Da Repubblica:
Alitalia, manager sotto accusa
"Un crac da cinque miliardi"
di CARLO BONINI
Alitalia, manager sotto accusa "Un crac da cinque miliardi"
ROMA - La bancarotta di Alitalia non è una notte in cui tutti i gatti sono neri, del tutti colpevoli perché nessuno davvero lo sia. Dopo sei mesi di lavoro a fari spenti, oltre sessanta testimonianze raccolte, ripetuti accessi analitici ai documenti contabili dell'azienda affidati al nucleo di polizia tributaria di Roma della Guardia di Finanza, il procuratore aggiunto Nello Rossi e i suoi sostituti Stefano Pesci, Maria Francesca Loy, Gustavo De Marinis mettono un primo punto al loro lavoro istruttorio. E nel definire il canovaccio di una catastrofe già costata alle casse del Paese cinque miliardi di euro in dieci anni, di cui sono oggi la coda bond per 270 milioni di euro ridotti poco più che carta straccia, ne individuano e ipotizzano le prime responsabilità penali nelle scelte di Francesco Mengozzi (amministratore delegato dal 2001 al febbraio 2004), Marco Zanichelli (direttore delle relazioni esterne nel 1989, direttore centrale nel 1992, segretario generale nel 2001, presidente Alitalia Airport nel 2002, direttore generale nel 2003, amministratore delegato per soli quattro mesi nel 2004) e Giancarlo Cimoli (monarca della compagnia dal 2004 al 2007). La loro iscrizione al registro degli indagati - ormai risalente nel tempo e condivisa, di ufficio, con tutti gli altri presidenti e amministratori delegati che si sono avvicendati dal 2001 al fallimento - ha assunto infatti la forma di un primo articolato capo di imputazione che prelude, con le informazioni di garanzia per bancarotta, a un prossimo interrogatorio. Ma che, soprattutto, documenta una storia di eutanasia finanziaria per "dissipazione delle risorse" che ora comincia ad avere qualche data, qualche numero, qualche fatto certo.