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Il 340 e' di sicuro il piu' elegante dei quadrigetti occidentali (almeno nelle ultime versioni 500 e 600, le altre hanno motori troppo piccoli visivamente). Pero' le livree piu' belle sono a mio parere quella Thai e quelld dorata di Etihad.
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Ho citato ripetutamente la recensione di DeMuro, interni e carryover sono additati esplicitamente e anche estensivamente come elementi negativi. La recensione elogia gli aspetti dinamici dell'auto, ma la ritiene troppo esosa per cio' che offre. Per il resto, penso che auto di questo genere debbano fornire anche un po' di effetto wow e tecnologico, ritengo che Maserati si stia un po' fossilizzando su un immagine di "lusso sportivo agee", quando anche Mercedes o Jaguar hanno pesantemente provato a svecchiare aspetto e clientela. Spero che si tenga conto di cio' nei prossimi modelli.
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Difficile capire cosa sia davvero accaduto, come detto a me Arrivabene non e' mai piaciuto ne' lo trovavo adeguato, pero' il blocco dello sviluppo della SF71H e' un dato di fatto. Non credo che questo sia colpa di Arrivabene. secondo me c'e' tanto da migliorare in questo campo, non so se sia una cosa di risorse, uomini, o altro. Ad esempio la Ferrari continua a insistere con le sospensioni "convenzionali" mentre MB e Red Bull hanno quelle idrauliche che danno sicuramente vantaggi. Altra nota dolente, secondo me, ho notato che sia nel 2017 che nel 2018, la Ferrari tende a spararsi le sue cartucce "al limite della legalita'" all'inizio dell'anno, col risultato di farsele bocciare a meta' stagione e trovarsi in crisi alla fine. Fu cosi' lo scorso anno col fondo flessibile e l'olio, e quest'anno con la batteria. Va sicuramente cambiata questa tendenza. Speriamo che Binotto si faccia valere in questa nuova posizione, e che abbia maggior influenza politica in FIA, ora che non c'e' piu' Marchionne.
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Anche a me non sembra male, certo ha bisogno dei ruotoni per non apparire sproporzionata, ma d'altro canto questo vale per tutte le auto moderne. Questa e' ancora di piu' una piccola CLS, bello il frontale e in generale mi piace piu' della Classe A corrispondente.
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De nada, non chiedermi scusa. Vorrei che fosse chiaro che almeno per parte mia, amante delle auto e ingegnere meccanico per passione, vedere che non siamo noi quelli "Uber Alles" da profondamente dispiacere. Mi piacerebbe sostenere le vendite concretamente, ma purtroppo sono un semplice ing. dipendente
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Non guardiamo sempre all'orticello italico con i nostril stipendi medi da poveracci, altrove le versioni accessoriate si vedono e vengono comprate. Giulia costa e pure molto, se accessoriata bene non viene meno si una Serie 3 corrispondente, almeno come listino. E comunque, a costo di ripetermi, io di Giulia a Roma vedo solo versioni diesel basone, ed esemplari di autonoleggi. Quindi evidentemente l'italiano vuole questo a prescindere. E gli facessero la Giulia 1.6 MJ o col 1.3 firefly a 29.999 euro, magari farebbe la fila.
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Sinceramente non ho bisogno di giustificare alcunche', non sono a libro paga di FCA ne' di VAG o alcun altro, volevo quello che ho comprato (relativamente ai soldi che avevo) e mi sono trovato bene, 8 anni e 110mila km senza alcun problema grave, qualche finitura non impeccabile e scricchiolii vari dopo alcuni anni, ma l'auto ha sempre marciato come un'orologio senza mai lasciarmi a piedi e senza doverci cambiare neppure una lampadina. Se avessero dato una sostituta alla Scirocco, probabilmente la prenderei entro un paio di anni, forse cambiero' con una Golf GTI in mancanza di tale possibilita'. In quanto a non aver mai comprato vetture FCA, in famiglia abbiamo avuto solo vetture Fiat, avevo convinto mio padre a cambiare la sua Punto 2 con l'ultima Punto Evo in dismissione, ho messo in croce mia moglie per farle prendere la 500 quattro anni fa, che lei non ha voluto (perche' voleva le 5 porte e gia' la sorella ne aveva una), quindi per favore non arriviamo alle conclusioni senza conoscere le persone, che mi da leggermente fastidio.
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Scrivi ai boss di FCA, per te e' normale, per loro evidentemente non cosi' tanto e si aspettavano di piu', dimostrato dai fatti e dalle decisioni, e confermato qui da alcune voci di "insiders". 155 con tutti i suoi difetti ha venduto in D ben piu' delle ultime decantatissime vetture. Forse si avrebbero delle vetture su base Panamera e ibride, cose che oggi sono ancora di la da venire, e magari invece di una Etron GT, l'Alfa avrebbe in canna una sua vettura similar a sfidare Tesla. Mi fa rabbia questo compiacersi sullo sfacelo, mi sembra che molti di voi siano come l'orchestra che suona mentre il Titanic affonda.
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Intanto, zitta zitta, Porsche rimane l'unica (insieme a Lambo) a offrire degli aspirati sulle sue top di gamma sportive.
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Torniamo sempre a bomba, si sapeva che per Alfa (come eventualmente per Lancia, se si volesse fare) servono tantissimi soldi se si vogliono rilanciare. Se FCA non ce li ha, tanto valeva continuare a rimarchiare Fiat o vendere il marchio. Ad ogni modo, resto convinto che se si fosse venduto a Piech a tempo debito, oggi Alfa sarebbe tornata nell'olimpo dei premium, avrebbe potuto con la giusta gamma performare molto meglio di Audi in USA, e sfruttarne l'onda lunga in Cina, oltre che vedersi aperte le porte del mercato Tedesco.
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Comunque io penso che alla Ferrari manchi in primis il potere politico, anche prima delle lacune strategiche di squadra. Sia nel 2017 che nel 2018 tutte le soluzioni al limite Ferrari sono state cassate in breve, senza contare lo smacco del consumo olio di agosto 2017, col regalo a MB, al contrario di quanto accaduto a MB e agli inglesi in generale. Serve qualcuno che sappia farsi sentire in FIA, io capisco che MB abbia comprato tutti i mondiali fino alla scadenza della Concordia, ma la Ferrari non puo' farsi umiliare cosi'. E' mandatorio interrompere il monologo MB prima di arrivare a quella data.
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Segmenti totalmente differenti, le coupe' non vanno piu', soprattutto quelle di quel genere, non puoi paragonarmi le due cose. Sarebbe ora di implementare strategie vincenti anche qui da noi, non trovi? Le 128 che faranno loro, almeno le faranno farcite di quelle caratteristiche richieste dal mercato, qui da noi siamo ancora ad aspettare.
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Spero solo che tutte queste lotte interne non abbiano minato lo sviluppo della nuova monoposto....ho i brividi al pensiero che fra quanto sta accadendo in Ferrari e le lattine col motore Honda, il 2019 sara' una cavalcata trionfale MB stile McLaren 88.
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Devo desumere quindi che altri (ad esempio i premium della trimurti) siano degli stupidi a buttar soldi per fare gamme complete e a richiedere (ad esempio per Audi) showroom o assistenze separate. Riguardo i numeri, in USA sta andando bene al primo anno, vedremo se non proporre aggiornamenti/novita' paghera' nel medio termine o non si fara' la fine di Maserati, in un mercato basato sui leasing. O.T.: a me sembra ironico che in questo forum alcuni hanno sempre difeso le scelte della dirigenza da vari anni, nonostante i risultati finora siano stati si tenere a galla il gruppo, ma anche: chiusura Lancia, ridimensionamento Fiat, rilancio Alfa zoppo, Maserati che zoppica, Chrysler e Dodge con modelli stravecchi e non si sa bene con quale futuro, totale impreparazione riguardo i temi piu' hot del momento (elettrificazione e guida autonoma, con conseguente affannosa rincorsa ora), vendita Magneti Marelli.
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Nessuno pensa o dice che siano degli imbecilli, ma semplicemente e' INDISPUTABILE che non abbiano una visione chiara ne' una continuita' di modelli. Poi non ci si lamenti delle basse vendite o della diffidenza dei cliento, o della rete scarsa, chi investirebbe milioni di Euro avendo come controparte un partner cosi' poco credibile?
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Per me Marchionne una cosa importante la faceva per il team F1, ossia tenere a freno e sulla corda le persone, oltre che avere un potere politico piu' forte in seno alla Federazione. Mancato lui, le cose si sono disciolte. Ovvio non ci sia un rapporto diretto causa-effetto con la caxxata di Vettel in Germania.
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Una decina di milioni, per la scala del mondo Automotive, sono nulla. Ok 4C non e' core, allora cosa lo e'? Giulia? Stelvio? C-SUV Fiat based? E se non e' core, perche' l'hanno fatta? Quale sara' la mission di Alfa da ora in Avanti? Il premium-mass market iso-BMW, puntare di nuovo a VW come suggerisce la scelta sul C-SUV, fare le supersportive da 600 cv? La sponsorizzazione a Sauber quanto costa? E' core questa? Ripeto, mi va bene qualsiasi cosa logica, ma io di logico ci vedo ben poco e mi dispiace che non esista mai continuita' di prodotto, lo vedo disorientante e anche poco rispettoso verso il Cliente.
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Si vocifera che anche Camilleri sia di transizione (pesa su di lui il tracollo in borsa del titolo dopo la presentazione del piano di settembre) e sembra che si sia rivisto Felisa in fabbrica. Forza FCA, affondiamo anche la Ferrari!
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Esattamente quello che penso anche io. Puntare tutto su un unico titolo in portafoglio (i suv/pick up in questo caso) non e' mai vincente a lungo termine. Non dimentichiamo che in caso di cambio alla Casa Bianca e ritorno in auge di penalizzazioni sui consumi, si riproporra' uno scenario di sofferenza per questi bestioni.
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Ovvio c'era da spenderci qualche euro, ma se Alpine immagino sia supportata da un piano che prevede almeno di non perderci soldi, ed e' un modello tutto nuovo, davvero non era possibile aggiornare 4C? Ovviamente comprendo che i soldi siano pochi e vadano dove si pensa di vendere di piu', ma mi sembra comunque un peccato far decadere il modello, sotto certi punti di vista ha "aperto" un segmento, invece di inseguire gli altri, strategia che si e' rivelata finora (dove applicata) poco produttiva.
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“Ormai si era capito che la convivenza alla Ferrari fra Maurizio Arrivabene e Mattia Binotto non avrebbe potuto proseguire. Ma era molto più difficile prevedere il ribaltone che si è consumato nelle ultime ore a Maranello. Forse già oggi potrebbe essere infatti ufficializzato il cambio al vertice della Gestione sportiva, con l’attuale team principal sostituito da quello che fino all’anno scorso era il direttore tecnico della Scuderia. Fra i reparti della fabbrica si respirava un’atmosfera di tensione e incertezza già nelle scorse settimane, prima delle festività natalizie. Poi la svolta, col mancato rinnovo del contratto di Arrivabene, che fino a settembre sembrava saldamente in sella. Per l’ex numero uno del marketing di Philip Morris si chiude così l’avventura al comando della rossa durata quattro stagioni, nelle quali la Ferrari ha avuto per due volte (2017-2018) una macchina in grado di contendere il Mondiale alla Mercedes, ma non è mai arrivata a giocarsi il titolo all’ultima gara come era invece accaduto negli anni di Stefano Domenicali e Fernando Alonso. Un bilancio che alla fine deve aver pesato sul destino di Arrivabene. In particolare l’ultimo campionato ha lasciato l’amaro in bocca e la sensazione di una grande occasione sprecata. Lo staff di Binotto aveva messo in pista una SF71H vincente da subito in Australia e Bahrain con Sebastian Vettel, e capace di centrare 3 pole position nelle prime 4 gare, ma poi gli errori del tedesco a luglio in Germania e a settembre nel GP di casa di Monza hanno fatto spostare l’esito della sfida dalla parte di Lewis Hamilton, che da Singapore in avanti ha preso il largo in classifica. La morte del presidente Sergio Marchionne, proprio dopo la gara in Germania, ha creato uno choc profondo e ha disorientato la squadra. La frettolosa chiamata del nuovo amministratore delegato Louis Camilleri da parte di John Elkann non ha riempito il vuoto. Intanto i rapporti fra Arrivabene e Binotto, già compromessi, sono arrivati al punto di rottura. Non è un mistero che il d.t. nei mesi scorsi abbia pensato di lasciare la Ferrari. Nonostante le smentite, sono arrivate offerte da Mercedes e Renault. Perciò si è creata una situazione in cui c’era da scegliere fra l’uno e l’altro, posto che assieme non potevano andare avanti. Una partita decisa ai calci di rigore. Nei piani di Marchionne sarebbe dovuta finire come è finita. […] Fra le colpe di Arrivabene c’è il fatto di aver avuto una strategia discutibile, anche a livello mediatico. Quando si è capito che il mondiale stava sfuggendo per l’ennesima volta, il numero uno della Ferrari ha preso a criticare la vettura, insistendo su una battuta d’arresto nello sviluppo tecnico durata appena due gare (Singapore e Sochi) anziché affrontare seriamente la crisi di risultati e personale di Vettel […]”. Paolo Ianieri e Luigi Perna, La Gazzetta dello Sport Serviva chiarezza, il Mondiale non aspetta “La battaglia interna alla Gestione Sportiva della Ferrari è finita. La tregua dell’ultima parte del 2018 non poteva durare e non è durata. I vertici, John Elkann e le persone a lui vicine, hanno scelto: Maurizio Arrivabene non sarà più il team principal e il suo posto verrà preso da Mattia Binotto, fin qui responsabile tecnico. La stagione di F.1 sarebbe iniziata con una tensione e una differenza di vedute dannose. Meglio decidere alla svelta. Binotto gode da tempo della fiducia della formazione tecnica, da dove proviene, non farà fatica ad avere quella dei piloti. Poi dovrà rendersi credibile anche presso i rivali, la Fia, Liberty Media che gestisce il mondo dei GP, cercando di imporre le idee del Cavallino in vista dei nuovi regolamenti che arriveranno nel 2021. Non sarà solo. La Ferrari può contare su un presidente e un consiglio di amministrazione. Ma anche qui si parla di scosse: sarebbe in discussione perfino la posizione dell’a.d. Louis Camilleri. Fatto che riporterebbe la proprietà in posizione centrale dopo lo sbandamento seguito alla scomparsa di Sergio Marchionne. C’è stato un momento, qualche mese fa, in cui sembrava che la bilancia pendesse quasi dalla parte della Philip Morris, da dove arrivano proprio Camilleri e Arrivabene. Solo una sensazione, ma inammissibile. Il Cavallino è stato di un uomo solo, che l’ha creato, e poi di una famiglia. Da Enzo Ferrari agli Agnelli, ai loro eredi. Ma il mondo e gli scenari economici cambiano: il futuro di Fca — sempre più legato agli Stati Uniti — è tutto da scrivere. Maranello ha bisogno di scelte chiare e incisive, anche nelle strategie industriali sui modelli del futuro. Discorsi di ampio respiro. Noi qui ci limitiamo alla F.1. E lì si volta pagina. […]“. Pino Allievi, La Gazzetta dello Sport