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johnpollame

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  1. Da quel che intuisco il buon blando è un che per passione o mestiere (o entrambe le cose), è focalizzato al lato più squisitamente tecnico della questione. A noi, semplici appassionati della vetusta Automobile, interesserebbe comprendere in cosa un sistema sia migliore di un altro all'atto pratico del guidare quotidiano, non potendo apprezzare, per consapevole ignoranza, da un punto di vista squisitamente tecnico le diverse soluzioni di software e hardware. D'altra parte qualcuno di noi potrebbe trovarsi in una situazione analoga se una nostra amica, fidanzata, compagna, ci chiedesse di spiegarle perché per noi una M4 è meglio di un Qashqai, che "ha due porte in più, è molto più confortevole, ha più bagagliaio e costa molto meno. Tanto al massimo a 130 puoi andare...".
  2. Ebbene, i consumi dipendono molto dal piede, con una guida accorta, con un utilizzo autostrada40%, statale trafficata 40% e città per il restante si riescono ad avvicinare i 20km/l, ma dipende molto dal piede, il motore è brioso e qualche volta invita...In autostrada a 130 Km/h di Cruise Control si è sui 2400 giri e il computer di bordo riporta consumi attorno ai 17 km/l.Io ho il tetto in cristallo in versione fissa, soluzione che reputo più interessante essendo continua, mancando il meccanismo.Semplicemente raddoppia la percezione dello spazio e in generale la qualità dello stare a bordo, unico malus: col caldo e col sole serve insistere un poco di più col condizionatore perché anche con la tendina, nonostante il vetro sia spesso e schermato, filtra un po'di luce.Ah, pesando più della lamiera il tetto in vetro alza il baricentro, quindi in pista si perde qualche decimo sul giro... ;-)Consigliato senza riserve.
  3. Il muso. Bruttino, ma interessante: salva una vettura che pur nell'esattezza formale di linee e volumi rischiava d'esser altrimenti soporifera al mio guardo. Macchina antipodale al mio gusto automobilistico, ma di sicuro spessore.
  4. Un sentito grazie alla Bavarese Fabbrica Motori per la duplice première di oggi. Due finissimi esempi di equilibrio dei volumi e di linee filanti e dinamiche. E di coerenza con i valori tradizionali dei marchi. Sissì. Entrambi eccellenti modelli contro la stipsi.
  5. Il posteriore è talmente sgraziato ed eccessivo da piacermi. Un poco. Il resto...
  6. Mi permetto di osservare che pure i Teutonici nelle ultime generazioni dei loro modelli hanno fatto -ben programmandolo- un mezzo passo indietro (e forse qualcosa in più) nella pignoleria di assemblaggi e scelta dei materiali: evidentemente si sono accorti che la pedanteria del cliente bersaglio era inferiore alla loro e vi si sono adeguati, una volta constatato che il gioco non valeva la candela in termini di redditività, muovendosi ora più sull'impressione di opulenza che sull' effetttivo cesello degli interni. Maserati pare abbia preso ala garibaldina quest'ultima strada, deve però fare attenzione a mascherare bene eventuali mancanze troppo evidenti: altri hanno un Marchio che oramai basta da solo a convincere a non soffermarsi troppo sui dettagli "che tanto si sa son fatte bene", un prodotto italiano dovrà invece subire sempre una minuziosa ispezione per superare la diffidenza: se la precisione degli interni è un discrimine all'acquisto (al netto della differenziazione del prodotto) per una parte importante dei possibili acquirenti, Maserati (come in futuro altri marchi del Gruppo in fase di lucidatura...) dovrà prestare la necessaria attenzione anche ad aspetti prima trascurati nella produzione di piccola nicchia.
  7. Il discorso non fa una piega, ma il punto è se la Ghibli, pur magari non al livello della concorrenza consolidata, abbia comunque una qualità percepita almeno come "sufficiente", con il delta di percezione qualitativa compensabile o meno dalle altre caratteristiche emozionali e prestazionali della vettura. Nel caso delle Alfa anni Ottanta questo non avveniva: troppe le magagne, e i maldestri assemblaggi, qui invece (ma finche non tocco...) si parla di crine in tuorlo o poco più, magari compensato anche solo dalla scenografica profusione di pellame, quindi può essere che la situazione non sia affatto grave. Il Mercato darà presto il suo responso, e in caso a Modena si daranno da fare (se già non lo stanno facendo).
  8. Aldilà di tutto, purtroppo non ho avuto modo di toccare con mano gl'interni della Ghibli, ma nel leggere qualche intervento sopra sulla soggettiva e relativa percezione mi sovvenne un episodio: io che normalmente tengo in gran poca considerazione certi aspetti di finitura fine, il dettaglio pedantemente curato (che poi l'auto tanto la si vive...) mi sorpresi alla guida di una fiammante Audi noleggiata a farvi pelo e contropelo soppesando tutti gli accoppiamenti interni, la piacevolezza al tatto e alla vista dei rivestimenti, lo stile generale dell' arredo interno, buttando l'occhio anche in zone nascoste al guardo. E deluso inconsciamente tra me pensai che davvero non ne valeva la pena. Tutta questione d'aspettative, ma come mi fa pensare TonyH se la guida fosse stata meno asettica e il Marchio foriero di altri valori che non la finitura sopraffina, avrei rivolto altrove le mie attenzioni. Ciò detto (vale solo per il mio personalissimo sentire) valutando che Maserati dovrà convincere una clientela bene abituata, è bene che si sforzi di mostrare il meno possibile il fianco a critiche sulla qualità, ma mi piacerebbe capire se davvero il livello attuale è così (relativamente) basso come qualcuno riporta. Certo però che se pure la precisione costruttiva fosse solo poco più che accettabile Ghibli, e ancor più Quattroporte, offrono comunque un impatto scenografico di alto livello e ben differenziato dalla concorrenza istituzionale, il che per molti acquirenti dovrebbe essere più che sufficiente.
  9. S'offre un'alternativa ad una grgia scelta istituzionalizzata. Un'alternativa che, sarà forse proprio il "fascino a traino", emoziona in modo diverso, se non maggiore. Un'alternativa che potendosi fregiare del timbro a fuoco "fatto in Italia" porta con se un insieme di suggestioni care a chi ha parecchi denari da spendere in voluttà. Un' alternativa che, ora finalmente, va quasi altrettanto bene delle altre. Più di quanto poteva offrire Audi una quindicina d'anni fa...
  10. OT Sono gli interni dell'officina di assemblaggio della Michelotto Automobili di Padova, azienda che progetta ("Dalla A alla Z", ci tennero a precisarmi...) e produce le Ferrari da competizione per i campionati GT, (e non solo, progettò assieme a Dallara e produsse la mitica 333, gestendone poi l'intera evoluzione del progetto). Destinata per contratto a rimanere nell'ombra, nota solo agli appassionati, nonostante i prestigiosissimi trofei (in primo piano in vetrina quelli, innumerevoli, della 24 Heures du Mans). Mi si scusi il fuori tema ma vedendo la foto non potevo non dare un plauso ai fenomenali ingegneri meccanici e aerospaziali padovani... fine OT
  11. In realtà gli allibratori quotano 500 pentaporta quasi certamente su pianale B, verosimilmente in versione simile a quella del Brucomela, quindi per analogia ipotizzano possibile produzione balcanica assieme alla sorella 500L. Ma tra un paio di settimane sapremo se non tutto, molto.
  12. Ognuno ha le proprie esperienze, ma non cadiamo in generalizzazioni assolutistiche.Ad esempio la mia (nostra) Ypsilonna millequattro gasata rosaciparia ha 5 anni e cinquantamilachilometri (non certo comodi, tra l'altro, con vari attraversamernti dello Stivale a pieno carico): va come un orologio e, dopo ogni visita dal lavauto, è equiparabile al nuovo pure all'interno, nonostante i maltrattamenti. Il pregiudizio ha radici lontane, ad oggi la mia esperienza mi porta a pensare che molto sia dovuto a quanto accadeva lustri fa con l'italica disattenzione per il dettagli, mentre ora (in famiglia ben riponemmo fiducia nel Gruppozzo negli ultimi anni a corroborare l'ipotesi) credo che la differenza con i migliori sia prescindibile e (tranne per certe giapponesi) in caso assolutamente non proporzionale al delta di listino. Ciò detto,per ritornare in tema, solo posso augurarmi che un giorno, quando- nell'idillio che mi fingo- il "fatto in Itialia" sarà sinonimo d'eccellenza stilistica e qualitativa pur nell'Automobile, FCA avrà bisogno di usare un antico Marchio del passato per la sue nuove vetture di lusso classico (in contrapposizione al lusso sportivo Alfa), e che si ripolveri per l'occasione un veccio scudetto blu. Sognar non costa.
  13. Dico sommessamente la mia. Nel fingermi dirigente Wolfsburgico o Ingolstattiano, come da Manual di Markettaggio differenzierei i prodotti sol nella misura in cui il final cliente è in grado d'apprezzar differenza, e per essa predisporsi a sursborsar denaro. Al contempo premerei per la massima standardizzazione spinta, in qualsivoglia anfratto e sfaccettatura non immediatamente apprezzabile (o suggestiva) per il cliente. Che oggidì una vettura di media fascia contemporanea debba avere doti tecniche generali e prestazioni stradali in grado di eccedere le effettive necessità e in generale le aspettative del cliente, sembra un dato assodato del Mercato, quindi anche le meno lustrate ceche hanno bisogno di tecnica di livello non inferiore alle omologhe più blasonate. Allo stesso modo queste ultime non hanno effettivo bisogno di specifiche tecniche dedicate, almeno nelle versioni "normali", specie in un momento storico in cui l'acquirente medio ha un'idea assai vaga della"magia"che accade sotto il cofano ( per tacere la mala consapevolezza di quali siano le ruote motrici del proprio mezzo...). Ecco perché, vista anche la redditività di riferimento del tetranellato Marchio (almen per quel che si desume dai fumosi bilanci wolfsburgici), sono portato a pensare che sottopelle vi sian sol quelle differenze ben ostentabili nella scheda tecnica della brochure. Poi, se il codice è lo stesso, il componente è lo stesso. Vero che fisiologicamente esiste una distribuzione gaussiana delle caratteristiche (che però tanto migliore è la produzione tanto più piccoli sono le deviazioni dal nominale) e che in linea teorica con un -follemente costoso- controllo a tappeto si potrebbe stratificare la produzione del componente in intervalli più stretti di prestazione, ma senza affibiare un codice nuovo ai pezzi scremati è una cosa impossibile da gestire (difatti nell'esempio dei processori la differenziazione è palese anche per il cliente finale con nomi commerciali -e prezzi- diversi). Quanto sopra ovviamente mie personali speculazioni.
  14. C'ho messo due giorni a rassegnarmi al fatto che quella mostrata in queste pagine sia effetteviamente la vettura bavarese, e non invece una deforme, dozzinale contraffazione fattaincina della a me pur indigesta X6 (vedi sotto).
  15. L'articolo originale uscì qualche mese fa su l'Economist, mi pare fu postato anche per queste bande... Daily chart: Zoom, sputter, aagghhh!! | The Economist Su suggerimento di qualcuno al buon Cavicchi, ne uscì una pagina su Quattroruote del mese successivo...
  16. Se i modelli amerindi da importare saran, come voglio credere, di sapor e gusto europeo, allora avrebbe senso Lancizzarli. Se invece l'idea è importate barconi squadrati di volumetria imbarazzante da vendere proprio in virtù della loro sfacciata statunitensità, allora dovranno essere Chrysler. Ad esempio una ipotetica Chrysler 100, in quanto tale non si venderebbe NEPPURE in Italia, un' ipotetica (vieppiù), quasi identica Lancia Delta, tra Italia, Francia e Belgio qualche fisiologico numero dovrebbe riuscire a farlo,e, visto che l'investimento sarebbe fatto in USA, in teoria guadagnandoci a sufficienza. Forse...
  17. Il posteriore mi piace. Da quel che indovino pure gl'interni. Il muso da groeninghiano robot impazzito pure, ma nel muso e in generale su tutta la vettura vedo troppo nero che spezza la coerenza di una linea già di per se destrutturata come concetto volumetrico. Ciò scritto dopo un iniziale "palmoinfaccia" alla primissima vision delle foto ("ma come han fatto a sbagliarla?!?"), esattamente come accadde quando si scoprì ufficialmente il Brucomela. Che poi, appunto, comprai soddisfattissimo... Temo che dal vivo quest'affare mi piacerà in modo sinistro, la sola avversione ai fintofuoristrada spero, per il mio portafogli, mi terrà a debita distanza...
  18. Forsanco all'Adam, che proprio non avrebbe bisogno d'altre preoccupazioni, ma -ahiloro Generalmotoristi- mi pare intercettare una clientela sovrapposta. Credo che il cinquino e la Panda abbiano oramai un'identità talmente forte e definita da limitarne l'effettiva concorrenza. Come i listini sembrerebbero confermare. Comunque carina questa Twingo, peccato per il frontale, che mi aspettavo più vicino all'amata R5, come da concept, e per un posteriore che mi par più svedesotto che francesino... Ma soprattutto ben venga, in tempi di noiosa omologazione, una tecnica originale. Sperando però ne valga la candela: son tempi in cui osare nell'hardware è fonte di severo periglio finanziario...
  19. Il fatto che questo concetto di stile sia stato preparato nell'ottomana Bursa,avvalora l'ipotesi di una prossima "Grandepunto Classic" da produrre assieme alla nuova Linea e da dedicarsi a mercati meno viziati di quello vecchieuropeo, al quale sarà verosimilmente dedicata la vociferata 500ona cinqueporte.
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