31/01/2012
Il grande sforzo della Ducati
In Malesia incredibile spiegamento di forze della Casa bolognese
SEPANG – Non è accaduto granché, nella giornata di rientro dalla vacanze della MotoGP.
Cioè, niente di eclatante. In sintesi: Casey Stoner ha fatto solo quattro giri, poi ha subito uno strappo muscolare alla schiena e ha preferito andare in hotel per farsi curare e così la sua tre giorni di test diventerà di due giornate; Jorge Lorenzo va forte, ma questo lo sapevamo già; Dani Pedrosa è partito con calma, e anche questo è nelle sue abitudini; Andrea Dovizioso ha girato poco e alla fine era stravolto, perché la spalla appena operata gli ha subito presentato il conto, ma anche questo era nelle aspettative.
E poi, certo, la Ducati: Valentino Rossi è a poco più di sette decimi dalla vetta (col quinto tempo) e in questo periodo va accolta come una notizia positiva. Perché i giapponesi sono venuti in Malesia per fare allenare i propri piloti e per fare la messa a punto, gli italiani hanno messo in pista una moto completamente nuova che Valentino non aveva mai guidato prima; dunque, c'è tutto il lavoro di sviluppo da affrontare.
La Casa bolognese ha fatto uno sforzo enorme, perché ha spedito in Malesia un esercito di tecnici e ingegneri (mai visti così tanti, in un test invernale così lontano da casa) ed è arrivato addirittura Filippo Preziosi: il responsabile tecnico non era mai stato in Malesia, non aveva mai partecipato all'inizio dei test invernali.
La decisione di arrivare fino a qui significa che la Ducati ha cominciato una stagione cruciale, con una moto che ha tagliato i ponti col passato. Ma con tanta voglia di recuperare.
«È un grandissimo passo avanti – ha detto Valentino, alla fine del primo giorno – i 40 giri di oggi sono anche i miei primi con questa moto. Ma dopo pochi giri lo scorso anno io capii che eravamo nei guai, oggi dopo pochi giri ho capito che le cose vanno molto, molto, meglio. Sono soddisfatto, sono contento: in accelerazione ancora perdiamo un po', ma in frenata e in entrata riesco ad andare bene. Speravamo che la moto andasse così, quindi siamo tutti contenti. In Ducati hanno fatto un bel lavoro, in poco tempo: abbiamo risolto i problemi che l'anno scorso ci facevamo diventare matti, ora freno come dico io e in tanti punti c'è tanta differenza; mi sento molto più a mio agio, e non è un caso se ho guidato senza mai fare degli errori. Abbiamo fatto tanti progressi anche nei cambi di direzione, soprattutto in quelli veloci in cui l'anno scorso pativano tanto. Sono a sette decimi, e di lavoro da fare ce n'é ancora tanto, sia sulla ciclistica che come motore ed elettronica: il motore va forte, però dobbiamo migliorare la fase di accelerazione».
Enrico Borghi
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