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3volumi3

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  1. Sì, però quai subito per vincoli teconologici è stata abbandonata, abbandono che è durato per circa un secolo, durante il quale si è investito poco o punto in questa tecnologia. Dicimo che ora, con le nuove tecnologie delle batterie allo stato solito, si può parlare di rinascita dell'auto elettrica.
  2. L’automobile con motore endotermico è in giro da 136 anni. Centotrentasei anni. Nel 1886 si apriva, a Parigi, la mostra degli impressionisti, veniva pubblicato il libro Cuore, Meucci inventava il telefono. Di questo stiamo parlando. Perché ci scandalizziamo se di fronte a un'emergenza climatica reale si chiede di abbandonare una tecnologia obsoleta che è dimostrato essere dannosa per la salute e per l’ambiente? Le tecnologie devono evolversi, quella del motore a scoppio è durata anche troppo (e lo dico da appassionato di automobili storiche) e il settore automobilistico è stato uno dei più conservativi e inamovibili di sempre. Chi ha detto che il settore sarà distrutto? Ha tutto il tempo per la transizione. Avrà tutti gli aiuti dai governi (incentivi, proroghe e cazzi vari). Non capisco perché ci si scandalizzi, quasi che le case automobilistiche fossero ditte artigianali a conduzione familiare. Il riscaldamento globale è una realtà, e l’industria automobilistica ha contribuito in buona parte (a meno che vogliamo fare del negazionismo), forse dobbiamo partire da questo dato di fatto. E ricordarci che le Case sono interessate unicamente a fare soldi, fosse per loro saremmo ancora a euro -5, nessun obbligo di cinture di sicurezza, no ABS, no ESP, etc (tutte cose "imposte" dalle normative). Capisco che in 136 anni l’industria automobilistica è diventata il settore industriale più importante europeo. Però fino agli anni ‘40 in alcuni paesi lo era quello militare. Avremmo dovuto continuare a riempire arsenali per evitare alle varie Krupp si sbattessero a riconvertirsi?
  3. Però non aveva praticamente spazio per i bagagli...
  4. Buick Roadmaster Model 79 (fine anni '40 - inizio '50)
  5. Marmon Model 79 (1930)
  6. Toyota Land Cruiser J78 (versione a passo lungo della serie 70, 1984 -> )
  7. Ford V8 Model 78 (1937)
  8. E non vogliamo concludere la pagina con una bella Lozier Model 77 (1905 - 1915)?
  9. È che gli ammaricani pensano che anche nel resto del mondo basti bruciare uno stop per trovarsi inseguiti da decine di poliziotti armati fino ai denti che scalpitano per fare la "pit maneuver", mentre le emittenti locali interrompono le trasmissioni per trasmettere l'inseguimento in diretta...
  10. Una "tutto dietro" che mi ha sempre affascinato. Tatra 77 (1938 - 1938, per un totale di ben 249 auto prodotte)
  11. E' un (finto) problema sentito da sempre, già con le auto col motore dietro. Ma, ripeto, è un finto problema. Trovo più onesto l'approccio di Tesla e dei costruttori cinesi: se un elemento non serve, non lo si mette, punto. Non ha senso metterne una copia finta solo per rassicurare l'occhio dell'utente medio. Il design dev'essere funzionale e l'utente va abituato. Altrimenti avremmo ancora automobili con i predellini.
  12. Tra l'altro è interessante notare come questa moda delle griglie ipertrofiche (che affligge anche Lexus, Audi e altre case che stanno puntando molto sull'EV) avvenga proprio quando le griglie stanno diventando inutili.
  13. Tornando seri: Willys 77 (1933 - 1942)
  14. Dice: "Oggi BMW ha una calandra così gigantesca perché deve piacere ai cinesi, che le calandre le vogliono così... Bmw ha delle superfici molto tormentate perché così piace in Cina..." Intanto, le case cinesi:
  15. Oldsmobile Series 76 (anni' 40 e inizio anni '50)
  16. Lotus 76 (F1 1974)
  17. Una mia perversione (e uno dei punti più bassi dalla British Leyland): Leyland P76 (1973 - 76)
  18. Concludiamo con la serie 75 di Cadillac (1937 - 1987) Qui una nona generazione (1968 - 1970): E già che ci siamo riportiamo qui la Rover 75 (1999 - 2005):
  19. Diciamo che agli albori dell'automobilismo non c'era ancora una tecnologia propulsiva nettamente dominante. I veicoli elettrici erano considerati più facili da guidare, silenziosi e affidabili (infatti erano preferiti dalle poche audaci automobiliste, Nonna Papera docet), di contro l'autonomia anche a quei tempi è stato il loro tallone d'Achille. In seguito i maggiori progressi furono fatti sui veicoli a benzina, rendendoli molto più affidabili e togliendo dalla competizione i veicoli elettrici (scarsa autonomia e peso delle batterie al piombo eccessivo) e quelli a vapore (complicazioni operative e tempi di attesa perché lunghissimi per entrare a regime). Anche oggi, comunque, vediamo che in questo abbandono dei motori a scoppio c'è chi spinge su una tecnologia alternativa a quelle della batterie allo stato solido: l'idrogeno.
  20. A cavallo tra l'800 e il 900, i pochi eccentrici che possedevano "un automobile" (l'assenza dell'apostrofo è corretta, siamo prima dell’intuizione dannunziana) erano oggetto di lazzi e proto-meme da parte della collettività. Perché complicarsi la vita con quei bizzosi macchinari che una volta su due non partivano, che emettevano nuvole di fumo puzzolente, che erano pericolosi (un cavallo è molto più docile), rumorosi, poco pratici (un cavallo con una manciata di biada ti portava ovunque, per questi arnesi dovevi andare nelle farmacie e procurarti lattine di quel liquido infiammabile)? A parte alcuni esponenti del ceto medio, particolarmente visionari e disposti ad armarsi di pazienza e sporcarsi le mani, che dovevano percorrere velocemente lunghe distanze (penso alla categoria dei dottori, in posti dai vasti spazi come gli USA), gli unici che potevano permettersi questo giocattolone erano i ceti più abbienti. Avevano la possibilità di acquisto di questi oggetti costruiti su misura, potevano stipendiare chauffeurs, avevano rimesse, etc, etc. Col tempo, come per quasi tutte le innovazioni che hanno preso il posto di tecnologie radicate da generazioni, le innovazioni nella meccanica (e nelle infrastrutture viarie) hanno cominciato a rendere la scelta di un automobile molto più pratica rispetto a quella dei mezzi ippotrainati. Non era ancora una tecnologia alla portata di tutti (in Italia lo sarebbe diventata solo col secondo dopoguerra), ma i proprietari non erano visti più come ricconi eccentrici, ma come persone benestanti che potevano permettersi un sistema più pratico e moderno per spostarsi. Tant'è vero che negli USA le automobili (in Italia ora diventate femminili, a dimostrazione di come la percezione nel pubblico fosse molto più concentrata sugli aspetti piacevoli) cominciarono a essere prodotte in serie. Un po’ alla volta ci si rese conto di tutti i problemi che i motori a scoppio avrebbero risolto: escrementi e urine puzzolenti in mezzo alle strade, spesso di città, gli stessi animali sfruttati fino all’ultimo e tenuti in piedi per miracolo, lentezza dei trasporti, mosche onnipresenti, fino a carcasse di questi poveri cavalli abbandonati per le vie delle città (cercate foto delle città americane di fine ‘800, per rendervi conto). Penso che in questo periodo stiamo vivendo una fase di transizione tra i secolari motori endotermici e quelli elettrici che sotto molti aspetti ricorda quella tra carrozze e automobili. Consideriamo certi modelli elettrici come status symbol solo perché ci rendiamo conto che al momento (a parte alcuni Paesi che hanno già fatto molto per incentivare questo tipo di mobilità) possedere questo tipo di vetture è appannaggio solo di chi ha certe possibilità (ricarica veloce casalinga, possibilità di gestire i propri spostamenti con un minimo di autonomia, oltre che alla possibilità di esborso per veicoli che, al netto di vari incentivi, sono comunque più costosi di quelli classici). Al contempo, questi veicoli sono scelti da chi generalmente ha buone possibilità economiche perché esprimono l’idea di innovazione, perché gli early adopters di nuove tecnologie sono spesso persone che possono concedersi il lusso di investire considerevoli quantità di denaro in prodotti di nicchia. Anche gli automobili a cavallo tra ‘800 e 900 suscitavano le stesse idee agli happy few di allora. Arriverà il momento in cui i nostri figli (o nipoti per i più attempati di noi) un giorno ci chiederanno: “Ma davvero andavate in giro con quei mezzi rumorosi che emettevano tutto quel fumo? E che per muoversi dovevano essere riempiti da un liquido estratto dal sottosuolo di paesi lontani?” E noi risponderemo, con sguardo basso: “Eh…” (disclaimer: non sono un fautore dell’elettrico a tutti i costi e se mai dovessi cambiare auto entro i prossimi 10 anni prenderei probabilmente un veicolo endotermico. Penso però che quella del motore elettrico sia una tendenza irreversibile che farà scomparire i motori a scoppio, rendendoli obsoleti. Solo che in questo momento di transizione, proprio come a inizio ‘900, la tecnologia non è ancora matura per una diffusione di massa)
  21. Chrysler 75 (1929)
  22. L'espressione affranta e preoccupata delle due bambine è molto eloquente
  23. Ford Model 74 (1937)
  24. Cià, qui lo sporco lavoro di trovare un numero che sia proprio quello, senza 19 davanti o 0 dietro lo deve fare sempre il sottoscritto! Toyota Land Cruiser (J74) 1999–2007
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