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3volumi3

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  1. Non posso evitare di precisare che Punto II di airbag di serie ne offriva uno solo. Fonte: me stesso che ne acquistai una in allestimento medio-alto nel 2002.
  2. Non voglio entrare nel merito della tua affermazione, ma quanto hai scritto mi ha scatenato una riminiscenza proustiana (e chiedo scusa preventivamente per l'OT). Inizio anni '90, mio padre lavorava all'Alfa Romeo, io ero ragazzino e a volte curiosavo tra le scartoffie che portava a casa dall'ufficio. Mi ricordo di un dossier interno di poche pagine, nel quale si valutava l'ipotesi di commercializzare negli USA la 33 appena rinnovata (a quei tempi credo ci fosse solo la Milano, la 164 e la spider, di lì a poco Alfa sarebbe uscita da quel mercato). Mi ricordo poco di quel documento, in particolare foto degli interni di una vettura campione che mettevano in risalto gli eventuali difetti che agli yankee non sarebbero andati giù. Una su tutte, a parte l'assenza di cup holder, il fatto che il tessuto dei sedili presentasse delle anti estetiche grinze . Ma ero giovvine, chissà cos'altro c'era di più interessante... ad ogni modo la conclusione mi pare fosse "meglio lasciare perdere, non avremmo speranza".
  3. Con questo modello Lamborghini vuole finalmente ritrovare la sua identità pre VAG: non solo sta affrontando ambiti di mercato che richiamano al suo heritage (Lamborghini LM 002), ma sta anche riportando l'affidabilità ai fasti di quel periodo:
  4. Concordo con te. Il tablettone è innovativo, ma specialmente (come tutte le interfacce virtuali) conveniente per le Case, che sostituiscono questi: Con questo: La pulizia di un VDO o la raffinatezza di un Jeager ormai fanno parte del mondo dei ricordi... Oppure sarà questo: Però vuoi mettere che figata? Ci sentiremo tutti giustizieri degli anni '30! (che poi, corsi e ricorsi della storia, stiamo ritornando al clima di quegli anni...)
  5. Solo io ricordo con nostalgia i tempi in cui mettevano dei finestrini normali al posto di queste pseudo feritoie da autoblindo? Fra quanto si arriverà a questo? (spoiler: poco) Che poi uno dice che le auto di oggi non ti interessano più...
  6. Beh, tu tieni lo scontrino, male che vada gliela la cambi... OK, bannatemi, per favore! Scherzi a parte, complimenti per la scelta, secondo me tuo padre avrà la possibilità di togliersi uno sfizio che magari fosse stato per lui si sarebbe fatto mille problemi a levarsi. Insomma, immagino abbia una certa età... se non si prende adesso una Maserati... Senza contare il valore simbolico del regalo che avete fatto.
  7. Grazie per l'esaustiva (come sempre ) spiegazione. C'è da dire che la scelta delle linee convergenti verso la calandra sarebbe stata la più logica perché più armonica. Piuttosto, non mi è chiara una cosa: se Cressoni nell'impostazione del design della 75 aveva scartato le linee convergenti verso la calandra, come mai queste erano previste per alcune versioni già dal lancio, come hanno fatto notare una pagina fa? Sarebbe curioso sapere se era stata una scelta di Cressoni per diversificare le versioni più sportive (quindi con un cofano dal design più "dinamico", che punta in avanti) o una decisione che gli fu imposta all'ultimo...
  8. Sì, diciamo però che la gestione Fiat, finché il modello era in vita, ha comunque investito in questi aggiornamenti evolutivi, a differenza di come ha fatto in seguito con altri modelli nei quali non ha creduto fino alla fine (qualcuno ha detto Lancia?). Poi, certo, c'è stata la doccia fredda (per gli amanti del marchio) della 155, ma questa è un'altra storia...
  9. Beh, per quanto mi riguarda in questo caso la micragnosità torinese fu benefica, dato che non ho mai sopportato quel cofano incoerente con la mascherina. E comunque secondo me fu invece proprio in epoca Fiat che la 75 fu veramente valorizzata e portata al livello della migliore concorrenza, per quanto riguarda allestimenti e affinamenti di design.
  10. Sì, diciamo che però, a differenza di Alfa Romeo, anche in quel periodo chi aveva un elemento iconico nel frontale (come BMW, Mercedes, Jaguar, Volvo) tendeva a valorizzarlo. Come dici tu, la "rivalutazione" dello scudetto Alfa avvenne per opera di Fumia... Il che mi da da pensare che fossero i designer "esterni" a cogliere di più l'importanza simbolica di questo elemento, a differenza del Centro Stile Alfa al quale si deve il design di molti modelli della seconda metà degli anni 70. Poi con Fiat l'organico del centro stile è stato rinnovato, o forse ormai con la 164 si era preso una direzione ben precisa che piaceva. Ma qui per avallare le mie supposizione ci vorrebbe chi ne sa più di me...
  11. Sì, è vero, ricordo ora che il cofano "convergente" caratterizzava in un primo tempo solo le versioni della 75 più sportive. Fu però nell'epoca Fiat che venne esteso a tutta la gamma.
  12. Domanda interessante, ma a quanto pare le risposte latitano, e anch'io non saprei dartela. Però ne approfitto per inserirmi nel topic "scudetto alfa" con una riflessione che il tuo post mi ha stimolato. Premetto che non sono un esperto del Marchio, quindi chi ne sa più di me potrà smentirmi, ma negli esempi che hai postato nel design del frontale si coglieva una specie di orgoglio per lo scudetto triangolare, dovuto proprio alla profondità non indifferente di quest'ultimo. Orgoglio che poi si è perso tra gli anni '70 e gli anni '80, tanto che mi pare che per l'Alfa stessa questo scudetto fosse diventato un qualcosa da minimizzare, da mimetizzare nel design complessivo del frontale: diventa quasi bidimensionale e addirittura si sperimentano forme che si allontanano dal'iconico triangolo. Come se la casa del biscione se ne vergognasse. Esempio iconico di ciò può essere il frontale di Giulietta 1978, che (ho fatto una prova veloce), avrebbe potuto ospitare qualsiasi altro marchio: Mi pare che paradossalmente fu proprio quando l'Alfa smise di essere indipendente e passò sotto la Fiat che si ripensò a valorizzare il triangolo. Se per la 75 pre Fiat le nervature del cofano divergevano dallo lo scudetto (sempre in un'ottica che a me pare del tipo "Ehi, non c'è niente di interessante da osservare in mezzo alla calandra!") Nell'epoca Fiat ecco che cominciano a convergere verso lo scudetto: Tendenza che è accentuata con l'Alfa 33. Pre Fiat: Post Fiat: Fono all'apoteosi scudetto-centrica di oggi, inaugurata (mi pare) da WdS...
  13. Come darti torto! Ti ringrazio perché mi fai vedere quella plancia sotto una nuova luce. A me è sempre piaciuta molto proprio per la sua estetica controcorrente (ero un bimbo quand'era uscita), poi recentemente, leggendo vecchie prove di 4R, ho visto che non era molto apprezzata a livello di praticità. Ad esempio questo è quello che scrivevano della plancia della Lancia Trevi nello speciale prove 1983: (...) è un blocco unico in plastica nera, dove gli strumenti, i comandi e le spie, incassati in nicchie, si rivelano poco pratici (...). Ovviamente ciò non significa che la realizzazione del layout non si basasse su studi approfonditi... magari il primo impatto era così disorientante che ci voleva un uso prolungato per apprezzarne l'ergonomia. Da quanto ho capito tu hai avuto modo di guidarla e di familiarizzare con la disposizione dei comandi, quindi mi fido
  14. Sì, gli avevo citati in questo thread mesi fa proponendo uno spin-off sugli interni più strani, piuttosto che belli. Perché in questo caso mi pare che si sia fatto un uso improprio della ricerca stilistica, puntando tutto su quello che oggi viene chiamato "effetto WOW", a discapito della funzionalità e dell'ergonomia. Mi viene in mente l'autocritica che ha fatto Fumia nel suo libro parlando del tastierino presente nella plancia della 164. In pratica sostiene che si era fatto prendere la mano dallo stile, volendo disegnare un componente minimale che ricordasse le tastiere dei componenti hi-fi dell'epoca, per poi rendersi conto anni dopo di come questa soluzione fosse pericolosa per la sicurezza, in quanto poco intuitiva da utilizzare in marcia.
  15. Mi sa che non la producono più, almeno così pare dal sito della Zotye... Peccato, perché mi sarebbe piaciuto vedere un'evoluzione di questo modello, uno tra i miei preferiti di sempre
  16. E' una di quelle notizie che ti aspetteresti di leggere intorno il 1° aprile, tanto sono surreali... Che poi, insomma... ancora ancora capisco le (perverse) ragioni che posso spingere un acquirente a comprare un SUV Bentley, Ferrari, Bugatti, RR, etc... Sono marchi prestigiosi, status symbol, emblemi del lusso che conoscono anche i sassi, e trovano terreno fertile nell'esibizionismo un po' cafone di una clientela parvenu. Ma Lotus, Dio santo, è un marchio per appassionati duri & puri, ormai conosciuto solo dagli impallinati dell'handling. E' proprio l'antitesi del concetto di SUV: auto leggere, scomode, spartane, anticonformiste. Secondo me, se Geely procederà, rischierà di prendersi una cantonata.
  17. Arese, 1998. Per ripensamenti sul pianale da utilizzare, la nuova media del Biscione è in ritardo. Non si può far altro che prolungare la vita della 155 di qualche anno, magari con un restyling più "visibile", ma sempre senza senza toccare i lamierati (è pur sempre un restyling tappabuchi). Si pensa allora di dare più dinamicità all'insieme (in particolare al frontale), per recuperare quel senso di sportività che si era perduto. Inoltre l'aggiunta di nuovi listelli cromati nel paraurti e a contorno della mascherina avrebbero anche conferito un che di elegante all'insieme. I pareri degli alfisti furono discordi: alcuni videro un ritorno a stilemi classici della marca, per altri fu invece un passo indietro nell'evoluzione stilistica fin qui perseguita.
  18. Cos'è successo? Cos'è che è andato storto negli ultimi 20 anni? Vi ricordate cos'era BMW nel 1997? http://web.archive.org/web/19971113175906/http://www.bmw.it:80/Prodotto/__Auto.html Maledetti markettari!
  19. Penso che questa sia un'ottima esemplificazione di come il design automobilistico sia entrato da anni in un periodo di crisi di idee. Si passa da design tormentati e disarmonici come questo a pedisseque rivisitazioni di classici del passato. Forse il problema sta nel fatto che ormai le case non si rivolgono più a designer esterni (in particolare italiani, che conoscevano il segreto di uno stile pulito e funzionale, e che ormai stanno scomparendo), oppure che si è sempre più schiavi di un marketing che diseduca il pubblico al bello per cercare sempre più spesso l'effetto WOW fine a sé stesso, e dal punto di vista di un gusto da eterni adolescenti (un po' come nell'America degli anni '50, con l'escalation di pinne e protuberanze falliche). Oppure, semplicemente, siamo entrati in un periodo di decadenza fisiologica del design automobilistico, in attesa di una prossima rivoluzione espressiva che ci liberi da questo sterile manierismo. P.S. paradossalmente e pensandoci per la prima volta solo ora, mi pare che tra le poche case che propongono uno stile "adulto" che richiami quello classico dei designer italiani di un tempo, ci sia la yankeessima Tesla... IMHO, eh!
  20. In pratica salvano solo l'estetica e la dinamica. Vanno giù pesante riguardo al motore, troppo "generico" e rievocativo di diesel tanto è "fasciato".
  21. Penso che lo straniero in questione si fosse ispirato al famoso aforisma dell'italianissimo Leo Longanesi, che nel 1957 ne "La Sua Signora" scrisse:
  22. Purtroppo i marchi muoiono quando non sono più remunerativi, a prescindere dal blasone storico che si portano dietro. Pensate a cos’hanno fatto questi defunti marchi per la storia e il progresso dell’automobilismo: Isotta Fraschini, Itala, Panhard, Studebaker, Packard‎, Duesenberg‎, Hudson, Rover, Triumphs, Sunbeam, Lorraine-Dietrich, Simca, Talbot, Delage, Saab (solo per citarne alcuni)… Molti dei quali più antichi di Lancia. Il fatto che siamo ancora qui a sperare e speculare su questo marchio è dovuto al fatto che, a differenza di quelli citati sopra, Lancia ha avuto varie rinascite, che ne hanno prolungato l’esistenza, nel bene e nel male, fino a oggi. Andare oltre sarebbe inutile accanimento terapeutico. Il problema è che nessuna di queste rinascite è stata definitiva e a ben vedere nascevano da presupposti poco solidi (da qui in poi tutto IMHO, ovviamente ). La rinascita negli anni ’50 a opera Pesenti/Fessia, troppo sbilanciata sulle idee del progettista, geniali ma poco competitive a livello di industrializzazione. Poi c’è stata la rinascita come marchio sportivo, anni 70 fino inizio anni 90, abbandonata per far posto alla casa di Arese. Oppure la rinascita come auto dell’alta borghesia rampante anni ’80, a cui è purtroppo seguito un periodo nel quale Fiat era troppo distratta da interessi extra automobilisti per continuare a investire in un prodotto che doveva essere al top per avere la sua ragione d’essere. Ed ecco allora che si è ripiegato sulla strada che sembrava più facile: citycar che avrebbero voluto essere chic, con gli anni sempre più spostate verso un target femminile e sempre più annacquate a livello di contenuti. Che poi, a bene vedere, la sciagurata tendenza di considerare Lancia come auto da donne non è una recente strategia del marketing Fiat. In realtà e tutta colpa della Disney!!!
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