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Rinfreschiamo la memoria: È morto Indro Montanelli in lutto il giornalismo Il ricordo di Berlusconi dopo le polemiche e lo strappo "Sono rimasto legato a lui nonostante i dissensi" MILANO - Indro Montanelli è morto. Se ne è andato in silenzio dopo una lunga vita di bastian contrario, burbero e brontolone. Quasi come se fosse ancora in polemica con i mali e le ipocrisie di un secolo di cui è stato tra i più grandi testimoni. Il decano dei giornalisti italiani si è spento oggi pomeriggio a Milano. Aveva 92 anni: da tre settimane era ricoverato nella clinica "Madonnina" a causa di un malore. Mercoledì era stato sottoposto a un intervento chirurgico. Con esito positivo, avevano detto i medici, che avevano anche ipotizzato il suo ritorno a casa. Le sue condizioni però sono improvvisamente peggiorate. Fino alla crisi che oggi pomeriggio gli ha tolto la vita. Con lui si chiude un capitolo enorme della storia del giornalismo italiano. È la storia di un cronista d'altri tempi, abituato sempre a confrontarsi con la realtà dei fatti. Ma anche di un opinionista capace di schierarsi e prendere posizione a dispetto dei luoghi comuni e delle ideologie. La sua vita professionale è infatti attraversata da numerosi strappi. Con il fascismo, dopo un reportage in Spagna nel '37, molto critico nei confronti del regime. Con il "Corriere della Sera", nel '76, in polemica con la linea "progressista" dell'allora direttore Piero Ottone. Con Silvio Berlusconi, suo ex editore, alla vigilia delle ultime elezioni politiche. E proprio Berlusconi oggi ha voluto ricordarlo. "Scompare con Indro Montanelli un testimone del secolo", ha detto il premier alla notizia della sua scomparsa. Aggiungendo: "Piango l'amico con cui ho condiviso molte battaglie e al quale sono rimasto legato anche quando ha espresso dissenso dalle mie posizioni, con lo spirito di libertà che ha sempre animato il suo lavoro e che io ho sempre rispettato". Indro Montanelli era nato a Fucecchio, tra Firenze e Pisa, il 22 aprile del 1909. Durante gli anni del fascismo, ma soprattutto nel dopoguera era diventato una delle firme italiane più lette, una delle voci più ascoltate. Esplulso nel 1937 dall'albo dei giornalisti e costretto ad emigrare per i suoi pezzi sulla guerra civile spagnola, aveva cominciato a scrivere per il Corriere della sera l'anno successivo. Si era messo in mostra come corrispondente di guerra, in particolare durante il conflitto russo-finlandese del 1939-40. Nel 1944 era stato condannato a morte dai nazisti e rinchiuso nel carcere di san Vittore a Milano, poi graziato per intervento dell'allora arcivescovo di Milano, il cardinale Ildefonso Schuster poi beatificato da Wojtyla. Nel dopoguerra si era affermato come il più brillante degli inviati italiani, smepre dalle colonne del quotidiano di via Solferino. Nel '74, dopo la rottura con il "Corriere della Sera", aveva deciso di fare tutto da solo, fondando il "Giornale Nuovo", quello che presto sarebbe stato conosciuto come "il Giornale" di Indro Montanelli. Una avventura durata fino al 1994. Dopo la "discesa in campo" di Berlusconi, e il tentativo di allineare il quotidiano alla linea del suo editore-politico, aveva ancora una volta sbattuto la porta. Era subito ripartito però, fondando "La Voce". Una esperienza non felice: il giornale si scontrò subito con le difficoltà di un mercato editoriale sempre più competitivo, sempre più dipendente dalla pubblicità. Le difficoltà economiche presto fecero terra bruciata intorno alla sua creatura, che nell'aprile del 1995 (ad appena 13 mesi dalla nascita) fu costretta a uscire di scena. Era ritornato a scrivere sulle colonne del "Corriere della Sera" come opinionista. Senza mai risparmiare la sua penna: con le armi della vis polemica e dell'ironia aveva osservato e commentato la difficile transizione italiana negli anni del centrosinistra. Anni che aveva in fin dei conti apprezzato, a dispetto della sua profonda cultura conservatrice. L'ultimo strappo risale alla recente campagna elettorale, quando a sorpresa aveva annunciato di voler votare Francesco Rutelli considerato il "male minore" rispetto alla destra di Berlusconi. (22 luglio 2001) Proprio gli stessi toni..
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Ma davvero? Anche Bertinotti, Cossutta e Diliberto ne parlarono così bene, o solo la fazione più moderata? Poi io parlo di apprezzamento delle idee, e non solo di elogi sulle qualità giornalistiche (che comunque riconosco a Biagi, che era un'ottimo giornalista)
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Veramente il lavaggio del cervello mediatico ce lo sta facendo dal 1993 la sinistra, che ormai a parte le reti Mediaset possiede: Rai, la 7, Corriere della Sera, Repubblica, e tante altre testate
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«Sempre schierato in difesa dei valori della Costituzione repubblicana» Napolitano: «Grande voce di libertà» Cordoglio del capo dello Stato per la scomparsa di Enzo Biagi: gli rendo omaggio a nome dell'Italia ROMA - Con Enzo Biagi scompare «una grande voce di libertà»: lo scrive il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio inviato ai familiari del giornalista deceduto questa mattina. «DIFENSORE DELLA COSTITUZIONE» - «Egli ha rappresentato uno straordinario punto di riferimento ideale e morale nel complesso mondo del giornalismo e della televisione - si legge nel messaggio del Capo dello Stato -, presidiandone e garantendone l’autonomia e il pluralismo. Il suo profondo attaccamento, sempre orgogliosamente rivendicato, alla tradizione dell’antifascismo e della Resistenza lo aveva condotto a schierarsi in ogni momento in difesa dei principi e dei valori della Costituzione repubblicana. L’amore per l’Italia e la conoscenza della storia nazionale avevano ispirato la sua opera di scrittore e le sue indagini nel vivo della realtà italiana». «COMMOSSO RICORDO» - «A Enzo Biagi - scrive ancora Napolitano - uomo di genuina ispirazione socialista e cristiana rendo riconoscente omaggio a nome del Paese, esprimendo con commosso ricordo personale la più affettuosa vicinanza e solidarietà ai suoi familiari in questo momento di dolore e di rimpianto». PRODI: «GRANDE MAESTRO» - Anche il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha voluto testimoniare la vicinanza delle istituzioni alla famiglia Biagi, a cui con un telegramma ha espresso «sincera e commossa partecipazione al dolore». «Scompare con Enzo Biagi - ha scritto il premier - un grande maestro dell’informazione, che ha portato nelle case degli italiani con puntuale attenzione e sensibilità giornalistica le notizie e i commenti di tanti eventi della nostra storia di questi decenni, attraverso la carta stampata, gli schermi televisivi, e i numerosi libri di successo. Figura storica del giornalismo, si è battuto sempre per la salvaguardia della libertà dell’informazione e del Paese. Lascia in tutti noi un grande vuoto». «PROTAGONISTA VITA CULTURALE» - Per il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, Biagi è stato «un protagonista del giornalismo italiano e della vita civile e culturale della nostra storia recente, uno dei più importanti giornalisti dell'Italia del dopoguerra, che ha espresso nella sua lunga professione un modo di intendere il giornalismo stesso. Con lui scompare una personalità di grande rigore intellettuale, che ha costantemente interpretato al servizio del pluralismo e della libertà dell'informazione i valori della democrazia testimoniati attraverso l'esperienza personale durante la Resistenza ed una convinta adesione ai valori della Costituzione repubblicana». Il presidente del Senato, Franco Marini, lo ha invece definito «testimone prezioso e insieme protagonista di molti decenni di storia italiana» che «ha saputo osservare, raccontare e spiegare come forse nessun altro la realtà di un paese in continuo cambiamento. Tutti noi sentiremo la mancanza della sua grande personalità e della sua voce familiare, ma siamo certi che la sua eredità è già parte della nostra storia». GLI ALTRI RICORDI - Sono molte le altre voci di ricordo e commemorazione che si sono levate dal mondo della politica. Cordoglio e stima sono stati espressi da esponenti di entrambi i poli. Tra i leader di partito, tra i primi è giunto il commento di Walter Veltroni: «Chi ha avuto la fortuna di conoscere personalmente Enzo Biagi - ha detto il segretario del Pd - da oggi lo ricorderà, per sempre, come un uomo libero e curioso, di grande equilibrio, esempio positivo di un modo di intendere la professione giornalistica al servizio della conoscenza e del Paese». «Tutti gli italiani -ha aggiunto- ricorderanno la sua voglia di libertà, la sua passione e il suo rigore nel raccontare la storia e i personaggi del nostro tempo recente». Anche il capo della Cdl, Silvio Berlusconi, ha ricordato la figura di Biagi. «Al di là delle vicende che ci hanno qualche volta diviso - ha detto il leader di Forza Italia - , rendo omaggio ad uno dei protagonisti del giornalismo italiano cui sono stato per lungo tempo legato da un rapporto di cordialità che nasceva dalla stima». Fonte: Corriere della Sera Trovatemi un giornalista di destra o indipendente di cui i politici di sinistra hanno detto le stesse cose:)
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E chi sta parlando di Montanelli? Io parlo di Biagi.
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Purtroppo lui, e tanti altri, hanno ceduto all'inganno secondo il quale si può essere intellettuali solo se di idee filo-comuniste. Comunque non critico il fatto che avesse maturato tali idee, ma che l'abbia fatta grossa insieme a Benigni in prima serata. Lui e gli altri che furono epurati da Berlusca se la andarono proprio a cercare. Con questo non dico che cacciarli sia stato giusto, ma certo hanno dato contro ad un'unica persona ininterrottamente, altro che, come diceva qualcuno, bastonate a tutti gli schieramenti.
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Infatti, prima non era di sinistra, poi si è schierato ed è diventato il loro idolo
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Quoto! In Italia non esiste in un posto di potere chi sia inaderente al potere. Quelli vengono messi da parte (ad es. Beppe Grillo, che comunque non mi piace). Biagi è stato un ottimo giornalista, ma negli ultimi anni si è apertamente schierato; era nel suo diritto, certo, ma non si venga allora a parlare di imparzialità. A riprova della mia tesi, gli elogi della sinistra e di TG3: i comunisti elogiano solo gli intellettuali organici alle loro idee, non ricordo di elogi a chi la pensa diversamente.
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Peccato che nella puntata prima delle elezioni abbia bastonato solo una persona e uno schieramento, cercando di influenzare il risultato elettorale
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Allora non era solo una mia impressione.
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- croma
- croma 2007
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Io non sto mancando di rispetto alla persona, mi dispiace che sia morto come mi dispiacerebbe fosse morto qualsiasi essere umano. Ho detto che dissento dalle sue idee, e ho fatto una considerazione di valore generale: qualsiasi personaggio famoso muoia in Italia, dopo la morte viene "santificato", nel senso che vengono messe in luce solo le sue qualità positive. Poi è stato un ottimo giornalista, tuttavia non mi vengano a dire che era la voce della libertà, perchè si può essere la voce della libertà anche senza prendere la tessera del partito comunista. Tutto questo, beninteso, IMHO.
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Io credo che, se le intenzioni sono serie, Schumacher potrebbe dare un contributo importante allo sviluppo pur non essendo il pilota ufficiale. Infatti Raikkonen non è molto comunicativo nei collaudi, e sulle qualità di Massa come collaudatore sono un filo scettico. Ricordo che nel 2003 la crisi delle gomme Bridgestone fu addotta anche alle sue indicazioni fuorvianti.
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Perchè, avevano gli stessi fari? Non ho capito bene Io mi riferisco poi a modelli diversi, non derivati fra loro; se no, anche 159 e Brera ad esempio hanno gli stessi fari, oppure Audi A4/A5.
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- croma
- croma 2007
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Mi dispiace perchè una vita si è spenta, ma non condividevo le sue idee. Per me l'invito a Benigni in prima serata il giorno prima delle elezioni fu un colpo basso eccessivo da parte sua, che si era ormai schierato completamente a sinistra. Ora assisteremo alla sua santificazione, come accade per qualunque peronalità che muoia in Italia, e alle strumentalizzazioni politiche, ma ricordiamo anche i punti controversi del personaggio. Comunque, riposi in pace.
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Ho letto, ma non so se sia vero, che la Ferrari vuole far provare la monoposto a Schumi perchè lui ha guidato già macchine senza traction control e quindi la sua esperienza può essere utile. Comunque avercene, collaudatori come lui.
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Raikkonen aveva già annunciato che non avrebbe partecipato a questi test e che l'avremmo rivisto a dicembre. Comunque di Schumacher mi fido come collaudatore
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Sono contentissimo che ci sia Schumi nei prossimi test. Certo Raikkonen è un grande, ma Schumi era un'altra cosa. Come vorrei che tornasse in gara. Vedremo i tempi che farà.
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Il frontale non mi convince troppo; la mascherina mi ricorda la Volvo V70, e lega malissimo con i fari Bravo. Questo fatto che la Fiat utilizzi gli stessi fari su modelli diversi (Idea/Multipla e Bravo/Croma) mi trasmette un senso di povertà incredibile. Credo che Fiat sia l'unica casa a farlo. Per assurdo mi sembra un filo migliorata la coda, grazie allo spoiler e all'estrattore che acceuntuano la larghezza e mitigano l'altezza visiva. Comunque il risultato è così così
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- croma
- croma 2007
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Per me la Yamaha non potrà che fare ancora più confusione il prossimo anno, con due moto gommate differentemente. Fra l'altro Rossi dovrà attendere i test di Jerez per provare con le Bridgestone, quindi la squadra avrà anche poco tempo per modificare il progetto in funzione delle coperture giapponesi. IMHO, o con le Bridgestone Rossi riesce a trovare subito cinque-sei decimi al giro, o il prossimo anno sarà peggio di questo.
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Per me Ducati ed Honda stanno davvero facendo la differenza, e lo sviluppo massiccio dell'elettronica ha messo definitivamente in crisi la Yamaha. Comunque per il prossimo anno io temo moltissimo la Honda, soprattutto se la Michelin riuscirà a chiudere il gap con la Bridgestone. Dovessi scommettere, il favorito per il mondiale 2008 sarà Pedrosa.
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Rossi deve poi sperare che la Michelin non migliori e superi la Bridgestone, se no avrà il problema di dover lottare anche con Lorenzo, che potrebbe ritrovarsi a parità di moto con gomme più performanti. Ieri a Fuorigiri inoltre Domenicali ha detto che hanno ricevuto garanzie da Bridgestone che Ducati rimarrà il riferimento per lo sviluppo; se ciò si rivelerà vero, sarà un'altra tegola per Rossi e per la Yamaha, che non potrà contare su gomme ad hoc per mettere una pezza ai limiti della moto.