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A.Masera

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  1. devo dire che tra tutte me ne piacciono veramente ma veramente poche...
  2. mamma mia se è goffa qui... è sproporzionata, ha la linea di cintura simile ad un suv, il passo sembra troppo corto
  3. È vero che le Case automobilistiche non siano enti di beneficenza e che, in un’ottica puramente manageriale, Tavares abbia portato a casa risultati importanti per gli azionisti grazie a una strategia di riduzione dei costi e di aumento sensibile dei listini. A volte, nell’immediato, generare utili “a badilate” può sembrare la scelta più logica. Tuttavia, qualsiasi azienda che operi in un settore così competitivo deve anche riflettere attentamente sul rischio che una strategia troppo focalizzata sull’utile a breve termine finisca per erodere la percezione di valore e la fiducia del cliente nel lungo periodo. L’aumento dei listini in modo indiscriminato, senza un contestuale incremento di contenuti tecnici e qualitativi, rischia di alienare una fascia di clientela che non percepisce il valore aggiunto. È qui che entra in gioco la necessità di un equilibrio: fare utili senza trascurare gli investimenti sul prodotto, sulla rete di assistenza e soprattutto sulla reputazione. La strategia della condivisione di piattaforme e componenti tra i vari marchi del gruppo per aumentare i margini da un lato può effettivamente generare significative sinergie e garantire economie di scala, utili per tenere sotto controllo i costi e fornire standard qualitativi più alti su tutta la gamma ma dall’altro è fondamentale che questa condivisione non faccia scomparire l’identità e la qualità percepita dei diversi brand: ogni marchio ha una storia e un pubblico di riferimento con aspettative precise. Se si esagera nella standardizzazione senza adeguati investimenti in ricerca, sviluppo e design, si rischia di livellare verso il basso, con possibili impatti negativi sulla fidelizzazione del cliente. Gli utili derivati esclusivamente dal rialzo dei prezzi e dai tagli ai costi di produzione non sono una strategia sostenibile nel lungo periodo se non vengono reinvestiti in ricerca, materiali di qualità e miglioramenti concreti. Un’azienda solida non può basarsi solo su mosse di breve termine ma deve costruire un rapporto di fiducia con il consumatore. Non bisogna dimenticare che il mercato auto è sempre più trasparente: online si confrontano prezzi, caratteristiche, esperienze d’acquisto e di possesso. Questo genera una pressione costante sulle Case perché garantiscano qualità e valore reali, non solo percepiti. Mantenere il giusto bilanciamento tra risultati economici e soddisfazione del cliente è essenziale: solo così un Gruppo automobilistico può confermarsi un leader di mercato, capace di prosperare nel presente e costruire un futuro sostenibile.
  4. voglio credere che l’ostentazione dell’UE sia legata alla creazione di una totale indipendenza energetica dal resto del mondo.
  5. ma per forza, al netto degli errori ha deciso da un giorno all’altro di alzare il prezzo in modo folle, da 60k a 90k per averlo salvo poi ritagliare ecc…
  6. è più da altro thread, ma con l'uscita di Tavares credo che cambieranno la politica e riposizioneranno tutto il brand verso l'alto: meglio vendere una 33 Stradale che 100 Junior, se entrano nel girono dell'inferno del Segmento C (e comunque secondo me lo faranno con un Suv, quindi c'è Tonale) non possono fare prezzi impopolari
  7. oh rivista oggi buttata a caso per strada, mi sono fatto la storiazza mentale del principe innamorato della poveretta del ceto medio 😀
  8. Per me come dite sopra non ha mercato. Non so chi sia il cliente tipo Alfa Romeo oggi come oggi, ma per me questo modello si infila in una sacca di acquirenti molto stretta. Comunque chi l'ha vista non ne parla esteticamente molto bene, specialmente al posteriore....
  9. poi parcheggiata in strada due giorni, avrà finito i soldi per il garage gli ho lasciato dieci euro sotto il tergi...
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