Fiat raggiunge i massimi dell'anno
Dopo i rialzi degli ultimi giorni, a Piazza Affari il titolo arriva a 7,24 euro (+ 3,26%) Scambiato il 3,6% del capitale.
di Monica D'Ascenzo
Fiat non perde lo slancio della fine della scorsa settimana e mette a segno un progresso del 3,26% a 7,246, raggiungendo il nuovo record dell'anno. Non mancano neanche i volumi a segnare la ripresa delle attività sul titolo. Sono passate di mano 29 milioni di azioni, pari al 3,6% del capitale ordinario del Lingotto. L'andamento positivo era ripartito la scorsa settimana dopo le parole del presidente Luca Cordero di Montezemolo, che aveva confermato per il 2005 una chiusura in nero per i conti del gruppo e un dimezzamento della perdita per la divisione auto.
Segnali positivi in vista di un settembre impegnativo. Sul fronte industriale Fiat si giocherà il suo jolly il prossimo 5 settembre con la presentazione della Nuova Punto. Sulla stampa sono già disponibili le fotografie e l'accoglienza è stata positiva, ma i volumi di vendita non si fanno solo con la linea e gli esperti sono in attesa di testarne le prestazioni. La nuova Punto raccoglierà il testimone delle versioni precedenti che hanno venduto 6 milioni di vetture dal 1993. E dopo il giudizio casalingo la nuova vettura dovrà affrontare anche la vetrina internazionale del Salone di Francoforte.
Sul fronte finanziario, invece, si scaldano i motori per la partita che si giocherà sul fronte del prestito convertendo. Le scadenze ufficiali prevedono per il 15 settembre un consiglio di amministrazione del Lingotto che dia il via libera all'operazione, mentre il 20 settembre ci sarà la scadenza effettiva del prestito. Le banche convertiranno i 3 miliardi del prestito ad un prezzo pari alla media fra 14,44 euro e il valore medio di Borsa degli ultimi sei mesi. Ai valori di ieri il prezzo di conversione sarebbe di 10,17 euro per azione, che comporterebbe una minusvalenza potenziale di 2,93 euro ad azione. Valore quasi dimezzato rispetto alla minusvalenza di 5,54 euro che avrebbero registrato le banche il 20 aprile quando il titolo ha raggiunto il minimo a 4,53 euro per azione. Nel calcolo complessivo vuol dire che a ieri sui 3 miliardi di prestito la minusvalenza potenziale degli istituti sarebbe di 864,6 milioni contro 1,65 miliardi di aprile. Il mercato guarda, però, anche al dopo conversione.
Le banche, secondo il contratto, saranno tenute ad offrire in opzione le azioni ad Ifil. La finanziaria della famiglia Agnelli potrebbe così decidere di risalire nell'azionariato, dopo un calo dal 30% attuale al 22% a seguito dell'aumento di capitale riservato alla conversione del prestito.
L'ipotesi non sembra aver turbato il mercato che ieri non ha penalizzato il titolo Ifil, come invece aveva fatto altre volte in passato. Le azioni hanno chiuso in progresso dello 0,8% a 3,58 euro, accompagnate dal + 1,5% a 12,95 euro delle azioni privilegiate della controllante Ifi. D'altra parte sembra tramontata l'ipotesi che gli istituti possano cedere a Ifil le azioni sotto il valore della conversione, quindi la decisione sulla sorte del 27% circa di Fiat che andrà alle banche potrebbe essere rimandata. Le banche, dal canto loro, non hanno comunque ancora trovato un fronte comune su cui muoversi.
Banca Intesa, già nella relazione relativa al primo trimestre dell'anno, contabilizzava « l'acquisto di coperture in derivati a fronte del convertendo » . Gli altri istituti, secondo gli analisti, potrebbero ricorrere alla stessa operazione per coprirsi dai rischi della conversione.
da ilsole24ore.com