Finalmente scrivo anche io a proposito del berlinone di casa ALFA.
Scusate l'attesa, ma finche' scrivo cazzete in giro posso farlo nei ritagli di tempo. Ma questo e' l'angolo della nostalgia e di noi che abbiamo un cuore cosi'. I post o si scrivono bene o non si scrivono, e ci vuole qualche minuto di solitudine.
Ebbene, la Domenica appena passata anche io ho visto un 164, e dalle parti di Varese col Nino. Che piacevola scoperta dal vivo, sembrava ci conoscessimo da sempre .
A fine giornata ero col Nino a cicerare, nella zona industriale a Sud di Varese.
Era un fiorire di capannoni, insegne (bulloni, lavandini, carpenteria), le strade vuote, e il sole che in mezzo alle nuvole, si avviava verso le montagne piemontesi per dirci addio per quel giorno.
Mi guardavo intorno e pensavo: "Sara' che e' Domenica, ma sono un po' nostalgico. La provincia di Varese, nei decenni passati, insieme a Milano, ha reso grande l'Italia tutta. 100 anni fa non troppo lontano da qua si facevano gli idrovolanti che vincevano le coppe Sneider, gli aerei che facevano le trasvolate oceaniche. MV Agusta e' di qua, gli elicotteri Agusta, l'Aermacchi, la vecchia Macchi, le ceramiche di Laveno che finirono nella casa degli Asburgo. Che grande storia industriale. Ti bastava scendere un po' a Sud, e c'era Arese."
Nel grigiore di un tramonto nuvoloso, un canto sommesso, ma sicuro, potente, attiro' la nostra attenzione. Era il centosesantaquatro (detto velocissimo), come quello che aveva lo zio. Ricordo che da piccolo, era sempre figo vedere quella larga striscia di fari. Vedevi quel fascione, e capivi che c'era lo zio nelle vicinanze. Lo zio era un capoccia al lavoro, e poteva permettersi il 164 scritto con le lettere squadrate. Come ero piccolo.
Ebbene, attirato, mi girai a guardare. Dal berlinone proveniva un suono come di una marcia leggermente tirata, ma non era un motore qualunque. Boh, io non ci capisco molto, ma suonava cosi' bene.. forse era un V6.
Come dicevo altrove, molti post fa, la fiancata. Cavoli, che fiancata. Che leggerezza. Che grinta. Che classe.
Il muso basso, il sedere imponente ed importante, ma non eccessivo.
La linea a cuneo.
Il Centossantaquattro si avvicina ad una rotonda, è alla fine della discesa. Da dove sono io ne vedo il tre quarti posteriore.
Tra le nuvole filtra un raggio di sole, corre verso l'Alfa.
Un lampo di luce percorre tutto il solco della fiancata, in un attimo.
E' pura poesia.
L'Alfa è in rotonda, rolla pochissimo, poi l'urlo del motore esplode, lacerando il silenzio irreale di quella Domenica sera.
Grazie, Centosessantaquattro. Buon compleanno.