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v13

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  1. cominciate a mettere multe a chi passa a meno di un metro dai ciclisti (la legge dice almeno 1,5m) poi vediamo se non comincia a cambiare qualcosa nella percezione della gente. quando scampanello amabilmente a chi mi taglia la strada mi sento regolarmente rispondere: "cosa ci fai qui, non puoi circolare se non ci sono le piste ciclabili!" :pz:muro:

    il casco è utile, non si discute, qua si discute la logica di dare priorità a un nuovo divieto che in assenza di una vera politica di promozione e difesa (anche culturale) dell'uso della bicicletta sarà utile solo ai vigili urbani (multe) e alle assicurazioni (per negare rimborsi in caso di incidente).

  2. innanzitutto grazie a tutti!

    ho la sensazione che il problema sia appunto qualcosa di più semplice che le bronzine, non foss'altro perché in almeno 5 anni che lo noto ha sempre gli stessi sintomi e non è peggiorato.

    Quindi farò dare un'occhiata a questo sensore di pressione del gasolio. Ma io non sono meccanico: c'è un modo per accertarsi che funziona male o l'unica è cambiarlo?

    PS: Ho anche qualche sospetto sui supporti motore, che a quanto ne so sono uno dei punti deboli delle clio 2 dci (e anzi la mia da giovanissima - un anno e in garanzia - ne aveva già cambiati un paio). Anche se dubito che li cambierò adesso che la macchina ha 10 anni e 165mila km, per quanto faccia ancora più che bene il suo dovere (toccatina...).

  3. (non mi pare esista un topic sull'argomento o almeno non l'ho trovato)

    clio 2 1.5 dci 65CV del 2002

    attorno ai 1500-1700 giri/m si notano leggeri strappi del motore, si nota in particolare in 3ª, ma credo perché la velocità in 2ª è troppo bassa per notarlo e invece in quarta la velocità è superiore e la progressione è più lenta. il motore sale comunque di giri, sia accelerando dolcemente che con decisione, e appena supera i 1700 continua la progressione normalmente. sotto i 1500 riprende sempre senza problemi (compatibilmente con le possibilità intrinseche del motore, ovviamente).

    è un leggero difetto che si porta dietro da anni.

    una volta mi dissero che potevano essere gli iniettori e che finché non si rompeva nulla valeva la pena lasciarlo così com'era. :shock:

    qualunque commento sarà benvenuto!

  4. qualcuno conosce questo Dosi? opinioni sull'intervista?

    “Euro retto da struttura folle. Gli aiuti alla Grecia? Tornati a Francoforte”

    Secondo l'economista Giovanni Dosi, collaboratore del premio Nobel Joseph Stiglitz, gli attuali livelli di spread sono ingiustificati. L'Eurozona può salvarsi soltanto con una 'vera' banca centrale e il piano B da prendere in considerazione deve includere la ristrutturazione debito e la temporanea nazionalizzazione degli istituti di credito

    “Euro retto da struttura folle. Gli aiuti alla Grecia? Tornati a Francoforte” – Il Fatto Quotidiano

    Spread sopra i 500 punti. Curva dei tassi che ricomincia ad appiattirsi (ossia rendimenti di titoli di stato a breve durata che iniziano ad avvicinarsi a quelli a scadenza più lunga, sintomo di alta incertezza sulle prospettive del paese anche nel breve termine). Dopo otto mesi di “cura Monti”, 80 miliardi di manovre solo nel 2011, siamo tornati quasi al punto di partenza con i mercati che dubitano seriamente della tenuta del nostro paese e della sua capacità di ripagare i prestiti. Che cosa sta succedendo? Lo abbiamo chiesto all’economista Giovanni Dosi (nella foto), professore della Scuola Superiore universitaria Sant’Anna di Pisa e collaboratore del premio Nobel Joseph Stiglitz alla Columbia University.

    “Nei mercati sono in corso fenomeni speculativi ad altissima irrazionalità se guardiamo a quelli che sono i fondamentali economici di paesi come Italia o anche Francia. Una minoranza di economisti questo lo sostiene da tempo ma mi sembra che ora stiamo assistendo ad un’ennesima dimostrazione di questa tesi. Non c’è infatti davvero nessuna ragione che giustifichi uno spread di questo tipo per l’Italia. Oggi, come in tante altre occasioni della storia finanziaria, vediamo all’opera quelle che vengono chiamate profezie autorealizzantesi. Si dice, tra l’altro con un improprio processo si antropomorfizzazione, che “i mercati credono questo e allora bisogna rassicurarli”. Dietro tutto questo c’è però anche una visione economico politica secondo cui l’austerità è condizione necessaria, anche se non sufficiente, per uscire dalla crisi. A mio parere questo è assolutamente sbagliato”.

    Forse più che dei singoli paesi i mercati hanno dubbi sulla struttura e la tenuta dell’Unione Monetaria Europea.

    Il sistema sul quale si regge l’euro è delirante. C’è una Banca Centrale legata che è di fatto unanon-Banca Centrale, depotenziata fin dalla sua nascita. La Bce dovrebbe invece avere tutti i poteri tipici di una banca centrale compreso quelli di essere garante di ultima istanza e, se decide di farlo, di comprare debito pubblico. Francoforte dovrebbe poter dire se i titoli di Stato non li vuole nessuno li compro io. Se la Bce avesse gli stessi poteri della Fed statunitense non assisteremmo a tutta questa speculazione. Il fatto che poi esistano problemi strutturali di paesi come la Grecia è un altro conto.

    Come valuta il comportamento della Germania?

    Come spesso accade nelle faccende umane c’è una mistura di stupidità e interessi e di sicuro in questo momento sono entrambi in quantità elevate. Io non riesco ad esempio a capire quale possa essere la razionalità della politica tedesca in questo momento. Quasi il 60% delle esportazioni della Germania è diretto nei paesi europei. Pensano forse di compensare il venir meno della domanda di questi paesi con l’aumento delle vendite in Cina e Brasile? Mi pare una visione estremamente miope. Tra l’altro nessuno ha raccontato ai tedeschi che molte delle misure adottate sinora non servivano per salvare i “fannulloni” greci o spagnoli ma per salvare i sistemi bancari tedesco e francese (che detenevano molti titoli di questi paesi, ndr). Molti dei finanziamenti alla Grecia non sono mai arrivati ad Atene, hanno semplicemente fatto un giro da Francoforte a Francoforte.

    E la situazione spagnola?

    Nel caso spagnolo è lecito porsi una domanda. E’ giusto salvare le banche? Non il sistema bancario ma i singoli istituti che avevano in pancia grandi quantità di titoli tossici? Forse no. Forse andavano lasciati morire nazionalizzando la parte buona ossia i depositi e i prestiti e lasciando con il cerino in mano gli azionisti.

    Una possibilità che contempla anche per l’Italia?

    Certamente.

    Lei non esclude neanche la strada di una ristrutturazione del nostro debito pubblico(allungamento delle scadenze dei titoli di Stato e/o taglio degli interessi pagati, ndr). L’obiezione è che a quel punto nessuno presterebbe più soldi all’Italia se si presentasse nuovamente sui mercati. E’ vero che il paese è in avanzo primario, ossia ha entrate che superano le spese se si toglie la quota di interessi pagati sul debito, ma questo avanzo sarebbe sufficiente per salvaguardare ad esempio i piccoli risparmiatori in caso di ristrutturazione?

    Sarebbe sufficiente. Se c’è un punto debole della mia argomentazione è proprio il contrario. Ossia che l’avanzo sia fin eccessivo e restino risorse che permettano ai nostri politicanti di ricominciare a spendere come prima. Tenga presente che dalla Rivoluzione industriale in poi tutti i paesi, esclusa l’Inghilterra, hanno fatto default almeno una volta. Non mi preoccupa il fatto di perdere temporaneamente l’accesso ai mercati. Mi preoccupa invece l’eventualità che possa verificarsi una sorta di massiccia manovra politica internazionale di ritorsione verso l’Italia in cui si dice per punire lo Stato colpiamo anche le imprese e dunque non prestiamo più soldi alle aziende italiane che si presentano sui mercati.

    Ristrutturare il debito comporterebbe l’uscita dall’euro?

    Assolutamente no. A meno che, per decisione esclusivamente politica e forzando oltre i limiti della legalità i trattati che non prevedono questa opzione, il paese venga espulso quasi manu militari…

    Il rischio tra l’altro è che dopo aver fatto sacrifici pesanti per cittadini e imprese, alla fine si arrivi comunque al punto di dover comunque prendere almeno in esame l’ipotesi di una ristrutturazione…

    E’ così. Ci potremmo arrivare comunque ma dissanguati, esattamente come sta accadendo in Grecia. Quanto meno dovremmo dire parliamone visto che il nostro debito con questo servizio di interessi è oggettivamente insostenibile. La logica con cui sta operando il governo Monti è invece quella di dire se tu fai tanti sacrifici prima o poi i mercati se ne accorgeranno e smetteranno di speculare contro di te. Ci si dimentica però che i sacrifici hanno sempre effetti pesanti sul reddito e dunque peggiorano il denominatore del rapporto deficit o debito/Pil.

    In caso di ristrutturazione del debito bisognerebbe però poi intervenire sul sistema bancario visto che le banche possiedono ingenti quantità di titoli di Stato.

    Le banche andrebbero temporaneamente nazionalizzate per poi essere di ri-privatizzate in un secondo momento. Nell’immediato sarebbe infatti fondamentale mantenere il sistema operativo e garantendo i depositi e la possibilità di fare prestiti. Una soluzione di questo tipo del resto è stata adottata in Svezia all’inizio degli anni ‘90 ed è stata applicata anche nel nostro paese con il Banco Ambrosiano che fu temporaneamente pubblicizzato scaricando le perdite sugli azionisti.

    Esiste un’alta possibilità per scongiurare quella che resta comunque una soluzione estrema?

    Si può sempre sperare che i tedeschi “vedano la luce” e permettano alla Bce di agire come una vera banca centrale. Tuttavia sono pessimista, la sola possibilità che vedo perché la Bce diventi una vera banca centrale è che Spagna e Italia minaccino in modo serio e credibile un reprofiling dei loro debiti. La ristrutturazione del debito è una sorta di piano B che comunque non sarebbe certo indolore per il nostro paese. Andrebbe studiato molto bene tecnicamente ed attuato rapidamente a mercati chiusi. Con uno spread un po’ più contenuto forse sarebbe sufficiente un sensibile allungamento delle scadenze.

  5. Trevi amore mio!

    Scusate, non ho letto gli ultimi posts per cui magari ripeto concetti gia' elucubrati, ma era una mia fissa per via del cruscotto a gruviera.

    non per rovinare la poesia di questi ricordi ;) ma il cruscotto a groviera ce l'aveva anche la Beta coeva.

    e comunque sarà che una Beta del 1976 ce l'avevano i miei, ma a me pare che la Beta avesse per l'epoca uno stile fatto di dettagli tutto sommato moderni e puliti, soprattutto la seconda serie. la Trevi aveva un posteriore coraggioso, ma solo per il fatto di essere passati degli anni dal progetto originale, la linea aveva troppi dettagli che sembravano già vecchi. IMHO

    http://www.classicandperformancecar.com/front_website/octane_interact/modelpicture.php?id=5890 (1972)

    http://www.netcarshow.com/lancia/1975-beta/1024x768/wallpaper_02.htm (1976)

  6. ovviamente de gustibus, però dal vivo questa cosa della citroen è veramente sgraziata. ci sono auto che viste da una certa prospettiva umana dissimulano certe incongruenze, la Linea per me è una di queste (per quanto per me in generale è bruttina pure lei): ha tutti i problemi stilistici del mondo però nel traffico i cerchi sono a filo e riempiono discretamente la fiancata, a nche perchè le versioni che vedo hanno spesso dei cerchi in lega più che decenti. questa citroen è sicuramente ha volumi meno squilibrati però dà la sensazione di un'auto di un'altra generazione ridisegnata con uno stile attuale ma senza modificare ruotine, codina da 3 volumi anni 60 e musetto senza forma.

  7. mah ne dubito molto, aspetto di vedere le foto live ma già così dai rendering mi sa che questa gli da il giro alla Linea.

    di cosa dubiti? forse non hai capito, io l'ho vista. da ferma e a 1 metro di distanza. una azzurrina e una grigio scuro con cerchi in lega. come proporzioni mi ha ricordato questa: http://3.bp.blogspot.com/-Z3FJAj5cSJk/TX9sjiQHOHI/AAAAAAAANco/qMUiVX5Qnm0/s1600/simca1150.jpg

    poi i gusti sono gusti, se a te piace va benissimo.

  8. l'Irlanda, a parte due inculate galattiche date ai risparmiatori, si sta riprendendo.

    I racconti della Bosnia, dovrebbero sentirli quelli a cui prudono le mani e cianciano di rivoluzione;)

    Intendiamoci, la situazione attuale fa schifo anche a me, e mi fa girare le palle....ma cerco di usare la mia rabbia in modo costruttivo....non distruttivo.

    Perché possiamo impiccare i banchieri e bruciare le banche...ma una volta avuti i corpi penzolanti e le macerie fumanti....i nostri problemi mica sarebbero risolti.

    Anzi, mi sa che ce ne creiamo di nuovi...

    impiccare i corrotti è una *azzata, al massimo li mandiamo in esilio e senza una lira. volevo mettere i famosi puntini sulle "i" (come si diceva ai miei tempi ;) ):

    1) in Argentina non hanno ammazzato nessuno, i morti sono stati uccisi dalla polizia ed erano disarmati, hanno fracassato qualche banca e saccheggiato qualche negozio, ma hanno anche rimesso in marcia fabbriche e addirittura un hotel di lusso dismessi da proprietari speculatori

    2) in Bosnia non c'è stato niente di neanche lontanamente assimilabile a una "rivoluzione"... ma una sanguinosa guerra civile voluta da leaders politici e burocrati di stato

    chiuso OT

  9. Spagna:

    offerta concessionari, solo con finanziamento:

    114i 5p 102 CV ED "Essential Edition" 20.900 €

    114i 5p 102 CV M Sport 21.900 €

    listino:

    114i 5p 24.750 €

    114i 5p Urban 26.550 €

    114i 5p Sport 26.550 €

    PS: il mercato spagnolo è in crollo verticale e dal 1º settembre l'IVA sulle auto, la manutenzione, ecc. passa dal 18% al 21%

  10. grazie!

    dimenticavo un fattore importante: che giri con OS e software libero...

    quanto al Nook, un tablet / reader con una batteria che dura in condizioni ottimali 8h e ce ne mette 3 per ricaricarsi mi pare un po' inutile...

  11. per lavoro leggo molto e ho già un computer su cui fare il lavoro che richiede un minimo di processore. l'ideale per me sarebbe un reader o meglio ancora tablet con uno schermo relativamente grande (più di un kindle, per intenderci), con e-ink, a colori, con connessione wi-fi per eventuali link (ma non mi interessano altri servizi tipo email, FB, etc.), possibilmente con touch screen.

    ho leggiucchiato un po' in giro, ma qualcuno si azzarda a prevedere quando esisterà una roba del genere a prezzi umani?

  12. Nuove tasse, revisione del tasso di sostituzione delle pensioni e suo aggancio alle aspettative di vita....

    se rajoy tocca le pensioni cade il governo, nonostante abbia la maggioranza assoluta in parlamento.

    l'età pensionabile è a 67 anni. la pensione minima dal 2013 era già stata fissata a 350 €, mentre quella media erogata l'anno scorso mi pare fosse attorno ai 800 €. (e un affitto in spagna non costa mica meno che in italia....)

    senza contare che la disoccupazione giovanile su scala nazionale in spagna è del 40% (vado a memoria, potrei sbagliarmi) e secondo te chi è che li mantiene i giovini spagnoli?

    nonostante alcuni settori non ne stiano risentendo troppo, la situazione generale in spagna è molto molto seria.

  13. Perdere 5 posizioni per l'Italia significherebbe perdere circa 2500-3000€ all'anno di reddito PRO capite. Che mica andrebbero a intaccare solo i grandi patrimoni come si sogna :roll:

    Ci smutandiamo per l'IMU sulla prima casa e sull'accise di 2 cents, e quello "non sarebbe un dramma"?

    Va beh....

    bisognerebbe chiederlo agli islandesi, non trovi?

    tieni conto che in Islanda hanno sbattuto fuori dalla politica a calci un paio di partiti maggioritari e hanno riscritto la costituzione per cercare di ricostruire lo stato su basi più giuste. in questo contesto anche un 10% in meno di reddito è IMHO una misura accettabile. In Italia la svalutazione, le tasse e la perdita di potere d'acquisto, che per altro sono in atto mica da stamattina, stanno pesando ben oltre il 10% del reddito pro-capite.

    ah, rimanendo in tema di dati puramente economici: il GNP registrerá quest'anno un +3% e anche il debito/GNP è al 65% (contro il 96% dell'Irlanda, per dire).

    la vera obiezione è che l'Islanda è un paese da 350.000 abitanti, però è un fatto che pare che almeno su scala ridotta un modello radicalmente alternativo possa funzionare.

    poi certo, se uno risponde "va beh" come fai tu, non ne discutiamo nemmeno...

  14. La cosa che mi sconvolge è che quando se ne vanno gli danno pura una corposa liquidazione.....hai raso al suolo tutto e ti devo dare pure l'extra? Minchia, ringrazia che non ti chiedo i danni...

    in spagna vari gruppi di cittadini (senza partiti o sindacati fra le palle), fra cui vari gruppi di avvocati ed economisti, hanno deciso di fare causa al direttore di Bankia, che fino a qualche mese fa era il forziere del partito di maggioranza nonché recentemente quotata in Borsa, e che oggi chiede 24 MILA MILIONI di € per non fare bancarotta (e farla fare alla Spagna). In realtà la causa la fanno all'ex direttore per "presuntos delitos societarios, falsedad documental, publicidad engañosa y administración desleal. Con il crowdfunding hanno raccolto 19.000 € in 12 ore (la causa ha un costo stimato di 15.000 €).

    p.s. continuano a rompere le palle con l'islanda, che son bravi, buoni, che han nazionalizzato le banche, non pagano il debito.....

    Del fatto però che han perso 5 posizioni nella classifica del PIL pro-capite, che per noi significherebbe andare sotto la Grecia e la Slovenia e a battagliare con "prosperosi" paesi quali le Bahamas...chissà perchè, se ne dimenticano...

    non è che magari perdere 5 posizioni nel PIL pro capite non è poi un dramma? e che oltre al PIL esistono altri criteri per misurare una società che ha un futuro? e poi vorrei vedere il PIL dell'Italia o della Spagna fra un anno, dopo un botto paragonabile a quello che ha vissuto l'Islanda. e come commento finale, l'idea di denunciare qualche ministro, banchiere e via dicendo come han fatto in Islanda mi pare veramente il minimo per un paese civile (in Islanda almeno ci provano, neanche lì è poi così facile come sembra).

  15. Brutta storia...

    Eh, ma l'alternativa proposta qual è?

    La situazione attuale non è affatto roba da sogno. Ma per una volta, vorrei leggere da qualche parte un piano alternativo SERIO che non sia "disgreghiamo l'euro" o un "stampiamo moneta a nastro".

    Non ho ancora letto NESSUNO, e ripeto NESSUNO dei vari autoproclamatisi guru dell'economia spendere una parola, che sia una, per cose come un fondo di garanzia europeo dei depositi (che libererebbe gli stati dal fardello di salvare le proprie banche), la regolamentazione dei derivati (in primis i future per le vendite allo scoperto).

  16. Ricordo a tutti la formuletta italiana: 120 all'anno+500.

    E che l'italiota medio NON VUOLE pagare le tasse.

    In Grecia NESSUNO sta facendo quello che stai dicendo tu, vogliono solo i soldi a fondo perduto e un condono dei debiti.

    immagino che tu abbia delle fonti inequivocabili a riguardo. ti dispiacerebbe postare qualche link?

    adesso sono al lavoro e non ho i link sotto mano, ma ci sono alcuni articoli del guardian, al jazeera e alcuni video del candidato Tsipras, in particolare quelli della sua recente visita in Francia, che mi pare spieghino la posizione del suo partito. la situazione è confusa ovviamente (giusto per dirne una: il partito comunista greco è contro Syriza e sicuramente contro l'euro), ma si tratta di capire alcune vie d'uscita senza fare sempre le solite generalizzazioni (i greci sono dei fannulloni, gli spagnoli hanno imbrogliato, ecc.)

  17. Se ti servono soldi, da qualche parte li devi recuperare.

    E hai 2 possibilità.

    O tassi la produzione di reddito (IRPEF, IRES, IRAP)

    O tassi la proprietà (IMU, imposta bollo sugli investimenti) e i consumi (IVA, accise, bolli).

    Tra le due, è meglio incidere sulla seconda. E' vero che deprimi un po' nel breve i consumi interni, ma ad andare a toccare la prima, rendi poco competitive le tue aziende nei confronti dell'estero (dovendo pagare più tasse sugli utili hai meno soldi per R&D, per i salari, per essere vantaggioso sui prezzi). Col risultato che deprimi tutto per lungo tempo e in modo irreparabile.

    d'accordo, però il problema di solito è che mix fare fra le varie opzioni. e qui entrano questioni di politica economica e sociale, questioni elettorali :pen: e ovviamente questioni legate alla globalizzazione dell'economia, che evidentemente non è stata una trasformazione "neutra" propio per le ragioni che dice TonyH qui sopra. Se un paese possiede risorse proprie (soprattutto materie prima o processi ad alto valore aggiunto, sia in campo industriale che di servizi o del sapere), può fare un mix di un certo tipo, anche in caso di grave crisi economica. Un paese come l'Italia (o la Spagna o la Grecia) è relativamente debole in questo senso. Quello che mi pare di capire che voglia fare il blocco anti-accordo EU in Grecia non è tanto cancellare il debito perché sí, quanto piuttosto fare un ragionamento diverso: qual è il bene comune essenziale per essere una società libera e sana, cioé in grado di produrre in modo sostenibile? probabilmente non ridurre i cittadini sul lastrico e crecare di ricostruire in modo diverso la produzione. questo implica non ammazzare di tasse di nessuno dei tre tipi menzionati prima, e quindi inevitabilmente ridurre drasticamente il costo dei debiti pregressi (interessi). Un processo simile è avvenuto in vari paesi del centro e sud America. Correggetemi se sbaglio.

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