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Secondo me sarebbe una cosa inutile e sciocca avere diversi livelli di patente e dover sostenere diversi esami a seconda della potenza del mezzo. Per la patente A la cosa può avere un senso, perche la A rispetto alla A1 abilita alla guida di motocicli che possono andare anche in autostrada e che, a differenza degli scooter 125, hanno spesso il cambio manuale, ma per le auto che senso avrebbe? Inoltre come si svolgerebbe l'esame? Vado con la mia 911 in una pista scelta dalla Motorizzazione e, dopo che l'esaminatore si è accertato che ho staccato tutta l'elettronica, mi mette alla prova in maniera seria, oppure l'esame sarebbe il solito (2 km di rettilineo a 40 km/h, manovra e parcheggio) ma fatto con l'auto potente? Non mi sembra infatti che gli esami per le patenti A1 ed A siano svolti con modalità differenti, a parte la differenza di cilindrata del motociclo. Non ha nessun senso quindi differenziare le patenti B. Per quanto riguarda la guida sicura, dovrebbe essere insegnata di base dalla scuola guida a chiunque. Poi ben venga il corso di guida sicura, per carità farebbe bene, ma deve essere fatto come si deve. Mi starebbe bene che il decreto dicesse: vuoi guidare una Ferrari: vai a seguire il corso di De Adamich, torna con l'attestato e avrai l'abilitazione. Se però, come accade sempre in Italia, come è accaduto per la patente a punti e per il recupero dei punti persi, tutto si risolvesse solo in un pagamento ulteriore di denaro, allora dico no a questa demagogia
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Forse l'articolo di Quattroruote è sbagliato nei modi, e forse non è il caso di portare subito l'esempio limite, tuttavia in Italia anche proposte giuste e sensate spesso vengono poi messe in pratica in maniera pessima. Quindi ben vengano corsi ed esami seri, ma devono essere regolamentati come si deve. Poi non sarebbe più facile ed utile, come ho già detto, rendere obbligatorie le guide di notte e in autostrada ed inasprire l'esame pratico per ottenere la patente. Non occorre avere una Porsche per causare un incidente, e la guida sicura dovrebbe essere una dote anche, se non soprattutto, di chi guida da poco tempo una piccola utilitaria.
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In teoria un corso di guida sicura con relativo esame sarebbe un'ottima idea; purtroppo nella pratica si risolverebbe in un ulteriore balzello per i cittadini. Io non so come è in altre parti d'Italia, ma qui da me a Napoli nelle uniche due guide che ho fatto a scuola guida l'istruttore era un ragazzo di 25 anni che avrà avuto sì e no la terza media e che tutto faceva mentre io ero alla guida tranne che spiegarmi cosa dovevo fare. Fortuna che già ero abbastanza preparato per conto mio. Figuriamoci un corso di guida sicura; diventerebbe solo un modo come un altro per estorcere soldi alla gente. Penso inoltre che richiedere di seguire un corso e sostenere un esame di guida sicura significhi ammettere implicitamente che allo stato attuale le scuole guida non insegnano un bel niente; allora perchè non rendere prima obbligatorio per le scuole guida far sostenere guide in autostrada e di notte e rendere più selettivi gli esami? Sarebbe più facile e meno dispendioso, ma la lobby delle scuole guida non ci guadagnerebbe. In conclusione: sono d'accordo con l'articolo di quattroruote e contrario a questa trovata.
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Potrà sembrare paradossale, ma credo che l'unica speranza per Lancia di tornare alla sportività sia che l'Alfa torni alla trazione posteriore, e quindi diventi più caratterizzata in tal senso rispetto ad oggi; in tal modo il marketing potrà gestire la sportività dei due marchi su piani differenti, ponendo l'accento sul carattere pistaiolo delle Alfa, e lasciando campo libero alla Lancia per puntare sulla sportività della trazione integrale, magari accompagnando ciò con un ritorno ai rally.
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Dobbiamo avere fiducia e sperare che questa benedetta Delta HPE abbia successo; penso che se Marchionne vedrà che il potenziale di Lancia è elevato anche all'estero, darà l'assenso anche per lo sviluppo dei modelli di segmento più elevato. Mi fà un po' paura solo il fatto che anche per la Delta si sia puntato sull'eleganza soprattutto; oggi anche un cumenda vuole dare l'apparenza di essere giovanile e sportivo; tuttavia, a quanto visto finora, la linea di quest'auto non è malvagia, e penso che ci sarebbe lo spazio per modifiche più sportive, nel caso si volessero fare versioni più cattive; non è come nella Thesis dove si dovrebbe modificare l'intera auto per renderla aggressiva
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Quoto in toto quello che hai detto: la paura che l'investimento non venga recuperato frena lo sviluppo di modelli grossi e costosi. Il bagno di sangue della Thesis ha purtroppo lasciato il segno. Voglio poi commentare ciò che ha detto F. Piech, cioè che dei modelli "giusti" potrebbero essere venduti anche a un prezzo elevato e il mercato li apprezzerebbe. Il problema è anzitutto capire cosa si intende per giusti: che abbiano finiture eccellenti, la trazione posteriore, una linea mozzafiato. Si dovrebbero individuare le vere aspettative della clientela. Un altro problema viene dal fatto che per un motivo o per un altro ai 3 modelli che hanno tentato di puntare verso l'alto (thesis, 159 e brera) ha sempre fatto difetto qulacosa: quando non era la linea era il peso, oppure i motori, ecc. La sfida sarebbe provarci con un modello che risulti almeno pari se non superiore in qualsiasi settore alla concorrenza. Purtoppo però gli investimenti sarebbero altissimi; inolte il gap da recuperare per porsi al top in certi segmenti è comunque notevole. Penso dunque che, almeno per il momento, Marchionne approvi solo gli investimenti sicuri e appoggi una filosofia di sviluppo dal basso, che non è sbagliata di per sè, ma deve essere il punto di partenza per qualcosa di più ambizioso.
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Sono d'accordo con te. Anch'io penso che una sana concorrenza tra Alfa e Lancia porterebbe giovamento ad entrambe e consentirebbe migliori economie di scala, ma in Fiat non ci sentono da quell'orecchio. Altro brutto vizio è quello di abbandonare i modelli dopo averli presentati; leggevo nel topic sulla M5 twin turbo che qualcuno si meravigliava del fatto che BMW stia sviluppando questo motore per un modello già ad oltre metà del suo ciclo di vita, ma questo è uno dei segreti del successo dei marchi tedeschi; se per GT e 147, ad es., si decidesse di montare i nuovi T-jet o il 2.4 MJt potrebbero tirare avanti molto meglio. Infine, come hai detto c'è questa tendenza in Fiat a sostituire alcuni modelli con altri di fascia più bassa; forse la paura di scontrarsi a pari prezzo con la trimurti è tanta, non dimentichiamo che anche 159 vende meno di 156 a causa del suo diverso posizionamento.
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Chiedo scusa se ho sbagliato sezione in cui postare. Per quanto riguarda la Brera, mediamente il prototipo era piaciuto moltissimo e ha ricevuto vari riconoscimenti per il suo design. Il suo problema è che è nata come un'auto che avrebbe dovuto essere posizionata appena sotto la 8C ed è stata poi normalizzata per essere venduta a 35-40 K€. Se avessero potuto venderla a 85-90 K€ senza snaturarla avrebbe venduto, in termini relativi ovviamente, proporzionalmente molto meglio. Il problema è sempre che per le case italiane che non siano Ferrari e Maserati è difficile allargare la base di vendita nella fascia di prezzo intermedia (quella di A5-SR3 coupè). Una Fulvia fatta come si deve per me avrebbe raggiunto e superato i 30 K€: a quel punto chi ti dice che la linea splendida, soprattutto fuori dal'Italia, sarebbe stata sufficiente a farla vendere in quantità tale da remunerare l'investimento? Io credo che purtroppo in questo momento si debbano impiegare le poche risorse disponibili su modelli più importanti in termini di volumi: la Delta sarà un primo passo, poi ci vorrebbe una seg. D derivata dalla 159 ed un suv intermedio fra x3 e x5. Solo dopo aver recuperato credibilità e notorietà anche in Europa si potranno attaccare con successo le nicchie di mercato.
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Come ha detto Francois, il pianale premium è troppo grande, mente per quello di Gpunto mi sembra ci fossero dei vincoli nella zona del frontale e dei montanti del parabrezza che impedirebbero di rispettare il design del prototipo della Fulvia. Penso poi che un altro problema, accennato anche da Francois, sia stabilire la redditività dell'operazione; purtroppo si è visto anche con Brera che non sempre auto derivate da prototipi acclamati ottengono il successo commerciale sperato. Alla fine c'è sempre lo scoglio dell'immagine da superare, e la mancanza di continuità nel proporre prodotti di un certo tipo.
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Intervista a Olivier Francois
nella discussione ha aggiunto Dodicicilindri in Notizie e Scelte Strategiche dal mondo dell'Auto
Navigando su internet ho trovato questa intervista a Olivier Francois. Lancia, intervista a Olivier François Sulle rive del Po non si specchiano solo le ambizioni del marchio Fiat. Ci sono anche gli eredi di Vincenzo Lancia, l’inventore dell’automobile moderna. Guidati oggi da Olivier François, che arriva dalla Francia ed è un uomo di Marchionne, si vede. Deciso, ma soprattutto chiaro. Nato a Parigi nel 1961, laureato in economia e commercio, Olivier François è alla direzione del marchio Lancia dal 2005 dopo aver fatto esperienza in Citroën, dove ha diretto le filiali danese e italiana, e quindi in Fiat. La Lancia si fa forte soprattutto dei solidi risultati della sua “piccola ammiraglia”, la Ypsilon: un fenomeno senza precedenti non solo in Italia, ma anche in Europa dove è cresciuta nell’ultimo anno del 16%. Risultati inevitabilmente minacciati dalla prepotente vitalità della sfiziosa cuginetta di casa Fiat, che per dimensioni e prezzo si pone in diretta concorrenza. Dottor François, come reagirà la Ypsilon all’arrivo della 500? “Ypsilon e 500 sono in effetti simili per misure e appeal: ma un po’ di sana competizione, anche in famiglia, ci sta. Dalla nostra abbiamo qualche atout: una gamma motori più completa, soprattutto Diesel, e un’abitabilità maggiore: 5 posti e un buon baule di volume variabile da 290 a 900 litri, che rende la Ypsilon non esclusivamente cittadina,a differenza delle altre vetture del segmento A. E poi puntiamo sul servizio: tutte le versioni hanno di serie il VYP Service, un assistente personale 24 ore su 24 per ogni circostanza: dalla foratura al prelievo dell’auto per il tagliando.” Non è strano aver presentato proprio ora la Ypsilon Sport, quando la 500 viene proposta come una fun-car? “Il restyling del 2006 andava infatti nel senso dell’eleganza, una caratteristica delle Lancia. Volevamo però coprire lo sport, che avevamo un po’ trascurato. Ora vedremo come reagirà il mercato all’arrivo della 500: devo ammettere che è un po’ un salto nel buio. Da una parte perderemo qualche cliente, non i clienti Lancia, ma gli indecisi; dall’altra avremo anche un effetto di traino nelle concessionarie che espongono i due marchi. Difficile fare previsioni, ma nel complesso rimango fiducioso che la Ypsilon terrà.” Si potrebbe puntare sull’estero, dove però il marchio Lancia, nonostante la storia lunga e gloriosa, è un po’ caduto in oblio… “Sì: già ora un terzo delle Ypsilon sono vendute fuori dall’Italia. Le azioni commerciali e di comunicazione che abbiamo intrapreso funzionano bene, ma so benissimo che l’azione principale resta quella di completare la gamma. Al momento, Lancia è presente in segmenti che in Europa pesano appena il 23%: è chiaro che non si possono fare miracoli. Ma c’è grande attesa per la Delta HPE, che l’anno prossimo chiuderà un buco proprio nel baricentro della gamma.” Può già dirci su cosa punterà? “Abbiamo tre punti vincenti. Prima di tutto lo stile, tipicamente Lancia senza essere un banale remake della vecchia Delta. Secondo, i contenuti: meccanica di pregio, cambi tutti a 6 marce, motori benzina e Diesel solo turbo, molto brillanti. Per finire, un’architettura particolarissima: non mi piace la parola crossover, ma è di certo una vettura poliedrica, che assomma in sé tratti dei segmenti C, D, berlina e station wagon.” Come già la Thesis, la Delta è piuttosto diversa dal prototipo Stilnovo. Come mai? “Perché cerchiamo di sviluppare azioni coerenti con la nostra identità, che descriviamo come ‘eleganza e temperamento’. Quindi abbiamo preso la Stilnovo e la abbiamo resa ancora più grande, più abitabile, e con più stilemi sportivi. La Delta HPE è la migliore interpretazione del DNA Lancia.” E cos’è mancato invece alla Thesis per essere un’interpretazione di successo? “Fondamentalmente, una base di vendite che sostenesse adeguati investimenti in comunicazione, generando un circolo virtuoso: ‘auto più venduta – auto più promossa’, soprattutto sui mercati esteri. Questo è il vero limite di questi tentativi, anche di altre Case: fuori dal mercato domestico sono poco sostenuti. C’è un problema strutturale di sostenibilità, quando si va a sfidare i marchi tedeschi sul loro territorio.” Contro i tedeschi è persa la battaglia o è persa la guerra? “È persa la battaglia del prodotto direttamente confrontabile, la grande berlina tre volumi. Ma ci sono altri modi di puntare all’alto di gamma senza fare vetture così classiche, e li stiamo esplorando con successo. Nell’alto di gamma Lancia ha di certo ancora molto da dire: abbiamo motori al vertice dei rispettivi segmenti, eleganza, dotazioni e carattere, che sono esattamente gli ingredienti di un alto di gamma di successo. E se togliamo l’equazione ‘alto di gamma = grandi dimensioni’, la guerra la stiamo vincendo tutti i giorni: nel segmento B 3 porte, Ypsilon è leader assoluta; e Musa è la monovolume più venduta in Italia.” Se la Thesis non dovesse essere confermata, come la Lybra, Lancia diverrebbe un marchio con una gamma di quasi- monovolume: veri e propri, o due volumi poco accentuati, come Ypsilon e Delta HPE. È una scelta precisa, quella di declinare lusso e confort solo in veicoli di questo tipo? “È più legato a una situazione momentanea. Non puntiamo solo su queste architetture: Lancia significa soprattutto confort della vita a bordo, silenzio, materiali, spazio. Nella ricerca dello spazio si può andare in larghezza, in lunghezza o in altezza; al momento siamo andati in altezza, ma già la Delta è decisamente bassa. Per quanto riguarda le tre volumi, non escludo nulla, ma per il momento nel segmento C interessano poco, almeno in Italia.” E una vettura di immagine, come la Fulvia Coupé…? “Ah, quella al valore del marchio avrebbe fatto bene: benissimo. Abbiamo una mezza idea per una vettura di questo tipo, ma occorre pensare alla giusta formula di stile, caratteristiche, investimenti. È facile fare un’auto che piaccia, ma è molto meno facile capire quanto costa produrla, e quanto è vendibile. Il pianale Barchetta era perfetto per le proporzioni della Fulvia, ma troppo datato; quello Brera è troppo grande. Magari si può usare il pianale Punto, e viene fuori una cosa diversa: a quel punto si chiama anche in un altro modo… Detto questo, personalmente avrei fatto la Fulvia, e non la Barchetta. Ma all’epoca in azienda non c’ero io.” Oggi lo stile è centrale nel valore di un marchio. Lei ha visto i progetti per le prossime vetture: come le sembrano? “In tutta onestà, i ragazzi guidati da Marco Tencone sono bravissimi. Di tutti i progetti in corso, non ce n’è uno nato male: sono tutte belle auto, e inequivocabilmente Lancia. Se poi arriveranno alla produzione è un altro discorso, che dipende da mille variabili. Se all’estero avessimo la stessa notorietà che abbiamo in Italia, con le risorse in più potremmo permetterci subito il doppio di modelli in gamma.” In effetti, all’interno del Gruppo, per ritmo di introduzione di nuovi modelli Lancia è il marchio più statico… “…o il più dinamico, a seconda dei punti di vista. Come prodotto, è vero: oggi il nostro modello più recente risale al 2004. Questo è dovuto ai bassi investimenti fatti anni fa, nel periodo della crisi. Ma da fuori non potete vedere quello che si sta preparando! Inoltre proprio per compensare il lento rinnovamento della gamma, siamo i più attivi dal punto di vista delle iniziative mediatiche e dei servizi: dalle campagne pubblicitarie, alle serie speciali, al lavoro sulla rete, all’offerta VYP Service. Abbiamo quasi un’iniziativa al mese. Il risultato è che nonostante la concorrenza abbia prodotti più freschi, le nostre vendite sono in costante crescita.” E quando avrete questi nuovi prodotti tornerà magari anche la trazione integrale? “Può darsi. Abbiamo una lunga tradizione nel 4x4, e nell’alto di gamma c’è sempre più spazio per la trazione integrale a prescindere dal fatto che la si usi per Suv o per vetture più classiche. E se c’è spazio nell’alto di gamma, c’è spazio anche per noi.” Fonte: automobilismo.it Alcune delle cose che dice mi sembrano condivisibili: ad esempio credo anch'io che sfidare le berline seg. E tedesche sia un'impresa persa in partenza. Inoltre anche lui riteneva importante produrre la Fulvia; peccato per il pianale che manca. Voi che ne pensate? -
Guardate cosa ho trovato su ebay http://cgi.ebay.it/ALFA-ROMEO-GT-8C_W0QQitemZ250122108720QQihZ015QQcategoryZ9834QQssPageNameZWDVWQQrdZ1QQcmdZViewItem La base d'asta mi sembra altina, anche se promettono consegna garantita. C'è scritto che la macchina è usata ed è stata immatricolata nel luglio 2007: era già prodotta tre mesi fa? Io pensavo che finora fossero stati prodotti solo pochi esemplari per i test della casa e per farla provare alle riviste.
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Da quello che so la X-Type non avrà una sostituta; infatti l'attuale non ha avuto molto successo ed ha contribuito ad abbassare il prestigio e la percezione del marchio; sembra quindi sicuro che non se ne farà una nuova serie, almeno per il momento; poi se Jaguar verrà venduta le cose potrebbero cambiare
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- 2007
- aj-v6d gen iii s
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No, qualche mese fa avevano affrontato il problema del filtro antiparticolato della Mazda 5 (ed anche di altri modelli della stessa casa) che non si rigenerava, costringendo i proprietari a percorrere circa 30 km oltre gli 80km/h ogni 500/1000 km.
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La giornalista inglese è stata fortunata che il fratello si sia sentito male in Umbria. Se fosse successo a Napoli ed avesse visitato uno degli ospedali di questa provincia, non credo che sarebbe rimasta così favorevolmente colpita. Io abito in un paese in provincia di Napoli; qualche tempo fa sono andato a trovare una parente ricoverata nell'ospedale della mia città: una delle cose che mi hanno sconvolto è che ho visto un medico togliersi i guanti di lattice dopo aver visitato le degenti in camera e gettarli per terra nel corridoio! Già la cosa è incredibile, ma mi ha lasciato ancora più sconvolto perchè pochi metri più in là c'era un cestino per i rifiuti.
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Ecco i dati rilevati: http://img509.imageshack.us/img509/355/scansione0001jd5.jpg
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Riporto una nuova scansione in cui la forma dei fari si dovrebbe vedere meglio. http://img526.imageshack.us/img526/4632/scansione0001xs6.jpg
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In provincia di Napoli dove abito è uscito oggi in edicola.
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Su quattroruote di agosto hanno pubblicato le foto della delta così come dovrebbe essere: rispetto al concept cambiano solo i fari anteriori.
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Spero di farvi cosa gradita. Ho riportato solo le pagine principali. http://img74.imageshack.us/img74/7183/scansione0001cb2.jpg http://img402.imageshack.us/img402/9775/scansione0004xp0.jpg http://img74.imageshack.us/img74/8118/scansione0003jd3.jpg http://img341.imageshack.us/img341/4250/scansione0002at9.jpg
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Ieri sono andato a vedere la 500 a piazza Plebiscito a Napoli. La macchina è esteticamente molto bella, così come i teli col disegno della vecchia 500 che le copriva. Non sono salito dentro, perchè ne hanno aperte solo due e c'era troppa folla, ho solo toccato i pannelli delle porte, che erano di plastica dura, ed ho guardato l'interno, che mi è sembrato abbastanza ben fatto. L'unica cosa che mi ha veramente lasciato deluso è stata la qualità della verniciatura: su tutte (la maggior parte nere, rosse e bianche) c'era un'evidentissima buccia d'arancia che rendeva la vericiatura non perfettamente lucida come ci si aspetterebbe da un'auto nuova. Voi avete notato la stessa cosa? Mi è dispiaciuto, anche perchè questo era un difetto delle vecchie Fiat che era stato corretto negli ultimi modelli (le Gpunto, le Bravo e le ultime Idea che ho visto avevano infatti un'ottima verniciatura).