto ospite tanto che -sorpreso dalle sue doti in un lugo viaggio per lo Stivale- alfin ne accolsi una in famiglia, mi sovviene d'acchito a soddisfar la lista di requisiti. A ribatterne ordinata la teoria: fashion ma con prezzo da outlet in periodo di saldi (sta arrivando il nuovo modello ma l'odierna è ancora attualissima, si vocifera anzi quella nuova sarà più poverella...) manutenzione semplice ed economica (col GPL vi sarà da sborsare un poco in più, comunque) comodissima anche per lunghi viaggi (ho quattro discese Padova-Bari-Padova e 2 giri dell' Istria a testimonio della ypsilonica cura nell' accomodare morbida le mie terga e filar liscia ai centotrenta) dimensioni analoghe alla Punto che lasci: giuste per coppia con bagagli o per quattro comodi senza altrimenti a poco in più puoi cercare la sorella Lancia Musa meccanica tra le più semplici, collaudate ed affidabili del Mercato: volendo la terrai fino agli anni '20... Millequattro gasato, con risparmio annesso oppure, con 600Km a settimana, da valutar l'ottimo piccolo Dieselino, che costicchia un po' di più ma s'ammortizza benbene se conti di tener la vetturetta per più d'un lustro. E rispetto al GPL è più piacevole alla guida. Unico punto a sfavore è che la novella sostituta polacca è alle porte (e -a contar la bagagliera- ne avrà cinque, di porte, ove la nostra sol tre). Potrebbe infastidirti il fatto di non aver l'ultima novità,ma pel resto difficilmente, nell'uso che ne farai, avrai rimpianti. E spiattellar al venditore la consapevolezza dell'imminente rimpiazzo (fine Primavera), ti autorizzerà a chieder un bello sconto. Parmi però d'intender -ahimè in colpevol ritardo lessi commenti inframmezzo- che la bluscudata Igreca, ti sia all' occhio troppo dannunzianamente femminea. Scrive comunque un che si permette talvolta di guidarne una color rosa cipria (sic) senza che la propria virilità venga messa in dubbio. Ad ogni modo sia più il tuo gusto a guidarti: tutte le "circaquattrometri" più o men pari sono, a parità di non olente pecunia, scegli quel che più ti piace: le perdonerai ogni neo. Speranzoso d' aver pur maldestramente corrisposto a fiducia riposta, ossequioso riverisco.
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La Signorina degli Anelli, parmi la ciambella men riuscita dell'ultima infornata Ingolstattiana: muso troppo ingrugnito (specie per pulzella di papi abbiente) che mal si declina su proporzioni cittadine, posterior volgare, linea laterale pluriellianamente cinquecentosa a stridente contrasto. DS3 e Mito sembranmi offrir pari o superiore appeal a minor spesa, Mini (allontanandosi dall'utilità sbilanciando il piatto verso il giocattolo) un marchio latore di lontane emozioni (da pagarsi a prezzo di boutique) e una guida gokartiana.
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Parmi il fulcro del contender il fatto che spettattor santorico stereotipo, implume affronti la vision d'argomenti settoriali. Al Mario Rossi nazionalpopolare, il messaggio vero -trafilato sotto il plaid nei frammezzi delle rèclame- è sembrato (tout court) "Alfa è la peggiore". Il che, apriorismi tolti, sappiamo non essere. Lunga la discussione su quanto poco Alfa sia la Tapirotta, ma è storia scritta e riscribenda altrove. Ma, letti anche gli scritti sopra, non riesco a tacer quanto segue: 75 non incontrò all' epoca la mia preferenza prorio in quanto "troppo Alfa". Tapirottola, anatroccola qual'è, invece mi s'accattiva simpatia. Inaspettatamente e mio malgrado. Forse proprio essendo "Alfa, non troppo". (o forse più perchè parmi caricatura di 275 GTB?) E, beninteso personalissimamente parlando, è nell mie corde ben più del giocattolino bavaringlese e della fintanonretrò parigina. Puranco della minor cuginetta polacca. Dell' Audi(biza)Ein, dal cinquecentoso fianco (ove non pluriellico), sottacio: non avendola ancora avuta tra le mani sospendo il giudizio, non negando che quel solo estetico mi delude assai.
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Collage d' audismi codificati, risultato non scontato sol per ipertrofico sfacciato muso di maschia possanza compensatrice. Eppur su sinuoso, cetaceo corpo, mal s'incolla siffatto grugno. (Eppur la bavarese rivale ci guarda con occhio vieppiù rassicurante...) Men sfuggente di quel che m'attendevo il posteriore: parmi -ancorchè distante dal mio gusto- maggiormente solido e definito di quel che nei penultimi parti inglostattiani vitupero. Globalmente parmi guscio coerentissimo con l'dea che Audi d' essa or vuol che s'abbia. Perplimonmi invece gli'interni. Ebbene, quel che più mi ben disponeva nel pormi innanzi i quattro anelli (l' architettonica concezione, la severa precisione orologiaia con cui s'accoglieva il conducente), parmi ora cancellato da linee sinuose e troppo levi, che indovino tirate a sviar l'occhio, ch'altrimenti esigente s'accorgerebbe di dettagli men cesellati di quel che ci s'attenderebbe. Scenografia d'effetto a blandir aspettative cui non s'ha più intenzione di corrispondere? Mah, sospendo il giudizio finquando un novello abitacolo s'offrirà a custodir le mie terga per il tempo dovuto.
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Applausi. Diciamo, senza voler svelare troppo, che l'argomento in generale qualche anno fa era il mio molar pagnotta quotidiana. Da incorniciar il punto terzo: nel mio mercenario pugnare sotto auree insegne più volte vidi soverchie orde nemiche abbagliate dal sol rifugere del blasone risalir in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza. Firmato Diaz.
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Concordo appieno: a mio sentore pur se la berlinottera (che alla fin fine neppure troppo era cicciona...) non avesse avuto nemmeno uno dei difetti che son nel novero dell'appassionato ortodosso, avrebbe venduto -forse- sol qualche migliaio d'esemplari in più di quanto fin'ora. Il suo Marchio è per alcuni la sua infamia e per gli altri l'inarrivabile fantasticato paragone contro cui troppo alta aspettativa giocoforza s'infrange. Che poi in riva al Po stiano tuttora facendo tutto quanto in loro potere per anticiparne eutanaticamente la morte commerciale è altrettanto lampante: disarmante la totale assenza di Madama Comunicazione, reclàme, promozione d' Emozione... Abbandonata a se stessa dal lancio la povera Nostra neppur ha potuto far vero sfoggio dei nuovi bei benzina, che quasi è stato taciuto da Sabauda Matrigna. Eppure con pochi tocchi e ritocchi e due vecchie lire di pubblicità, sarebbe ora ben più desiderabile di quando novella arrivò sul mercato. Peccato. Saggio chi, pensando di tenerla per più d'un lustro, se n' accalappia una ora.
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A wolfsburg agghinderebbero la mediolana Serpe come nessun altro al mondo saprebbe fare, ad ogni ricorrenza farebbero fuochi d'artifizio (fatui, ma -diamine- ogni tanto ci voglionio se si vuol vender altro da frigorifero). Lustrerebbero a specchio ogni singola scaglia, che risplenderebbe fulgida sotto la continua luce dei riflettori. Con un colpo di spugna depennerebbero il primo rigo della lista stereotipo sul "perchè non comprare Alfa". Kvalità alemanna e italico stile. Sinolo maiuscolo ed inarrivabile. Eppure un seme insano di preoccupazione alberga tuttora nell'animo del me stesso più bigotto. Ho il terrore -mio malgrado- che un' Alfudi potrebbe non essermi simpatica come nel loro essere maldestramente imperfette mi son invece le Alfiat. Le quali, avendo vissuto anche se perlopiù da passeggero il periodo nero dei primi anni Ottanta, trovano nella mia mente contortissima più favore di quel che riservo agli ultimi modelli statali, portati ora sugli scudi come indefessi araldi della Verità Alfista. Ad ogni modo, come sempre, il tempo sarà galantuomo.
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- alfa romeo
- alfa romeo a volkswagen
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Apprezzo molte delle idee che TonyH ci ha esposto, ma l'affabilità del venditore è sol una delle variabili. L' Immagine che preponde nel ricco mercato d'Europa, come macigno affossa quella che è la reale qualità delle vetture, il cliente medio è viziato e si aspetta d' esser vezzeggiato, ahiloro i Sabaudi hanno madama Storia d' Automobili a definirli come spocchiosi frigoriferari. Per cambiar mentalità servon miliardi spesi in eccellenze. E vent' anni. Buono l' esempio di Bravo, vettura che mi ha sorpreso a tutto tondo per le sue ottime, inaspettate, doti: non vende proprio in quanto Fiat, non perchè non sia bella e buona vettura.
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Risposte a vanvera per Kev Jack: -la convenienza è fattore aritmetico, l'accuratezza del discrimine dipende da quella delle stime. Il bollo invece lo si calcola tout court. -a grandi linee, di norma, il mangiagasolio ha più coppia ("spinge" di più) di un pari potente benzina. Nel caso in questione il confronto è impari vista la differenza di cilindrata, ma comunque il ciclo orchestrato dal sig.Rodolfo Diesel ha un rendimento termico superiore a quello del compare Nicola Augusto Otto, inoltre mentre il benzina teme l'esplosione della miscela, il Diesel si può permettersi rapporti di compressione che il benzina si sogna, aumentandone la rendita. Paga però un grosso pegno in allungo per la relativa lentezza dell' autocombustione del gasolio nella camera di scoppio, quindi il benzina recupera potenza girando sì con meno coppia ma 3-4 mila giri più in alto. - generalizzando si può dire che nella guida in souplesse -ovvero nel 90% delle situazioni- , dove conta la ripresa, è più piacevole un Diesel (specie se la vettura è pesantina, come le berline d'oggi), mentre nella guida "sportiva" il Diesel non riesce a girare ad alto numero di giri e non da lo stesso piacere (anche sonoro, che in quei frangenti conta) di un benzina, specie se aspirato. (inizio oftopico) Il motore turbo aumenta di molto i rendimenti ma rende l'erogazione meno regolare: a bassi giri i gas di scarico "fanno fatica" a far girare la turbina e l' "entrata in coppia" è molto avvertibile e la fluidità dell' erogazione tanto più ne risente tanto più il motore è spinto (in soldoni tanto più grande è la turbina) e ad ogni modo anche sul benzina riduce di un buon 1000-15000 giri l' allungo perchè con troppa compressione si rischia la detonazione (battito in testa), e per lo stesso motivo i turbobenza sono costretti a rapporti di compressione leggermente inferiori ai fratelli aspirati (rendimento che però si recupera coin gli interessi grazie alla sovralimentazione). L' aspirato è un motore che sta scomparendo -e giustamente, al giorno d'oggi- ma nella bella guida, quando si vuol sentire il canto dei pistoni, rimane insostituibile. Il turbo benzina, negli anni Ottanta era simbolo di sportività, con turbine grosse come ventilatori, motori morti sotto i 3500 giri che poi partivano come missili, ma ora ha trovato la sua giusta dimensione come sistema per ottenere di più con meno, avvicinandosi alle caratteristiche del Diesel ma con complessità costruttive assai inferiori (I Diesel moderni per funzionare a dovere sono incrostati di dispositivi molto costosi, a partire dal condotto di alta pressione del gasolio e gli iniettori "intelligenti", meccanica più robusta per sopportare la maggior coppia...) (e mi si scusi l'oftopico...) - L'interno della Giulietta parmi più che consono al tipo di vettura, molto molto piacevole, ai miei occhi, la plancia: guidando è la cosa che più conta. - Son stato al volante del solo Diesel: Dynamicamente entusiasma. (verosimilmente il benzina dovrebbe farlo un po' meno). -Alfa, in generale, da una quindicina d'anni fa macchine sane e robuste. E'ero che possono avere qualche noia in più dele rivali tedesche e giapponesi, ma si tratta per lo più di cose del tutto secondarie: dai dati che mi hanno fato avere (cose di flotte aziendali...) mi risulta che i costi medi di riparazione e fermo macchina per una vettura teutonica sono superiori a quelli di una vettura Italo-Polacco-Serba-American-Brazileira. E' la storia del mezzo pollo statistico, ma in soldoni -da quel che mi si dice- una Fiat si rompe più frequentemente di una tedesca ma nella tedesca si rompono particolari più importanti/costosi che impongono anche, sempre mediamente nella vita del mezzo, più giorni di fermo in officina. La cui qualità e predisposizione al Cliente non dipendon dal marchio, ma -per mia esperienza personale- dalle persone che ci lavorano. - Delta, che citi come possibile alternativa, è vettura di tutt'altra indole ma assai simile nella sostanza, paga con paciosità e assenza di grinta uno spazio più ampio, un'interno più lussuoso: dove Giulietta è in grado di appagare con una guida ed un approccio al proprietaro più emozionante a 360°, Delta offre più coccole ai passeggeri e più spazio per i passeggeri sul divano posteriore. La linea della Lancia è particolare: piace molto ma non a tutti, non piace proprio agli altri. Io son tra i primi. Per la Juke si può dir lo stesso, ma in questo caso sono tra i secondi...
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A costo che passi per piaggeria vengo oggi per l'ennesima volta a sottolineare il mio accordo alle tue parole. Itaglianamente ci si dimentica di come solo lo scorso anno s'incensavano le doppie cifre in positivo dopate dagli incentivi: centinaia di titoloni "Mercato Disastro ma Fiat tiene bene". Ah l'italica Memoria Corta... Ad ogni modo Storia insegna che se si smette di investire, nell mondo d' automobile si muore rantolando. M'auguro che lo si stia facendo sottobanco, che gia Fiat dovrebbe tappezzar di ex voto le teche di ciascun santuario d'Italia, e accender ceri a tonnellate per esser scampata all'Abisso: seconde chances, specie col fardello americano, non ce ne saranno.
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Plaudo spavaldamente. Pur questo equipolle al mio sentire. Come racconta il teutonico che firmandoti in calce di messaggio favella, il medio automobilista d'oggidì (affondo) ha ben vaga l'idea di cosa stia guidando. Ora anche umili vetturette eccedono di molto sensibilità e capacità nel condurre automobile di comprator stereotipo. E magari lo fanno con volgarissime barre che la tecnica moderna rende atte all'uopo d'imbrigliar posteriori, ove pochi anni orsono neppur quadrilateri erano in grado. Quel che conta è lo sfoggio, chi adesso raccoglie ha ben seminato tecnica nei decenni passati (che allora serviva a sopravviver da sovrasterzi...) , ma soprattutto ha scientificamente coltivato sfarzo. Oggi chi più s'ingrassa è chi meglio infiocchetta. E ad infiocchettare, salvo eccezioni di conferma, a Torino non son mai stati bravi. La Giuliotta si fa coi fichi secchi. Ma come mi sorprendo a sorridere vedendo la sorellina (e pure la tapirotta alla fine mi sta piacendo), chissà: forse pure in questa vedrò scintilla di antica brace covar sotto cinerea coltre. Nel frattempo, senza troppe speranze, sospendo comunque il giudizio.
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Il mio pensar quasi collima al millimetro...
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Vetture d'adesso s'appesantiscono d'ammennicoli che le rendon goffe, lo stil teutonico imperante porta man mano tutti a seguir l'esempio, a ricercarne glorie supposte. Pur quel che furon purosangue appannano ora il blasone con vezzi da signorine,ch'a correr per correr ormai non si può più. E col coupè pur la nonna deve poter andar dal verziere, dice il markettaro. L 'imbottitura attutisce i contatti col terreno, la plumbea corazza foderata è guscio a calmar inconscie paure d'occupante, ma di riflesso è come sfera pedestre di galeotto. Del gusto di guidare antico sol la suggestione or rimane, e a carissimo prezzo vien venduta. Potenze, coppie, zeriacento son sol numeri a blandir la massa, che mai su strada si vedranno e che mai in pista si scioglieranno. Ad Ascot non si corre col calesse... Or che l'ovatta circonda e ottunde, solo velocità che insultino il buon senso riescono a solleticare il brivido, tutto è mediato, meditato, lento e silenzioso, dove prima a centall'ora il cuor già batteva. Eppur la traiettoria ora è rasoiata, multipla di gravità la centrifuga, solo che v'è costante sordina. Disarmante il confronto con le auto che furono, leggere, con sol domopaico foglio di lamiera a separar volante da asfalto, molle e balestre scodinzolanti ,brividi a scorrere, carburatori a sputacchiar rabbiosi benzina a vanvera, a far vibrar velenosi scappamenti gracchianti. Pochissimi s'ostinano a far vetture da guidar col cuore al giorno d'oggi: molto più conveniente agghindar paciosa berlinotta a reginetta del nastro nurburgico, pompandola eritropietinamente, che la tecnica d'oggi fa motori potenti un tanto all'etto. "un'etto e mezzo, lascio?" "lasci, lasci". Ecco: normalmente guido berlina sportivetta d' oggidì, che perfetta svolge il ruolo assegnato. E per sorridere al volante devo poter permettermi manovre dissennate. Sol su bella strada contorta e deserta, quel poco che può capitare. Invece quando m'incastro tra le lamiere del vecchio Pandino (l'ultimo capostipite della stirpe originale, quello con il millecento dagli incredibili cinquantacinque cavalli), mi diverto anche a 50 all'ora. Piega come un motociclo. Quando si comprò moderna sciccosa cittadina, ferreo m'impuntai di non rottamarlo a raccimolar incentivo: or rimane doppione cenerentolo (sul vialetto, che più non c'è posto in rimessa), ma mi fa piacere averlo lì.
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Quasi decente in quel ch'ora si mostra, ma temo sol grazie alle acrobazie prospettiche, minuziosamente operate da operator d'obiettivo. I non originalissimi ma delicati stilemi nuovi, son ora cesellati su oscenità lamierate, ma sembranmi di gusto europeo e lasciano un lumicino disperanza per avere fra qualche anno una Lancia *quasi* all' altezza della propria autoreferenzialità. Spero fortemente sia vettura sol per tirare a campare oltreoceano finchè il nuovo italico scheletro sarà pronto a vestirsi delle forme concettuali che tanto mi piacquero.
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Audi Quattro Concept (Foto Ufficiali)
johnpollame ha risposto a FJSS7 in Presentazioni Nuovi Modelli
Come non accettare il rimbrotto: mia macchia non specificare che'intendevo rifermi solo all' estetica, e ancor peggior trave inoculata quella di aver precipitosamente inteso questa NeuQuattro come più probabile esito omologato del concetto E-tron. Ad ogni modo ,or che con meno frettolosità la riguardo, ancor più stride ai miei occhi l'accoppiamento di una linea bassa sinuosa e un girofinestrino tirato con il doppio decimetro a scimmiottar l' UrQuattro. Che ebbe a far palpitar cuori pur essendo allora i 4 anelli privi del lustro che a trant'anni di distanza, a torto o a ragione, aureo rifulge su vetturetta ottima nella sua asepsi ben commercialmente confezionata, ma sciapa all mie papille.- 273 risposte
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- audi
- audi concept
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Stucchevolmente tagliuzzata e ricomposta come carbonico origami. Non riesco in alcun modo a farmela piacere. Eppur vorrei: fosse solo per la pur vacua promessa della meravigliosa combinazione di peso, potenza e dimensioni che si vaneggia nell' ufficialità del comunicato. Sotto ci vedo un pochino di Stratos, specie nel volume posteriore. Risolto destrutturato -azzardo- con pesante occhiata al bertonico falco pescatore (che si fece a festeggiar Secolo d' Alfa).
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Audi Quattro Concept (Foto Ufficiali)
johnpollame ha risposto a FJSS7 in Presentazioni Nuovi Modelli
Parmi gran pasticcio. La coorte marchettinara avrà preteso a quelchecosti il richiamo allo spigolo progenitore, snaturando quel che volume avrebbe permesso di far sinuoso, ad accozzaglia di linee cacofoniche, nè risonanti, nè originali. Occasione persa di veder la bella E-tron uscir dal bozzolo concettuale. Peccato.- 273 risposte
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- audi
- audi concept
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(Mi si perdoni lo sproloquio: frasi a vanvera affastellate come son venute...) L'automobile d' Europa nell'ultima decade...forse s'è compiuta per quel che poteva essere quando nacque. Agli albori del Millennio era diventata bella, parca, sicura, piacevole. Buona parte del listino superava di molto le esigenze e le aspettative del cliente. E proprio in quel momento, ci s'accorse del Male Oscuro: non c'era più posto per tutti... La lotta per sopravvivere ha reso feroci, bulimiche, schizofreniche le Case, ecco allora rincorse folli ad inventarsi nuovi acquirenti, prodotti progettati per creare bisogni e desideri non per venir ad essi incontro: tutto un affumicare arrosti, aureo placcar volgare stagno. L' Automobile sempre più bene voluttuario, sempre più oggetto per signorine (checchè dica l'anagrafe), sempre meno ruspante, sempre piu ammennicolo. Senza vergogna si gettaron via annali di storie, persin chi limava tubetti d'alluminio a grattar qualche etto sull'asfalto della Florio,s'è messo per fame a far cassoni a nafta... Sul Disegno che prima rendeva bello l'utile or s'affermava l'utile che s'adegua in qualche modo alle forme divinate dal Marchettaggio come foriere del Valor di Marca. Sempre più vezzeggiato il novello acquirente, servilmente blandito per esser ferocemente spremuto come sorrentino agrume. Terribile il colpo per chi ebbe colpa di non aver blasone: l' Immago fu imperante, e vincitor chi la cavalcò. Vincitor teutonico, ordunque, chè nella decade scorsa rifulsero l'insegne Wolfsburgiche, sbandierate da marchettatori maestri, rincorse con stanco slancio dalle Bavaresi e Stoccardiche. Ma sol vincitor di battaglia, che l'automobil come la si conosce si prepara ad essere tutt'altro e lo sarà in men di quel che si crede, e se l' Autodelpopolo indora ed imbelletta bella parte di semoventi a milionate: lor cugine che prima ebbero ben altra nobiltà, guardano tremanti il Futuro, costrette dal loro stesso blasone ad inventarsi diavolerie per convincere che valgon quanto a lor serve farsi pagare per tirare avanti. E tra loro sempre più aspra sarà la lotta per l'Inganno, sempre più sbeffeggiata sarà la fierezza del vecchio appassionato, eppur questo è il futuro: basta benzina, basta rumore, asepsi totale condita -a peso d'oro- con elaborata chincaglieria a crear suggestione, a scimmiottar l'emozione di quando l' Automobile era cosa eroica. Come mai più non sarà. Eppure la crisi ha rimescolato le carte, il bisogno base di muoversi ha lasciato spazio a vetturette onestissime, sane, robuste, fresche, simpatiche, e soprattutto le nascenti leve d'automobilisti hanno una percezione nuova del prodotto vettura, più moderna, scollegata dagli gli echi di un passato piò o meno glorioso. Allora ci sarà spazio a nuovi concetti: non più un cieco scimmiottare vetuste glorie, ma creare un mezzo per sportarsi che faccia star bene, facile da usare, che diverta, che non impegni, che sia semplice. "fiendly" "eco-easy-chic" sono le locuzioni che userebbe qualcun di mia conoscenza. Ecco: una sorta di "iCar" (anche questa azzeccatissima definizione che prendo indegnamente in prestito), che si possa declinare secondo lo spettro di valori (sportività, ecologia, divertimento, libertà, etc.) verso i quali il mercato virerà (o verrà sapientemente indirizzato...). Sarà davvero questo quel che è lì a venire? Ai posteri la(rdua?) sentenza, si badi bene, comunque, che sempre più fuori dalla nosta Vecchia Europa si giocherà la partita, ad ogni modo, si sa, il Tempo è galantuomo.