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Molto interessante quanto detto riportato dal Corriere. Sulla "cassa" i problemi non me li farei così tanto..... al contrario di Daimler Benz, che con Chrysler ha veramente fatto flop e l'ha fatta fuori dalla tazza, la Fiat non si svena per nessuno e, se magari non sa gestire le auto, ma i conti pro domo sua li sa sempre fare bene. Quello che (come già anticipato da anni e non solo da ambienti fiat ma anche da noialtri cialtroni) è in gioco è sicuramente "l'esserci domani". Perchè Marchionne, che fa ciò che gli è stato chiesto di fare e SOPRATTUTTO per la prima volta da Valletta lo fa con l'unico vincolo del target e non del come arrivarci), di fatto sta provando a dare un futuro decente alla Fiat. Dico decente perchè con un gruppo che nelle specialties (che nè ieri, nè oggi, nè domani verranno mai considerate pari o degne di considerazione da parte di chi "può e vuole spendere" alla stregua dei generalisti o dei coreani) fa onestamente acqua, la produzione generalista e "tanto al chilo" di Fiat non ha dimensioni tali da consentire di stare a galla per chissà quanto. La crisi offre vantaggi (al contrario dei governi italiani Marchionne è sveglio) e il remagio cerca di sfruttarseli, tutti, anche di più. Tanto per riferirsi al suo modo di pensare che ebbe modo di esprimere in trattative ignote ai più, che cosa rischia? Rischia solo di poter vincere. Se non vincerà succederà semplicemente quello che sarebbe ugualmente successo: avere dimensioni via via più piccole, sino a sparire o diventare satelliti in galassie altrui. Che poi tutto questo, e le sue ricadute, portino poca trippa per gatti a livello di prodotto premium questo credo sia meglio metterlo in luce ora..... a meno che...... Ma pensandoci bene.... perchè Marchionne non dovrebbe giocarsela? Il momento c'è. Il suo mandato era quello, per cui un domani nessuno può dirgli niente. Gode, al momento, di un prestigio internazionale (ne inizia a godere un po' meno all'interno di Fiat, e i motivi ci sono, ma sarà un problema da affrontare successivamente) non da poco. Se un domani tutto andrà a carte quarantotto, potrà dire di averci provato. Tutta questa iperattività è unica nell'intera storia ultrasecolare Fiat (la famiglia? Meglio che si scansi, visto cosa ha espresso in passato). Che poi si comandi a Torino o meno è un problema FINALMENTE ritenuto marginale anche dai proprietari.
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Giusto per giocherellare ho fatto finta di dover comprare una 159 Ti berlina 170cv. Mettendoci quello e il tetto apribile alla fine costa (si parte da distinctive, Ti ma anche il tetto - sic -) sui 35k. Al lancio con 35k ti davano una distinctive col tetto e buonanotte (e ti sognavi tutto il resto dei contenuti del pacchetti Ti, che non son proprio robe da due lire). Il prezzo ora c'è. La rete lo chiedeva da un anno.....
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Il discorso di Pomigliano sarebbe ora di finirlo di volerlo vedere, tout court, come è stato tramandato per decenni e ben oltre il fondamento oggettivo che certi discorsi tramandati giustificavano. Io, in casa mia, riesco a fare quello che voglio. Se non lo riesco a fare, la colpa è pure mia. Vista la "colpa grave" che venne imputata allo Stato, e a chi gestiva un tantinello + illuminato di chi è venuto dopo l'Alfa Romeo, vorrei sapere OGGI perchè IERI la colpa era dell'IRI o della politica ed OGGI la colpa è delle maestranze e non della proprietà. Giusto un piccolo inciso.
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Mi pareva che qualcuno definisse questo spot "popolano" perchè vengono indicati i prezzi ribassati......... Per la musica..... preferivi technologic? Che si possa fare sempre di meglio, è vero...... ma stante le pubblicità da qualche anno in quà riferite ad Alfa mi sa che possiamo accontentarci, auspicando che intanto questo livello minimo venga mantenuto, e salire poi di qualità.
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Le vetture 33 rest che si vedono alla fine sono definitive. Così come la linea definitiva è chiara nelle foto di GM (che mi ricordo dall'epoca, grazie per il revival). OT: la Giulietta sì l'ho venduta, non la seguivo, non la usavo, meglio la goda qualcun altro (anche se deve ritirarla da gennaio...... MAH! Io son stato pagato e tanto mi basta.). Comunque non è l'unica cosa che si evince dalla firma.....
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Della colonna sonora me ne frego. Lo spot è validissimo, molto coerente. La citazione dei prezzi? Forse coloro che cianciano di "popolanità" non vedono che BMW, riciclando un vecchio sport della 3 touring, cita i prezzi ribassati per certune versioni? Va benissimo così. C'è il riferimento alla "stradalità" (lo vorremmo anche nel prodotto, grazie) tipico di Alfa, è veloce ma non troppo nel cambio di location (esprime dinamismo), esprime concetti che onestamente Alfa non esprimeva da troppo, e la citazione dei prezzi OGGI va benissimo.
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Ovviamente opto per una visione più sociale anche io ma non demonizzo quanto detto dall'amico, perchè di fatto la realtà quella è e non per scelta squisitamente sua. Come già detto sono decenni che si sa dove si va a parare. Il discorso andrebbe affrontato, e risolto, ben "prima" di ogni qualsivoglia "esplicazione" dei concetti: va affrontato prima di esprimere un concetto. Sembrerà farla semplice, ma onestamente ognuno nel proprio piccolo credo sappia che non esiste cosa "senza fine" o che può crescere "all'infinito" senza un "corollario" anch'esso collegato all'infinito. Allora non si può pretendere che crescano le redditività delle imprese "all'infinito" andando a sostituire le bocche (che mangiano, percepiscono stipendio ma.... spendono pure!) con macchinari, software o cazzi e mazzi, e poi pretendere un'ascesa del consumo all'insù per giustificare gli investimenti e via riparte la giostra. Il sottoscritto, non laureato e con mestiere da cialtrone, qualche lustro fa diceva che forse forse era ora di pensare a un "fermate il mondo", non per voler scendere, ma per fare un minimo di feedback....in realtà, si è preferito fare all'italiana maniera (ma mai come in questo periodo noi italiani possiamo essere considerati UMANI perchè vedo che anche agli antipodi han fatto le stesse identiche cappelle) ovvero aspettare il morto, E POI CAPIRE che qualche problemino c'era. Leggo, per brevità, che si ciancia di sindacati, dipendenti e dirigenti... forse forse quel che manca è un minimo di "senso di responsabilità"? Quello stesso senso di responsabilità che la Marcegaglia alla fine vorrebbe dai suoi dipendenti, portandoli a "patire" il rischio di impresa, senza avere in mano manco una vite per poter correggere o sistemare il processo gestionale da cui dipende il rischio o meno d'impresa? Non è forse necessario che un barlume di responsabilità, o di etica, debba essere proporzionale al grado di responsabilità di chi occupa "alti livelli" nella scala gerarchica? No perchè insomma.... se il manager xyz viene trombato, dopo luculliani stipendi, e va a spasso, avendo comunque accumulato (se non è un coglione, e se lo è bhè se lo è cercato) una discreta provvista, non credo che chi deve la sua disoccupazione all'errore del manager di cui sopra goda della medesima tranquillità, nè abbia goduto: 1. degli agi della posizione 2. della possibilità di scegliere quale strada percorrere per rendere forte o far fallire l'azienda preso cui lavora. Ora, capisco che oggigiorno avendo la maggioranza degli italiani portato su alti scranni coloro che cianciano di voto cattolico e poi si fan chiedere il divorzio "come fulmin a ciel sereno" forse forse in questo Paese l'intelligenza si è trasferita laddove pulisce lo sciacquone, ma fosse anche solo lo spirito di sopravvivenza si dovrebbe cercare di andare oltre lo steccato, consci del fatto che il culo lo rischia OGNUNO e, visti i tumulti di piazza sempre più frequenti, lo si rischia anche per davvero. Se poi in questo novello mondo titanic si preferisce pensare che tanto in terza classe c'è chi sta peggio (e chissenefrega) e che la musica suona anche se poi si rischierà il culo tutti, bhè, amen... si salvi chi può, maturando un minimo di intelligenza e forse anche di stronzaggine. Attenzione però: senza l'acqua non esisterebbe la Ferrarelle... senza la Ferrarelle l'acqua esiste ancora.
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Quel che però di norma non si sa è che anche la 1750 c'è stata automatica......
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Sempre ZF è.
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Anteriormente il "ripensamento" c'è stato, come testimonia il confronto fra le foto di GM di un prototipo camuffato "quasi Renault" e la realizzazione definitiva, ma questo non è sicuramente da datarsi 1976 bensì prima. Il 1976 è l'anno in cui già ci sono le scocche lastrate. Questo vuol dire che gli stampi di pressa già furono realizzati, tant'è che la vettura arriva altri tre anni dopo e non è un mistero che fondamentalmente la si produsse perchè "oramai le linee le avevamo già allestite ed erano pronte".
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Visto che con l'inglese non ho esercizio da mesi, in italiano (sperando che qualcuno poi voglia tradurre almeno un sunto) dico che alcune informazioni citate appaiono non corrette, implausibili e comunque in contrasto da quanto saputo, direttamente o indirettamente, da chi al tempo era in progettazione o in marketing. In primo luogo, il motore 4 cilindri 2.2 è una cosa di cui non si è mai sentito dire. Semmai la cilindrata 2.2 era quella INIZIALMENTE PREVISTA per il nuovo 6 cilindri, di Busso: fu scelta di Surace, al tempo, di farlo salire a 2.5 per un motivo di tassazione fiscale, cambiato nel periodo di sviluppo del motore, che al momento non mi viene in mente. L'Alfetta è stata studiata da subito con un motore 1750 (chiamiamolo 1800) e per montare, POI, un 2000. 2000 che difatti già nel 1974 la berlina monta, ma per la versione USA (in Italia attenderemo il 1976 - GTV 2000 - e il 1977 - Alfetta 2000 da 122cv). Nel 1976 non vi è nessun ripensamento della linea, visto che foto del 1976 (di Gente Motori, per l'esattezza) ci mostrano le scocche già belle che finite nelle dimensioni e linee che poi arriveranno alla serie. Compreso il lungo e "inutilmente lungo" cofano, che riusciva ad ospitare pure il V8 della Montreal (pare vi sia stata una vettura con quell'8 cilindri montato). Quello cui ci si riferisce a proposito di "integrare i paraurti" è un problema ben antecedente, e testimoniato dalle foto di prototipi apparsi sulle riviste specializzate italiane nel periodo '73-'74. La scelta del cambio anteriore fu determinata da: 1. paura che il sistema di trasmissione (e NON il cambio medesimo) non reggesse alle coppie del 6 cilindri 2.5 litri. Già si avevano avuto intoppi col 1800 dell'Alfetta, e le soluzioni arriveranno dopo, essendo la GTV6 la prima transaxle 6 cilindri nel 1980. Non appaia strano l'intervallo di un solo anno: Alfa 6 non era prevista per il 1979, ma molto prima. 2. la necessità di una trasmissione automatica. Anche in questo caso vedremo che Alfetta esce con trasmissione automatica ma solo successivamente al modello 2000 L (che è del 1978), necessitando oltretutto di una sospensione autolivellante per mantenere a ragionevole altezza la scatola cambio, di dimensioni maggiori rispetto a quella del manuale. 3. il cambio posteriore consentiva di avere un ingombro centrale minore (si noti la zona laterale interna pedaliera di una Giulia rispetto a un'Alfetta) soprattutto se non hai un passo lungo: per Alfa 6 fu ritenuto inutile mettere il cambio dietro, dato che gli ingombri della scatola cambio anteriore furono ritenuti non limitanti l'abitabilità in modo significativo. Lo studio degli interni che viene decantato (se non traduco male) in realtà è tutt'altro. A partire dai tasti degli utilizzatori, per arrivare ad altre soluzioni sia razionali che di design, l'aspetto è quello di un "mai finito". La gestazione della vettura, molto lunga, ha sicuramente portato a diversi step di realizzazione, con successivi stop, ripensamenti, abbandoni, riprese, che se si conosce la vettura giustificano quel "ma non ci han pensato?" spontaneo nel notare alcuni particolari.
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Dal depliant che avevo io (dubito abbiano aggiornato chissà che come allestimenti/abbinamenti) la pelle "Ti" era solo nera..... P.S.: mi sa che anche io sono fra i pochi..... ma il mio era solo Alfa, ed erano una rosso Alfa l'altra rosso competizione...
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A 1100 giri è tanto se reggo la marcia da "funerale" con la 147, che alla fine dei conti è un quasi 2000. Un diesel 1300 sarà anche diesel, ma è sempre un 1300 dai ragazzi. Le spinte da "calci in culo perchè ho il turbo" oppure le coppie da 6 cilindri di 3 litri e passa a nafta son ben altra roba. All'amico che lamenta questa "fiacchezza" posso solo suggerire di trovare un'altra macchina con lo stesso motore, magari slegata, e provarla. Dopodichè se l'altra va veramente meglio il problema potrebbe non essere di mera centralina.
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BMW è stata intelligente, se ne è fregata di discorsi di vecchiume, e i fari tondi carenati o meno che siano li propone anche adesso ed è un family feeling che invidio da 30 anni. I fari rettangolari dell'Alfa 6 comunque son identici a quelli definitivi, l'unica cosa che "frega" è il trasparente dell'indicatore di direzione, non essendo bianco come si è abituati a vederlo in questo layout frega e fa apparire il faro + "stretto". Alfa 6 comunque è stata prodotta a norma USA in 7 esemplari, a quanto si sa. Riguardo i fari tondi su Alfetta "tipo 2000" (quindi con frontale allungato) essi arrivano nel 1978 con la Sport Sedan, noi (e gli svizzeri) li vediamo nel 1981 con grigliatura nera (come erano nella Sport Sedan), poi marrone (Q.Oro '82) poi grigio scuro (Q.Oro '83).
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Vediamo se riesco a spiegarmi meglio........ Si parlava di vettura che "piace alle donne". Per me il fatto che sia un "acquisto da parte del pubblico femminile" è un demerito. E mi spiego. Da quando in quà le donne han capito BENE di automobili? Guardano cose più frivole, più eteree, e meno sostanziose. E questo per quanto concerne le vetture che PIACCIONO alle donne e che le donne COMPRANO. Poi abbiamo le vetture che piacciono alle donne, e che le comprano molto meno o proprio per niente. Gli italiani, e gli stranieri, che han bisogno del consenso della moglie per comprare amen, sono problemi loro..... che poi non son "molti", bensì "la maggior parte". E ben per questo si hanno vettura "alla moda", ma NON comprate da donna, che sono ottimi prodotti e che piacciono PURE alle donne. Il mio discorso era relativo al fatto che per me il fatto che una vettura vada in mano principalmente, o in massa, a donne non è un motivo di "merito" del prodotto, bensì semmai di demerito.
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