Luigi Mannino è stato arrestato con la moglie e la figlia di 20 anni
L'abitazione era base di rifornimento per la tifoseria più violenta
Catania, il custode ultrà aggredisce gli agenti
"Bastardi, infami vi devono uccidere tutti"
Nella casa rinvenute mazze da hockey, sbarre di metallo e striscioni
Ricercato il figlio, scomparso da venerdì, con precedenti per aggressione a poliziotti
Gli scontri di venerdì scorso
CATANIA - "Andate via, pugno di bastardi, infami, guardie da mille euro al mese, hanno fatto bene a buttarvi le bombe, vi devono uccidere tutti". Aveva i suoi buoni motivi Luigi Mannino, 50 anni, custode dello stadio di Catania, per riservare quest'accoglienza agli agenti di polizia che si sono presentati nella sua abitazione per perquisirla. E che, dentro, hanno trovato mazze da hockey segate, sbarre di legno e d'acciaio, biglie di metallo, striscioni con slogan contro le forze dell'ordine e le squadre "nemiche", il Palermo prima di tutti ma anche la Roma e il Livorno. Alla scoperta del materiale da ultrà è seguito l'arresto: di Mannino, della moglie Grazia Falsaperla, 45 anni, e della figlia Angela, 20 anni, tutti di Catania e incensurati, ora accusati di violenza, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale.
Secondo la ricostruzione della squadra mobile, ieri sera gli agenti si erano recati allo stadio Massimino per perquisire l'abitazione di Gaetano Graziano Mannino, figlio di Luigi. Il ragazzo, 22 anni, ultrà, era stato sottoposto per tre anni, dal 19 febbraio del 2003 al 19 febbraio del 2006, al divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive, poiché già una volta aveva aggredito le forze dell'ordine con lancio di pietre e di altri oggetti contundenti. E invece nello stadio ci viveva, e con il padre aveva adibito parte dell'abitazione a "centro di rifornimento" per gli altri ultrà, che così potevano armarsi solo dopo aver superato ogni eventuale controllo. Gaetano Mannino, però, non era in casa: da venerdì, il giorno nero di catania, non si sa che fine abbia fatto, ed è ricercato dalla polizia.
I Mannino, definiti "scarsamente collaborativi", hanno impiegato trenta minuti per aprire il cancello con l'obiettivo, secondo la polizia, di nascondere qualcosa. Questa mattina, il secondo tentativo: gli uomini della squadra mobile con quelli della Digos sono tornati allo stadio per perquisire un'area alla quale non avevano potuto accedere per la presenza di due grossi cani aggressivi.
Dopo aver suonato ripetutamente al citofono, e atteso parecchi minuti, Luigi Mannino (sul braccio destro un vistoso tatuaggio, "marchio" degli ultrà della curva Nord) si è prima rifiutato di aprire, poi, insieme la moglie e alla figlia, si è scagliato contro i poliziotti: "Andate via pugno di bastardi e infami, hanno fatto bene che vi hanno buttato le bombe, vi devono uccidere tutti". Alle parole si è aggiunta subito l'aggressione fisica, una colluttazione che ad alcuni agenti ha procurato lesioni, giudicate guaribili in quattro giorni.
Grazie alla perquisizione, nel cortile accanto all'abitazione sono state rinvenute due mazze da hockey avvolte in una bandiera del Catania Calcio, oltre ad altri oggetti contundenti e, all'interno della casa, una felpa con la sigla "A.C.A.B.", acronimo inglese per "All cops are bastard", "Tutti i poliziotti sono bastardi".
(5 febbraio 2007)
PAZZESCO.