Ma io capisco benissimo il rischio azzoppaggio. L'avessero fatto quando ho frequantato io, probabilmente avrei avuto GROSSE difficolta'.
Pero' tieni conto che
- il Master dovrebbero farlo il 20% degli studenti, che ambiscono a lavorare all'estero, o in ruoli dirigenziali, o che vogliono fare il dottorato
- non so la situazione dei licei, ma mi auguro che i ragazzi di oggi sappiano l'inglese meglio di me
- se non lo sanno dal liceo, spero lo sappiano per razzi loro.. ormai la vacanza all'estero non si nega a nessuno, solo io sulla Terra penso di non aver mai messo piede in UK e su un aereo
- limitandomi alla mia esperienza in inge aero, l'inglese e' imprescindibile.
- la triennale rimarra' in italiano
Quindi, secondo me, per gli studenti non e' questo gran problema. Anzi, volendo fare le cose bene, andrebbe previsto un periodo di studio all'estero obbligatorio (ma capisco che i soldi non ci sono), in modo da usarlo, sto benedetto inglese.
Se invece mi dici che il problema e' dei professori, capisco (eccome se capisco).
Ma allora si sta ammettendo implicitamente che c'e' qualcosa che non va. Un prof universitario dovrebbe essere capace di andare dall'altra parte del mondo, ORA, e farsi capire anche dai giapponesi.
O vogliamo che i nostri prof siano sempre nella loro torre d'avorio?
Io parto dal presupposto che un prof di uni deve far ricerca, e la ricerca si fa girando il mondo, insegnando all'estero, facendo meeting e presentazioni. Poi magari sbaglio, ma per fortuna nella mia carriera universitaria ho conosciuto professori modello "torre d'avorio" e professori "giramondo"